Umberto Grazzi

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Umberto Grazzi

Umberto Grazzi (Firenze, 16 ottobre 1896Ginevra, 6 settembre 1963) è stato un diplomatico italiano, Segretario generale del Ministero degli Affari Esteri dal 1959 al 1961.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Formazione culturale[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver partecipato alla prima guerra mondiale come ufficiale di complemento ed essersi guadagnato una croce al merito di guerra, Umberto Grazzi, nel 1920, si laurea in giurisprudenza all'Università di Pisa[1]. Nel 1923, entra nel corpo diplomatico-consolare, superando il concorso pubblico.

Prime destinazioni[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1924 è addetto consolare a Parigi; dal 1925 al 1928 è, prima viceconsole e poi console a San Gallo; dal giugno 1928, alla fine del 1929 è a Siviglia, quando è assegnato al ministero degli Esteri, come segretario dell'Ufficio di politica economica. In tale veste assiste a tutte le maggiori conferenze economiche che si tengono agli inizi degli anni trenta, quali la conferenza di Stresa per l'Europa centrale e orientale (1932) e la conferenza economica e monetaria di Londra (1933)[1].

Nel 1933 è primo segretario di legazione a Vienna ed assiste al tentativo di colpo di Stato nazista che ha come conseguenza l'assassinio del cancelliere Engelbert Dollfuss (1934)[1].

Convinzioni liberiste finalizzate alla cooperazione economica[modifica | modifica wikitesto]

Nel settembre del 1936, Umberto Grazzi è promosso capo ufficio nella direzione degli Affari generali del ministero. Nel 1939 è all'ambasciata d'Italia di Rio de Janeiro; nel 1942, di nuovo a Roma, come vicedirettore degli Affari commerciali. Nel 1945 è promosso inviato straordinario e ministro plenipotenziario[1].

Nel 1947 Grazzi è direttore generale degli Affari economici e propugna il superamento delle politiche protezioniste e l'inserimento dell'Italia in un sistema di progressiva liberalizzazione degli scambi e di cooperazione economica. A partire dal 1950, sostiene le politiche di integrazione europea che porteranno alla realizzazione del piano Schuman e alla costituzione della Comunità europea del carbone e dell'acciaio. Appoggia il piano Pleven per la costituzione di un esercito europeo[1].

Grazzi ambasciatore d'Italia e Segretario generale del Ministero degli Esteri[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1950 Grazzi è promosso ambasciatore e, nel 1952, è destinato a Bruxelles quale Ambasciatore d'Italia presso il Re del Belgio. Nel 1955 è trasferito a Bonn, quale Ambasciatore nella Germania Ovest. Favorisce la partecipazione tedesca alla Conferenza di Messina (1955) e alla conclusione dei Trattati di Roma per la costituzione della Comunità Economica Europea e l'Euratom (1957)[1].

Nel 1958, Grazzi è a Parigi come Rappresentante italiano presso il Consiglio Atlantico. Negozia l'installazione dei missili statunitensi a medio raggio sul territorio italiano, già decisa nel dicembre 1957, e conclude l'accordo bilaterale tra Italia e Stati Uniti per la concessione delle basi missilistiche[1]. Infine, nel maggio del 1959, è nominato segretario generale del ministero, carica che mantenne fino a pochi mesi prima del suo collocamento a riposo (1º settembre 1961)[2].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Il principio della fine: l'impresa di Grecia, Faro, Roma, 1946.[3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Gran Croce al merito con placca e cordone dell'Ordine al merito di Germania - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Croce al Merito dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale Tedesca - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
— 29 maggio 1919

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Luca Micheletta, Umberto Grazzi, in: Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 59, 2003
  2. ^ Diplomatici cessati dal 1946 al 2004
  3. ^ Scheda bibliografica del libro, su baldi.diplomacy.edu. URL consultato il 28 novembre 2022.
  4. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Enrico Serra, L'Italia e la conferenza di Messina, in: Il rilancio dell'Europa e i trattati di Roma, Bruxelles 1989;
  • R. Monaco, Memorie di una vita, memorie per l'Europa, Roma 1996;
  • Antonio Varsori, L'Italia nelle relazioni internazionali dal 1943 al 1992, Roma-Bari 1998;
  • M. Neri Gualdesi, L'Italia e il processo di integrazione europea, in: L'Italia e le organizzazioni internazionali. Diplomazia multilaterale nel Novecento, Padova 1999.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Segretario generale del Ministero degli Affari Esteri Successore
Carlo De Ferrariis Salzano 25 maggio 1959 - 27 maggio 1961 Attilio Cattani
Predecessore Ambasciatore italiano nella Germania Ovest Bandiera della Germania Successore
Francesco Babuscio Rizzo 1954 - 1958 Pietro Quaroni
Predecessore Ambasciatore Italiano in Belgio Bandiera del Belgio Successore
Pasquale Diana 1952 - 1954 Michele Scammacca del Murgo e dell'Agnone
Controllo di autoritàVIAF (EN44146635719341982797 · GND (DE1103357034 · WorldCat Identities (ENviaf-44146635719341982797
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