Utente:Lusirto93$/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Cesare Riboldi

Cesare Riboldi (Cassina de' Pecchi, 25 giugno 1924Cernusco sul Naviglio, 24 aprile 1945) è stato un partigiano italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Cesare Riboldi nasce alla Cascina Malachina di Cassina de' Pecchi 25 giugno 1924 da padre Angelo e da mamma Agnese Nava, cernuschese di nascita ed entrambi da contadini.

Rimane orfano di padre nel 1933, proprio in quell'anno la madre decide di tornare a vicere a Cernusco nella sua casa natale di Via Monza con i figli Cesare e Giuseppe, detto Peppino.

Comincia a lavorare fin da giovane, appena conclusa la quinta elementare comincia con qualche lavoretto saltuario.


Cesare ha 16 anni quando inizia la guerra. Cresce vedendo nel suo paese personaggi con camicie nere che fanno paura. Sente racconti di persone che sono state licenziate perché si sono rifiutate di iscriversi al partito fascista. Lo zio, lavoratore della Breda, gli parla di scioperi finiti a manganellate, con arresti e licenziamenti. Sa che qualcuno, in via Bourdillon, che si è azzardato a cantare l’inizio di “Bandiera rossa”, è stato picchiato e costretto a bere olio di ricino.Si è abituato alle sirene che avvertono dell’imminente bombardamento, alla vista degli sfollati che hanno perso tutto.

Nel giugno del 43, Cesare, appena compiuti i 19 anni, viene chiamato alle armi e parte per Ravenna.Cesare torna a casa. Ma durante i mesi nell’esercito ha ascoltato tante persone, ha capito che si può fare qualcosa contro l’arroganza del potere, che quella guerra lui non l’ha voluta, e ha un’idea in testa: mettersi in contatto con quelle persone che da un po’ di tempo se ne stanno nascoste in montagna o in pianura nei numerosi cascinotti nella campagna cernuschese. Persone che non vogliono la guerra, non vogliono i fascisti, non vogliono i tedeschi! E così Cesare entra a fare parte della Resistenza. Lui non sa cosa sia vivere in democrazia, perché quando è nato, nel '24, già l’Italia era stata fascistizzata.

Cesare e Luigi Mattavelli fanno parte dell’11° Brigata Matteotti. Sono i più giovani, ma anche i loro capi Dino (Erasmo Tosi ) e Ivo (Vittorio Galeone) hanno pochi anni più di loro. Sono due staffette, portano ordini alle varie unità dislocate in zona: Bussero, Carugate, Pessano, Pioltello. Partecipano a diverse azioni partigiane con il loro gruppo. Sabotaggi, volantinaggi, approvvigionamenti di armi, appostamenti notturni per spiare le mosse dei tedeschi. Ivo è coraggioso, a volte temerario e spericolato. Cesare, anzi Cesarino come lo chiama lui, lo accompagna spesso nelle sue imprese. La brigata riesce addirittura a procurarsi un carrarmato. Cesare dorme spesso in cascina, a casa potrebbero venire a cercarlo e lui non vuole mettere in pericolo i suoi cari. Ma la sua mamma, Agnese, ospita in casa sua per lungo tempo proprio Ivo, che è ferito e ricercato (“la signora Agnese Nava madre di Cesarino diventò per me una seconda mamma” ricorda lo stesso Ivo). Lo fa rischiando anche la sua vita, rischiando di perdere tutto. I tedeschi sono famosi per le loro rappresaglie.

Durante l'occupazione nazifascista entra a far parte dell'11ª Brigata Matteotti, che nel territorio di Cernusco sul Naviglio fu la formazione partigiana più attiva e numerosa.

Il primo resoconto scritto di una azione dell'11ª Brigata Matteotti risale al 22 gennaio 1945, quando nella notte, un distaccamento composto da 22 partigiani attacca il presidio nazifascista di Vaprio d'Adda. I partigiani riescono ad occupare una ridotta asportandone tutte le munizioni e una mitragliatrice. Il bottino ammonta a una mitragliatrice pesante Fiat, 4 casse di munizioni e un fucile. Da quel momento, le azioni militari si vengono a mano a mano intensificando per culminare nell'insurrezione del 25 aprile.

Il 24 aprile, anche l'11ª Brigata riceve dal comandante generale Corrado Bonfantini, l'ordine di insorgere e di tentare l'entrata in Milano. Tutta la notte viene impiegata in febbrili preparativi per la raccolta delle armi, la concentrazione degli uomini e la ricerca di automezzi. Cesare Riboldi insieme al compagno di brigata Luigi Mattavelli sono impegnati in queste operazioni di raccordo e di collegamento facendo il giro di tutti distaccamenti partigiani e trasmettendo l'ordine ai compagni di armarsi e di prepararsi ad attaccare.

Intorno alle ore 18:00, i due diretti a Cascina Rossona di Pioltello, vengono intercettati sul viale Assunta di Cernusco sul Naviglio da un maresciallo delle Brigate Nere che dopo averlo disarmato reagisce sparando con una pistola nascosta, mentre si allontanavano, ed uccidendo Cesare Riboldi con diversi colpi e ferendo gravemente al torace il compagno Luigi Mattavelli che riuscì a scappare e a rifugiarsi presso la Cascina Lenzuoletta di Cernusco[1].

Luigi Mattavelli muore il 24 aprile 1945.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Sul luogo dell'accaduto è stato intitolato a Cesare Riboldi e Luigi Mattavelli un largo con annesso dal Comune di Cernusco sul Naviglio.
  • Nell'omonimo largo è presente un monumento in ricordo di Cesare Riboldi e Luigi Mattavelli ed a tutti i caduti e deportati delle guerre.
  • A Cernusco sul Naviglio è presente una sezione ANPI intitolata a Cesare Riboldi e Luigi Mattavelli.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Galeone e Perego, p. 138.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Vittorio Galeone e Giorgio Perego, La Resistenza nell'est milanese, in Ricordi Partigiani, Cernusco sul Naviglio, Bine Editore, 1985.
  • Giorgio Perego, Col Cuore in Gola: Fascismo, Resistenza e vita quotidiana a Cernusco sul Naviglio dal '43 al '45, Gi.Ronchi Editore, 1995.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]





Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]







Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'Argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Valoroso combattente e abile organizzatore della Resistenza. Catturato per tale attività e poi rilasciato con la clausola della vigilanza speciale, riprendeva la sua opera per la libertà. Arrestato coi membri del Comitato Militare del C.V.L piemontese, cadeva dinanzi al plotone di esecuzione con la fierezza del soldato che sa di morire per un superiore ideale[1]»
— Torino, 8 settembre 1943 - 5 aprile 1944




Medaglia d'oro al valor militare
Medaglia Bronze Star Medal

motivazione Medaglia d'oro al valor militare

«Soldato del Genio in servizio all'8 settembre 1943, distruggeva il materiale militare rimasto in caserma per non farlo cadere nelle mani del nemico e, scosso da fiero sdegno, diveniva partigiano dando durante tutto il periodo della lotta, continue prove di sublime valore e di fervida fede nei destini della Patria. Organizzato un reparto volontario, in un superbo slancio di generoso altruismo, lo conduceva in soccorso di compagni che stavano per essere sopraffatti da soverchianti forze avversarie e, azionando personalmente un'arma automatica pesante, riusciva a spezzare il cerchio nemico, salvandoli da sicuro sterminio. Durante un addiaccio dei suoi uomini che stavano per essere colti nel sonno da preponderanti forze avversarie giunte di sorpresa a pochi metri, faceva fronte da solo con prontezza e decisione alla gravissima insidia, aprendo il preciso fuoco di una mitragliatrice. Ferito gravemente ad un braccio non desisteva dalla lotta e continuava a falciare con le sue raffiche il nemico. Colpito una seconda volta, in un superbo sforzo di suprema volontà, azionava l'arma col mento non potendo servirsi delle mani e del braccio straziati e sanguinanti per le ferite, fino a che privo di forze, si abbatteva sulla mitragliatrice, mentre aleggiava il successo. La sua forte fibra, stremata ma non spezzata, dopo tre mesi di inaudite sofferenze lo restituiva a più tenace lotta coi compagni che lo vollero loro capo. Comandante di Divisione, valoroso tra i valorosi, la guidava in epici vittoriosi combattimenti, infliggendo al nemico gravissime perdite. Mutilato, figura leggendaria di valoroso combattente, due volte fregiato al valore dagli alleati ammirati da tanto ardire, ha legato il suo nome alle più audaci imprese della locale guerra partigiana".»

[2]



Nome e Cognome Luigi Mattavelli Cernusco sul Naviglio, Mi 1924 - Gorgonzola, Mi 1945 Dove si trova largo Riboldi e Mattavelli - Cernusco sul Naviglio, MI Categoria patria e libertà Segnalato da Piero Cocconi Per saperne di più ... wikipedia Cerca Luigi Mattavelli su Wikipedia Il cippo è eretto nel luogo nel quale vennero colpiti i due partigiani mentre, nei giorni della Liberazione, cercavano di un maresciallo delle Brigate Nere; Mattavelli morì due giorni dopo in ospedale. Nella lapide inferiore sono ricordati altri sei caduti (partigiani o deportati).


RIBOLDI CESARE FÚ ANGELO

  • .25 . 6 . 1924 - +.24 . 4 . 1945

MATTAVELLI LUIGI DI CLEMENTE

  • .9 . 2 . 1924 - +.26 . 4 . 1945

DELLA XI BRIGATA MATTEOTTI - . - QUÍ SACRIFICATI ALL'ALBA DELLA VITTORIOSA INSURREZIONE POPOLARE IL VOSTRO SANGUE HA RISCATTATO LA LIBERTÁ E L'ONORE DELL'ITALIA IN FACCIA AL MONDO

PART. BENELLI ANTONIO + 1905 + 20-11-1944 MEDAGLIA D'ARGENTO PART. FARINA GIOVANNI + 1896 + 26-4-1945 PART. MELZI LUIGI + 1914 + 22-2-1945 DP. COMPAGNONE GIOVANNI + 1903 + 5-9-1945 DP. COLOMBO PIERO + 1920 + 5-6-1945 DP. ORIANI VIRGINIO + 1927 + 22-4-1945

A.N.P.I. CERNUSCO S/N


350/4212: Mattavelli Luigi (1944 - 1945) Informazioni Estremo remoto1944 Estremo recente1945 Descrizione

Paternità: Clemente Definizione: condannato politico

    fondo - Questura di Milano (parziale)
   sezione - Divisione I - Gabinetto
   serie - Carteggio titolario 1971
   categoria - Sovversivi 


Riboldi

Cesare Riboldi

Cesare Riboldi nasce a Cassina de’ Pecchi il 25 giugno 1924. Chiamato alle armi nel giugno del 1943, dopo l’8 settembre rientra a Cernusco sul Naviglio ed entra a far parte dell’11a Brigata Matteotti. Il 24 aprile, in compagnia di Luigi Mattavelli, cerca di disarmare un maresciallo delle Brigate Nere, ma questi, con un’altra pistola che tiene nascosta, uccide Cesare e ferisce mortalmente Luigi.