Utente:Harlock81/Prova9

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Voce principale: stella.
L'ammasso aperto IC 4651 ripreso dalla fotocamera Wide Field Imager (WFI), montata sul telescopio MPG/ESO da 2,2 metri di diametro, sito all'osservatorio di La Silla dell'ESO.

Nel determinare il colore delle stelle concorrono principalmente due fattori: l'emissione luminosa della stella e le modalità di percezione del colore da parte del sistema visivo umano.


Importante tema dell'astronomia osservativa da ... a ..., in seguito allo sviluppo della spettroscopia che ha condotto alla classificazione stellare.

Tema di ricerca piuttosto dibattuto dall'inizio dell'Ottocento all'inizio del Novecento,[1]


stella verde è una stella avente una temperatura superficiale compresa tra 6000 e 7000 Kelvin,[2] tale per cui, seguendo lo spettro elettromagnetico, dovrebbe emettere una luce percepita come verde.

Tuttavia, osservando il cielo da terra, non è generalmente possibile osservare stelle di colore verde[3] (tranne in particolari o rare condizioni, come nei casi delle stelle doppie[4] e del cosidetto raggio verde del Sole oppure nelle immagini con falsi colori), poiché l'occhio umano percepisce come bianche le radiazioni luminose emesse da tali stelle.[5] Peraltro, è possibile osservare altri oggetti astronomici (differenti dalle stelle) che hanno un colore verde o verdognolo.

In maniera simile, l'occhio umano non vede facilmente il colore viola delle stelle molto calde, le quali appaiono blu.[6]

Perché le stelle non appaiono verdi[modifica | modifica wikitesto]

Curve di Planck di un corpo nero per varie temperature e confronto con la teoria classica di Rayleigh-Jeans.

La temperatura della superficie di una stella determina il suo colore:[7] ad esempio, una stella molto fredda emette una radiazione con frequenza lunga e quindi appare di colore rosso, mentre una stella molto calda emette radiazioni elettromagnetiche con una lunghezza d'onda molto piccola e come tale appare di colore blu. Di conseguenza, le stelle con temperatura intermedia hanno un colore variabile che, partendo dal rosso (temperatura bassa) verso il blu (temperatura alta), può andare dall'arancione, al giallo o bianco.

Spettro continuo

Lo stesso principio può essere osservato scaldando una sbarra di ferro: all'inizio il metallo appare di colore rosso scuro, dopodiché all'aumento della temperatura il ferro diventa prima rosso vivace, poi arancione, giallo e infine bianco-bluastro.[8]

La cromaticità della radiazione del corpo nero e la maggior parte delle stelle si trovano sul locus planckiano (la linea nera curva vicino al centro del diagramma), con la temperatura corrispondente data in kelvin (in CIE XYZ). I colori spettrali (arcobaleno) si trovano sulla parte esterna curva del diagramma, con la loro lunghezza d' onda data in nanometri.

Tuttavia, osservando lo spettro elettromagnetico, si possono notare tutti i colori dell'arcobaleno, e in particolare il verde circa nel mezzo, mentre il bianco non è presente.

La spiegazione sul perché nell'universo esistano stelle di ogni colore, tranne che il verde, deve essere ricercata nella fisiologia del corpo umano, ed in particolare nella specifica curva di risposta spettrale dell'occhio umano.

Le stelle, infatti, si comportano come un corpo nero[9] ed emettono tutte le radiazioni dello spettro del visibile (quindi non emettono un solo colore); tuttavia gli occhi umani, grazie alle cellule cono fotorecettrici posti sulla retina, percepiscono solo il colore dominante della radiazione. Le stelle fredde emettono radiazioni con picco dominante nel rosso, tale per cui vengono percepite come rosse; viceversa le stelle calde emettono radiazioni con picco dominante nel blu. Le stelle aventi una temperatura con un picco dominante nel verde inviano anche tutte le altre radiazioni luminose incluse nello spettro, le quali sono in grado di attivare contemporaneamente tutti e tre le tipologie di coni oculari che catturano la luce verde, blu e rossa. A questo punto, tali informazioni vengono inviate al cervello, il quale rielabora i tre colori percepiti dalla suddetta radiazione (verde, rosso e blu) e li interpreta come bianco.

Il risultato di ciò è che una stella "tecnicamente" verde, in realtà appare all'uomo come bianca: per tale motivo l'astronomia (che è una scienza basata principalmente sull'osservazione) dice che "non esistono stelle di colore verde".[10][11] Peraltro, alcune immagini astronomiche realizzate con falsi colori, cioè proporzionali alle lunghezze d'onda (temperatura) emesse dalle stelle, alcune di esse sono rappresentate con il colore verde.

Oggetti astronomici che possono sembrare verdi[modifica | modifica wikitesto]

Anche se non ci sono stelle veramente verdi, ci sono molti oggetti astronomici che a volte possono sembrare stelle verdi. Questa sezione ne elenca alcuni.

Stelle multiple[modifica | modifica wikitesto]

Antares (rossa) e la sua compagna Antares B

Nei sistemi a stella doppia o multipla che contiengono una grande stella rossa o arancione,[12], le stelle vicine possono apparire verdastre.[4]

Tale effetto, però, è dovuto ad una semplice illusione ottica causata dal contrasto derivante dall'osservazione di due punti luminosi, di cui uno molto più colorato e luminoso. In tal caso, la stella meno luminosa appare del colore complementare: quindi la stella minore sembra verde, se la quella principale è rossa (oppure blu se quella più luminosa è gialla).[4]

L'esempio classico è costituito dalla stella chiamata Antares B, compagna della supergigante rossa Antares.

Altri esempi sono il sistema solare di Almach e Sigma Cassiopeiae, una stella binaria a 1500 anni luce dalla Terra. Sigma Cassiopeiae ha una primaria di magnitudine 5.0 di colore verde[senza fonte] e una secondaria di grandezza 7.3 di colore blu.

Nel 1779 William Herschel scoprì una stella "verde smeraldo" di magnitudine 5,39, compagna della gigante rossa Ras Algethi.[13]

Beta Librae[modifica | modifica wikitesto]

La stella Beta Librae (Zubeneschamali), nota anche come "chela settentionale" della costellazione dello Scorpione[14], venne descritta in passato come unica stella verde visibile ad occhio nudo[15][16]: in particolare Thomas William Webb la descrisse con una "bella tonalità verde pallido"[17], così come William Tyler Olcott la descrisse come "distintamente verde".[17]

Gli osservatori moderni, tuttavia, la descrivono come bianca.[18]

Non sembra esserci consenso su quale sia realmente il suo colore, e non sembra esservi una spiegazione generalmente accettata per spiegare perché alcuni osservatori in passato la abbiano considerata verde.[19]

Sole[modifica | modifica wikitesto]

Il cosiddetto raggio verde del Sole

Il Sole può a volte apparire brevemente (per un secondo o due) durante l'alba o al tramonto: questo fenomeno è noto come raggio verde. In parole povere, la luce rossa del Sole è bloccata dalla Terra, la luce blu è diffusa dall'atmosfera e la luce verde è rifratta dall'atmosfera all'osservatore.[20]

Un effetto simile può essere visto occasionalmente con altri oggetti astronomici come la luna e pianeti luminosi.


Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ M. Inglis, pp. 229-230, 2004.
  2. ^ Adriana Rigutti, La guida del cielo. Strumenti, scoperte, immagini, Giunti Editore, 2005, p. 246, ISBN 978-88-09-04118-9.
  3. ^ (EN) Phil Plait, Why are there no green stars?, in Discover, 29 luglio 2008.
  4. ^ a b c Charles Delaunay, Corso elementare di astronomia, traduzione di Curzio Buzzetti, Milano, Carlo Turati editore, 1860, p. 693.
  5. ^ (EN) Jillian Scudder, Why Are There No Green Stars?, in Forbes, 12 marzo 2016.
  6. ^ (EN) Elizabeth Howell, Why Are There No Purple or Green Stars?, in Live Science, 29 marzo 2013.
  7. ^ Andrea Cittadini Bellini, Perché il Sole (circa 6000°) è giallo e il ferro arroventato ma ancora lontano dalla fusione (meno di 1500°, direi) appare già bianco?, su vialattea.net, 23 dicembre 2006.
  8. ^ Luigi Fontana, Vorrei sapere se esistono delle stelle verdi, e se queste si possono trovare nella classe spettrale, su vialattea.net, 21 maggio 2005.
  9. ^ Vincenzo Zappalà, Dove sono le stelle verdi?, su astronomia.com, 19 ottobre 2012.
  10. ^ Non ci sono stelle verdi, su Sbagliando s'impera, 19 marzo 2012.
  11. ^ Fraser Cain, Are there Green Stars?, su Universe Today – space and astronomy news, 10 febbraio 2009. URL consultato il 27 agosto 2017.
  12. ^ Elias Loomis, A Treatise on Astronomy, Harper and Brothers, New York, 1870.
  13. ^ Piero Bianucci, Stella per stella. Guida turistica dell'universo, Firenze, Giunti Editore, 1997, p. 144, ISBN 88-09-21226-6.
  14. ^ Patrick Moore, 27 Giugno - Beta Librae: una stella verde?, collana Un anno intero sotto il cielo: Guida a 366 notti d’osservazioni, p. 177.
  15. ^ Robert Burnham, Burnham's celestial handbook: an observer's guide to the universe beyond the solar system, vol. 2, Dover, New York, 1978, p. 1105, ISBN 978-0-486-23568-4. URL consultato il 26 agosto 2017.
  16. ^ Bojan Kambic, Le costellazioni al binocolo: Trecento oggetti celesti da riconoscere ed esplorare, Springer Science & Business Media, 2012, p. 226.
  17. ^ a b Patrick Moore, 27 Giugno - Beta Librae: una stella verde?, collana Un anno intero sotto il cielo: Guida a 366 notti d’osservazioni, p. 178.
  18. ^ Basic data: * bet Lib -- Variable star, su simbad.u-strasbg.fr, Centre de Données astronomiques de Strasbourg. URL consultato il 20 maggio 2015.
  19. ^ James B. Kaler, Zubeneschamali, su Stars, University of Illinois, 2006. URL consultato il 26 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2006).
  20. ^ Andrew T. Young, Explaining Green Flashes, su aty.sdsu.edu. URL consultato il 26 agosto 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Michael Inglis, Astronomy of the Milky Way: The Observer’s Guide to the Northern Milky Way, Springer Science & Business Media, 2004, pp. 229-230, ISBN 9781852337094.
  • (EN) Philip C. Plait, Bad Astronomy: Misconceptions and Misuses Revealed, from Astrology to the Moon Landing "Hoax", John Wiley & Sons, 2002, pp. 100-102, ISBN 9780471422075.
  • (EN) William James Rolfe e Joseph Anthony Gillet, Handbook of the Stars: For School and Home Use, Woolworth, Ainsworth, & Company, 1870, pp. 153-154.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) The Colour of Stars, su atnf.csiro.au, Australia Telescope National Facility. URL consultato il 12 settembre 2017.