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Alfred Hellmuth Andersch (Monaco di Baviera, 4 Febbraio 1914Berzona, 21 Febbraio 1980) è stato uno scrittore, editore e produttore radiofonico tedesco. Fu fra i membri fondatori del Gruppo 47 [1], e uno degli scrittori critici della letteratura del dopoguerra. La sua opera più importante, " Le ciliegie della libertà ", è un'autobiografia scritta nel 1952.

Vita[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1914 al 1939[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di una famiglia borghese-conservatrice di Monaco di Baviera, frequenta il liceo Wittelsbacher. Al direttore del liceo Joseph Gebhard Himmler, Alfred si ispirerà per comporre il suo ultimo racconto "Erzählung Der Vater eines Mörders", pubblicato nel 1980.

Si dedica molto alla vita politica. Nel 1930 entra a far parte del Partito comunista tedesco (DKP) e a diciotto anni diventa leader dell'organizzazione della Lega della gioventù comunista in Baviera meridionale. Viene arrestato dai nazisti durante le persecuzioni del 1933, e trascorre tre mesi nel campo di concentramento di Dachau. Dopo questa esperienza pone fine alla sua attività politica per paura di ulteriori persecuzioni. Dopo un breve periodo, trova impiego presso una casa editrice e nel 1934 intraprende il suo primo viaggio in Italia con la fidanzata Angelika Albert, sposata l'anno successivo. Dopo il matrimonio la coppia visita l'Italia per la seconda volta.

Nel 1937 inizia a lavorare in una cartiera di Amburgo e a scrivere i suoi primi racconti. Il suo insegnante privato Günther Herzfeld-Wüsthoff sarà per lui un valido aiuto, facendogli conoscere e studiare le opere di grandi autori come Leopold von Ranke, Stendhal o Thomas Mann. [2]

Dal 1940 al 1945[modifica | modifica wikitesto]

Alfred smette di scrivere nel 1940, quando viene chiamato per la prima volta nella Wehrmacht e impiegato in Francia. Nell'autunno dello stesso anno mentre si trova a Colonia, conosce la sua seconda moglie, la pittrice e insegnante Gisela Groneuer. Venne temporaneamente licenziato dalla Wehrmacht a causa del suo fidanzamento con una donna ebrea. (CHI E' QUESTA DONNA EBREA? E' GISELA O UN'ALTRA? CHE FINE HA FATTO LA PRIMA MOGLIE? I due si trasferirono a Francoforte dove nacque il loro primo figlio e Alfred trovò lavoro come impiegato presso una frabbrica di cosmetici. Nel 1942 si separò dalla moglie Angelika e divorziò nel 1943. [3] In quello stesso anno venne reclutato nuovamente per il servizio militare, ma il 7 Giugno 1944 disertò per diventare soldato della ventesima partizione (??) dell'aeronautica militare a Nord di Roma, a Oriolo. [4] Dal 1944 al 1945 fu prigioniero di guerra in Louisiana, Rhode Island e Fort Hunt Park, in Virginia. Collaborò come redattore (MA DA PRIGIONIERO??) per il giornale "Der Ruf – Blätter für deutsche Kriegsgefangene" e nel 1945 tornò in Germania, a Darmstadt.

Dal 1946 al 1958[modifica | modifica wikitesto]

Alfred lavora come assistente redattore di Erich Kästners dal 1946 al 1947 presso il periodico "Neue Zeitung" di Monaco. Essendo molto vicino alle posizioni dell'esistenzialismo francese, non sostenute dal periodico per il quale lavorava, decide di pubblicare una sua rivista con lo scrittore Hans Werner Richter. Andersch e Richter sostenevano una posizione di sinistra e non mancarono, per questo, le critiche da parte della comunità editoriale che non riteneva che la rivista dovesse esprimere un orientamento politico. Quando questa venne chiusa, i due scrittori decisero di fondarne una nuova che si sarebbe dovuta concentrare soprattutto sulla letteratura. Nel 1947 organizzarono un incontro con i più importanti scrittori e critici letterari, per cercare consensi, ma venne negata loro la licenza per la pubblicazione.

Dal 1948 al 1958 Andersch lavorò come produttore radiofonico culturale-letterario e promosse la nuova e inusuale letteratura, come quella di Arno Schmidt. (??? spiegare meglio in cosa consiste "la nuova e inusuale letteratura")

Nel 1950 sposò Gisela Groneuer e nel 1952 la coppia si trasferì ad Amburgo. Nel 1952 Alfred scrisse l'opera più conosciuta, l'autobiografia: "Le ciliegie della libertà". [5]

Dal 1958 al 1980[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1958 Alfred e la moglie vissero a Berzona, in Svizzera. Il loro trasloco in Svizzera fu anche una protesta contro lo sviluppo politico-culturale della società della Repubblca Federale tedesca. (IN che senso?) Nel 1972 ricevette la cittadinanza svizzera. Lì visse come uno scrittore freelance di successo e intraprese molti viaggi culturali con sua moglie.

Continuò a svolgere un ruolo significativo nella scena letteraria tedesca e intrattenne numerose corrispondenze con Ingeborg Bachmann, Johannes R. Becher, Heinrich Böll, Günter Eich, Hans Magnus Enzensberger, Gunter Grass, Helmut Heißenbüttel, Wolfgang Koeppen, Martin Walser e Peter Weiss. Dal 1970 fu un membro dell'Accademia tedesca per la lingua e la poesia.

Morì il 21 Febbraio 1980 dopo una lunga malattia. Alla sua morte, la pubblicistica della Repubblica Federale tedesca era ampiamente d'accordo nel riconoscere l'importanza delle sue opere.[6]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • 1958: Premio della critica tedesca
  • 1967: Nelly-Sachs-Preis
  • 1968: Charles-Veillon-Preis
  • 1975: Premio letterario dell'Accademia bavarese delle Belle Arti

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Romanzi[modifica | modifica wikitesto]

  • Sansibar oder der letzte Grund. Walter, Olten 1957
  • La Rossa. Walter, Olten 1960
  • Efraim. Diogenes, Zürich 1967
  • Winterspelt. Diogenes, Zürich 1974

Racconti[modifica | modifica wikitesto]

  • Le ciliegie della libertà. FVA, Frankfurt am Main 1952 (TITOLO IN ITALIANO??)
  • Piazza San Gaetano. Suite. Walter, Olten 1957 (TITOLO IN ITALIANO?)
  • Geister und Leute. Zehn Geschichten. Walter, Olten 1958
  • Ein Liebhaber des Halbschattens. Drei Erzählungen. Walter, Olten 1963
  • Tochter. Erzählung. Diogenes, Zürich 1970
  • Gesammelte Erzählungen. Diogenes, Zürich 1971
  • La mia sparizione a Providence. Neun neue Erzählungen. Diogenes, Zürich 1971 (TITOLO IN ITALIANO?)
  • Alte Peripherie. Ausgewählte Erzählungen. Aufbau, Berlin 1973
  • Meistererzählungen. Bertelsmann, Gütersloh 1975
  • Weltreise auf deutsche Art. Eine Geschichte. Diogenes, Zürich 1977
  • Der Vater eines Mörders. Eine Schulgeschichte. Diogenes, Zürich 1980
  • Flucht in Etrurien. Zwei Erzählungen und ein Bericht. Diogenes, Zürich 1981
  • Sämtliche Erzählungen. Diogenes, Zürich 1983
  • Weltreise auf deutsche Art. Gesammelte Erzählungen. Aufbau, Berlin 1985
  • Erinnerte Gestalten. Frühe Erzählungen. Diogenes, Zürich 1986

Radiodrammi[modifica | modifica wikitesto]

  • Biologie und Tennis. HR 1950
  • Die Feuerinsel oder die Heimkehr des Kapitäns Tizzoni. NWDR 1954
  • Von Ratten und Evangelisten. SWF 1956
  • Fahrerflucht. Mit Hans-Christian Blech (Tankwart), Martin Held (Manager), Gustl Halenke (Mädchen) u.v. a. Regie: Marcel Ophüls. SWF/RB 1957; Buchausgabe: Hans Bredow-Institut, Hamburg 1958
  • Der Tod des James Dean. Eine Funkmontage. Mit Texten von John Dos Passos. Mit Hermann Schomberg (John Dos Passos), Rolf Boysen (Robert Lowry), Klaus Kammer (Allen Ginsberg), Heinz Schimmelpfennig (E. E. Cummings), Herbert Fleischmann (Robinson Jeffers). Regie: Friedhelm Ortmann. SWF/HR/RB 1959; Buchausgabe: Tschudy, St. Gallen 1960.
    • 1997 produzierte der BR Hörspiel und Medienkunst ein Remake. Mit Christian Berkel (John Dos Passos), Ingo Hülsmann (Robert Lowry), Ben Becker (Allen Ginsberg), Detlef Kügow (E. E. Cummings), Timo Dierkes (Robinson Jeffers) u. a. Regie: Barbara Schäfer.
  • Der Albino. SWF/RB 1960
  • In der Nacht der Giraffe. HR 1960. Regie: Martin Walser, mit Klaus Kammer, Wolfgang Kieling und Siegfried Wischnewski.

Lirica[modifica | modifica wikitesto]

  • Empört euch der himmel ist blau. Gedichte und Nachdichtungen 1946–1977. Diogenes, Zürich 1977

Saggi[modifica | modifica wikitesto]

  • Deutsche Literatur in der Entscheidung. Ein Beitrag zur Analyse der literarischen Situation. Volk & Zeit, Karlsruhe 1948
  • Die Blindheit des Kunstwerks und andere Aufsätze. Suhrkamp, Frankfurt am Main 1965
  • Giorgio Bassani oder vom Sinn des Erzählens. Kulturamt, Dortmund 1969
  • Wie trivial ist der Trivialroman? Diogenes, Zürich 1971
  • Einige Zeichnungen. Diogenes, Zürich 1977
  • Öffentlicher Brief an einen sowjetischen Schriftsteller, das Überholte betreffend. Reportagen und Aufsätze. Diogenes, Zürich 1977
  • Ein neuer Scheiterhaufen für alte Ketzer. Kritiken und Rezensionen. Diogenes, Zürich 1979
  • Es gibt kein fremdes Leid. Briefe und Essays zu Krieg und Frieden. Mit Konstantin Simonow. Galerie, Schwifting 1981
  • „...einmal wirklich leben“. Ein Tagebuch in Briefen an Hedwig Andersch 1943–1975. Diogenes, Zürich 1986

Racconti di viaggio[modifica | modifica wikitesto]

  • Wanderungen im Norden. Walter, Olten 1962
  • Aus einem römischen Winter. Reisebilder. Walter, Olten 1966
  • Hohe Breitengrade oder Nachrichten von der Grenze. Diogenes, Zürich 1969
  • Norden, Süden, rechts und links. Von Reisen und Büchern 1951–1971. Diogenes, Zürich 1972
  • Irische Impressionen. Hahnemühle, Dassel 1982

Raccolte[modifica | modifica wikitesto]

  • Bericht, Roman, Erzählungen. Walter, Olten 1965
  • Gerd Haffmans (Hrsg.): Das Alfred-Andersch-Lesebuch. Diogenes, Zürich 1979
  • Dieter Lamping (Hrsg.): Gesammelte Werke in 10 Bänden. Kommentierte Ausgabe. Diogenes, Zürich 2004

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giulia A. Disanto, 1947-1967: vent'anni d'influenze. Il Gruppo 47 e la costituzione di un canone della letteratura tedesca, in Bollettino dell´Associazione italiana di germanistica (BAIG), vol. 1, maggio 2008.
  2. ^ Schütz Erhard e Jochen Vogt, Einführung in die deutsche Literatur des 20. Jahrhunderts, Wiesbaden, Verlag für Sozialwissenschaften, 1980, OCLC 913619807.
  3. ^ Stephan Reinhardt: Alfred Andersch. Eine Biographie. Diogenes, Zürich 1990, ISBN 3-257-01823-1.
  4. ^ Felix Römer: Kameraden. Die Wehrmacht von innen Piper Verlag, München 2012, ISBN 978-3-492-05540-6, S. 38.
  5. ^ (DE) Irene Heidelberger-Leonard, Alfred Andersch: Perspektiven zu Leben und Werk, su books.google.it. URL consultato il 26.11.16.
  6. ^ (DE) Norman Ächtler, Alfred Andersch: Engagierte Autorschaft im Literatursystem der Bundesrepublik, su books.google.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Alfred Andersch, Flucht in Etrurien Zwei Erzahlungen Und Ein Bericht, Zurigo, Diogenes, 1981, OCLC 558662454.
  • (DE) Maria Elisabeth Brunner, Der Deserteur und Erzähler Alfred Andersch. „Daß nichts dunkel gesagt werden darf, was auch klar gesagt werden kann", Francoforte, Lang, 1997, OCLC 646833170.
  • (DE) Jörg Döring, Felix Römer e Rolf Seubert, Alfred Andersch desertiert. Fahnenflucht und Literatur (1944–1952), Berlino, Verbrecher Verlag, 2015, ISBN 978-3-943167-98-6.
  • (DE) Matthias Liebe, Alfred Andersch als Gründer und Leiter des „Radio-Essays “, in VS Verlag für Sozialwissenschaften, n. 171-177, 1994.
  • (DE) Livia Wittmann, Alfred Andersch, Stoccarda, Verlag W. Kohlhammer, 1971, OCLC 580873144.
  • (DE) Ursula Reinhold, Alfred Andersch. Politisches Engagement und literarische Wirksamkeit, Berlino, Akademie-Verlag, 1988, OCLC 570601331.