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Eparchia di Skopje[modifica | modifica wikitesto]


Eparchia di Skopje
Chiesa ortodossa macedone
 
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
MetropolitaStefano
 
Parrocchie84 (2 vicariati)
 
ErezioneIV secolo
Ritorito bizantino
Cattedralecattedrale di San Clemente
Sito webmpc-spe.mk
 
La chiesa di San Pantalemone nel villaggio di Gorno Nerezi, nei pressi di Skopje, risalente alla seconda metà del XII secolo.
Vista aerea del monastero dell'Assunzione della Beata Vergine Maria a Matka, villaggio del comune di Saraj.
Mappa delle eparchie della Chiesa ortodossa macedone.
Barnaba, metropolita di Skopje dal 1920 al 1930, e poi patriarca di Serbia.

L'eparchia di Skopje (in macedone: Скопска епархија) è una delle eparchie della Chiesa ortodossa macedone nella Macedonia del Nord. L'eparchia è la sede propria del primate della Chiesa ortodossa macedone, arcivescovo di Ocrida e Macedonia, e di Giustiniana Prima.

Dal 10 ottobre 1999 metropolita di Skopje è Stefano, nato Stojan Veljanovski.[1]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

L'eparchia si trova nella parte settentrionale della Macedonia del Nord e comprende la regione di Skopje.

Sede eparchiale è la città di Skopje, dove si trova la cattedrale di San Clemente.

L'eparchia conta 84 parrocchie, suddivise in 2 vicariati, e servite da 105 sacerdoti. Nel territorio sorgono 6 monasteri attivi, con una ventina di monaci e monache.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La sede di Skopje è una delle sedi più antiche della regione. Il nome moderno della città di Skopje deriva dal nome di epoca romana, Scupi.[3] Fu una delle città più importanti della provincia romana della Mesia Superiore e, dalla fine del III secolo, capitale della provincia della Dardania.[4] Nel sito archeologico di Scupi sono stati rinvenuti e scavati i resti di una basilica episcopale. Non si conosce la data esatta di fondazione della diocesi di Scupi, ma esso esisteva già all'inizio del IV secolo.

Una sede episcopale è documentata per la prima volta al concilio di Nicea del 325, dove fu presente il vescovo Daco. Sono noti altri tre vescovi di Scupi: Paregorio, che prese parte al concilio di Sardica; Ursilio, che sottoscrisse la lettera scritta dai vescovi della Dardania all'imperatore Leone (458) in seguito all'uccisione del patriarca alessandrino Proterio; infine Giovanni, che ebbe uno scambio epistolare con papa Gelasio I tra il 490 ed il 495. Nel V secolo Scupi, sede metropolitana della Dardania, aveva come suffraganee Peć, Pristina, Ulpiana e Diocleziana.[5]

Fino agli inizi dell'VIII secolo, le sede metropolitane e vescovili della regione dipendevano dal vicariato di Tessalonica, e dal patriarcato di Roma.[6] Tuttavia, dopo le invasioni slave del VII secolo, non si hanno più notizie della sede vescovile di Scupi.[7]

Dopo il successo delle campagne bizantine del 1018 e il ristabilimento del dominio imperiale nelle terre bulgare e serbe, per ordine dell'imperatore Basilio II, fu creato nel 1020 l'arcivescovado di Ocrida, sotto la giurisdizione ecclesiastica del patriarcato ecumenico di Costantinopoli.[8] Le fonti coeve attestano che, tra le diverse diocesi sottomesse all'autorità dell'arcivescovo di Ocrida risulta anche la diocesi di Skopje.[9] Nel 1282 la regione di Skopje fu incorporata nel regno di Serbia e la sede di Skopje fu posta sotto la giurisdizione della Chiesa ortodossa serba. Nel 1346, al vescovo di Skopje fu concesso il titolo di metropolita, in occasione della proclamazione del patriarcato di Peć.[10] Nel 1392 la città fu conquistata dai turchi ottomani,[11] e subito dopo la sede tornò sotto la giurisdizione dell'arcivescovado di Ocrida.[12]

Nel 1557, quando fu restaurato il patriarcato serbo di Peć, il metropolita di Skopje tornò sotto la sua giurisdizione ecclesiastica.[13] L'epachia di Skopje era una delle sedi più importanti del patriarcato serbo; due suoi vescovi furono eletti patriarchi: Atanasio I nel 1711 e Atanasio II nel 1747.

Dal 1766, dopo la soppressione del patriarcato di Peć, l'eparchia di Skopje passò sotto la giurisdizione del patriarcato di Costantinopoli. Nel 1912 l'esercito serbo liberò Skopje dal dominio ottomano.[14] Subito dopo furono avviate delle trattative con il patriarcato di Costantinopoli e nel 1920 l'intera regione tornò nuovamente sotto la giurisdizione della Chiesa ortodossa serba.[15] Nel 1930 il metropolita Barnaba Rosić fu eletto patriarca di Serbia.

Verso la fine della seconda guerra mondiale si costituì una prima riunione del clero e dei vescovi macedoni, che nel 1945 adottò una risoluzione per la costituzione di una Chiesa indipendente, ma questa richiesta fu respinta dal Santo Sinodo della Chiesa ortodossa serba, da cui dipendeva la Macedonia. Una seconda risoluzione del 1958 fu accolta il 17 giugno 1959 dalla Chiesa serba sotto la pressione delle autorità socialiste. Fu così riconosciuta l'autonomia della Chiesa ortodossa macedone, intesa come restaurazione dell'arcivescovado di Ocrida.[16] Il vescovo Dositeo di Skopje divenne il capo della Chiesa macedone.

Nel 1967, nel bicentenario della soppressione dell'arcivescovado di Ocrida, il Santo Sinodo macedone annunciò unilateralmente l'autocefalia dalla Chiesa ortodossa serba. Il sinodo serbo non riconobbe questa decisione e condannò il clero macedone come scismatico.[17]

Questa situazione di scisma de facto perdurò fino alla dissoluzione della Jugoslavia e alla nascita della repubblica della Macedonia del Nord. Da questo momento iniziarono delle trattative per risolvere canonicamente la situazione della Chiesa ortodossa in Macedonia. Un accordo sembrava raggiunto nel 2002, ma fu respinto dalla Santo Sinodo macedone.[18] Il 24 maggio 2005 il patriarca serbo formalizzò lo scisma della Chiesa ortodossa in Macedonia, con il riconoscimento dell'autonomia dell'arcidiocesi ortodossa di Ocrida (in serbo: Православна охридска архиепископија, Pravoslavna ohridska arhiepiskopija) sotto l'omoforio del patriarcato di Serbia.[19] Da questo momento la sede di Skopje ebbe due metropoliti: Stefano della Chiesa ortodossa macedone, e Jovan Vraniškovski della Chiesa ortodossa serba.

Ulteriori trattative hanno portato alla fine dello scisma nel 2022. Il metropolita Jovan Vraniškovski è stato nominato alla sede di Kruševo-Demir Hisar,[20][21] in cui è stato intronizzato il 3 settembre 2023.[22]

Giurisdizioni di appartenenza[modifica | modifica wikitesto]

Nel corso della sua lunga storia, la sede di Skopje è stata sottomessa a diverse giurisdizioni ecclesiastiche:

Cronotassi[modifica | modifica wikitesto]

Eccetto i vescovi documentati dalle fonti citate in nota, gli altri sono presi tout court dalla cronotassi della voce della wikipedia in bulgaro.

  • Daco † (menzionato nel 325)[23]
  • Paregorio † (menzionato nel 343/344)[23]
  • Ursilio o Ursicio † (menzionato nel 458)[23]
  • Giovanni † (prima del 490 - dopo il 495)[23]
  • Giovanni † (menzionato tra il 1217 e il 1220)
  • Nicola † (menzionato tra il 1301 e il 1303)
  • Gregorio † (menzionato nel 1313)[24]
  • Stefano † (menzionato nel 1317)
  • Giovanni † (menzionato nel 1346)[25]
  • Nicodemo † (menzionato nel 1370)
  • Giovanni † (menzionato nel 1389)
  • Matteo † (prima del 1393 - 11 gennaio 1428 deceduto)
  • Giuseppe † (? - 25 luglio 1468 deceduto)
  • Giovanni † (menzionato nel 1467/68)
  • Matteo † (1468 - dopo il 1473)
  • Giuseppe † (prima del 1497)
  • Germano † (prima del 1497)
  • Gabriele † (prima del 1497)
  • Atanasio † (menzionato nel 1497)
  • Germano † (inizio del XVI secolo)
  • Giovanni † (inizio del XVI secolo)
  • Pacomio † (prima del 1528 - dopo il 1532)
  • Niceforo † (? - 1550 dimesso)
  • Clemente † (1550 - circa 1557 dimesso)
  • Metodio † (menzionato nel 1565)
  • Nicanore †
  • Gabriele † (menzionato nel 1581)
  • Michele † (prima del 1623)
  • Simeone † (1623 - 1641)
  • Nicanore † (1641 - 1643
  • Teodosio † (1643)
  • Filippo † (menzionato nel 1647/1654)
  • Silvestro † (menzionato nel 1663)
  • Teofane † (prima del 1671 - dopo il 1682
  • Eutimio † (menzionato nel 1687)
  • Atanasio † (prima del 1706 - 1711 eletto patriarca di Peć)
  • Costantino † (1712 - dopo il 1722)
  • Cirillo † (menzionato dal 1725 al 1737)
  • Atanasio † (prima del 1741 - 1747 eletto patriarca di Peć)
  • Filoteo † (menzionato nel 1744 ?)
  • Antimo † (menzionato nel 1759)
  • Costantino † (menzionato prima del 1766)
  • Antimo † (menzionato nel 1767)
  • Joasaf † (menzionato nel 1767)
  • Gennadio † (dopo il 1767)
  • Sofronio † (dopo il 1767)
  • Zaccaria † (27 ottobre 1775 - ottobre 1799 eletto metropolita di Mesembria)[26]
  • Antimo † (ottobre 1799 - 1820 deceduto)[27]
  • Joasaf Kalogeras † (marzo 1820 - 1823 deceduto)[28]
  • Anania Chrysoulis † (maggio 1823 - giugno 1828 dimesso)[29]
  • Neofito † (giugno 1828 - dicembre 1830 deceduto)[30]
  • Gennadio † (gennaio 1831 - luglio 1832 deposto)[31]
  • Gabriele † (luglio 1832 - giugno 1844 dimesso)[32]
  • Gioacchino † (giugno 1844 - 28 febbraio 1868 deceduto)[33]
  • Paisio † (11 marzo 1868 - luglio 1891 dimesso)[34]
  • Metodio Papaemmanouel † (3 agosto 1891 - 17 movembre 1896 deceduto)[35]
  • Ambrogio Stavrinos † (18 novembre 1896 - 19 ottobre 1899 eletto metropolita di Pelagonia)[36]
  • Firmiliano Dragic † (19 ottobre 1899 - 7 dicembre 1903 deceduto)[37]
  • Sebastiano Debelkovic † (18 gennaio 1904 - 24 gennaio 1905 deceduto)[38]
  • Vincenzo Krdžić † (11 ottobre 1905 - fine del 1915 deceduto)[39]
  • Barnaba Rosić † (17 novembre 1920 - 12 aprile 1930 eletto patriarca di Serbia)[40]
  • Giuseppe Tsviiovich † (1º gennaio 1932 - 3 luglio 1957 deceduto)
  • Dositeo (Dimitar Stojkovski) † (4 ottobre 1958 - 20 maggio 1981 deceduto)
  • Angelario (Cvetko Krsteski) † (18 agosto 1981 - 15 giugno 1986 deceduto)
  • Gabriele (Gjorgi Miloshev) † (4 ottobre 1986 - 9 giugno 1993 dimesso)
  • Michele (Metodi Gogov) † (21 dicembre 1993 - 6 luglio 1999 deceduto)
    • Jovan Vraniškovski (24 maggio 2005 - 21 giugno 2023 eletto metropolita di Kruševo-Demir Hisar)[41]
  • Stefano (Stojan Veljanovski), dal 10 ottobre 1999

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (MK) АРХИЕПИСКОП, mpc-spe.mk
  2. ^ (MK) СКОПСКА ЕПАРХИЈА, mpc-spe.mk
  3. ^ (EN) Fanula Papazoglu, The Central Balkan Tribes in pre-Roman Times: Triballi, Autariatae, Dardanians, Scordisci and Moesians, Amsterdam, 1978, pp. 198-251.
  4. ^ (EN) Vladimir P. Petrović, Pre-Roman and Roman Dardania: Historical and Geographical Considerations, Balcanica 37, 2007, p. 11, 16–17, 19, 23.
  5. ^ (FR) Jacques Zeiller, Les origines chrétiennes dans les provinces danubiennes de l'empire romain, Paris, 1918, pp. 160–162.
  6. ^ (FR) Raymond Janin, L'Église latine à Thessalonique de 1204 à la conquête turque, Revue des études byzantines, anno 1958, volume 16, n° 16, p. 206. Giovanni Marchesi, Civiltà Cattolica, 1995, volume III, p. 68. Ludwig Hertling, Angiolino Bulla, Storia della Chiesa, 2001, p. 155.
  7. ^ (EN) Florin Curta, The Making of the Slavs: History and Archaeology of the Lower Danube Region, c. 500–700, Cambridge, 2001, pp. 125 e 130.
  8. ^ (EN) Paul Stephenson, Byzantium's Balkan Frontier: A Political Study of the Northern Balkans, 900–1204, Cambridge University Press, 2000, pp. 74-75.
  9. ^ (EN) Dejan Bulić, The Fortifications of the Late Antiquity and the Early Byzantine Period on the Later Territory of the South-Slavic Principalities, and their re-occupation, in: The World of the Slavs: Studies of the East, West and South Slavs: Civitas, Oppidas, Villas and Archeological Evidence (7th to 11th Centuries AD), Istorijski Institut, Nelgrade, 2013, pp. 221-222.
  10. ^ (EN) Sima Ćirković, The Serbs, Blackwell Publishing, 2004, p. 64.
  11. ^ (EN) John Van Antwerp Jr. Fine, The Late Medieval Balkans: A Critical Survey from the Late Twelfth Century to the Ottoman Conquest', The University of Michigan Press, 1994, p. 412.
  12. ^ (EN) Sima Ćirković, The Serbs, Blackwell Publishing, 2004, pp. 86, 92, 102.
  13. ^ (EN) Vladislav B. Sotirović, The Serbian Patriarchate of Peć in the Ottoman Empire: The First Phase (1557–94), Serbian Studies: Journal of the North American Society for Serbian Studies, 25 (2), 2011, pp. 143–169.
  14. ^ (EN) Sima Ćirković, The Serbs, Blackwell Publishing, 2004, p. 245.
  15. ^ (EN) Demetrius Kiminas, The ecumenical patriarchate. A history of its metropolitanates with annotated hierarch catalogs, 2009, pp. 22 e 28.
  16. ^ (EN) The encyclopedia of Christianity, vol. 3, 2003, p. 381.
  17. ^ (RU) Русская Православная Церковь XX век 10 октября, pravoslavie.ru
  18. ^ (MK) Конституирање на Светиот Архијерејски Синод на Православната Охридска Архиепископија, www.poa-info.org
  19. ^ (EN) Tomos on the church autonomy of the Orthodox Ohrid Archbishopric, www.poa-info.org
  20. ^ (MK) Вести и настани - Соопштение (20.06.2023 14:38), www.mpc.org.mk
  21. ^ (MK) ПОА се интегрира во МПЦ-ОА: Јован Вранишкоски стана митрополит крушевско-демирхисарски, епископот Давид викарен епископ на Скопската епархија, skopskoeho.mk
  22. ^ (MK) Митрополит крушевски и демирхисарски г. Јован, krushdem.org
  23. ^ a b c d (FR) Jacques Zeiller, Les origines chrétiennes dans les provinces danubiennes de l'empire romain, Paris, 1918, pp. 160–161.
  24. ^ (DE) Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 5717.
  25. ^ (DE) Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 8623.
  26. ^ (EL) Ο Πανιερώτατος Μητροπολίτης πρώην Μεσημβρίας κυρός Ζαχαρίας, users.sch.gr
  27. ^ (EL) Ο Πανιερώτατος Μητροπολίτης Σκοπίων κυρός Άνθιμος, users.sch.gr
  28. ^ (EL) Ο Πανιερώτατος Μητροπολίτης Σκοπίων κυρός Ιωάσαφ, users.sch.gr
  29. ^ (EL) Ο Πανιερώτατος Μητροπολίτης πρώην Λαρίσης κυρός Ανανίας, users.sch.gr
  30. ^ (EL) Ο Πανιερώτατος Μητροπολίτης Σκοπίων κυρός Νεόφυτος, users.sch.gr
  31. ^ (EL) Ο Πανιερώτατος Μητροπολίτης πρώην Σκοπίων κυρός Γεννάδιος, users.sch.gr
  32. ^ (EL) Ο Πανιερώτατος Μητροπολίτης πρώην Σκοπίων κυρός Γαβριήλ, users.sch.gr
  33. ^ (EL) Ο Πανιερώτατος Μητροπολίτης Σκοπίων κυρός Ιωακείμ, users.sch.gr
  34. ^ (EL) Ο Πανιερώτατος Μητροπολίτης πρώην Σκοπίων κυρός Παΐσιος, users.sch.gr
  35. ^ (EL) Ο Πανιερώτατος Μητροπολίτης Σκοπίων κυρός Μεθόδιος, users.sch.gr
  36. ^ (EL) Ο Σεβασμιώτατος Μητροπολίτης Δέρκων κυρός Αμβρόσιος, users.sch.gr
  37. ^ (EL) Ο Πανιερώτατος Μητροπολίτης Σκοπίων κυρός Φιρμιλιανός, users.sch.gr
  38. ^ (EL) Ο Πανιερώτατος Μητροπολίτης Σκοπίων κυρός Σεβαστιανός, users.sch.gr
  39. ^ (EL) Ο Πανιερώτατος Μητροπολίτης Σκοπίων κυρός Βικέντιος, users.sch.gr
  40. ^ (EL) Ο Μακαριώτατος Αρχιεπίσκοπος Ιπεκίου, Μητροπολίτης Βελιγραδίου και Καρλοβικίου και Πατριάρχης των Σέρβων κυρός Βαρνάβας, users.sch.gr
  41. ^ Vescovo dell'arcidiocesi ortodossa di Ocrida del Patriarcato di Serbia.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Titoli nelle Chiese ortodosse[modifica | modifica wikitesto]

Cercando qua e la nei siti web e in wiki:

  • Chiesa ortodossa bulgara - Fonte: sito web. Tutte le circoscrizioni ecclesiastiche hanno il nome di eparchia, ma i loro vescovi portano tutti il titolo di metropolita. Non esistono province ecclesiastiche. Il metropolita dell'eparchia di Sofia è il patriarca della Chiesa ortodossa bulgara. Non ho trovato se qualcuno (il patriarca?) porta anche il titolo di "Arcivescovo".
  • Chiesa ortodossa serba - Fonte: Non ho trovato sul sito web l'elenco delle diocesi, cf. wiki serba. Solo il patriarca porta il titolo di Arcivescovo, oltre a quello di metropolita di Belgrado. Tutte le circoscrizioni in Serbia si chiamano eparchie, e sembra che i loro titolari portano il solo titolo di "vescovo". Non esistono province ecclesiastiche. Esistono metropolie (non equivalente di province ecclesiastiche), ma solo fuori dalla Serbia.
  • Chiesa ortodossa russa - Fonte: nel sito web ufficiale elenco metropolie e diocesi. La Chiesa è organizzata in metropolie (=province ecclesiastiche), composte da più eparchie (=diocesi). Uno dei vescovi di queste porta il titolo di "metropolita". Non ho trovato se e chi porta il titolo di "Arcivescovo".
  • Chiesa ortodossa rumena - Fonte: sito web. La Chiesa è divisa in metropolie (=province ecclesiastiche), ognuna delle quali è costituita da 1 o più arcidiocesi e diocesi, rette da arcivescovi (Arhiepiscopul) e vescovi (Episcopul), uno dei quali ha il titolo di metropolita (Mitropolitul). Andrebbe studiato perchè nella stessa metropolia ci sono più arcivescovi (motivi storici? altro?).
  • Chiesa ortodossa greca (di Grecia) - Fonte: sito web. Tutte le diocesi sono metropolie e i loro vescovi hanno il titolo di metropoliti. Non esistono province ecclesiastiche. Due soli portano il titolo di Arcivescovo, quello di Atene e quello di Creta (e le loro sedi si chiamano Arcidiocesi e non Metropolia come tutte le altre).
  • Patriarcato ecumenico di Costantinopoli - Fonte: wikipedia (ma avevo in passato controllato sul sito ufficiale, che ora hanno cambiato). Tutto uguale alla Chiesa ortodossa greca: solo il patriarca ha il titolo di Arcivescovo, tutti gli altri vescovi sono metropoliti e le loro sedi si chiamano Metropolie. Non esistono province ecclesiastiche.
  • Patriarcato greco-ortodosso di Antiochia - Fonte: sito web (in inglese). In base a questa pagina tutti i vescovi hanno il titolo di Metropolita. Tutte le sedi, nella versione inglese del sito, hanno il titolo di "Arcidiocesi" (bisognerebbe vedere in arabo!?). Difficile sapere altro, poichè anche i siti web delle singole arcidiocesi sono o in arabo o in inglese (qui si trova sempre Archdiocese). Non esistono province ecclesiastiche.
  • Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme - Fonte: sito web (nella versione inglese). Il Santo Sinodo ([1]) è costituito dal Patriarca, 3 Metropoliti, 7 Arcivescovi e 7 Archimandriti. Tuttavia le sedi operative sono solo 2 ([2]), Tolemaide (con sede a Akko) e Nazareth, a cui, probabilmente, ci sarebbe da aggiungere Gerusalemme (che manca nell'elenco citato). Cmq, le sedi sono chiamate "Holy Metropolis" e i vescovi "Metropoliti".
  • Patriarcato greco-ortodosso di Alessandria - Fonte: sito web. Questa è l'unica chiesa ortodossa dove, accanto a 31 Metropolie e Metropoliti ([3]), esistono anche 7 diocesi (episkopé) e vescovi (episcopoi) [4]. Non sembrano cmq esistere province ecclesiastiche. In base a questa pagina, i vescovi hanno il titolo di "vescovi eparchiali" (la traduzione di google da "Vescovi provinciali").

Diocesi di Liternum[modifica | modifica wikitesto]

Tutti gli autori indicati ammettono l'esistenza di una ecclesia Patriensis, documentata nell'epistolario di papa Pelagio I (558-559). Ma nessun vescovo è noto, se non l'anonimo indicato nell'epistolario pelagiano.
Più discussa e controversa l'assegnazione del vescovo Aprile ecclesiae Laterianae, che prese parte al concilio del 501 (o 502), alla diocesi di Literno, località nei pressi della quale si trova la ecclesia Patriensis documentata mezzo secolo prima.

  • Diocesi di Aversa, Beweb - Beni eclesiastici in web (con informazioni sulla diocesi di Liternum) - cf ulteriori informazioni alla scheda su VICUS

Titoli uniti (AP 1998 e 2023)[modifica | modifica wikitesto]

  • Aix - ha unito il titolo di Arles, 6 ottobre 1822
  • Alessandria d'Egitto (vicarito apostolico) - ha unito i titoli di Eliopoli di Egitto e di Porto Said, 30 novembre 1987
  • Albi - ha unito i titoli di Castres e Lavaur, 17 febbraio 1922
  • Algeri - unito il titolo di Iulia Caesarea
  • Ardagh - ha unito il titolo di Clonmacnois
  • Arras - ha unito i titoli di Boulogne e Saint-Omer, 23 novembre 1853
  • Auch - ha unito i titoli di Condom, Lectoure e Lombez, 29 giugno 1908
  • Autun - ha unito i titoli di Chalon-sur-Saone e Macon, 19 luglio 1853, e il titolo abbaziale di Cluny, 15 dicembre 1962
  • Basse-Terre - ha unito il titolo di Pointe-à-Pitre
  • Bayeux - ha unito il titolo di Lisieux, 12 giugno 1855
  • Bayonne - ha unito i titoli di Lescar e Oloron, 22 giugno 1909
  • Beauvais - ha unito i titoli di Noyon e Senlis, 12 aprile 1851
  • Belgrado - ha unito il titolo di Smederevo, 23 dicembre 1729
  • Bordeaux - ha unito il titolo di Bazas, 20 novembre 1937
  • Costantina - ha unito il titolo di Ippona, 23 settembre 1867
  • Coutances - ha unito il titolo di Avranches, 12 luglio 1854
  • Digne - ha unito i titoli di Riez e Sisteron, 15 febbraio 1916
  • Goa e Damao - ha unito il titolo di patriarca ad honorem delle Indie Orientali, e il titolo Arciv. di Cranganore, 1º settembre 1886
  • Homs, Emesa dei Greco-Melkiti - ha unito i titoli di Hama e Jabrud, 1849
  • Homs, Emesa dei Siri - ha unito i titoli di Hama e Nabk
  • Hvar, Lesina - ha unito i titoli di Brac e Vis, 14 gennaio 1889
  • La Rochelle - ha unito il titolo di Saintes, 22 gennaio 1852
  • Maribor - ha unito il titolo di Lavant, 5 marzo 1962
  • Montpellier - ha unito i titolo di Lodève, Béziers, Agde e Saint-Pons-de-Thomières, 16 giugno 1877
  • Nimes - ha unito i titoli di Uzes e Ales, 27 aprile 1877
  • Pamiers - ha unito i titoli di Couserans e Mirepoix, 11 marzo 1910
  • Périgueux - ha unito il titolo di Sarlat, 17 giugno 1854
  • Quimper, Cornouailles - ha unito il titolo di Léon, 23 novembre 1853
  • Rennes - ha unito i titoli di Dol e Saint-Malo, 13 febbraio 1880
  • Rodez - ha unito il titolo di Vabres, 21 maggio 1875
  • Saint-Brieuc - ha unito il titolo di Treguier, 23 gennaio 1852
  • Sens - ha unito il titolo di Auxerre, 3 giugno 1823
  • Soissons - ha unito i titoli di Laon e Saint-Quentin, 11 giugno 1901
  • Toulouse - ha unito i titoli di Saint-Bertrand de Comminges e Rieux, 19 gennaio 1935
  • Trani-Barletta-Bisceglie - ha unito il titolo di Nazareth, 22 settembre 1828
  • Valence - ha unito i titoli di Die e Saint-Paul-Trois-Chateaux, 12 giugno 1911

Titoli abbaziali o altro:

  • Locri-Gerace - ha unito il titolo di Abate commendatario di Santa Maria di Polsi, 8 aprile 1920
  • Matera-Irsina - ha unito il titolo abbaziale di S. Michele Arcangelo di Montescaglioso, 5 agosto 1910
  • Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela - ha unito il titolo archimandritale del Santissimo Salvatore, 30 settembre 1986
  • Modena-Nonantola - ha unito il titolo abbaziale di Nonantola, 30 settembre 1986
  • Parma - ha unito il titolo abbaziale di Fontevivo, 14 agosto 1892
  • Piacenza-Bobbio - ha unito il titolo abbaziale di San Colombano, 4 agosto 1923
  • Rieti - ha unito il titolo abbaziale di S. Salvatore maggiore, 3 giugno 1925
  • Sabina-Poggio Mirteto - ha unito il titolo abbaziale di Farfa, 25 novembre 1841
  • Viterbo - ha unito il titolo abbaziale di San Martino al Cimino, 27 marzo 1986

Vari Testi Polacchi[modifica | modifica wikitesto]

Studi sulla Vixdum Poloniae unitas:

Circa Totus tuus Poloniae populus:

Altro: