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1980s-1990s

Beyond Horizons

United States Space Force
Astronautica Militare degli Stati Uniti
Sigillo della Space Force
Descrizione generale
Attiva20 dicembre 2019 - in attività
NazioneBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Servizioforza armata
Tipoastronautica militare
Dimensione16.000 militari e civili (aprile 2020)[1]
Quartier generaleIl Pentagono[2]
Parte di
Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti
Dipartimento dell'Aeronautica degli Stati Uniti
Comandanti
Comandante in capoDonald Trump
Segretario della DifesaMark Esper
Segretario all'AeronauticaBarbara Barrett
Capo delle Operazioni SpazialiGenerale John W. Raymond
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La United States Space Force (USSF) è l'astronautica militare degli Stati Uniti d'America, parte integrante delle sei forze armate degli Stati Uniti d'America. Rappresenta la branca dell'amministrazione militare statunitense che si occupa di guerra spaziale.

L'USSF è uno degli otto "servizi in uniforme degli Stati Uniti" ed è nata il 20 dicembre 2019, sotto la presidenza di Donald Trump, come forza armata separata e indipendente, a partire dall'Air Force Space Command dell'Aeronautica.[3]

Il Dipartimento dell'Aeronautica, retto dal segretario all'Aeronautica, controlla sia l'Astronautica Militare sia l'Aeronautica Militare degli Stati Uniti.

Competenze[modifica | modifica wikitesto]

Funzioni[modifica | modifica wikitesto]

Secondo lo "United States Space Force Act" (ovvero il National Defense Authorization Act for 2020, Titolo ix, Sottotitolo D), documento istitutivo dell'USSF:[4]

«La Space Force sarà organizzata, addestrata, ed equipaggiata per fornire:

  1. libertà d'operazione agli Stati Uniti in, da, e verso lo spazio;
  2. operazioni spaziali immediate e prolungate.»

Doveri[modifica | modifica wikitesto]

I suoi doveri includono:[4]

«

  1. proteggere gli interessi degli Stati Uniti nello spazio;
  2. impedire aggressioni in, da, e verso lo spazio;
  3. condurre operazioni spaziali.»

Missione[modifica | modifica wikitesto]

La missione della USSF è di "organizzare, addestrare, ed equipaggiare le forze spaziali allo scopo di proteggere gli interessi statunitensi e alleati nello spazio e di fornire competenze spaziali per i piani di mobilitazione congiunta. Le sue responsabilità includono sviluppare militari professionisti dello spazio, acquisire sistemi militari spaziali, maturare una dottrina militare per lo spazio, e organizzare le forze spaziali da presentare ai Combattant Commands."[2]

La Space Force è nello specifico responsabile di organizzare, addestrare ed equipaggiare le truppe per le seguenti missioni:[5]

«

  • Superiorità nello spazio
  • Conoscenza del dominio spaziale (militare, civile, e commerciale)
  • Controllo offensivo e difensivo dello spazio
  • Comando e controllo delle forze spaziali e delle operazioni satellitari
  • Supporto alle operazioni spaziali (ad esempio, comunicazioni satellitari)
  • Servizio di supporto spaziale (ad esempio, operazioni di lancio od operazioni di portata spaziale per operatori militari, civili, e commerciali)
  • Supporto spaziale a comando, controllo e comunicazioni nucleari, e al rilevamento di esplosioni nucleari
  • Allerta missili e supporto spaziale alle operazioni di difesa missilistica»

Organizzazione[modifica | modifica wikitesto]

L'Astronautica Militare degli Stati Uniti è organizzata come una delle due branche di servizio militare all'interno del Dipartimento dell'Aeronautica Militare, unitamente all'Aeronautica degli Stati Uniti. Entrambi i servizi sono supervisionati dal Segretario dell'Aeronautica Militare, che ha la responsabilità generale di organizzare, addestrare ed equipaggiare l'Astronautica e l'Aeronautica.[6]

Organizzazione della Space Force all'interno del Dipartimento della Difesa.

Il comandante militare dell'Astronautica è il Chief of Space Operations (CSO), che è un ufficiale col grado di generale a quattro stelle (NATO OF-9). Il Capo delle Operazioni Spaziali diventerà un membro del Joint Chiefs of Staff a partire dal 20 dicembre 2020, ovvero un anno dopo la firma dello Space Force Act. Se autorizzato dal Segretario della Difesa, il Capo delle Operazioni Spaziali può avere un duplice incarico come Comandante dello United States Space Command.[7]

In forza del National Defense Authorization Act del 2020, l'Air Force Space Command (AFSPC) è stato rinominato United States Space Force ed elevato al ruolo di forza armata. Tutto il personale, le organizzazioni e i componenti dell'AFSPC sono stati quindi assegnati alla Space Force. I componenti principali dell'AFSPC erano il Fourteenth Air Force, per il controllo delle operazioni, e lo Space and Missile Systems Center, responsabile della ricerca e delle acquisizioni.
Il primo cambiamento organizzativo è avvenuto il 20 dicembre 2019, quando il Fourteenth Air Force è stato rinominato Space Operations Command (SpOC).[8]

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

Space Operations Command (SpOC),[9] Vandenberg Air Force Base, California

Space and Missile Systems Center (SMC),[10] Los Angeles Air Force Base, California

Equipaggiamento[modifica | modifica wikitesto]

Essa dispone dei seguenti sistemi radar e satellitari:

Satelliti[modifica | modifica wikitesto]

Radar[modifica | modifica wikitesto]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Primi programmi spaziali militari (1945-1982)[modifica | modifica wikitesto]

Le attività militari nello spazio iniziarono subito dopo la conclusione della Seconda Guerra mondiale. Nel 1946 il generale dell'Esercito Henry Arnold, generale in comando delle Forze Aeree dell'Esercito, comprese come gli Stati Uniti fossero a rischio di potenziali attacchi a lungo raggio per la prima volta nella storia. Arnold pertanto ordinò, al dott. Theodore von Kármán e alla neonata RAND Corporation, una perizia sulla fattibilità dell'uso di un satellite per fini di ricognizione strategica. Nello stesso anno, questo studio aveva identificato quasi tutte le aree di missione militare spaziale attualmente esistenti, cioè ricognizione e sorveglianza strategica, previsioni meteorologiche, comunicazioni, e navigazione.[11]

Bernard Schriever con alcuni modelli di missili di cui gestì lo sviluppo.

Il 18 settembre 1947, l'Aeronautica divenne una forza armata separata e indipendente dall'Esercito. Nel 1950 venne creato l'Air Research and Development Command (ARDC), dedicato a operazioni di ricerca e sviluppo. A luglio del 1954, l'ARDC stabilì la Western Development Division (WDD) e vi pose al comando l'allora brigadier generale Bernard Schriever, con l'incarico di gestire il programma per lo sviluppo di missili balistici intercontinentali, e tutti i programmi spaziali dell'Aeronautica.[11]

Quegli anni erano caratterizzati da una forte rivalità tra i servizi militari, che svilupparono ciascuno i propri programmi per la realizzazione di satelliti e vettori di lancio. In parallelo ai programmi gestiti dall'Aeronautica, l'Esercito si concentrò sul programma Explorer, e la Marina sul progetto Vanguard.[11]

Il 4 ottobre 1957, con il lancio in orbita dello Sputnik 1, il primo satellite artificiale della storia, l'Unione Sovietica prese in contropiede gli Stati Uniti. La crisi che ne conseguì segnò un punto di svolta nella percezione politica statunitense dell'importanza di raggiungere la supremazia nello spazio.[12]

Nel tentativo di porre fine all'improduttiva ridondanza dei progetti spaziali delle singole forze armate, l'amministrazione Eisenhower decise di centralizzare tutti i programmi spaziali (militari e civili) sotto un'unica agenzia, l'Advanced Research Projects Agency (ARPA), nata il 7 febbraio 1958. Ma la nuova agenzia, pur mantenendo il controllo tecnico dei progetti, si limitò a redistribuirli, sotto contratto, ai singoli servizi militari. In particolare, l'Aeronautica, che fino ad allora era rimasta indietro rispetto a Esercito e Marina, si vide affidare l'80% dei progetti spaziali.[12]

Nel rispetto della politica "space for peaceful purposes", il 29 giugno 1958, Eisenhower firmò l'atto istitutivo della NASA, un'agenzia federale civile che avrebbe assunto la responsabilità per tutte le attività spaziali, con l'eccezione dei progetti associati esclusivamente a specifiche militari. La NASA assorbì quindi elementi dell'Army Ballistic Missile Agency (ABMA) dell'Esercito, e del Naval Research Laboratory (NRL) della Marina, ostacolandone significativamente i programmi spaziali. L'Aeronautica dovette cedere soltanto il programma Man In Space Soonest, nell'ambito del trasferimento dall'ARPA alla NASA di tutti i progetti per portare l'uomo nello spazio. L'ARPA consegnò anche i programmi di tracciamento e comunicazione satellitare, e i progetti sui satelliti meteorologici e di navigazione.[12]

L'opa della NASA sui programmi spaziali di Esercito e Marina rese l'Aeronautica la forza armata favorita per il controllo delle missioni spaziali militari. A partire del 1959, i comandanti dell'Aeronautica iniziarono a riaffermare le proprie rivendicazioni sulle operazioni spaziali militari, utilizzando il termine "aerospazio" per legittimare il ruolo del loro corpo nello spazio extra-atmosferico, in quanto naturale estensione dell'atmosfera. Nell'aprile di quell'anno, l'ammiraglio Arleigh Burke, Capo delle Operazioni Navali, propose al Joint Chiefs of Staff la creazione di un organo congiunto per la direzione e il controllo delle operazioni spaziali militari, incontrando la ferma opposizione degli ufficiali dell'Aeronautica.
Il 18 settembre, il Segretario della Difesa Neil McElroy abbracciò le richieste dell'Aeronautica, assegnandole la responsabilità per "lo sviluppo, la produzione e il lancio di vettori spaziali". Il 30 dicembre, l'ARPA venne ufficialmente dispensata dal ruolo di agenzia centrale per tutte le attività spaziali del Dipartimento della Difesa.[12] La decisione di McElroy venne riaffermata il 16 giugno 1960 dal suo successore Thomas Gates.[13]

Nel 1961, con l'ARPA ormai relegata a un ruolo di ricerca e sviluppo, ed Esercito e Marina rimossi da qualsiasi ruolo importante nello spazio, l'amministrazione Kennedy designò il Dipartimento dell'Aeronautica agente esecutivo per le missioni di supporto alla difesa spaziale militare, con la responsabilità della maggior parte dei progetti di sviluppo militare nello spazio.[12]

Il 17 marzo il generale White, Capo di Stato maggiore dell'Aeronautica, annunciò un'importante riorganizzazione del programma spaziale e di quello missilistico, allora frammentati tra varie unità. A quel tempo, la principale spartizione di responsabilità era tra ricerca e sviluppo, che era compito dell'ARDC, e l'acquisizione, assegnata all'Air Materiel Command (AMC). In particolare, in quanto erede della WDD, la Ballistic Missile Division dell'ARDC aveva mantenuto le responsabilità di ricerca e sviluppo per i programmi spaziali, ma il suo compito più importante in quegli anni la vedeva in stretta collaborazione con il Ballistic Missile Center dell'AMC per lo sviluppo di missili balistici intercontinentali. L'ormai tenente generale Bernard Schriever, allora comandante dell'ARDC, aveva già da tempo espresso il proprio disappunto sul fatto che due importanti programmi militari competessero per risorse e focalizzazione all'interno della stessa organizzazione di ricerca e sviluppo.[13]

La riorganizzazione entrò in vigore il 1º aprile 1961, con la creazione dell'Air Force Systems Command (AFSC) al cui comando venne posto Bernard Schriever, che venne promosso a generale. L'AFSC soprassedette all'ARDC e all'AMC, ottenendo il controllo di ricerca, sviluppo e acquisizione per tutti i sistemi aerospaziali e missilistici. La riorganizzazione tenne altresì conto della separazione tra i programmi spaziale e missilistico a lungo richiesta da Schriever, creando quattro divisioni subordinate all'interno dell'AFSC, con responsabilità differenziate. Tra queste, la Ballistic Systems Division (BSD) accentrò tutti i progetti missilistici, mentre per i progetti spaziali venne costituita la Space Systems Division (SSD).[13]

L'Air Force Space Command (1982-2019)[modifica | modifica wikitesto]

Scudo dell'Air Force Space Command, antesignano diretto della Space Force.
Lo stesso argomento in dettaglio: Air Force Space Command.

Il 1º settembre 1982, l'Aeronautica costituì l'Air Force Space Command, avente le operazioni spaziali come missione principale. Le operazioni spaziali dell'epoca della Guerra Fredda consistevano principalmente di allerta missilistica, operazioni di lancio, controllo satellitare, sorveglianza spaziale e comando e controllo.[2]

A partire dal 2001, nel quadro della Guerra al terrorismo, l'AFSPC ha fornito supporto spaziale al comandante del Central Command nelle aree delle comunicazioni; posizionamento, navigazione e tempistica; meteorologia; e allerta.[2]

Nel 2005, l'Air Force ampliò le aree di competenza dell'AFSPC per includere il cyberspazio. In accordo con ciò, l'Air Staff assegnò la responsabilità di condurre operazioni cyberspaziali all'AFSPC attraverso il Twenty-Fourth Air Force, che fu attivato nell'agosto 2009.[2]

Nel luglio 2018, la missione cyberspaziale dell'Aeronautica è stata trasferita all'Air Combat Command, centralizzando le competenze di guerra dell'informazione all'interno dell'Aeronautica. Questa mossa ha permesso all'AFSPC di focalizzarsi sulla missione spaziale.[2]

Indipendenza (2019-presente)[modifica | modifica wikitesto]

Il 20 dicembre 2019, il Presidente Donald Trump firma l'atto istitutivo della Space Force. In piedi a sinistra è presente il gen. John W. Raymond, primo Capo delle Operazioni Spaziali.

Il 18 giugno 2018, il Presidente Donald Trump annunciò di aver ordinato la fondazione di un'Astronautica Militare come sesto ramo delle Forze Armate Statunitensi.[14] In quello stesso mese, Trump ordinò al National Space Council (un organo del proprio Ufficio esecutivo) di avviare le dovute procedure per la costituzione di un'Astronautica Militare.[15]

Il 20 dicembre 2019 Trump firmò il National Defense Authorization Act per l'anno fiscale 2020, appena approvato dal Congresso, rendendolo esecutivo e formalizzando la trasformazione dell'Air Force Space Command in una forza armata separata e indipendente, denominata "United States Space Force".[16]

In forza della Space Policy Directive–4, firmata il 19 febbraio 2019, l'Astronautica Militare Statunitense è attualmente inquadrata all'interno del Dipartimento dell'Aeronautica Militare.[6]


Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) What's the Space Force, su Spaceforce.mil, United States Space Force, 20 dicembre 2019. URL consultato il 16 aprile 2020.
  2. ^ a b c d e f (EN) U.S. Space Force Fact Sheet, su Spaceforce.mil, United States Space Force, 20 dicembre 2019. URL consultato il 16 aprile 2020.
  3. ^ (EN) Associated Press, Donald Trump officially launches US Space Force, in The Guardian, 21 dicembre 2019. URL consultato il 21 dicembre 2019.
  4. ^ a b (EN) National Defense Authorization Act for Fiscal Year 2020 (PDF), su docs.house.gov, Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti d'America, dicembre 2019.
  5. ^ (EN) Comprehensive plan for the Organizational structure of the US Space Force (PDF), su airforcemag.com, Department of the Air Force, febbraio 2020. URL consultato il 17 aprile 2020.
  6. ^ a b (EN) Space Policy Directive 4, su www.spaceforce.mil, United States Space Force, 20 dicembre 2019. URL consultato il 17 aprile 2020.
  7. ^ (EN) U.S. Department of Defense, United States Space Force Strategic Overview (PDF), su defense.gov, febbraio 2019. URL consultato il 17 aprile 2020.
  8. ^ (EN) 14th Air Force now designated as U.S. Space Operations Command, in UPI, 30 dicembre 2019. URL consultato il 17 aprile 2020.
  9. ^ (EN) Space Operations Command, su vandenberg.af.mil, Vandenberg Air Force Base, 23 dicembre 2019. URL consultato il 18 aprile 2020.
  10. ^ (EN) Space and Missile Systems Center, su losangeles.af.mil, Los Angeles Air Force Base. URL consultato il 18 aprile 2020.
  11. ^ a b c (EN) USAF Gen. Bernard A. Schriever, Military Space Activities – Recollections and Observations (PDF), in The U.S. Air Force in Space 1945 to the Twenty-first Century, USAF History and Museums Program – United States Air Force, R. Cargill Hall e Jacob Neufeld, 1998, pp. 11-17.
  12. ^ a b c d e (EN) David N. Spires, The Air Force and Military Space Missions – The Critical Years, 1957-1961 (PDF), in The U.S. Air Force in Space 1945 to the Twenty-first Century, USAF History and Museums Program – United States Air Force, R. Cargill Hall e Jacob Neufeld, 1998, pp. 33-45.
  13. ^ a b c (EN) David N. Spires, Beyond Horizons: A History of the Air Force in Space, 1947-2007, United States Air Force, 31 dicembre 2007.
  14. ^ Donald Trump vuole un corpo militare per lo Spazio, su Focus, 23 giugno 2018.
  15. ^ (EN) Remarks by President Trump at a Meeting with the National Space Council and Signing of Space Policy Directive-3, su White House, 18 giugno 2018.
  16. ^ (EN) Trump Signs Law Establishing U.S. Space Force, su U.S. Department of Defense.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

[[Categoria:Forze armate statunitensi]]