Utente:Brigante mandrogno/Sandbox15

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Carlo Guarnerio Guasco[modifica | modifica wikitesto]

Carlo Guarnerio (*17891854), Marchese di Castelletto, conte del Mezzano, signore di Mezzasa Rabattone, Parasacco e Sedone, nacque il 10 aprile ad Alessandria. Fu battezzato nella cappella del suo palazzo e divenne un noto letterato. Era un grande amico del Cordara, al quale dedicò un elogio a nome dell'Accademia degli Immobili in occasione della sua morte. Carlo è l'autore dell'iscrizione posta in onore del Cordara, su ordine del municipio di Alessandria, nel palazzo civico. Scrisse una Cronaca sull'assedio di Alessandria del 1657, che fu successivamente stampata nel 1892 ad Alessandria per cura del conte Annibale Civalieri, auditore del Consiglio di Stato a Parigi. Nel 1814 fu nominato sottotenente nel reggimento provinciale di Susa. Successivamente, nel 1815, passò con lo stesso grado al reggimento Granatieri, e il 20 giugno fu promosso a luogotenente. Nello stesso anno, il 4 dicembre, si ritirò dal servizio con il grado di capitano, con tutti gli onori, autorità e prerogative, e con la facoltà di indossare l'uniforme. Si stabilì a Torino, ereditando il palazzo già Amoretti, noto come palazzo Guasco, grazie all'eredità della marchesa Maria Teresa, sua nonna. Nel 1827, fu nominato decurione e visse a Torino fino a quando sua figlia Leopoldina vendette il palazzo. A Torino fece parte della direzione dei Teatri su determinazione di Vittorio Emanuele I di Savoia. Questo viene confermato da una lettera del re indirizzata al conte Richelmi, nella quale si legge quanto segue: « Con nostra provvisione in data di quest'oggi, abbiamo determinato di stabilire in questa nuova Capitale una compagnia fissa di attori drammatici a spese del Regio Erario...E siccome con detta nostra provvisione abbiamo affidata l'esecuzione di questo nuovo stabilimento allo nobile direzione dei Teatri, per mettere la medesima in grado di compiere più facilmente quanto le incombe, è Nostra intenzione che siano aggiunti cinque soggetti, e cioè il Cavaliere Cesare Saluzzo, il Marchese Thaon di S. Andrea, il Conte di Rinco, il Principe della Cisterna ed il Marchese Guasco. » La lettera è datata 28 giugno 1820. Eresse nel suo castello di Envie una chiesa, che diede occasione a Silvio Pellico, suo amico e ospite, di scrivere i seguenti versi:
Carlo, se amato già non t'avessi io
Or caldamente t'amerei, vedendo
Qual ergi in tuo Castel Magione a Dio.
Da quel disegno gotico, stupendo
Rapito son, che i Templi mi rammenta
Ove più palpitai, preci effondendo.
Quell'armonia d'ornati m'attalenta,
Perchè sublime e pia, peruhè il pensiero
Move da terra e verso il Ciel l'avventa.
S'addice al culto dell'Eterno Vero,
Non la ridente leggiadria pagana,
Ma un bel che ispiri maestà e mistero.
Questo grande Sacel, chiuso per vana
Alterezza non fia, ma l'aprirai
Al passeggiero, ed all'umil villana:
Trá l'accorrente vpigo gioirai
Prestare omaggio al Sempiterno Amore
Che fide preci non respinse mai;
Oh come ha dritto l'Ara del Signore
Con dipinti fregiasti, e decorata
Col nome l'hai del Borromeo Pastore!
Al disopra dell'Ara ecco portata
Da Cherubini al Ciel quella Pietosa
Che il Divin Figlio a noi per Madre ha data.
Ed altri Cherubini ossequiosa
La fronte ecco levar meravigliando,
Che di Dio una Mortal sia fatta sposa.
Ed oh! come temprato un lume blando
Si sparge sull'Altar dai colorati
Vetri, ove Angioli pur stanno adorando!
Per tutti della Chiesa i varii lati
Il drappel degli Apostoli a noi dice
Che all'amor di Gesù siamo chiamati.
Caro avrà questo loco ogni infelice,
Ne oblierà che a te pur noto è il pianto
Più doloroso che dal cor si elice.
Una diletta figlia (2) a te d'accanto
Sta sta di bienientina fanat a oro incanto?
Di nomarla non temo: ognor rivolti
Sono i tuoi voti a procurarle pace,
E chi la noma, volentieri ascolti.
Ti consoli il pensar; che se mai giace
Tra l'alme Sante, non felici ancora,
Molti invocan su lei di Dio la face.
Qui la rimembra ognun; qui ognun l'onora;
Qui il poverel con ciglia inumidite
Benedice l'estinta sua Signora;
Le lor voci, e le tue saran gradite
Dall'Eterno, e da Lei, ma Clementina
Risplende gia fra le Celesti Vite;
Illa con gli altri Cherubin s'inchina
A protegger d'Envie l'antica Villa
E il Castello in cui visse a te vicina;
Ella datrice d'alte grazie brilla
Su questo tempio che fondarsi vide
Quando in terra fulgea la sua pupilla,
E a tutti i voti ivi innalzati arride.

Envie, 28 luglio 1837.
Anche Massimo d'Azeglio fu ospite del marchese Carlo, e in una lettera alla moglie descrive il castello: « [...] È un bellissimo castello, parte antico, parte rifrabbricato all’antica, dove occupo una camera rotonda, in una torre isolata, con una vista magnifica. Sarebbe veramente luogo da scriver romanzi. [...] / [...] si fanno gite, la sera musica e bigliardo e si passa il tempo molto bene. [...] » (Cfr. Luigi Cesare Bollea, p. 730-737.). Esiste una descrizione del castello di Envie scritta dall'abate Cesare Rovida, appartenente all'ordine dei barnabiti (Cfr. Cesare Rovida). Morì il 5 marzo ad Envie. Il suo corpo fu trasportato a Torino il giorno 8 e sepolto nel Cimitero Monumentale, insieme alla moglie e a un bambino, nella tomba di famiglia dei Provana del Sabbione, arcata 19, ampliazione n. 206, tomba n. 2.

Clementina Della Rovere (18011836). Figlia di Luigi Giuseppe, marchese di Montabone e conte di Monastero, e di Leopoldina Imrietti. Morì il 7 gennaio di "mal sottile".

Principali rami della cristianità[modifica | modifica wikitesto]

Vescovo di Alessandria[modifica | modifica wikitesto]

Vescovo di Alessandria

[[]]

Brigante mandrogno/Sandbox15
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Alessandria (–)
 
 

' (... – Alessandria, 1168) è stato un vescovo cattolico italiano.

Biografia

Nacque a il da .

Fu ordinato sacerdote il

Fu nominato vescovo di Alessandria da il e consacrato il da, insieme a in qualità di co-consacranti.

Morì a il [1].

Genealogia episcopale

La genealogia episcopale è:

Note

Bibliografia

Stora, annalistica

Codici, bolle, opere

Risorse in rete

Voci correlate

Collegamenti esterni

Predecessore Vescovo di Alessandria Successore
[[]] [[]]
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Vescovo di[modifica | modifica wikitesto]

Vescovo di

[[]]

Brigante mandrogno/Sandbox15
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Diocesi di (–)
 
 

' (... – 1168) è stato un vescovo cattolico italiano.

Biografia

Nacque a il da .

Fu ordinato sacerdote il

Fu nominato vescovo di Alessandria da il e consacrato il da, insieme a in qualità di co-consacranti.

Morì a il [1].

Genealogia episcopale

La genealogia episcopale è:

Note

Bibliografia

Stora, annalistica

Codici, bolle, opere

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Predecessore Vescovo di Alessandria Successore
[[]] [[]]
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Francesco di Manzano[modifica | modifica wikitesto]

Francesco di Manzano

Francesco di Manzano (...) è un pittore e storico italiano.


Francesco di Manzano, (*1801 †1895). Pubblicò gli Annali del Friuli, importante raccolta di notizie storiche, cui egli dedicò molti anni della sua vita. Diede inoltre alle stampe una breve Storia del Friuli ed i Cenni dei letterati de artisti friulani. Morì nel Palazzo di Manzano a Giassico il 16 marzo 1895.