Umberto Degli Esposti

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Umberto Degli Esposti
NascitaBologna, 5 luglio 1908
MorteAddis Abeba, 29 luglio 1936
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
Anni di servizio1934-1946
GradoSottotenente a.a.r.n in s.p.e.
GuerreGuerra d'Etiopia
CampagneArbegnuoc
BattaglieBattaglia del Tembien
Battaglia del lago Ascianghi
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Umberto Degli Esposti (Bologna, 5 luglio 1908Addis Abeba, 29 luglio 1936) è stato un militare e aviatore italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso delle operazioni di controguerriglia in Africa Orientale Italiana[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Bologna il 5 luglio 1908.[3] Arruolatosi volontario nella Regia Aeronautica venne ammesso a frequentare la Scuola di pilotaggio di Sesto San Giovanni come allievo sergente pilota nel marzo 1928. Promosso aviere scelto il 17 luglio e primo aviere il 4 settembre, dal 16 dicembre, con la contemporanea promozione a sergente ottenne la nomina a pilota militare e fu inviato al 2º Stormo Caccia Terrestre.[1] Entrato poi per concorso alla Regia Accademia Aeronautica di Caserta venne promosso sergente maggiore il 1º gennaio 1935 e nel luglio successivo sottotenente in servizio permanente effettivo destinato alla 63ª Squadriglia del 9º Stormo Bombardamento Terrestre.[1] Nel dicembre dello stesso anno partiva volontario per l'Africa Orientale per combattere nella guerra d'Etiopia.[1] Si distinse particolarmente durante le operazioni belliche, partecipando alla battaglia del Tembien e a quella del Lago Ascianghi.[1] Cadde in combattimento sul cielo di Addis Abeba il 29 luglio 1936, e fu decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Volontario in Africa Orientale, pilota di singolare abilità, compiva quale capo equipaggio di plurimotore da bombardamento durante le operazioni sul fronte eritreo e somalo 211 ore di volo sul nemico, prodigandosi costantemente ed ovunque con grande valore, e sempre volontario in ogni impresa rischiosa dedicava al dovere ogni sua energia, ogni sua virtù. In ogni battaglia portava il contributo della sua azione ardimentosa sfidando i maggiori rischi pur di arrecare grave offesa al nemico. Colpito il suo apparecchio più volte non rientrava che ad azione ultimata e si gettava in ogni combattimento con tale entusiasmo, impeto travolgente e sprezzo del pericolo da suscitare ammirazione fra tutti i camerati. Successivamente gregario di una formazione da bombardamento impegnata nel cielo di Addis Abeba per reprimere un tentativo di rivolta, si abbassava arditamente a volo rasente e scovando forze ribelli le mitragliava e le bombardava inesorabilmente incurante della reazione che durante la superba sfida lo colpiva a morte. Esempio fulgido di eccelse virtù militari. Cielo di Etiopia, gennaio-luglio 1936; Cielo di Addis Abeba, 29 luglio 1936 .[4]»
— Regio Decreto 19 aprile 1937.[3]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Partecipava in qualità di capo equipaggio a tutte le azioni del proprio reparto, esempio di slancio, ardimento e sprezzo del pericolo. Nell'azione del 16 febbraio su Dessiè, benché l'apparecchio fosse colpito, attaccava un secondo obiettivo, con risolutezza, noncurante di ogni rischio. Colpito nuovamente l'apparecchio in parti vitali, riusciva a rientrare alla base dopo difficile navigazione. Partecipava ai bombardamenti delle truppe etiopiche dell'Endertà e del Tembien. Deciso a distruggere le formazioni nemiche, effettuava lo spezzonamento e il mitragliamento con grande valore, riuscendo nell'intento, benché venisse colpito da una raffica di mitragliatrice. Si attardava sugli obiettivi affrontando l'aela di un atterraggio notturno, che effettuava con grande perizia per la prima volta. Si distingueva nella battaglia dell'Ascianghi, battendo con cinque azioni condotte a bassa quota, il nemico in fuga. Con lo spirito di cameratismo affrontava navigazioni pericolose per le pessime condizioni atmosferiche, pur di poter rifornire le nostre colonne avanzate nel Goggiam e di Dessiè. Cielo di Dessiè, dell'Endertà, del Tembien, dell'Ascianghi e del Goggiam, febbraio-marzo-aprile 1936

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1924-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 192.
  • Vincenzo Lioy, L'Italia in Africa. L'opera dell'Aeronautica. Eritrea Somalia Etiopia (1919-1937) Vol.2, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1965.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]