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Brigata Garibaldi “Calvi”

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La “Brigata Calvi” è stata una brigata partigiana garibaldina della Resistenza italiana, che operò in Cadore durante la Seconda Guerra Mondiale fino alla Liberazione, nel 1945.

Membri della brigata

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Il Comando della “Pier Fortunato Calvi” è ricordato per la sua particolare composizione in quanto vi militarono personaggi di grande spessore culturale e artistico.

Sandro Gallo, nome di battaglia “Garbin”, fu filosofo  e insegnante, fin da giovane aveva preso parte attiva alla lotta contro il fascismo. Tesserato del Partito Comunista, fonda a Venezia il Comitato di Unione antifascista, divenuto poi Comitato di Liberazione Nazionale (CLN). L’8 settembre del ‘43 ricevette l’incarico di guidare la lotta armata nel Cadore e ben presto assunse il ruolo di comandante della brigata garibaldina “Pier Fortunato Calvi”. Rimane ucciso il 20 settembre 1944 a Lozzo di Cadore durante uno scontro armato con una colonna motorizzata tedesca.

La brigata "Calvi" può vantare di aver avuto tra le sue fila una grande figura femminile: Giovanna Zangrandi, nome di battaglia “Anna”, assunse ben presto un ruolo fondamentale per la brigata, agendo come staffetta tra Pieve di Cadore e Cortina. Giornalista, scrittrice e romanziera, tratta per la maggior parte esperienze di vita partigiana come “I giorni veri. Diario di una staffetta della Calvi” o “Racconti Partigiani”.

Vittorio Somenzi, era ufficiale del genio aeronautico italiano e responsabile del collegamento col movimento partigiano. Paracadutato nella zona delle Prealpi Bellunesi fu inizialmente inviato al Comando della Divisione GaribaldiBelluno” per poi unirsi alle fila della Brigata “Calvi”.

Ludwig Karl Ratschiller, chiamato “compagno Ludi”, arruolato nell’esercito nazista, decise di disertare dopo aver visitato il ghetto di Varsavia nel 1941. Dopo l’8 settembre del ‘43 fu tra i primissimi membri della brigata Calvi e ne divenne poi capo di stato maggiore.

I fratelli Zangrando; uno avvocato, l’altro, noto scrittore, giornalista e critico cinematografico del Gazzettino.

Ricordiamo tra gli altri anche Vittorio Sala “Sandro”, Guglielmo Celso detto “Nemo”, e il pittore fiorentino Luciano Lotti, arrivato a Dobbiaco in seguito al trasferimento dell’Istituto Geografico Militare presso il quale prestava servizio.

La provincia di Belluno con quelle di Trento e Bolzano erano tra le zone più controllate dai tedeschi. In questi territori Hitler stesso istituì nel ‘43 l’Alpenvorland (Zona d’operazioni delle Prealpi), sottoposta alla diretta amministrazione militare tedesca e perciò sottratta al controllo della Repubblica di Salò, alla quale di fatto apparteneva. Per questo motivo e grazie alla presenza dei monti la zona fu relativamente poco bombardata dagli Alleati favorendo l’afflusso di grandi quantità di derrate e beni di ogni tipo. Fu inoltre sfruttata dai tedeschi per custodire prigionieri ritenuti eccellenti, i quali sarebbero dovuti servire come merce di scambio al momento dell’imminente resa.

Operazione Baires

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Nei primi di maggio del 1945 si svolge “l'Operazione Braies”, l’episodio più celebre della brigata garibaldina, di cui i partigiani hanno sempre rivendicato l’iniziativa, anche se la storia attribuisce la maggior parte del merito alle forze alleate anglo-americane. All’incombente arrivo delle forze alleate russe, i nazisti riunirono i miglior prigionieri con destinazione Val Pusteria, dove furono dislocati tra Villabassa e un albergo sul lago Braies; tra questi vi era Sante Garibaldi che contattò i compagni partigiani per chiedere l’intervento in loro soccorso.

Somenzi, messo al corrente del fatto che nel campo i militari delle SS del generale Wolff erano stati cacciati dal reparto Wehrmacht del generale Vietingoff, in quanto l’esercito tedesco già presagiva l’imminente rovina, ritenne giunto il momento di intervenire e spinse la “Calvi” ad assaltare il campo di Braies che venne liberato.

Nel frattempo giunsero le truppe anglo-americane che presero in consegna i prigionieri. Tra di loro spiccano nomi di molti personaggi illustri dell’antifascismo europeo e alti ufficiali delle armate alleate come: Mario Badoglio, modesto proprietario terriero, padre del ben più famoso Pietro Badoglio, Léon Blum, due nipoti di Churchill, Sante Garibaldi, Vassili Kokorin il nipote di Molotov, Kurt von Schuschnigg, Hjalmar Horace Greely Schacht e alcuni attentatori alla vita di Hitler nell’attentato del Luglio del 1944 (Operazione Valchiria).


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