Umberto Losi

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Umberto Losi

Umberto Losi, noto anche con lo pseudonimo di Cinello (Piacenza, 19281982), è stato un pittore italiano attivo nella seconda metà del Novecento, di stile surrealista, che partecipò a quella che venne definita la "Scuola del Fantastico di Piacenza".

Vita[modifica | modifica wikitesto]

Cinello (così è generalmente conosciuto il pittore Umberto Losi) nacque a Piacenza il 19 maggio 1928 nel popolare quartiere del Cantone del Cristo in una famiglia di macellai per tradizione. Egli però si sentì attratto dalla pittura e così pur continuando a fare il garzone nella bottega paterna (era rimasto orfano di madre a quattro anni) si iscrisse prima all'Istituto d'Arte Gazzola di Piacenza dove ebbe come insegnante Alfredo Soressi, dal quale imparò non solo i primi rudimenti del disegno ma anche i metodi per la preparazione dei supporti e le tecniche di pittura tra cui l'encausto e la tempera all'uovo[1], che lui predilesse; e poi passò all'Accademia di Belle Arti di Bologna che frequentò discontinuamente senza finire il ciclo di studi, tanto che lui stesso si considerava un autodidatta[2].

Rimase però in rapporti d'amicizia col suo vecchio maestro Soressi il quale anzi, quando questi nel 1948 ebbe la commissione di un lotto di un centinaio di effigi "commerciali" di cavalli da vendere[3] negli U.S.A, affidò a lui l'incarico di abbozzarne la maggior parte.

Terminato il periodo militare nell'Aeronautica a Taranto Cinello rientrò a Piacenza e sposò Carmen Moreno (che gli darà due figli) e si stabilirono, viste le ristrettezze economiche, in due stanzette in vicolo Valverde; tentò anche con un amico di avviare una produzione di tubi al neon a Cremona ma la cosa non funzionò e così si dedicò totalmente alla pittura.

Il debutto artistico di Cinello avvenne nel 1954, a ventisei anni, nella sua città natale, Piacenza, con una mostra nel Palazzo Gotico e l'anno dopo anche a livello nazionale esponendo alla Galleria delle Carrozze di Roma, e con una personale alla Galleria Schneider di Milano, e ancora a Milano partecipando nel 1955 e nel 1956 al Premio Graziano presso la Galleria del Naviglio di Carlo Cardazzo[4]. Sempre in quell'anno una sua opera viene scelta per illustrare la copertina della rivista Esso, a tiratura nazionale, per ricordare il centenario del motore a scoppio[5]. Alcuni anni dopo, nel 1958, partecipò alla Mostra Mercato d'Arte Internazionale a Palazzo Strozzi a Firenze e negli Stati Uniti alla Pittsburgh Carnegie International[6] e alla Contemporary Italian Artists, quest'ultima presso la Nuova Italia Gallery di New York e, sempre in quegli anni, organizzò personali alla D'Alessio Gallery a New York e alla Henry Gallery[5] ad Alexandria in Virginia[7].

Angelo
L'Angelo, 1967

Oltre a numerose mostre presso la Galleria Il Gotico di Piacenza, la città natale da cui non volle mai allontanarsi per troppo lungo tempo, e dove nel 1966 vinse il primo premio[8] nella mostra nazionale[2] dedicata alla Resistenza (e il Comune gli acquistò la tempera Personaggi[9] che aveva vinto il premio e che è esposta nel salone del Municipio), Cinello in quello stesso anno nel febbraio prese parte alla III Mostra di Arte Contemporanea[10] al Palazzo Reale di Milano e nel giugno alla Mostra Internazionale d'Arte Premio del Fiorino[11] a Palazzo Strozzi a Firenze; e purtroppo molti suoi dipinti andarono distrutti quando ci fu l'inondazione della città in quell'anno. E inoltre fu a Venezia[5] alla Galleria S. Stefano, fu invitato al Premio Suzzara nel 1968[12], e poi a Novara[5] (1970) e ripetutamente alla Galleria Arno di Firenze[5]. Tenne sue esposizioni anche a San Francisco negli U.S.A. nel 1967 alla Union Court Gallery[5], e nei Paesi Bassi, nel 1971 alla Galleria Tardy di Enschede[7], dove prima di lui avevano esposto Dalì e Picasso, e nel 1980 al Museo Singer di Laren[7], che ricevette la visita della regina Beatrice e inoltre, su invito, all'Esposizione Internazionale biennale Enfant du Monde di Werbier in Svizzera[5]. Nel 1972 esegue due cartelle di incisioni per le Edizioni del Cappello di Verona. Nel 1975 la Galleria Ricci Oddi di Piacenza acquista[13] il suo dipinto Un organetto a New York, che raffigura un organetto sullo sfondo di alienanti grattacieli simboleggianti la solitudine degli abitanti nelle metropoli, e un elmetto militare rovesciato che viene usato come orinatoio a rappresentare l'avversità alla guerra in Vietnam di quegli anni[8].

Cinello fece pure un'incursione nel mondo del cinema, con una piccola partecipazione in un film di Blasetti[14]; e inoltre il suo quadro Le Quattro Stagioni ispirò il regista Otto Preminger che nel suo film Advise and Consent lo riprese in varie scene[15].

Di indole gioviale e socievole, Cinello fu anche un appassionato melomane, con una collezione di circa duemila incisioni, e presiedette per anni la Tampa Lirica[16] di Piacenza e fu amico del tenore Gianni Poggi, suo concittadino, frequentandolo nei suoi soggiorni estivi in val Trebbia. L'ultima sua esposizione risale al 1980, a Piacenza, dove due anni dopo si spense, il 30 luglio 1982. Nell'estate del 2000 la sua città gli dedicò una mostra retrospettiva[17] di risonanza nazionale nelle sale del Palazzo Farnese, e poi nel 2002 due suoi quadri[18] sono presenti alla mostra nazionale Surrealismo padano a cura di Vittorio Sgarbi, che si tiene nei saloni del Palazzo Gotico di Piacenza. Nel 2022, a quarant'anni dalla scomparsa, gli è stata dedicata a Palazzo Galli[19] un'altra grande mostra retrospettiva.

Arte[modifica | modifica wikitesto]

Donna in bici
Donna in bicicletta, 1962

I dipinti di Cinello raffigurano un mondo incantato fatto soprattutto di donne-bambole, nude o discinte, "dalle facce maliziose e dalle nudità esibizioniste che svolgono evidentemente una professione imbarazzante"[20] ma sono "più ironiche che sensuali"[21] e con un "sottile felino erotismo"[22], e poi di arlecchini e clown enigmatici, di pianisti e suonatori d'organetto, di angeli ieratici e strani diavoli, di improbabili cicliste o ambulanti gelataie sullo sfondo di città geometrizzate come le facciate delle case prospicienti i canali di Amsterdam, o come il profilo di una qualche misteriosa città araba. Il tutto con un costante rifiuto della prospettiva e della espressività dei volti, ma sempre con una tecnica accuratissima e una attenta scelta dei materiali pittorici. Da tutti i critici che hanno trattato il Surrealismo nella seconda metà del Novecento (in primis Vittorio Sgarbi) Cinello viene accomunato a Spazzali[23], Foppiani[24], Armodio[25], Bertè[26] in quella che è stata definita la "Scuola del Fantastico di Piacenza"[27], un gruppo di artisti che volendo smarcarsi dal consueto dualismo Figurativo - Astratto prevalente[28] in Italia negli anni Cinquanta del Novecento intrapresero una nuova via, quella di rappresentare un mondo fantastico e surreale, coraggiosamente traendo lontana ispirazione da quanto andavano facendo De Chirico, Ernst, Magritte e, per quanto riguarda Cinello, soprattutto Rousseau e Klee[29]. Nei dipinti di Cinello "scorre la sua irriverente fantasia che non sa il bene né il male, né il giorno o la notte, ma percorre con passo elegante e vivace la via dei sogni"[30]. Vittorio Sgarbi in Surrealismo padano osserva che "Cinello ha una sua personale e separata interpretazione del Surrealismo, preziosa, addirittura medioevale"[31] e che "le sue prime opere possono riferirsi al Klee dei primi anni Venti, ma poi nelle opere successive emergono altre suggestioni: la pittura due-trecentesca, il simbolismo di Redon, le atmosfere favolistiche di Chagall. Cinello però riesce ad amalgamare questi riferimenti creando una pittura originale dalla dolce forza evocativa, preziosa e raffinata, in cui si sposano con maestria ricchezza decorativa e leggerezza fiabesca"[32]. Per Stefano Pronti[33] la pittura di Cinello "è raffinatissima nelle esecuzioni grafiche e cromatiche che rievocano un gotico internazionale di spirito cortese, reinventato per essere contrapposto al disegno industriale e all'artificio che nell'era attuale ha sostituito l'arte".

Riferimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Laura Riccò Soprani[34], in Nuovissimo Dizionario Biografico Piacentino (1860-2000), Edizione della Banca di Piacenza -TEP s.r.l., Piacenza, 2018, pp. 286-288.
  • Ferdinando Arisi[35], La pittura nel Novecento a Piacenza, Edizioni TI.PLE.CO, Piacenza, 2020, pp. 154-159. ISBN 9788832174229
  • Ferdinando Arisi, La Galleria Ricci Oddi di Piacenza, Edizioni TI.PLE.CO, Piacenza, 1988, pp.323-324. ISBN 8879290800
  • Vittorio Sgarbi, Surrealismo padano: da De Chirico a Foppiani 1915-1986, Skira Editore, Milano 2002, pp. 21 e 211; opere n° 104 e 105 alle pp. 113-114. ISBN 9788884912060
  • Articoli su Libertà del 31 luglio 1982, p.6; del 29 agosto 1989, p.3; del 30 marzo 2000, p.22.
  • Storia di Piacenza, vol. VI, Il Novecento (1946-2000), Edizioni TI.PLE.CO, Piacenza, 2003, pp. 1282-1283.
  • Renzo Margonari[36], Il gioco visionario del sogno, Edizioni TI.PLE.CO, Piacenza, 2000, pp. 8-22.
  • Gabriele Dadati e Stefano Fugazza[37], Il mito e altri luoghi del mito, Ediz. TI.PLE.CO, Piacenza, 2007.
  • Gabriele Dadati e Stefano Fugazza, L'enigma della realtà, Edizioni TI.PLE.CO, Piacenza, 2008.
  • Vittorio Sgarbi (a cura di), Cinello, un sottile, felino erotismo, stampato da Litoquik per Banca di Piacenza, 2022.
  • Stefano Pronti[33] (a cura di), Gustavo Foppiani e gli artisti piacentini del Fantastico, Edizioni TI.PLE.CO, Piacenza, 2006, pp. 34-37 e 92-95.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Con questa metodica i pigmenti colorati in polvere vanno mescolati con albume d'uovo e acqua distillata, sfruttando così l'ottimo potere legante ed essicativo dell'albumina.
  2. ^ a b Dal necrologio su Libertà del 31 luglio 1982.
  3. ^ Fu un'iniziativa del piacentino John Muratori, titolare di una ditta di import-export.
  4. ^ Nell'archivio del VI Premio Graziano (370 / 1956-57) è conservato, tra altro materiale, la corrispondenza tra C. Cardazzo e Cinello Losi e il Catalogo pieghevole della Mostra con il testo di C. Cardazzo. (Fondazione Giorgio Cini, Istituto di Storia dell'Arte / Fondo Cardazzo). https://archivi.cini.it>detail>IT-SDA-ST0004-000363
  5. ^ a b c d e f g Il gioco visionario del sogno, p. 89-90; Il mito e altri luoghi del mito, p. 39; L'enigma della realtà, p. 46.
  6. ^ Nel Catalogo The 1958 Pittsburgh International Exhibition of Contemporary Painting and Sculpture: December5, 1958 - February 8, 1959, edito dal Departement of Fine Arts, Carnegie Institute, Pittsburgh, 1959, Losi Cinello è citato, fra oltre cinquecento espositori da tutto il mondo (44 gli italiani), al n° 93 con il suo dipinto Giardino dei Sogni (Garden of Dreams) 1956, una tempera ed encausto su tela di 22 x 30 cm. (17½ x 23½ inch.), prestato da Robert E. Schneider, Roma. Fra gli altri italiani, da segnalare Gustavo Foppiani (n° 155) e Bruno Cassinari (n° 83) concittadini di Cinello. La Pittsburgh Carnegie Institute International Exhibition of Contemporary Painting and Sculpture, brevemente "Carnegie International" è una Mostra che prese l'avvio nel 1895 quando Andrew Carnegie, magnate della siderurgia, fondò il Carnegie Institute per rendere la città di Pittsburgh "famosa per l'Arte come lo è ora per l'acciaio". Vedi http://biennialfoundation.dreamhosters.com
  7. ^ a b c Nuovissimo dizionario biografico piacentino, p. 287
  8. ^ a b La pittura nel Novecento a Piacenza, p. 159
  9. ^ Il gioco visionario del sogno, p. 51.
  10. ^ Nel relativo Catalogo III Mostra d'Arte Contemporanea edito da Zincografie F.lli Moroni - Capellini Stampatore, Milano, 1966, a p. 31 è presente Losi Cinello con due opere, n° 304 (La Fonte morta e l'Angelo buono) e n° 305 (La cattedrale) e quest'ultima è illustrata nelle Tavole.
  11. ^ È un Premio che si tenne dal 1950 fino alla metà degli anni settanta. Nel Catalogo dell'Unione Fiorentina relativo alla XVII Mostra Internazionale d'Arte Premio del Fiorino, Palazzo Strozzi, Firenze 1966 edito dalla Tipografia STIAV di Firenze, 1966, pp. 65 e 123, c'è una breve biografia di Cinello Losi (dove viene citata la sua presenza al Pittsburgh Carnegie International di alcuni anni prima): il pittore espone due opere, n° 58 Città, 1996 (e di questa viene pubblicata la foto a pagina intera) e n° 59 Composizione, 1966. L'effettiva valenza internazionale di questa Mostra si desume anche dalla presenza nel Catalogo di 35 artisti stranieri (su un totale di 166 espositori) provenienti da Germania (16), Stati Uniti, Olanda, Svizzera, Brasile, Finlandia e Francia.
  12. ^ Il gioco visionario del sogno, p. 89.
  13. ^ La delibera dell'acquisto da parte del Consiglio di Amministrazione, corredata da una descrizione dell'opera, è del 10 dicembre 1975 (Piacenza, Archivio della Galleria Ricci Oddi, Cartella n° 734). Vedi anche: F. Arisi, Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, Edizioni TI.PLE.CO, Piacenza, 1988, pp. 323-324. ISBN 9788879290807. Il dipinto è illustrato a p. 323.
  14. ^ Cinello si trovava a Roma, nel 1954, e il film era Peccato che sia una canaglia, con Marcello Mastroianni, Sofia Loren e Vittorio De Sica.
  15. ^ Il gioco visionario del sogno, p. 21.
  16. ^ Una delle due principali associazioni di musicofili di Piacenza. L'altra è Amici della Lirica.
  17. ^ Curatore scientifico R. Margonari, Catalogo Il gioco visionario del sogno, presenti 75 opere dal 1952 al 1982.
  18. ^ N° di Catalogo 104 e 105, pp. 113 e 114.
  19. ^ Palazzo Galli è un grande edificio a pochi passi dalla Piazza Cavalli e risale alla fine del Seicento quando fu edificato dalla famiglia ligure Raggia. Fu poi acquistato nel 1767 da Carlo Galli, governatore di Parma. La facciata presenta nove serie di finestre su tre piani, con cornici e ferri battuti a grate e rosette; all'interno il cortile è coperto da una struttura vetrata dei primi del Novecento e uno scalone porta al primo piano dove c'è un salone col soffitto affrescato. In questa sede si costituì nel 1892 il primo Consorzio Agrario d'Italia. Dal 1936 è proprietà della Banca di Piacenza.
  20. ^ La definizione è di Nello Bagarotti, nel 1975 (Libertà del 14 giugno, p.13)
  21. ^ La definizione è di Laura Riccò Soprani, nel 2018, nel Nuovissimo Dizionario Biografico Piacentino.
  22. ^ La definizione è di Vittorio Sgarbi, nel 2022., in Cinello, un sottile, felino erotismo.
  23. ^ Luciano Spazzali (Trieste 1911 - Piacenza 1997). Frequenta a Bologna l'Accademia di Belle Arti dal 1932 al 1937 avendo come maestro Giorgio Morandi. Si trasferisce a Piacenza nel 1946.
  24. ^ Gustavo Foppiani (Udine 1925 - Piacenza 1986). Si trasferisce bambino a Piacenza nel 1930. Durante la prigionia in Africa incrementa la sua già naturale propensione alla pittura e nel 1945 inizia a frequentare l'Istituto Gazzola di Piacenza avendo come maestri Tizzoni, Arisi e soprattutto Umberto Concerti.
  25. ^ Armodio, all'anagrafe Vilmore Schenardi (Piacenza, 1938). Frequentò l'Istituto Gazzola di Piacenza dove ebbe a maestro Umberto Concerti.
  26. ^ Carlo Bertè (Piacenza 1939 - Milano 2024). Dopo aver studiato all'Istituto Gazzola di Piacenza con Umberto Concerti dal 1960 frequentò l'Accademia di Brera, allievo di Mauro Reggiani.
  27. ^ Il critico Enio Concarotti li definì poeticamente in un articolo su Libertà del 29 agosto 1989 "tutti chicchi della stessa pannocchia d'oro e tutti fantasticamente diversi". Essi furono conosciuti inizialmente come "il Gruppo di via Campagna 43", dal luogo (la casa del geom. Gianni Spaini) dove avevano uno studio in comune nella soffitta e dove rimasero per oltre vent'anni fino al 1986. Furono i critici Gaetano Pantaleoni e Ferdinando Arisi che ne scrissero come di una "Scuola di Piacenza" e successivamente Vittorio Sgarbi ne parlò come di "Surrealismo padano" in una mostra al Palazzo Gotico nel 2002. In una Mostra del 2007 Stefano Pronti li definì "Artisti piacentini del Fantastico" e poi ancora Sgarbi "Scuola del Fantastico di Piacenza".
  28. ^ Il gioco visionario del sogno, p. 9 e p. 21.
  29. ^ In un'intervista a Piacenza Oggi del 16 giugno 1969 Cinello disse "Guardando Rousseau o Klee... tutti i quadri che avrei dipinto io, li hanno già fatti loro!"
  30. ^ Renzo Margonari, Il gioco visionario del sogno, p. 21.
  31. ^ Vittorio Sgarbi, Surrealismo padano, p. 21.
  32. ^ Vittorio Sgarbi, Surrealismo Padano, p. 211.
  33. ^ a b Stefano Pronti, a Piacenza è stato nel 2007 curatore della Mostra Gustavo Foppiani e gli artisti piacentini del Fantastico, direttore dei Musei di Palazzo Farnese, direttore della Biblioteca Comunale Passerini Landi, dirigente del settore Cultura del Comune. È scrittore, critico d'arte, e autore di monografie.
  34. ^ Laura Riccò Soprani, storica dell'Arte, divulgatrice, autrice anche della esaustiva monografia su Bartolomeo Rusca.
  35. ^ Ferdinando Arisi (Piacenza, 1920-2013) studioso e critico d'arte, scrittore, editorialista, autore di monografie, per anni fu direttore del Museo Civico di Piacenza, della Galleria Ricci Oddi, e insegnante di Storia dell'Arte. Fu Grand'Ufficiale al Merito della Repubblica.
  36. ^ Renzo Margonari è nato nel 1937 a Mantova. Pittore e critico d'arte è stato direttore e docente di Storia dell'Arte e di Pittura all'Accademia di Belle Arti di Verona.
  37. ^ Stefano Fugazza (Piacenza 1955-2009). Storico dell'Arte, direttore della Galleria Ricci Oddi di Piacenza dal 1993 al 2009. Scrittore, autore di monografie su varie correnti artistiche (Simbolismo, Pompiers, Romanticismo). Direttore della rivista d'Arte Ore Piccole.
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