Utente:Derfel74/sandbox1

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Le camere a gas ed i forni crematori furono impiegati tra il 1939 ed il 1945 dal regime nazionalsocialista all'interno dei campi di sterminio e di concentramento per lo eliminazione del popolo ebraico nel contesto della Shoah. Anche se ricordate principalmente per il ruolo che ebbero nella Shoah, le camere a gas vennero create allo scopo di eliminare i disabili tedeschi nel corso dell'Aktion T4.

L'uccisione mediante gas - che non fu l'unico metodo impiegato dai nazisti e che totalizzò dai 3 ai 4 milioni di vittime - non si limitò al solo popolo ebreo ma fu applicata anche ad altre categorie di internati: zingari, «asociali», deportati politici e, più in generale, prigionieri sfiniti dal duro lavoro nei campi.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'evoluzione delle gassazioni omicide naziste seguì un percorso non lineare che portò ad una serie soluzioni tecniche non omogenee sviluppate da diversi enti e per diverse finalità. Anche se l'utilizzo del gas Zyclon B è assurto a simbolo di «gassazione omicida» non fu l'unico agente tossico impiegato ed, anzi, il monossido di carbonio contenuto nei fumi di scarico di motori Diesel e a benzina fu il metodo utilizzato in numerosi campi di sterminio.

Polonia (ottobre - dicembre 1939)[modifica | modifica wikitesto]

Le prime gassazioni - che però probabilmente non furono correlate direttamente all'Aktion T4 - furono effettuate nella seconda metà di ottobre del 1939 a Owińska in Polonia a danno degli internati psichiatrici polacchi dell'istituto di cura della città. Trasportati a cura di un'unità delle SS comandata da Herbert Lange nella città di Poznan, ad una diecina di chilometri di distanza, gli ammalati vennero messi a morte in una rudimentale camera a gas ricavata all'interno di un'antica fortificazione della città trasformata in campo di concentramento chiamato Forte VII. Il gas impiegato era probabilmente monossido di carbonio contenuto all'interno di bombole e prodotto dall'industria tedesca. Già in questa fase i tedeschi introdussero la pratica di utilizzare manodopera schiava - in questo caso prigionieri comuni polacchi - per l'estrazione dei cadaveri dalle camere a gas ed il trattamento dei corpi. Tale pratica sfocierà in seguito nell'impiego dei cosiddetti Sonderkommandos, composti per la maggior parte da giovani deportati ebrei, all'interno dei campi di sterminio, costretti ad essere «complici» dei loro persecutori e periodicamente a loro volta sterminati per mantenere il segreto su quello che stava avvenendo.
Le gassazioni proseguirono fino al dicembre 1939 e furono affiancate da altre «prove» effettuate con autocarri con il pianale di carico sigillato e collegato all'impianto di scarico del motore del veicolo. Le vittime venivano fatte salire e morivano per i fumi di scarico emessi mentre venivano trasportate sul luogo della tumulazione.

Aktion T4 (ottobre 1939 - agosto 1941)[modifica | modifica wikitesto]

Nell'ottobre 1939 Hitler ordinò il varò di un programma eugenetico, chiamato in codice Aktion T4, che prevedeva l'eliminazione dei disabili fisici e mentali tedeschi al fine di un «miglioramento razziale» della comunità germanica e allo scopo di ridurre le spese di assistenza che lo Stato era obbligato a sostenere per la loro cura. Lo scoppio del conflitto che avrebbe causato la morte della «migliore gioventù» non giustificava, a parere di Hitler, la sopravvivenza di quelle che erano definite «vite indegne di essere vissute» e permise l'avvio di un radicale programma eugenetico - o, secondo la terminologia nazista, di «dolce morte» o «eutanasia» - già cullato da tempo dai vertici nazisti.

Il metodo che ottenne maggior consenso tra il personale incaricato di portare a termine l'Aktion T4 fu quello della morte mediante il gas in apposite camere a tenuta stagna. Erano state tentate in precedenza sperimentazioni con farmaci, iniezioni letali e morte per fame ma non erano risultate «soddisfacenti». Da notare come la maggior parte delle persone coinvolte fossero medici[1] - l'intero programma era svolto sotto un costante controllo medico e, come si vedrà, sarà così anche in seguito - affascinati e convinti della possibilità di una «rigenerazione nazionale» attraverso la «purificazione razziale».

Il 4 gennaio 1940 a Brandeburgo sull'Havel, in un centro appositamente attrezzato, fu effettuata la prima gassazione dell'Aktion T4 alla presenza dei vertici del programma tra i quali Philipp Bouhler e Leonardo Conti. Il centro di Brandeburgo era dotato di una piccola camera a gas all'interno della quale furono uccisi alcuni «criminali affetti da pazzia» mediante esalazioni di monossido di carbonio puro. La procedura fu descritta successivamente dal chimico August Becker che era presente in qualità di fornitore delle bombole di monossido:

«Per questa prima gassazione furono introdotte dal personale infermieristico 18-20 persone all'interno del «locale doccie». Questi uomini si erano dovuti [precedentemente] spogliare in un'anticamera fino ad essere completamente nudi. La porta venne chiusa alle loro spalle. Essi entrarono tranquillamente nella stanza e non mostrarono segni di preoccupazione. Il dottor Widmann aprì il gas e potei osservare attraverso lo spioncino che dopo circa un minuto le persone erano crollate [al suolo] o accasciate sulle panche. Non ci furono scene di paura e disordini.
Dopo ulteriori cinque minuti la stanza fu ventilata [e riaperta]. Alcuni membri delle SS assegnate a questo compito caricò i cadaveri su speciali barelle per poi portarli al crematorio. [...] Dopo questo primo riuscito test Brack [...] disse alcune parole. Egli espresse soddisfazione per il collaudo e rimarcò ancora una volta che queste azioni avrebbero dovuto essere portate a termine da personale medico in armonia con il motto «le siringhe sono cose da dottori». Infine parlò il dottor Brandt ripetendo che solo i medici avrebbero dovuto portare a termine le operazioni di gassazione.[2]»

Becker conferma come fin dall'inizio delle gassazioni omicide fosse utilizzata la menzogna della «doccia» per tranquillizzare le vittime ed evitare scene di panico.





Il complesso di Auschwitz fu uno degli elementi più importanti per la realizzazione della «soluzione finale della questione ebraica». Per raggiungere tale scopo, a partire dall'estate 1941, le autorità del campo trovarono impegnate a dove trovare soluzioni «efficienti» per lo sterminio. Lo sviluppo degli impianti di sterminio di Auschwitz fu parallelo, ma slegato, a quello degli altri centri dell'Operazione Reinhard (Belzec, Sobibor e Treblinka).

Introduzione allo sterminio mediante gas[modifica | modifica wikitesto]

Le esperienze di uccisione di massa fatte dagli Einsatzgruppen nell'estate 1941 in Unione Sovietica resero chiaro ai vertici delle SS che le fucilazioni non erano il metodo migliore per portare a termine il genocidio. Himmler temeva che la pressione psicologica imposta agli uomini degli Einsatzgruppen dalle fucilazioni di donne e bambini potesse ripercuotersi negativamente sui loro valori «ariani» rendendoli brutali ed insensibili - solo secondariamente vennero prese in considerazione le vittime e formulate ipotesi di uccisioni più «umane».

Queste considerazioni sfociarono in una serie di successivi «miglioramenti» nelle procedure e tecniche di sterminio rifacendosi largamente alle esperienze dell'Aktion T4, l'uccisione sistematica dei disabili tedeschi. Nel contesto di questa «azione» erano stati costruiti, tra la fine del 1939 ed il 1940, sei centri che utilizzavano camere a gas camuffate da locali doccia e funzionanti a monossido di carbonio puro prodotto dall'industria chimica tedesca. A differenza dell'uccisione diretta mediante fucilazione questo metodo era estremamente impersonale: la procedura si limitava all'apertura di una valvola in un locale attiguo; l'esecutore materiale dell'operazione non aveva nessun contatto, neppure visivo, con le vittime.

Per questo motivo, e per la sua superiore efficienza, la pratica venne reintrodotta per il compimento della «soluzione finale» complice anche la disponibilità dei tecnici specializzati che si erano resi disponibili dopo il termine, causato dalla violenta opposizione della popolazione tedesca, dell'Aktion T4 nell'agosto 1941.

Le prime sperimentazioni vennero fatte nell'estate-autunno 1941 con camere a gas «mobili», autocarri modificati con la zona di carico sigillata ermeticamente e collegata ai fumi di scarico. Questo sistema permise di risolvere il problema della difficile reperibilità e trasportabilità del monossido di carbonio puro utilizzato per l'Aktion T4 e venne impiegato nelle operazioni degli Einsatzgruppen ad Est e nel primo centro di sterminio «sperimentale», reso operativo l'8 dicembre 1941, a Chelmno dove alcuni Gaswagen provvedevano all'uccisione delle vittime e al successivo trasporto presso una vicina foresta dove venivano tumulate.

Nonostante le «positive» esperienze fatte con le camere a gas «mobili» le progettate operazioni - che stimavano circa 11.000.000 di esseri da «liquidare» - rendevano chiaro che il sistema avrebbe dovuto essere grandemente potenziato. In questo contesto nacquero, tra il gennaio ed il luglio 1942, i tre grandi centri di sterminio dell'Operazione Reinhard, che aveva come obiettivo la «liquidazione» degli ebrei del Governatorato Generale. Il personale direttivo e tecnico di questi campi proveniva per la maggior parte dall'Aktion T4 ed era comandato da Odilo Globocnik, SS- und Polizeiführer («Comandante delle SS e della polizia») del distretto di Lublino.

Questi campi erano basati su camere a gas fisse - Treblinka arrivò a possederne 10 dalla capacità complessiva di 2.500 persone - che utilizzavano monossido di carbonio prodotto da grandi motori di autocarro o carro armato. che riprese il larga misura le tecniche già utilizzate con successo per tranquillizzare le vittime.

A differenza di Auschwitz questi centri erano pure «fabbriche della morte». Erano molto piccoli, non esisteva nessuna «selezione», nessuna struttura abitativa per i deportati, anche temporanea, e solo pochissimi di loro venivano impiegati nei Sonderkommandos.

Sia nel caso dei campi dell'Operazione Reinhard sia di Auschwitz il problema della cremazione e della conseguente occultazione dei crimini non fu sentito fino alla prima metà del 1943. In questo periodo le autorità tedesche iniziarono a ragionare sulla possibile sconfitta ed ordinarono di far scomparire le traccie, pur non bloccando ed anzi incrementando le uccisioni. I campi vennero dotati di impianti di cremazione ed Auschwitz si dotò di impianti innovativi in grado di cremare migliaia di corpi al giorno. Nei campi dell'Operazione Reinhard, che pure si dotarono in parte di appositi impianti, fu comune la cremazione all'aperto di grandi pire di corpi. Per far scomparire le traccie delle uccisioni già avvenute, comprese quelle degli Einsatzgruppen, i corpi già tumulati vennero dissepolti e bruciati nel corso di un'operazione chiamata Sonderaktion 1005.

Il 29 luglio 1941[3] Rudolf Höß, comandante del campo, partecipò ad un incontro con Himmler che lo informò che:

«Il Führer ha ordinato la soluzione finale della questione ebraica. [...] I centri di sterminio attualmente esistenti a Oriente non sono assolutamente in condizione di far fronte alle grandiosi operazioni previste. Ho scelto perciò Auschwitz, sia per la sua ottima posizione dal punto di vista delle comunicazioni, sia perchè il territorio ad esso appartenente può essere facilmente isolato e camuffato.[4]»»

Himmler proseguì informando Höß dell'assoluta segretezza dell'ordine del quale non avrebbe dovuto riferire a nessuno, neppure ai suoi superiori gerarchici nominali. Il tramite tra loro sarebbe stato Adolf Eichmann che egli avrebbe inviato quanto prima presso il campo di Auschwitz per fornire ulteriori dettagli e prendere accordi con Höß.[4] Nell'agosto di quell'anno Eichmann si recò ad Auschwitz e mise al corrente Höß del previsto programma di deportazioni e delle modalità per l'attuazione dello sterminio. Eichmann riferì dell'inefficienza dei sistemi utilizzati nell'Est e della necessità di trovare un gas letale più efficiente dei gas di scappamento utilizzati sui

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La presenza del Partito nazionalsocialista all'interno delle Università tedesche e, particolarmente, presso le facoltà di Medicina era molto consistente. Molti medici si schierarono apertamente con lo NSDAP e con le sue radicali politiche di «igiene razziale».
  2. ^ [1]
  3. ^ Höß non si espresse mai in maniera chiara circa la data dell'incontro limitandosi a collocarla nell'«estate 1941». La data riportata è presente in: Czech, Kalendarium (1941), pp. 30-31
  4. ^ a b Höß, Comandante, p. 172