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Taeko Kōno (河野多惠子?, Kōno Taeko) (Osaka, 24 Febbraio 192629 Gennaio 2015) è stata una scrittrice giapponese, ritenuta tra le più importanti della seconda metà del ventesimo secolo.

Ha avuto una notevole influenza sulle scrittrici contemporanee in Giappone Kōno fa parte di una eccezionale generazione di scrittrici che fece la sua comparsa in Giappone tra gli anni '60 e '70 di cui fanno anche parte Kurahashi Yumiko, Mori Mari, Setouchi Harumi e Takahashi Takako. Riuscì ad essere anche apprezzata come saggista, drammaturga e critica letteraria. Verso la fine della sua vita fu una figura di riferimento per la letteratura giapponese ed una delle prime autrici a far parte della commissione del premio letterario Akutagawa.[1] Oe Kenzaburo, vincitore del premio Nobel per la letteratura, la descrisse come la scrittrice più "lucidamente intelligente" attiva in Giappone, ed il critico e accademico statunitente Masao Miyoshi la indicò tra le più "criticamente attente e storicamente avvedute". Davinder Bhowmik, critico e accademico statunitense, affermò che si trattava di "una delle voci davvero originali del ventesimo secolo, al di là di tematiche di genere e nazionalità".

Scrittrice impegnata con temi piuttosto oscuri, Kōno è nota anche a lettori non giapponesi grazie alla collezione di racconti brevi Toddler-Hunting and Other Stories (New Directions, 1996) che raccoglie i suoi scritti più famosi dagli anni sessanta.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Kōno Taeko, figlia di Kōno Tameji, un uomo d'affari, e Yone,[1][2] durante la gioventù soffrì di salute cagionevole e all'età di 15 anni, quando scoppiò la Guerra del Pacifico, fu costretta a lavorare come sarta, per cucire uniformi, e nelle fabbriche di munizioni.[3] Conclusa la guerra, completò i suoi studi laureandosi in economia all'Università Femminile (oggi l'Università della prefettura di Osaka) nel 1947.[2][4] Kōno iniziò a raccontare attraverso la scrittura il nuovo senso di libertà e di speranza che si provava dopo la guerra.[1] Determinata a fare carriera come scrittrice, si trasferì a Tokyo, al tempo brulicante di attività e personalità letterarie, entrò a far parte del gruppo di scrittori presieduto da Niwa Fumio, ma avendo un lavoro a tempo pieno, dedicò alla scrittura solo il proprio tempo libero. Dopo averci provato per dieci anni, durante i quali si ammalò anche di tubercolosi, finalmente nel 1961 la rivista letteraria Shinchōsha cominciò a pubblicare le sue storie e nel 1962 venne premiata dallo stesso periodico per il racconto Yōji-gari (幼児狩り, "Toddler Hunting" ). Nel 1963 il racconto Kani (蟹 ,"Crabs") vinse il prestigioso premio Akutagawa e già nel 1962 Yuki ("Neve") era stato candidato allo stesso premio.[2] In seguito a questi riconoscimenti, Kōno cominciò a scrivere una grande quantità di racconti. Nel 1965 sposò il pittore Yasushi Ichikawa.[2] Nel 1967 ricevette il premio letterario femminile per Saigo no toki ("Final Moments"), nel 1968 il premio Yomiuri per Fui no Koe (不意の声, "A Sudden Voice") e nel 1980 il premio Tanizaki per Ichinen no bokka ("A Year-long Pastoral"). L' Accademia d'Arte Giapponese la premiò nel 1984. Vinse il premio Noma nel 1991 per il romanzo Miiratori ryōkitan ("Mummy-Hunting for the Bizarre", 1990).[2][4] Il racconto Hone no niku ("Bone Meat") fu pubblicato nel 1977 nell'antologia "Contemporary Japanese Literature" (edito da Howard Hibbett): questo la fece conoscere ai lettori non giapponesi. Un flusso di traduzioni verso l'inglese seguì in una serie di antologie riguardanti le scrittrici giapponesi, che culminò con la pubblicazione di Toddler-Hunting and Other Stories nel 1996.[2]

Nel 2014 venne nuovamente premiata dal Bunka Kunshō, l'Ordine della Cultura, presieduto dall'imperatore, che ha il compito di onorare artisti, studiosi o cittadini che si sono distinti per il proprio contribuito alla cultura, all'arte e alle scienze giapponesi.

Kōno scrisse fino a poco prima di morire, nel gennaio 2015.

Analisi letteraria[modifica | modifica wikitesto]

La scrittura di Kōno indaga "al di sotto dell'apparente normale routine della vita quotidiana, dove si possono trovare nascoste propensioni a comportamenti anormali e patologici" dimostrando che spesso "realtà e fantasia non sono così chiaramente distinguibili l'una dall'altra".[1] Quello delle pratiche sessuali alternative è uno dei temi che la scrittrice affronta: il sadomasochismo, ad esempio, figura in Toddler-Hunting e Ants Swarm (1964), così come i sui romanzi Miiratori ryōkitan e Kaiten Tobira ("Revolving Door", 1960) toccano anche il tema dello scambio di coppia.[4] Kōno sfrutta questi temi per esplorare la sessualità e l'espressione della propria identità, combinandoli con diversi elementi che la riguardano, quali la malattia, l'infanzia e l'assenza di una marito.[5] Più specificamente, i suoi lavori evidenziano "le difficoltà delle donne giapponesi a confrontarsi con la propria identità in una socitetà tradizionalmente patriarcale".[2] La maggior parte dei suoi personaggi femminili rifiuta le connotazioni tradizionali di femminilità e ruolo di genere e la frustrazione conduce queste donne "verso maniere violente, spesso antisociali o sadomasochiste di relazionarsi col mondo".[2] Per esempio in Yorigari o Toddler Hunting, uno tra i suoi racconti più famosi, viene raccontato il rifiuto di una donna verso i bambini. La protagonista, Hayashi Akiko, prova repulsione per le bambine ma è ossessionata dai ragazzini, prova inoltre piacere praticando sesso sadomasochista che sperimenta col suo partner adulto. Un critico ha affermato che la storia "ribalta completamente il mito della maternità", mentre altri asseriscono che Hayashi è una rappresentazione della donna demoniaca che minaccia il patriarcato stesso.[2] In Fui no koe (1968), che è stato anche definito dalla critica "l'Amleto femminile moderno", Kōno narra la storia di Ukiko, il cui defunto padre la tormenta. Il suo fantasma la induce all'omicidio delle persone che controllano la sua vita. Alla fine della storia viene rivelato che questi omicidi avvengono solo sua mente e lei sta "cercando, nella sua contorta maniera, di conferire signifiato alle relazioni quotidiane".[2]

Opere più famose[modifica | modifica wikitesto]

Anno Titolo giapponese Titolo inglese Premi
1975 Ketsu to Kaigara ( 血と貝殻 ) "Blood and Shell"
1990 Miiratori Ryōkitan ( みいら採り猟奇譚 ) "Cruel tale of a hunter become prey" Premio Noma
1960 Oyama Tsukai ( 女形遣い ) "Uses of a Female Impersonator"
1961 Yōjigari ( 幼児狩り ) "Toddler-Hunting"
1963 Kani ( 蟹 ) "Crabs" Premio Akutagawa
1967 Saigo no toki ( 最後の時 ) "The Final Hours"
1969 Fui no Koe ( 不意の声 ) "A Sudden Voice" Premio Yomiuri
1971 Hone no niku ( 骨の肉 ) "Bone Meat"
1980 Ichinen no bokka ( 一年の牧歌 ) "A Year-long Pastoral" Premio Tanizaki
2001 Han shoyūsha ( 半所有者 ) Premio Kawabata

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine della Cultura - nastrino per uniforme ordinaria

Opere tradotte in italiano[modifica | modifica wikitesto]

  • Yōjigari ("A caccia di bambini", 1961);
  • Saigo no toki ("Gli ultimi istanti", 1966);
  • Fui no koe ("Una voce improvvisa", 1968);
  • Kaiten tobira ("La porta girevole", 1970);
  • Hone no niku ("La carne", 1971);
  • Miira tori ryōkitan ("Strana storia di un cacciatore di mummie", 1990);
  • Han shoyūsha ("Un proprietario a metà", 2001).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d "Kōno Taeko", This kind of woman: ten stories by Japanese women writers, 1960-1976, Eds. and trans. Yukiko Tanaka, Elizabeth Hanson (Stanford: Stanford University Press, 1982), 44.
  2. ^ a b c d e f g h i j "Taeko Kono", Contemporary Authors Online, Gale, 9/12/2002. Retrieved 17 June 2009.
  3. ^ "Kono Taeko", The Columbia Anthology of Modern Japanese Literature: From 1945 to the present, Eds. J. Thomas Rimer, Van C. Gessel, New York: Columbia University Press, 2007), 190.
  4. ^ a b c KKo, "Kōno Taeko", Who's who in Contemporary Women's Writing, 2nd ed. (New York: Routledge, 2002), 175.
  5. ^ Mark Morris, "Japan", The Oxford guide to contemporary world literature, Ed. John Sturrock (Oxford: Oxford University Press, 1997), 281.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Gretchen Jones, Subversive Strategies: Masochism, Gender and Power in Kōno Taeko’s 3 “Toddler-Hunting”, in East Asia : An International Quarterly, vol. 18, n. 4, 2000, pp. 79-107.
  • (EN) Gretchen Jones, Deviant Strategies: The Masochistic Aesthetic of Tanizaki Jun'ichiro and Kono Taeko (Tesi di dottorato), University of California, Berkeley, 1999, OCLC 892826785.
  • (EN) Nagaike Kazumi, Japanese Women Writers Watch a Boy Being Beaten by His Father: Male Homosexual Fantasies, Female Sexuality and Desire (Tesi di dottorato), The University of British Columbia (Canada), 2005, OCLC 181077757.
  • (EN) Chizuko Uema, Resisting Sadomasochism in Kono Taeko (Tesi di dottorato), University of Oregon, 1998, OCLC 43763927.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]