Utente:Eleenag/Sandbox2

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CHIESA DI SAN GIUSEPPE DI PORTO D'ADDA

DESCRIZIONE DELLE SCENE


La volta centrale, ovvero la glorificazione della chiesa I tre Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele presentano la chiesa trionfante distinta in tre schiere, corrispondenti ai tre periodi di militanza sulla terra.

Nella parte centrale c'è San Pietro e Paolo.
Sul Lato sinistro il potere politico  rappresentato dal papa Gregorio VII 

Lato destro si rappresenta la controriforma rappresentato dal papa Pio IX papa del Sillabo e del Concilio Vaticano I. A sinistra: la città Santa: guidata dall'Apostolo Paolo alla sua sinistra la signora Pia Rossi, il Cardinale Ildefonso Schuster alla sua destra il parroco di Porto don Giulio Ambrosiani, alla sua sinistra il sagrestano Pietro Galbiati, il Papa Pio XII alla sua destra in divisa militare il muratore cornatese Giuseppe Brambilla (bravissimo a preparare la base per l'affresco), di spalle con il mantello rosso il fabbriciere Carlo d'Adda che rappresenta la Confraternita del SS. Sacramento, appoggia la sua mano sulla spalla del pittore Mario Clerici, in mezzo di fronte con gli occhiali Guido Rossi; la custode di Villa Pia Maria Ravasio con in braccio il figlio Guido Pio e dietro la figlia Nerina; la panettiera Zita Nava con la mano sopra la cesta di pane e davanti il figlio Piergiuseppe

Altare minore – pala d'Altare: la famiglia di Nazareth, Gesù indica sul legno il punto dove i chiodi fisseranno i bracci della sua croce. Angeli che suonano e cantano. Pareti laterali: la tentazione all'adulterio della moglie di Putifarre – parte opposta: Giuseppe lascia il carcere. Sotto: lo sposalizio della Vergine con San Giuseppe – parte opposta: la morte di Giuseppe. Tra le finestre: le quattro virtù cardinali: PRUDENZA, GIUSTIZIA, FORTEZZA, Arco: Profeti principali dell'Antico testamento: Ezechiele, Geremia, Eliseo, Malachia, Gioele, Zaccaria.

Pareti laterali: nascita di Gesù e adorazione dei pastori e dei Re Magi. Natale oggi e nei secoli: padre Giuseppe Maritano, missionario del PIME, celebra la Messa a Porto. Dà conferma al giovane a cavallo che Cristo sta nascendo lontano. Sarà poi consacrato Vescovo di Macapà in Brasile. Donna sull'uscio che dà una scodella fumante ad una bambina, gli zampognari e la chiesa di Porto in fondo. Parte opposta: l'entrata trionfale di Gesù in Gerusalemme.

Altare Minore: - pala d'Altare: la Vergine Immacolata, bolla Pontificia di Pio IX Pareti laterali: la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre. Parte opposta: la grotta e la chiesa di Lourdes. Transetto frontale: Melchisedec re di Salem consegnerà ad Abramo l'offerta di lode e ringraziamento per la vittoria sui 5 re e la liberazione di Lot loro prigioniero. Transetto opposto: Abramo nell'atto di sacrificare il figlio Isacco, secondo l'ordine di Dio e un Angelo che gli ferma la mano e gli indica un capro quale vittima da immolare al Signore. Arco: donne celebri dell'Antico Testamento Rachele, Ester, Debora, Giuditta, Ruth, Rebecca.

Giudizio Universale. Dopo che il vortice di vento e di fuoco risucchia la terra dal tempo e dallo spazio, si spengono le stelle, si frantuma la luna, il sole si contorce e si spegne, scricchiola sinistro il fondamento dell'universo, ecco gli angeli con grandi trombe, squarciare dai quattro venti la tenebra spessa e fumante, e lo Spirito di Dio librarsi sulle acque scure e sulla terra sconvolta: dalla cenere rinasce impetuosa la vita, si aprono i sepolcri, si ricongiungono le anime ai corpi: a quelli che si salveranno e a quelli che condannati da Dio hanno macchiato i secoli di sangue, di vergogna, di rifiuto dell'amore, appare il Figlio dell'Uomo nel fulgore della sua potenza e della sua gloria. Gesù, maestoso e solenne, attorniato dagli Apostoli seduti sulle nuvole, ha già deciso la sua sentenza nel gesto che suscita e in quello che atterra: con il braccio destro ed il dito alzati invita i risorgenti verso il cielo; mentre con il braccio sinistro ed il dito indice tesi verso il basso spinge i dannati verso i demoni e gli abissi infernali. Nella rappresentazione dell'inferno il pittore ha messo in evidenza i peccati dell'umanità: la superbia, la vanità, il suicidio, l'omicidio, l'usura, la lussuria, il ladrocinio. Nei personaggi si è ispirato a quanto descritto da Dante nella Divina Commedia, qui troviamo: gli amanti Paolo e Francesca, il conte Ugolino. Molto coraggiosa e spietata, invece è la rappresentazione di due personaggi del tempo: Mussolini, dittatore fascista italiano, che tra i dannati pensoso (forse pentito?) si addossa ad un masso mentre viene fustigato da un demone; Hitler, dittatore nazista tedesco, che con forza rabbiosa tenta di liberarsi da un grosso e viscido serpente che si stringe al suo collo, guardate l'espressione dei suoi occhi che ancora sprizzano odio e cattiveria e che fa ritornare alla mente le raccapriccianti e dolorose scene dei campi di sterminio. Sul masso cui è addossato Mussolini il Rossi ha scritto di quanto gli sia costato dipingere queste scene e di quale rischio egli avrebbe potuto correre se fosse stato scoperto. Nella scena che rappresenta l'ascesa dei salvati verso il Paradiso notiamo nei personaggi lo stupore del risveglio e lo sbigottimento per l'accecante luce improvvisa, sorretti dagli Angeli tutti guardano il Giudice Supremo, ma in questa moltitudine è rappresentato un personaggio che non guarda verso Dio, ma indugia il suo sguardo verso di noi (verso il padre suo). E' il figlio del pittore, Adriano morto a 17 anni di tifo nel 1944. Egli ha già contemplato Dio, ora contempla il padre che lo sta creando per l'Eternità del Paradiso. Chissà quante volte il pittore, la mattina presto o la sera tardi, dopo che gli aiutanti se ne andavano a casa, si soffermava sullo sguardo del figlio e chissà quante cose si saranno dette nel silenzio della chiesa (da notare che all'epoca il figlio maggiore del Rossi, Silvano, era soldato in guerra).

Il pittore Vanni Rossi nei cinque anni trascorsi a Porto per concludere la sua grandiosa opera, non ha avuto molti momenti di gioia, anzi; la guerra con le sue distruzioni, la morte del figlio Adriano e della signora Pia Rossi nel 1945, il figlio maggiore Silvano soldato in guerra e fatto prigioniero in Germania. Ma quasi alla fine dei lavori una sorprendente notizia lo fa impazzire di gioia, corre ad annunciarla al parroco don Giulio Ambrosiani, si sofferma in preghiera sull'altare a ringraziare Dio, non contento vuole annunciare a tutti la sua contentezza, prende pennello e vernici e, non trovando alcuno spazio vuoto, sbianca l'angolo inferiore destro della scena della natività e con mano tremante scrive: “Oggi, 22 agosto 1945, dopo due anni di prigionia militare in Germania è ritornato sano in famiglia mio figlio Silvano. Sia lodato Gesù Cristo”.