Utente:Cristiano64/Prove/C

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Rappresentazione delle guerre marcomanniche[modifica | modifica wikitesto]

In architettura e scultura[modifica | modifica wikitesto]

Marco Aurelio dispose, inoltre, che sempre nel foro di Traiano venissero innalzate statue in ricordo dei generali che per lui combatterono durante le guerre contro le popolazioni del nord.[1]

Oltre a queste statue, numerosi furono i sarcofagi dell'epoca che raccontarono le gesta dei migliori generali dell'epoca impegnati nelle guerre lungo il limes danubiano.

A testimonianza di queste guerre fu fatta erigere dal Senato (o dal figlio Commodo) una colonna colchide che ne celebrasse le imperese militari (sull'esempio di quella di Traiano) e la cui costruzione fu realizzata in un periodo, attualmente discusso dagli studiosi moderni, compreso tra il 176 ed il 192.

A Marco Aurelio fu inoltre tributato il trionfo nel foro romano nel dicembre del 176 ed a lui dedicata una statua equestre, oggi conservata nei Musei Capitolini a Roma.

La copia in piazza del Campidoglio a Roma.

Vi è da aggiungere che a noi sono pervenuti un ciclo di dodici rilievi (otto reimpiegati sull'arco di Costantino, tre conservati nel Palazzo dei Conservatori dei Musei Capitolini e un ultimo, scomparso, di cui resta un frammento oggi a Copenaghen). I rilievi furono probabilmente scolpiti in due riprese, tra il 173 ed il 176.[4]

In ogni caso il medesimo soggetto dei 12 pannelli, che raccontano le imprese militari di Marco Aurelio durante le guerre marcomanniche e la presenza fissa, alle spalle dell'imperatore, di un personaggio indicato come il genero e, per un certo periodo, successore in pectore di Marco Aurelio, Tiberio Claudio Pompeiano, farebbe propendere per un'origine comune dei rilievi.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Historia Augusta, Marcus Aurelius philosophus, 22.7-8.
  2. ^ AE 1963, 52.
  3. ^ a b Cassio Dione, Storia romana, 73, 8.
  4. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore F.Coarelli, 2008, p.42-44
  5. ^ Bianchi Bandinelli - Torelli, cit., Arte romana scheda 142.