Utente:Bataclan/Sandbox2/Albero genealogico Famiglia Paternò

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https://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Bataclan/Sandbox2/Albero_genealogico_Famiglia_Paternò

Discendenza dei Paternò nei suoi tratti principali[1]

Giovanni il vecchio barone della Nicchiara
(1332) e del Burgio (1393)
Nicola il Maggiore 1°barone della Floresta (1399) e della Terza Dogana (1423)
Benedetto linea dei baroni del Pantano
Gualterio (†1432)[2] barone del Burgio (1407) e 1°barone di Imbaccari (1425)
Benedetto
linea baronale della Floresta
Antonio 2°barone della Terza Dogana (1431)
Andrea
priore
Francesco (1412-1471) 2°barone d'Imbaccari (1433)
Berardino linea dei duchi di San Nicola e di Pozzomauro
Giovanni il Camerlengo 3°barone della Terza Dogana (1479)
Strategoto di Messina ?
(1470)
Alvaro (†1524) senatore romano
Giovan Battista linea baronale dei supplementi di Trapani, Mazzara e Sciacca
Pietro 1°barone di Aragona (1479)
Antonio
linea baronale di Osina e Belmonte
Thieri (†1514) 3°barone d'Imbaccari (1479)
Fabio
giallo
Alfonso ramo della Terza Dogana
Sigismondo detto il Virtuosissimo
Aluisi
patrizio di Catania
Angelo Francesco 2° barone d'Aragona (1505)
Giovan Francesco 4°barone d'Imbaccari (1500) e 1° di Raddusa (1503)
Giovannello linea della Porta di Aci
Giovanni Antonio linea baronale di Ramione
Jacopello
Franceschiello (†1538)
patrizio di Catania
Perruccio 3°barone d'Aragona (1539) capitano di Catania
Blandinello (†1537) 5°barone d'Imbaccari e 2° di Raddusa
Marco
Alvaro (†1584) barone di Castelluzzo
Giovanni
ha il titolo di Don (1565)
Angelo Francesco (†1616) 4°barone d'Aragona
Giambattista (†1549) 6°barone d'Imbaccari e 3° di Raddusa
Leonardello
Pietro (†1595) giurato di Catania
Jacopo (†1636) senatore di Catania
Vincenzo († 1639) capitano di Catania linea di Aci Ficarazzi, dei duchi di Furnari e marchese di Sessa
Orazio (†1614) 5°barone d'Aragona e 1° di Biscari
(Paternò Castello)
Camillo
Cesare
Giovan Francesco (1544-1574) 7°barone d'Imbaccari e 4° di Raddusa
Prospero
linea baronale di Piraino
Francesco (†1653) giurato di Catania
Vincenzo Giovanni (†1635) lettore dell'Ateneo
Alfonso patrizio di Catania (1639)
Angelo Francesco 6°barone d'Aragona (1604)
Vincenzo (†1618) 7°barone d'Aragona e 2° di Biscari
Agatino (1594-1675) 1°principe di Biscari
Patrizio di Catania
(1623-24, 1627-28, 1631-1632)
Antonino (1599-1659) barone di Gallizzi e Mandrascate
Pietro Simone capostipite di Sant'Alessio
Giuseppe Maria (†1623) 8°barone d'Imbaccari e 5° di Raddusa, fondò Mirabella
Alvaro senatore di Catania
Francesco (1631-1693)
Giovan Battista (†1621) 8°barone d'Aragona
Vincenzo (1630-1675) 2°principe di Biscari (1604)
Orazio (1631-1693) barone della Sigona
Giacinto (†1693) 2°barone della Bicocca
Orazio (1625-1693) barone di Gallizzi e Mandrascate
Tommaso linea dei Moncada-Paternò
Giacinto Maria (1547-1653) 9° barone d'Imbaccari e 6° di Raddusa
Francesco (†1686) 4°barone delli Manganelli
Antonio (†1708) 3° (1667) e 6° (1694) barone delli Manganelli
Giovanni (†1696) senatore di Catania
Ignazio (†1699) 3°principe di Biscari
Vincenzo (1681-1767) 3°barone della Bicocca e 1° duca di Carcaci
Antonino (†1709) 1°marchese di Sangiuliano (1702)
Giacomo barone di Mandrascate
Giuseppe Maria (1616-1643??) 10°barone d'Imbaccari
Vincenzo Maria (1623-1678) 8°barone di Raddusa
Giuseppe Alvaro (†1722) 7°barone delli Manganelli
Giovan Battista (†1776) barone di Schisò (1696)
Vincenzo (1685-1749) 4°principe di Biscari
Mario Concetto (1702-1781) 2°duca di Carcaci
Michele Melchiorre linea baronale della Bicocca
Orazio (†1770) 2°marchese di Sangiuliano
Gualterio (†1699) 11°barone d'Imbaccari e Mirabella, 7° di Raddusa
Giacinto
linea di Recalcaccia
Francesco Maria (1623-1678) 9°barone di Raddusa e Destra (1657)
Antonio Alvaro (†1769) 8°barone delli Manganelli (1737)
Giovanni Antonio (n.1716)
Ignazio (1719-1786) 5°principe di Biscari, mecenate
Niccolò Maria (1721-1802) linea baronale di Regalcaccia
Giuseppe Vincenzo (1728-1817) 2°duca di Carcaci
Antonino 3°marchese di Sangiuliano (1770) e 1° di Capizzi
Giuseppe 12°barone d'Imbaccari e Mirabella (1676)
Francesco Maria (†1714) 13°barone d'Imbaccari e Mirabella
Vincenzo Maria (n.1680) 10°barone di Raddusa (1702)
Giuseppe Alvaro (†1827) 9°barone delli Manganelli (1770) 1°principe di Sperlinga
Giambattista (1768-1830)
Vincenzo Ignazio (1743-1813) 6°principe di Biscari
Mario Giuseppe (1754-1821) 4°duca di Carcaci
Orazio
(†1757, premorto al padre)
Francesco Maria (1695-1765) 11°barone di Raddusa e Destra
Antonio Alvaro (†1831) 2°principe di Sperlinga delli Manganelli
Antonino (1827-1893) 1°marchese del Toscano, patrizio e sindaco di Catania
Ignazio Vincenzo (1781-1844) 7°principe di Biscari
Roberto Vincenzo (1790-1857) 8°principe di Biscari
Vincenzo Emanuele Giovanni (1783-1834) 5°duca di Carcaci
Francesco M. Giuseppe (1786-1834) 7°duca di Carcaci
Gaetano M. 8° duca di Carcaci
Antonino (1779-1861) 4°marchese di Sangiuliano, intendente di Catania
Vincenzo Maria 12°barone di Raddusa e Destra, 1°marchese di Manchi (1806)
Giuseppe Alvaro (1784-1838) 3° principe di Sperlinga dei Manganelli, intendente di Catania
Giovan Battista (1847-1916) 2°marchese del Toscano, duca di Roccaromana[3]
Francesco Vincenzo (1816-1867) 9°principe di Biscari
Ignazio (1819-1888) barone di Mirabella
Giuseppe Vincenzo (1830-1910)
Mario (1812-1838) 6°duca di Carcaci
Francesco M. Domenico (1850-1912) 9°duca di Carcaci
Benedetto Orazio (1810-1885) 5°marchese di Sangiuliano, parlamentare
Francesco Maria 13°barone di Raddusa e Destra (1809)
Antonio Alvaro (1817-1888) 4°principe di Sperlinga dei Manganelli
Antonino (n.1869) 3°marchese del Toscano, duca di Roccaromana
Roberto Vincenzo (1860-1930) 10°principe di Biscari
Roberto Vincenzo (n.1872-1947[4]) 11°principe di Biscari
Guglielmo
Gaetano Maria Domenico (1869-1947) 10°duca di Carcaci
Antonino (1852-1914) 6°marchese di Sangiuliano, ministro
Vincenzo Maria 14° barone di Raddusa e Destra (1843)
Giuseppe Alvaro (1842-1916) 5°principe di Sperlinga dei Manganelli
Giovanni (n.1898) 4°marchese del Toscano, duca di Roccaromana
Giuseppe Vincenzo (n.1908-1960[4]) 12°principe di Biscari
Francesco M. Domenico (1892-1985) 11°duca di Carcaci
Benedetto Orazio (1877-1912) 5°marchese di Capizzi
Francesco Maria (†1889) 15°barone di Raddusa e Destra
Giuseppe (†1890)
Antonio Alvaro (n.1879) 6°principe di Sperlinga dei Manganelli
Antonio (n.1932) 5°marchese del Toscano, duca di Roccaromana
Roberto (n. 1945) 14°principe di Biscari[4]
S.A.Bat.
Gaetano (1923-1993) 12°duca di Carcaci
Ferrante (n.1925)
Antonino (1904-1989) 7°marchese di Sangiuliano, podestà di Catania[5]
Vincenzo Maria (†1934) 16°barone di Raddusa
Vincenzo (1875-1929) 1°barone di Rigilifi
Pietro 17°barone di Raddusa e Destra, 6°marchese di Manchi
  • [5 gen.] Matteo Moncada e Alagona, IV conte di Augusta (inv. 20 ottobre 1404). Il re Martino, giudicando necessario alla difesa dello Stato la fortezza di Augusta, la richiese al Moncada e in cambio gli dette la città di Caltanissetta (poco innanzi dal re stesso ricomprata per 20 mila fiorini all'almirante Sancho Ruiz de Lihori), il fortilizio di Pietrarossa, la terra di Cammarata, e i feudi di Pietra d'Amico e di Motta S. Agata; l'atto di permuta fu concluso il 25 giugno 1407. Egli sposò Contessella d'Aragona e Cantacuzeno, figlia di Bartolomeo, conte di Cammarata.[6]
  • [6 gen.] Guglielmo Raimondo, II conte di Caltanissetta per investitura del 24 novembre 1444; comprò il castello di Aci da Battista Platamone e quello di Augusta da Niccolò Balsamo (1449). Sposò Giovanna Ventimiglia e Ventimiglia, baronessa di Ciminna (investita 1453), figliuola di Giovanni Ventimiglia, I marchese di Geraci, e vedova di Giovanni de la Rata, conte di Caserta. Non avendo ottenuto prole, lasciò la sua eredità al fratello:
  • [6 gen.] Antonio il quale da frate di S. Domenico che era, mediante dispensa pontificia tornò al secolo, e fu il III conte di Caltanissetta, come per investitura del 14 novembre 1466. Tolse in moglie Stefania Esfar, figlia del barone di Monforte, dalla quale ebbe un'unica figliuola: Contessella, la quale sposò Guglielmo Raimondo Moncada e Ventimiglia, figlio unico di Giovan Tommaso, V conte di Adernò, estinguendosi così le dure liti giudiziarie sorte fra i due rami della famiglia per la successione di questo Stato. Il conte Antonio venne a morire nel 1476, e in virtù della transazione concordata l'11 novembre 1466, gli successe lo stesso suo contendente Giovan Tommaso suddetto (vedi Linea II, generazione 7ª).
  • [5 gen.] Giovanni Moncada e Alagona, figlio secondogenito di Guglielmo Raimondo, III conte di Augusta, ottenne dal re Martino la baronia della Ferla (Catania, 20 giugno 1397) e fu lasciato erede dallo zio Antonio Moncada ed Abbate detto Sclafani, nella contea di Adernò e Centuripe nell'anno 1413. Nel 1410 salvò la regina Bianca che stavasi assediata in Siracusa dalla prepotenza di Bernardo Cabrera, e fece altre valorose azioni nel Regno di Napoli ai servigi di re Alfonso. Fu Maestro Giustiziere del Regno di Sicilia, ottenne molte concessioni, fra le quali le grosse terre di Sessa, Brindisi e Squillaci. Egli aveva sposato Andreva Esfanoller (o Fonellar), figlia di Umberto nobile majorchino e di Costanza d'Aragona, baronessa d'Avola. Da questo matrimonio nacque:
  • [6 gen.] Guglielmo Raimondo, IV conte di Adernò (inv. 20 maggio 1454). Fu ambasciatore di re Alfonso presso il papa Callisto III; ebbe la castellania del Real Palazzo di Palermo, e quella della Licata. Nel 1454 fu insignito dell'Ordine della Banda Rossa, istituito recentemente dal re Alfonso in occasione della pace fatta col re di Castiglia. Comprò dalla Regia Curia nel 1456 lo Stato della città di Paternò, pel prezzo di 24 mila fiorini; ed essendo questa una città demaniale, e perciò, a tenore delle costituzioni del Regno, inalienabile, occorse che nel general Parlamento tale vendita fosse convalidata dall'assenso di tutte le città del Regno. Egli fu Maestro Giustiziere dal 1453 al 1466, e Presidente del Regno nel 1464. Sposò in prime nozze Diana Sanseverino, figlia di Tommaso, conte di Marsico, e in seconde Bartolomea Romano Colonna, figlia di Giovanni, barone di Montalbano. Dal primo letto ebbe per figlio Giovan Tommaso (v. quivi, gen. 7a). Ebbe un altro figlio, Anton Peri, detto Giovanni il quale dette origine al ramo dei Moncada


  • appunti famiglia moncada
    • famiglie, poieché questo è il compito del Libro della Nobiltà Italiana, pubblciazione di queso medesimo Collegio Araldico Romano, e poiché nostro scopo è solamente quello d'indicare i successibili ai titoli.

Parte Prima. – A) Principi.

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Il titolo di principe fu concesso per la prima volta in Sicilia dal re Filippo II, il 21 agosto 1563, ad Ambrogio Santapau sopra lo stato di Butera; seguì quello su Castelvetrano, il 24 aprile 1564, per Carlo d'Aragona, e quello su Pietraperzia, il 22 dicembre 1564, per Pietro Barrese; quarto fu quello su Paternò, che oggi, per il passaggio dei tre suddetti in altre agnazioni, per il passaggio dei tre suddetti in altre agnazioni, ha preso il primo posto fra i titoli principeschi siciliani. A tutti i membri delle famiglie principesche e ducali è riconosciuto in Italia il trattamento di don e donna (R.D. 14 febbraio 1930, N. 101) (1): noi abbiamo contraddistinto con questo titolo solamente i viventi.

1. – PRINCIPE DI PATERNÒ, MONCADA. (Pari del Regno).

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Titolo concesso da Filippo II, re di Spagna e re di Sicilia, a Francesco Moncada e Luna con diploma dato in Madrid il 1º aprile 1565.

Arma: di rosso a sei bisanti e due mezzi bisanti d'oro disposti in paio a due a due. Talora usò porre quest'arma sul tutto all'inquadrato di Baviera: 1º e 4º di nero al leone d'oro, 2º e 3º fusato in banda d'argento e d'azzurro; e ciò per denotare la sua leggendaria origine dai sovrani bàvari; per la sua alleanza con i duchi di Montalto fece anche precedere alla propria l'arma d'Aragona in uno scudo partito: 1º d'oro a quattro pali di rosso, 2º di Moncada.

  • [1ª gen.] Guglielmo Raimondo, secondogenito del signore d'Aitona, cavaliere catalano della nobilissima famiglia De Montcada o de Monte Catheno passò in Sicilia al seguito di Pietro il Grande, re d'Aragona, all'epoca del Vespro, circa il 1280. Quivi contrasse nozze con Lucina Alagona (Alagò), signora delle isole di Malta e del Gozo.
  • [2ª gen.] Guglielmo Raimondo, figlio del precedente, ottenne dal re Federico III in cambio delle isole di Malta e del Gozo, la fortezza di Augusta, fra Catania e Siracusa, col suo stato e il titolo di conte nel 1336. Egli ebbe anche i feudi di Scordia, Soprana, Bulfida, Calerino, Curcuraci, Melilli e Saponara.
  • a favore del proprio nipote Giovanni Moncada e Alagona, barone della Ferla, secondogenito del di lui fratello maggiore Guglielmo Raimondo (vedi LINEA II, generaz. 5ª).
  • [4ª gen.] Guglielmo Raimondo Moncada e Peralta, III conte di Augusta, fu investito in Catania in 28 luglio 1392. Era in quel tempo la Corona di Sicilia caduta in conocchia, e la fanciulla regina Maria stavasi nel castello di Catania quasi prigioniera del proprio tutore Artale Alagona il quale meditava darle per marito, Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano. – Questo progetto non garbava al re d'Aragona che non volevano il regno sfuggisse alla loro famiglia, perciò suscitarono un partito in Sicilia del quale fu capo Guglielmo Raimondo. Costui approfittando di una temporanea assenza di Artale da Catania, dette la scalata a questa rocca e rapì la regina Maria conducendola con sè, prima ad Augusta, poi alla Licata e finalmente a Barcellona dove le si fecero contrarre nozze con Martino il Giovine, figliuolo di Martino d'Aragona, duca di Monblanco. In ricompensa di tali servigi, la regina Maria e il consorte Martino, giunti a Catania, capitale del Regno, il 28 gennaio 1392 emisero privilegio con il quale infeudarono Guglielmo Raimondo di gran parte degli stati confiscati ad Andrea Chiaramonte, e cioé: le isole di Malta e del Gozo, col titolo di marchese, l'isola di Lipari, le città di Naro, Mineo e Sutera, le terre di Delia, Mussomeli, Manfrida, Gibellina, Favara, Misilmeri, Muvari e la rocca del Mongiolino.
  • [5ª gen.] potenza di Bernardo Cabrera, e fece altre valorose azioni nel Regno di Napoli ai servigi di re Alfonso. Fu Maestro Giustiziere del Regno di Sicilia, ottenne molte concessioni, fra le quali le grosse terre di Sessa, Brindisi e Squillaci, Egli aveva sposato Andreva Esfanoller (o Fonellar), figlia di Umberto nobile majorchino e di Costanza d'Aragona, baronessa d'Avola. Da questo matrimonio naque:
  • [6ª gen.] Guglielmo Raimondo, IV conte di Adernò (inv. 20 maggio 1454). Fu ambasciatore di re Alfonso presso il papa Callisto III: ebbe la castellania del Real Palazzo di Palermo, e quella della Licata. Nel 1454 fu insignito dell' Ordine della Banda Rossa, istituito recentemente dal re Alfonso in occasione della pace fatta col re di Castiglia. Comprò dalla Regia Curia nel 1456 lo Stato della città di Paternò, pel prezzo di 24 mila fiorini; ed essendo questa una città demaniale, e perciò, a tenore delle costituzioni del Regno, inalienabile, occorse che nel general Parlamento tale vendita fosse convalidata dall'assenso di tutte le città del Regno. Egli fu Maestro Giustiziere dal 1453 al 1466, e Presidente del Regno nel 1464. Sposò in prime nozze Diana Sanseverino, figlia di Tommaso, conte di Marsico, e in seconde Bartolomea Romano Colonna, figlia di Giovanni, barone di Montalbano. Dal primo letto ebbe per figlio Giovan Tommaso (v. quivi, gen. 7ª). Ebbe un altro figlio,Anton Peri, detto Giovanni, il quale dette origine al ramo dei Moncada, baroni della Ferla, il quale si perpetuò per otto generazioni, e si estinse nel secolo XVII in un ramo della Casa Paternò Castello, del quale discorreremo all'articolo dei Principi di Val di Savoia.
  • [7ª gen.] Giovan Tommaso, V conte di Adernò (inv. 9 luglio 1466), IV conte di Caltanissetta (invest. 1479 in seguito alla morte del conte Antonio [Linea I, genn. 6] e della transazione del 1466) II barone di Paternò. Fu poeta e oratore, e come tale fu premiato dal re Alfonso con una pensione di mille scudi. Andò Vicario Generale in Catania nel 1463, fu Presidente del Regno nel 1475, e Maestro Giustiziere dal 1479 al 1502. Sposò Ramondella Ventimiglia e Chiaramonte, figliuola di Antonio, II marchese di Geraci e di Margherita Chiaramonte, la quale era figlia di Tristano, conte di Copertino e di Caterina Orsini di Raimondo, principe di Taranto.
  • [7 gen.] Gualterio, barone del Burgio, luogotenente di Maestro Giustiziere del Regno di Sicilia al tempo del re Federico II (1292-1327)[7]. Nominato nella lapide sepolcrale del figlio Benedetto, e in un atto di permuta tra Manfredo Maletta conte di Mineo gran camerario del regno, e il monastero di S. Leone dell'Etna (Arc. Benedett. Catania, 1. 60. H. 27). Sposò Polissena Maletta, dei conti di Mineo.
  • [8 gen.] Benedetto, miles, consiliario e cavallerizzo del re Ludovico, morì nel 1344 (sua lapide sepolcrale). Sposò Costanza degli Aniciti.
  • [9 gen.] Nicola, miles (1307), barone del Pantano Salso, camerario del Regno di Sicilia (1340). Sposò Falcona de Falconibus.
  • [10 gen.] Giovanni il Vecchio, miles, barone della Nicchiara (1392), barone del Burgio, Mancino, Beliscari, Binvini e Trifiletta (1393), barone del Murgo (1398), Maestro Razionale del Regno a vita (1397), Vicario Generale del Regno (1398), morì 1400. Sposò Sibilla Spadafora dei baroni della Roccella e di Maletto. Da costei nacquero molti figliuoli, due dei quali, Nicola e Gualterio, furono i capostipiti delle diramazioni fino ad oggi fiorenti. Da Nicola provengono i principi di Sperlinga e Manganelli, i marchesi del Toscano, duchi di Roccaromana, i conti di Paternò del Grado, i duchi di Furnari (estinti nel sec. XIX) e i marchesi di Sessa, marchesi Paternò Asmundo.
  • [11 gen.] Gualterio, terzogenito di Giovanni il Vecchio, II barone del Burgio (1407), I barone del feudo delle onze 24 sopra i Porti e Marine del Val di Noto (10 febb. 1407), I barone del Portolanato di Girgenti (maritali nomine, 28 maggio 1417), I barone dei Supplimenti di Trapani, Mazzara e Sciacca (2 nov. 1422), I barone d'Imbàccari (inv. 20 giugno 1425). Protonotaro del Regno di Sicilia (1422). Ambasciatore di re Alfonso al Papa (1420). Sposò Elisabetta Ventimiglia dei conti di Geraci; dalla quale ebbe: Francesco e Berardino, capostipite quest'ultimo dei Duchi di San Nicola e di Pozzomauro e dei conti di Montelupo, entrambi residenti in Napoli ed iscritti in quel patriziato (Scheda genealogica di Gualtiero)[8].
  • [12 gen.] Francesco, II barone d'Imbàccari e dei Supplimenti di Trapani, Sciacca e Mazzara (inv. 16 dic. 1433), I barone di Graneri (inv. 6 febbraio 1453), Maestro di Campo del re Alfonso. Sposò (1431) Lionetta Platamone, figlia di Battista, Barone di Aci, viceré di Sicilia. Da costei nacquero vari figliuoli, capostipiti di rami oggi estinti, e fra questi figli: Pietro (vedi appresso) e Theri dal quale provengono i baroni di Raddusa, marchesi di Manchi e di Belici e i marchesi di Regiovanni, baroni di Spedalotto, conti di Prades.
  • [13 gen.] Pietro, II barone di Graneri (inv. 12 ott. 1471), I barone d'Aragona, della Cuba, di Sparacogna, e della metà di Malinventre (mar. nom. inv. 12 nov. 1479). Ambasciatore di Catania, Strategoto di Messina. Morì 1494. Sposò Giovannella Bonsoli, baronessa d'Aragona.
  • [14 gen.] Angelo Francesco, II barone d'Aragona, ecc. (inv. 1505). Sposò (1504) Lucrezia Barrese e Moncada, figlia di Anton Peri, barone di Militello Val di Noto.
  • [15 gen.] Perruccio, III barone d'Aragona, ecc. Sposò in prime nozze (1536) Sposò in prime nozze (1536) Caterina Paternò, figlia di Giovan Filippo, commissario imperiale di Carlo V per dare il possesso dell'isola di Malta ai cavalieri gerosolimitani. In seconde nozze sposò Elisabetta Bardi dei Baroni di Aci. Dal primo matrimonio ebbe:
  • [16 gen.] Angelo Francesco, IV barone d'Aragona ecc. (inv. 24 nov. 1546), capitano d'Armi per la numerazione delle Anime. 1546), capitano d'Armi per la numerazione delle Anime. Sposò Francesca Castello e Abbatelli, figlia di Giovannello, barone del Biscari. Da questo matrimonio nacquero: Orazio (vedi appresso), Cesare e Camillo i quali furono capostipiti della linea dei Baroni del Real Castello di Sant'Alessio, linea che non porremo qui in seguito, perché non successibile al principato di Biscari.
  • [17 gen.] Orazio, adottò per primo il nome PATERNÒ CASTELLO, V barone del castello d'Aragona, della Cuba e di Sparacogna (inv. 4 nov. 1573), I barone della terra e stato di Biscari, barone delli Sollazzi di Troina e barone dei Supplimenti di Trapani e Sciacca (per eredità del cugino Ferrante Castello, inv. 6 ottobre 1580), Regio Cavaliere a Speron d'Oro per tutta la discendenza (concessione 24 febbraio 1602). Sposò Digna la Valle e Statella dei baroni di Crucifia, da cui ebbe, fra gli altri figli, Antonio il quale fu capostipite delle linee dei Marchesi di San Giuliano e di Capizzi e dei Principi di Valsavoia (Moncada-Paternò), che non collochiamo in questo articolo perché non successibili al principato di Biscari, ma che troveranno luogo, secondo la loro precedenza, in articoli a parte.
  • [18 gen.] Agatino, ottenne dal re Filippo IV, con privilegio dato in Madrid il 21 giugno 1633 (esecut. Palermo 26 agosto 1633), il titolo di principe di Biscari, col trattamento di regio consanguineo, ed elevazione a principato della terra di Biscari, col suo distretto. Fondò in Biscari l'Abbazia di S. Giuseppe, immediatamente soggetta alla S. Sede, e di proprio ius patronatus. (Urbano PP. VIII, 9 ag. 1643). Fu Vicario Generale del Regno (1639-1649). Morì nel 1675. Sposò (1623) la propria nipote (figlia di un fratello maggiore) Maria Paternò Castello, La Restia, La Valle, e Beccadelli di Bologna, ereditiera IX baronessa d'Aragona ecc., IV baronessa di Biscari ecc. (inv.ª 15 febbr. 1622), e baronessa di San Filippo (inv.ª 21 giugno 1664). Da questo matrimonio nacquero quindici figli, fra i quali: Vincenzo (vedi appresso); Orazio, capostipite della linea dei Baroni della Sigona (estinta nel sec. XVIII nella medesima casa di Biscari); Giacinto, capostipite dei Duchi di Càrcaci (v. appresso, LINEA II, gen. 19ª).
  • [19 gen.] Vincenzo, II principe di Biscari, sopravvisse al padre di soli pochi mesi, e non prese quindi investitura. Sposò Felicia Gravina-Cruyllas, Alliata, Gravina e Gravina figlia di Ignazio, II principe di Palagonia.
  • [20 gen.] Ignazio, III principe di Biscari (inv. 15 febbr. 1676), X barone d'Aragona, della Cuba e di Sparacogna, V barone della terra e stato del Biscaro, II barone di S. Filippo, ecc. (inv. 16 sett. 1678), barone di Regalcaccia e Spinagallo, (mar. nom. inv. 9 marzo 1677). Sposò Leonora Paternò e Tornambene, figlia ed erede di Giacinto, barone di Regalcaccia e Spinagallo.
  • [21 gen.] Vincenzo, IV principe di Biscari, ecc. (inv. 20 settembre 1700, e 4 luglio 1735), I barone di Bìdani (inv. 27 luglio 1735), I barone d'Imbàccari e della terra di Mirabella (inv. 16 settembre 1747). Morì 1749 e nel suo testamento impose ai principi suoi discendenti di fissare la propria residenza esclusivamente in Catania, e di adottare sempre il nome di Vincenzo, in onore di questo Martire il cui corpo è venerato nella chiesa abbaziale di Biscari. Sposò Anna Scammacca e Bonajuto, figlia di Arcaloro, barone della Bruca e Crisciunà. Da questo matrimonio, tra gli altri figli, nacquero Ignazio Vincenzo (vedi appresso) e Niccolò, capostipite del ramo dei baroni di Regalcaccia e Spinagallo, oggi estinto nella casa Ansalone.
  • [22 gen.] Ignazio Vincenzo, V principe di Biscari, ecc. ecc. (inv. 7 luglio 1750), I barone di Alminusa e della terra di S. Anna (inv. 24 genn. 1750), I barone di Mandrili e Marcato di Toscanello (inv. 1 agosto 1783). Nacque nel 1719, morì nel 1786. Fu illustre archeologo e mecenate, di fama europea; scoperse gran parte delle antichità che illustrano la Sicilia orientale; fu accademico delle più reputate accademie, come quella degli Arcadi e quella della Crusca; fondò in Catania l'Accademia degli Etnei e il famoso Museo, oggi donato dai suoi discendenti alla città di Catania. Sposò Anna Maria Morso, Bonanno, Fardella e Del Bosco, figlia di Giovan Francesco, IV principe di Poggioreale, generale di battaglia dell'imperatore Carlo VI. (Leggi articolo de LA SICILIA anno 2018)
  • [23 gen.] Vincenzo Ignazio, VI principe di Biscari, ecc. ecc. (inv. 23 genn. 1787), I barone di Sciortavilla Superiore, di Sciortavilla Inferiore e dell'Imbaccari Soprani (inv. 20 dic. 1792), I barone della Gatta (inv. 13 genn. 1809), I barone della Sigona(m. n. inv. 22 ago. 1783), Cav. di Malta, gentiluomo di Camera del re Ferdinando III. Morì nel 1813. Fu anch'egli gran mecenate, e benefattore del popolo; durante la carestia del 1793, sedò il malcontento popolare, rifornendo a sue spese di pane il popolo di Catania. Sposò Francesca Paternò Castello e Arezzo, figlia ed erede di Gioacchino, barone della Sigona e di Bonincontro.
  • [24 gen.] Ignazio Vincenzo, VII principe di Biscari, ecc., colonnello proprietario di un reggimento di Cacciatori. Sposò Antonia Guttadauro e San Martino dei principi di Emanuel-Reburdone. Non ebbe posterità, morì nel 1844 e gli successe il fratello:
  • [24 gen.] Roberto Vincenzo, VIII principe di Biscari, ecc. Nato 1790, morto 1857. Sposò Lucrezia Tedeschi e Tedeschi dei baroni di Villallegra e S. Todaro. Ne ebbe molti figli, fra i quali: Francesco Vincenzo (vedi appresso) e Giuseppe che sposò Agata Rizzari e Bonajuto dei duchi di Tremisteri, e fu padre dell'attuale principe di Biscari (vedi appresso, gen. 26ª).
  • [25 gen.] Francesco Vincenzo, IX principe di Biscari, ecc., Ciamberlano di S. A. I. R. il Gran Duca di Toscana. Sposò Charlotte Valéry.
  • [26 gen.] Roberto Vincenzo, X principe di Biscari, ecc. (ricon. D. M. 22 dicembre 1901); donò alla città di Catania il celebre Museo Biscari. Nato a Pisa 1860, morto a Catania 1930, celibe, e gli successe de jure il cugino, figlio di suo zio Giuseppe:
  • [26 gen.] Don Roberto Vincenzo Paternò Castello, Rizzari, Tedeschi e Bonajuto (ndr, n.1872 m.1947), XI principe di Biscari, XVIII barone d'Aragona, della Cuba e di Sparacogna, VII barone d'Imbaccari e della terra di Mirabella, VII barone di Baldi, V barone di Sciortavilla, VII signore di Bidani, VI signore di Toscano, Mandrili e Marcato di Toscanella, V signore di Gatta, cav. d'on. e dev. del S. M. O. di Malta. N. 1871. Sposò 1904 Felicia Paternò dei principi di Sperlinga Manganelli, da cui: don Giuseppe Vincenzo (primogenito e immediato successore, n. 1908 †1960[4]), don Ignazio (n. 1913), e don Alvaro (1919). Questo principe ha un fratello per nome don Ignazio (n. 1875) cav. d'on. e dev. del S. M. O. di Malta, sposato (1921) con Maria Mancini, e un cugino per nome parimenti don Ignazio[9] (figlio di suo zio Camillo e di Maria Stagno dei princ. d'Alcontres, n. 1876) il quale, sp. (1900) con Angela dei baroni Auteri, ha ottenuto grazia dal Sommo Pontefice (1925) di abbracciare lo stato religioso nella Congregazione dei Chierici Regolari di S. Paolo (Barnabiti) e di ascendere al sacerdozio in costanza di matrimonio (1929), mentre la consorte si chiudeva in un monastero di Carmelitane Scalze, da lei costruito, nei pressi di Milano (vedi articolo sui due coniugi).

a) Linea Duchi di Carcaci (Pari del Regno)[10]

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Titolo concesso, col nominativo di Gianpolo, da Filippo IV re di Spagna e re di Sicilia a Placido Marullo il 28 ottobre 1648, acquistato da Vincenzo Paternò Castello l'11 aprile 1724 e commutato su Càrcaci con bolla imperiale di S. M. Cesarea Carlo VI, data in Vienna, 27 marzo 1725. Arma: inquartato di Paternò e di Castello.

  • [19 gen.] Giacinto (ultrogenito del principe Agatino) II barone di Bicocca (per eredità paterna, inv. 15 febb. 1676); morì nel terremoto 11 gennaio 1693. Sposò (1679) Agata Paternò e Lago d'Aragona, figlia di Vincenzo, barone di Raddusa e Destra.
  • [20 gen.] Vincenzo, III barone di Bicocca (inv. 12 genn. 1694), I barone della terra e Cugno di Carcaci (per riscatto dal parente Diego Paternò Castello, barone di S. Alessio, inv. 28 marzo 1719), I duca di Gianpaolo (per acquisto fattone dalla duchessa di Belviso, 11 aprile 1724), I duca di Càrcaci (per commuta da Giampaolo, con i medesimi dritti e anzianità, con bolla imperiale di Carlo VI data in Vienna 27 marzo 1725, esecutoriata 4 luglio 1725), aggregato fra i duchi nel Parlamento siciliano (1737). Ambasciatore di Catania al re Vittorio Amedeo (1713), commiss. gener. per la numerazione delle Anime (1714), vicario generale per tutto il Regno con l'alter ego (1743). Nato 1681, morto 1767. Sposò in 1e nozze (1695) Anna Maria Paternò e Trigona, di Francesco, bar. di Raddusa e Destra ; in 2e nozze (1719) Pudentiana Amico e Massa, di Francesco Amico e Tedeschi, bar. di Villamico. Dal 1° matrimonio ebbe: Mario Concetto (vedi appresso), Michele, capost. dei baroni di Bicocca (vedi Linea IV) e Francesco, Balì dell'O. di Malta, Ammiraglio e Capo della Lingua d'Italia, Gran Priore di Lombardia (1780).
  • [21 gen.] Mario Concetto, II duca di di Càrcaci, ecc. (inv. 1768). Nato nel 1700, morto nel 1781. Sp. (1727) Giovanna Maria Rizzari, Rizzari, Notarbartolo e Galletti, di Francesco, duca di Tremestieri.
  • [22 gen.] Giuseppe Vincenzo, III duca di Càrcaci, ecc. (inv. 1781) I barone di Placa e Bajana (per acquisto dal principe d'Alcontres, inv. 6 dicem. 1774), caval. di devoz. dell'O. di Malta col privilegio dell'abito caravanista (Lettera del G. Maestro Rohan, Malta, 18 agosto 1777). Nato 1728, morto 1817. Sp. (1752) Agata Scammacca, Perna, Polizzi e Montaperto, di Guglielmo, bar. della Bruca e Crisciunà.
  • [23 gen.] Mario Giuseppe, IV duca di Càrcaci, ecc. cavaliere di Malta, scrisse molte poesie che si conservano nella Biblioteca Ventimilliana di Catania. Nato 1754, morto 1821. Sposò (1779) Maria San Martino, Paternò, Reggio e Tedeschi, figlia di Francesco, principe di Pardo. Da costei nacquero molti figli, tre dei quali successero uno all'altro nella primogenitura della Casa, mentre l'ultimo, Giovanni, fu capostipite del ramo dei DUCHI PATERNÒ CASTELLO (vedi Linea III, gen. 24ª).
  • [24 gen.] Vincenzo, V duca di Càrcaci, ecc., gentiluomo di Camera del re Francesco I. Nato 1783, morto 1834. Sposò (1806) Maria Scammacca e Arezzo, figlia di Guglielmo, barone della Bruca e Crisciunà. Da questo matrimonio ebbe un figlio, Mario, il quale fu il VI duca di Càrcaci, nacque nel 1812, morì celibe a Firenze nel 1838. Gli successe lo zio:
    • [24 gen.] Francesco, VII duca di Càrcaci, ecc. gentiluomo di Camera del Re Ferdinando II. Uomo di elette virtù e di grande cultura, autore di opere storiche e scientifiche. N. 1798, † 1854 celibe; gli successe il fratello:
    • [24 gen.] Gaetano, VIII duca di Càrcaci, ecc. Gentiluomo di Camera del re Ferdinando II (1843). N. 1786, † 1854. Sposò in 1e nozze (1839) Antonia Paternò, Ventimiglia, Trigona e Moncada, di Vincenzo, marchese di Spedalotto e Regiovanni; e in 2e (1848) Fernanda Grifeo, Gravina, Migliaccio e Gravina, di Vincenzo, principe di Partanna e duca di Floridia, dama di corte di S. M. la Regina delle Due Sicilie. Da quest'ultima consorte ebbe:
  • [25 gen.] Francesco, IX duca di Càrcaci, VII barone di Placa e Bajana (riconosciuto D. M. 22 aprile 1903 e D. M. 22 aprile 1906), N. Napoli 1850, † Catania 1912. Sposò (1868) Agata Artale, Grifeo, Alliata e Gravina Cruyllas, di Filadelfo, marchese di Collalto, da cui: Gaetano (vedi appres.), don Filadelfo (n. 1871; sp. 1907 Lina Bertolo, da cui: don Francesco n. 1911), don Guglielmo, caval. di giust. del S. M. O. di Malta (n. 1872), don Roberto (n. 1876 ; sposò 1906 Eleonora Paternò Castello dei principi d'Emanuel, da cui: don Francesco n. 1913), don Riccardo (n. 1878; sposò Bianca lVeithavora), don Ernesto, cav. d'on. e dev. del S. M. O. di Malta (n. 1882; sp. 1914 Maria Cantarella), don Vincenzo (n. 1893; sp. 1921 Agata Paternò Castello dei duchi di Càrcaci).
  • [26 gen.] Don Gaetano Paternò Castello, Artale, Grifeo e Grifeo, X duca di Càrcaci, VIII barone di Placa e Bajana, nato 1869. Cavaliere d'on. e dev. del S.M.O. di Malta. Sposò (1862) Antonia Dorotea Scammacca, Paternò Castello, Trigona e Guttadauro dei baroni della Bruca e Crisciunà, da cui: don Francesco (primogenito e immed. success.) cav. del S.M.O. Costantiniano di S. Giorgio (n. 1893, sp. 1922 Wanda Maria Anna dei marchesi Diana, da cui: don Gaetano, n. 1923 e don Ferrante n. 1925)[11], don Vincenzo (n. 1897, sp. 1923 Maria Rosset, da cui don Ruggero, n. 1926), don Guglielmo (n. 1901, sp. 1929 Agata Majorana dei baroni della Nicchiara).

b) DUCA PATERNO' CASTELLO.

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Titolo concesso da Umberto I, re d'Italia, a Enrico Giacomo Paternò Castello e Guttadauro dei duchi di Càrcaci con R. D. 12 marzo 1885 e RR. LL. PP. 21 giugno 1885, e spezzatura di linea delle armi: semipartito e troncato: nel 1º di Paternò, nel 2º di Castello, nel 3º di Guttadauro che è d'azzurro a tre sbarre accompagnate da 6 bisanti, disposti 3 e 2 fra le sbarre e 1 nell'angolo sinistro della punta, il tutto d'oro. Elmo e corona ducali e manto di velluto di porpora, sparso di stelle d'oro. Giovanni, ultimogenito di Mario, duca di Carcaci. Fu cavaliere di Malta.

  • Sposò Eleonora Guttadauro e Arezzo, di Enrichetto, primogenito premorto di Luigi, principe di Emanuel, barone di Reburdone, e ultima della sua Casa. Da questo matrimonio nacque primogenito don Mario, cavaliere d'on. e dev. del S. M. O. di Malta (1882), il quale assunse in rappresentanza dell'avo materno il titolo di principe d'Emanuel. (Sp. Anna Spitaleri e Grimaldi dei bar. di Muglia, da cui don Enrico).
  • Enrico Giacomo, cavaliere del S. M. O. di Malta, ottenne dal re Umberto I il titolo di duca sul proprio cognome Paternò Castello. N. 1840, † 1908. Sposò Carmela Spitaleri e Grimaldi dei baroni di Muglia. Da cui: Giovanni (vedi appresso) e don Felice Alberto.
  • Don Giovanni Paternò Castello, Spitaleri, Guttadauro e Grimaldi, duca Paternò Castello, nato 1871. Sposò (1907) Stella Bruno; da cui: don Enrico (primog. e imm. success.).

c) BARONE DI BICOCCA.

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L'infeudazione della Bicocca (Catania) fu concessa ad Alessandro La Torre 19 settembre 1636. Feudo e titolo furono acquistati da Agatino, principe di Biscari, (inv. 22 genn. 1668) e da allora rimasero in dominio della Casa Paternò Castello. Arma: diviso di Paternò e di Castello.

  • [21 gen.] Michele, ultrogenito di Vincenzo, duca di Carcaci, Vicario Generale del Regno (vedi LINEA II, gen. 20ª), ebbe donazione dal padre, (donatio) pròpter nùptias (vedi pure 1), della baronia della Bicocca (inv. 20 febbraio 1750). Sposò in 1° nozze (1747) Angelica Asmundo; in 2e nozze (1749) Concetta Rizzari e Rizzari, di Francesco, duca di Tremisteri, in 3e nozze Caterina Massa e Lazzari. Dal primo matrimonio ebbe:
  • [22 gen.] Vincenzo Benedetto, V barone di Bicocca (inv. 4 maggio 1790). Sposò (1771) Agata Asmundo.
  • [23 gen.] Michele, VI barone di Bicocca. Sposò in 1° nozze Giovanna Corvaia, e in 2e Angelica Jacobacci. Da questo secondo matrimonio ebbe un figlio: Francesco (n. 1853) che sposò (1888) Maria Alessi, padre del vivente don Michele Antonino (n. 1891). Dal primo matrimonio ebbe più figli fra i quali: Vincenzo e Luigi (v. appresso), e Giuseppe (sp. 1851, Maria Sardo) da cui Michele Francesco (n. 1853[12], i. 1900, sp. Giovanna Reguleas) dal quale i viventi: don Giuseppe Benedetto (v. 1832[13], sp. Maria Battiati)[14] e don Giovanni Mario (n. 1884)[15][16].
  • [24 gen.] Vincenzo, VII barone di Bicocca, n. 1798, morto 1859. Sposò Emellina Paternò e Rizzari (del ramo dei conti Paternò del Grado). Morì senza figli e gli successe il fratello: Luigi, VIII barone di Bicocca. Sposò Anna La Rosa.
  • [25 gen.] Michele, IX barone di Bicocca, n. 1837, + 1919, sposò (1858) Rachele Maddiona.
  • [26 gen.] Luigi, X barone di Bicocca, illustre giureconsulto, dotto interprete del diritto feudale siculo. Nato 1869, morto 1925. Sp. (1895) Carmela Di Bartolo.
  • [27 gen.] Don Michele Paternò Castello, XI barone di Bicocca, dottore in ingegneria, n. 1898.[17]

Albero gen. G. Alvaro Manganelli

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 Antonio Alvaro Paternò, Principe di Sperlinga e Manganelli
 ?-†1831
=
Corradina Paternò Castello, dei Baroni della Sigona
 
 
 Giuseppe Alvaro Paternò, Principe di Sperlinga Manganelli
26.10.1784-22.3.1838
=
Silvia Maria Anna Gaetana Benedetta Gisira (Asmundo)
30.12.1799-22.7.1875
 
     
Antonio Alvaro Paternò Castello, IV Principe di Sperlinga, barone dei Manganelli
26.6.1817-3.8.1888
Corradina Paternò
22.2.1815-?
Maria Paternò
23.9.1818-?
Liboria Paternò
27.10.1819-26.8.1845
=
Antonino Paternò 23.7.1825-?
Figlio di Giovanni Battista Paternò del Toscano, Barone e Giuseppa Paternò
Raffaela Paternò
24.10.1820-19.1.1842


Altri Paternò senza collegamenti

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  • Artale Alagona acquistò il 18.11.1377 da Giovanni di Paternione il luogo chiamato Nessima, appartenente alla Camera Reginale, per 50 onze [18].
  • il feudo Burgio e le saline che rendevano circa 60 onze furono assegnati il 12.11.1393 al catanese Giovanni de Paternione [18]
  • Nel maggio 1375 lo ius relevii della salina della terra di Nicosia, dovuta alla R. Curia in seguito alla morte di Astasio de Tarento, barone di Castania, fu corrisposto da Nicolò di Paternione e da Filippo Marino di Messina[18]
  • Nel maggio 1375 Filippo Marino di Messina corrispose con Nicolò di Paternione lo ius relevii della salina della terra di Nicosia, dovuta alla R. Curia in seguito alla morte di Astasio de Tarento, barone di Castania[18]
  • il feudo lu Murgo a Giovanni di Paternione l’1.7.1398 (Barberi, I, 358)[18]
  • Anche il feudo Cuchara, in tenimento di Mineo, era posseduto da Ruggero e Riccardo Passaneto. Questo feudo, dopo la confisca, fu concesso al catanese Giovanni Paternione il 29.9.1392 (Barberi, I, 498)[18]
  • Nicola de Paternione miles di Catania figura come teste il 7.5.1360 (Asp, Moncada, 400, 465). Nel maggio 1375 lo ius relevii della salina della terra di Nicosia, dovuta alla R. Curia in seguito alla morte di Astasio de Tarento, barone di Castania, fu corrisposto da Nicolò di Paternione e da Filippo Marino di Messina (Asp, C, 14, 123)[18]
  • Il 18.11.1377 il nobile Giovanni di Paternione, di Catania, magister secretus et generalis procurator di Artale di Alagona, acquistò a nome di quest’ultimo per 50 onze il luogo chiamato Nessima, appartenente alla Camera Reginale (Giuffrida, 1978, 89)[18]
  • A pag. 353 in nota si cita un Anthonio de Paternione preso da un documento risalente alla data "Datum Panormi primo septembris VIIe indicionis" (Palermo, 1° settembre 1394 [VII indizione])[19]

Bibliografia storica

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  • E. Aguilera S.J., Provinciae Siculae Societatis Iesu ortus et res gestae ab anno 1546 ad annum 1672, voll. 2, Palermo, 1737-1740: parte prima
  1. ^ Enciclopedia di Catania, II ed., 1987.
  2. ^ Gualterius de Paternione/Gualtieri Paternò/Gualterium de Paternione/Gualteri de Paternione/Gauteri de Paterno/Gualtiero Paternò, notizia del 1422, nel ruolo di sostituto di Sallimbene Marchisio dell’ufficio del Protonotaro = vd. pp. 237-238 (Alessandro Silvestri, Pratiche cancelleresche, archivi e strumenti di governo nella sicilia di età bassomedievale (1412-1442))
  3. ^ Linea Caracciolo di Roccaromana su famiglienobilinapolitane.it; genmarenostrum.com/pagine-lettere/letterac/Caracciolo/Caracciolo-Orta.htm [Caracciolo Pisquizi Marchesi di Rodi e Roccaromana e Arena] su genmarenostrum.com da genmarenostrum.com/pagine-lettere/letterac/Caracciolo/anteprimacaracciolo.htm (Lista dei rami Caracciolo)
  4. ^ a b c d Casa Paternò, su angelfire.com.
  5. ^ Sposa nel 1930 Donna Maria Giulia Notarbartolo, figlia di Don Giuseppe dei Principi di Sciara e di Arcangela Centanini. Figli: a) Benedetto Orazio (1930), VIII Marchese di San Giuliano, VII Marchese di Capizzi, Barone di San Giuliano, Barone di Pollicarini, Signore dello jus luendi di Camopetro, Signore di Mottacamastra; b) Donna Maria Michela (1931); Don Giuseppe (1933-2018) ebbe fra i figli Diego sp. con una Corsini (Corsini genealogie)
  6. ^ CFR. Linee siciliane antiche (Moncada): Conti di Augusta, Caltanissetta, Adernò e Sclafani su mariomoncadadimonforte.it
  7. ^ Si riferisce a Federico III di Sicilia
  8. ^ Gualterius Paternionis (Gualterii de Paternione, Gualterio Paternò) a proposito del Capitolo Volentes è citato dal marchese Giacinto Dragonetti in Origine dei feudi nei regni di Napoli e Sicilia, loro usi e leggi feudali, Palermo, 1842, pp. 276-277, supportato dagli storici Guglielmo di Perno (Siracusa, XIV-XV secc) e citato anche da Antonio Mongitore in Bibliotheca Sicula, sive De scriptoribus Siculis: qui tum vetera, tum ... (Palermo, 1707, vol. 1, p. 265) che ricorda due Gualteri Paternò, vissuti a cento anni di distanza l'uno dall'altro.
  9. ^ Ignazio Paternò Castello e Stagno (Catania 1879 - Monza 1954). Una sorella, donna LUCREZIA PATERNò CASTELLO dei Principi di Biscari, cessava di vivere il 23.12.1951: il fratello don Ignazio con la moglie donna Maria Mancini, la cognata donna Felicia Paternò P.ssa di Biscari, i nipoti don Giuseppe P.pe di ... ecc. ricevevano le condoglianze da LA SICILIA del 24.12.1951.
  10. ^ Detta pure "Linea dei Principi di Biscari" (Paternò Castello)
  11. ^ Francesco Paternò Castello Di Carcaci, XI Duca di Carcaci, n. 1893, m. 1980. Storico del Casato. Vedi pure Francesco Paternò Castello Di Carcaci su geni.com
  12. ^ In realtà, Michele Francesco di Paola Paternò Castello sarebbe nato il 30 gennaio 1852 a Catania e morto il 30 gennaio 1900 a Catania. → v. Albero genealogico di Michele Francesco di Paola Paternò Castello Nob. su geneanet
  13. ^ [Sic!] Vedovo nel 1932.
  14. ^ v. Albero genealogico di Giuseppe Benedetto Paternò Castello Nob. su geneanet
  15. ^ In realtà i fratelli di questo ramo sono 7 in ordine di nascita: Maria (Paternò Castello) 1874-1955 sp. Giovanni Battista Ignazio Filippo De Mauro (1883ca-?); Andreina 1877-1936; Giuseppina 1878-1953; Giuseppe Benedetto 1882-1938; Giovanni 1884-1953; Benedetta 1887-1971, ha avuto un figlio, poi, adottato dalla sorella-zia con il nome di Mario De Mauro Paternò Castello 1912-1993; Carmela 1892-1966 sp. Arturo Tommaso Aveline (ca 1877-?).
  16. ^ Si tratta del RAMO DE MAURO PATERNO CASTELLO dei BICOCCA, in quanto Mario De Mauro Paternò Castello (1912-1993) sp. il 29 luglio 1942, a Roma, Maria Francesca Lariccia (ca 1912-?) da cui ebbero: Gian Michele (de Mauro Paternò Castello) n. 1943 e Massimo. A) Da Gian Michele sp. AnnaMaria Ferrara nascono: Daria n. 23/09/1973 e Mario, n. 05/04/1979 che sp. Luisa Giliberto Vanchieri, n. 09/12/1984: da cui nascono Gian Michele e Vittoria; B) Da Massimo sp. Flavia Ferrara nascono: Andrea (attualmente a Ferrara) e Chiara (Salerno e Lugano, Svizzera).
  17. ^ M. nel 1971.
  18. ^ a b c d e f g h Sezione I - Le famiglie feudali - Repertorio della feudalità siciliana (1282-1390) in storiamediterranea.it
  19. ^ (Alessandro Silvestri, Pratiche cancelleresche, archivi e strumenti di governo nella sicilia di età bassomedievale (1412-1442))