Umberto Buscioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Umberto Buscioni nel suo studio, anni Sessanta

Umberto Buscioni (Pistoia, 13 luglio 1931Pistoia, 6 maggio 2019) è stato un pittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Si dedica a tempo pieno alla pittura dai primi anni Sessanta, scelta che diventa decisiva con il soggiorno in Marocco, insieme alla moglie Bianca, tra il 1963 e il 1964.[1] Le opere prodotte in questi anni sono ancora di ascendenza informale, ma in quelle marocchine la figurazione è già allusiva a una natura riconoscibile.

Il rientro dal Marocco vede una nuova fase dell'opera di Buscioni, ritrova infatti gli amici Roberto Barni, Gianni Ruffi e Adolfo Natalini e nel 1966 entra ufficialmente a far parte di quella che Cesare Vivaldi definì Scuola di Pistoia[2], che nel frattempo Natalini aveva lasciato per dedicarsi all'architettura.

La Scuola di Pistoia è annoverata dalla critica tra le risposte italiane alla Pop Art[3][4]

Gli oggetti rappresentati da Buscioni non provengono però dalle pagine dei rotocalchi e dai manifesti pubblicitari, sono oggetti comuni, che hanno un rapporto intimo con l'artista, trasportati in un clima di sospensione, magico, in cui una luce mentale è protagonista. E una particolare attenzione è rivolta alle stoffe, all'involucro, alla superficie delle cose: cravatte, camicie e le giacche protagoniste delle opere, sono irrigidite da righe e pieghe, che le rendono autonome dalla figura umana.[5]

Nell'opera di Buscioni la pittura resta sempre indiscussa protagonista, anche negli anni in cui la ricerca artistica internazionale si orienta verso gli orizzonti del concettuale e del comportamento.

Nei primi anni Settanta la visione sull'oggetto dell'artista pistoiese si fa più ravvicinata, con un gesto analitico e controllato della mano riproduce i particolari di quelle stesse pieghe e di quelle stoffe, in una sintesi quasi astratta.

Il riferimento alla pittura manierista pervade tutta la ricerca di Buscioni, fino ad arrivare ad esplicite citazioni soprattutto di Pontormo e Salviati. Proprio nei primi anni Settanta le stoffe e i materiali si fanno più ricchi e decorativi, entrano in scena le venature del marmo.

Con gli anni, si fa sempre più forte l'attenzione nei confronti di temi biblici e sacri, la forma stessa della pala d'altare inizia ad essere indagata nella serie delle deposizioni.

Dal 1980 al 1998 è titolare della Cattedra di Pittura all'Accademia di Carrara e proprio l'inizio degli anni Ottanta vede nella pittura di Buscioni l'apparizione di visioni quasi mistiche di santi e angeli in caduta, le cui stoffe si gonfiano durante i voli e le ascensioni, arrivando persino ad incendiarsi. Nel cielo appaiono tenebre e atmosferismi lontani dalla luce cristallina degli anni Sessanta.[6]

Anche quando ricompaiono alcuni oggetti della dimensione privata e quotidiana, vengono rievocati attraverso sguardi e tonalità più intimi e riflessivi. La figura umana torna ad abitare gli spazi e a riempire le stoffe, anch'essa carica di energia, accesa da fuochi e tormentata dalle ombre.

La costante devozione di Buscioni alla pittura è stata accompagnata da un'ingente produzione di disegni, alcuni conservati al Gabinetto dei Disegni e Stampe degli Uffizi e dalla realizzazione di vetrate artistiche tra le quali le monofore e il rosone per la chiesa di San Paolo a Pistoia[7] e Il giorno e La sera à rebours per l'atelier Areablu di Pistoia.

Si spegne all'ospedale San Jacopo di Pistoia, a 88 anni, il 6 maggio 2019.[8]

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Glossario, prefazione di Mario Luzi, Passigli Editori, Firenze 1992
  • (con Adolfo Natalini) Un epistolario dell'anima, a cura di Vittorio Santoianni, Ed. Le Lettere, Firenze 2002
  • (con Adolfo Natalini), Altre lettere e racconti 2002-2013, Gli Ori, Pistoia, 2015

Mostre personali[modifica | modifica wikitesto]

  • 1968: Galleria Flori, Firenze
  • 1969: Studio d'Arte Condotti ‘85, Roma
  • 1969: Galleria del Cavallino, Venezia
  • 1976: Galleria La Piramide, Firenze
  • 1983: 1983: Galleria Falaschi, Passariano, Udine
  • 1985: Galleria Metastasio, Prato
  • 1990: Gallerie Civiche d'Arte Moderna Padiglione d'Arte Contemporanea, Palazzo dei Diamanti, Ferrara
  • 1992: Mistero e rivelazione del quotidiano, Antologica 1963-1991, Palazzo Fabroni, Pistoia
  • 1996: Magia dei segni, Centro e Fondazione Marino Marini, Pistoia
  • 1996: Sacro: cielo e fuoco, Museo dell'Opera del Duomo, Prato
  • 1996: Lo spazio e il fuoco, Palazzo Racani-Arroni, Spoleto
  • 2006: Umberto Buscioni. Nostre ombre. Dipinti 1990-2005, Palazzo Pitti, Galleria d'Arte Moderna, Firenze
  • 2008: Umberto Buscioni. Quel che resta è la pittura, Galleria Frittelli, Firenze
  • 2011: Umberto Buscioni. L'età dell'oro, Museo Nazionale di Casa Giusti, Monsummano Terme
  • 2012: Umberto Buscioni. Lo spazio della pittura e il tempo ritrovato, Galleria l'Osanna, Nardò
  • 2018: Umberto Buscioni, L'anima segreta delle cose, Palazzo Fabroni, Pistoia

Mostre collettive[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Cesare Vivaldi, La Scuola di Pistoia, in Collage, n.6, Palermo, febbraio 1966, pp. 73-76.
  • Cesare Vivaldi, presentazione in catalogo, Studio d'Arte Condotti 85, Roma Antonio Del Guercio, La povertà delle cose, in «Rinascita», Roma, 4 aprile 1969
  • Enrico Crispolti, Umberto Buscioni, 1967/1973, Fiori, Firenze e Remseck Neckarrems, Stoccarda 1974
  • Carlos Franqui, La sostenible levedad de su pintura, presentazione in catalogo, Galleria L'Affresco, Arte Fiera, Bologna 1990
  • Adolfo Natalini, Un'occhiata sul cielo, presentazione in catalogo, Galleria Civica d'Arte Moderna, Palazzo dei Diamanti. P.A.C. Ferrara 1990
  • Chiara d'Afflitto, Umberto Buscioni 1963-1991, Mistero e Rivelazione del quotidiano, presentazione in catalogo, testi di Renato Barilli e Cesare Vivaldi, Palazzo Fabroni, Pistoia, 23 maggio - 10 agosto, Mazzotta, Milano 1992
  • Nicola Micieli, Buscioni, con un'introduzione privata di James Beck, Centro DI, Firenze 1994
  • Giuseppe Billi e Enrico Mascelloni, Umberto Buscioni, Museo dell'Opera del Duomo, Prato, Ed. Adriano Parise, Verona Giovanna Uzzani, Emilio Pucci. Il tempo e la moda, Ginevra-Milano 1996
  • Umberto Buscioni. Magia dei segni, a cura di Mirabilia, Centro e Fondazione Marino Marini, Pistoia Marco Goldin, Figure della pittura, Electa, Milano 1996
  • James Beck, Quattro da Pistoia un da New York, Barni, Buscioni, Natalini, Ruffi, James Beck, Gli Ori, Pistoia 2001
  • Umberto Buscioni, Disegni, testi di Renato Barilli, Francesco Gurrieri, Marco Cianchi, Serena Becagli, Piero Buscioni Gli Ori Pistoia 2002
  • Alberto Boatto, Continuità. Arte in Toscana, 1945-1967, Maschietto & Musolino, Firenze 2002
  • Umberto Buscioni. Nostre ombre. Dipinti 1990-2005, a cura di Marco Cianchi, Palazzo Pitti, Galleria d'Arte Moderna, Sala della Musica e Sala del Fiorino, Firenze, 22 settembre - 2 novembre 2006
  • Serena Becagli e Giuseppe Billi, Umberto Buscioni. Il cantico dei cantici, Gli Ori, Prato 2007
  • Maurizio Calvesi, Umberto Buscioni. Quel che resta è la pittura, presentazione in catalogo, testi di Carlo Frittelli, Maurizio Calvesi, Adolfo Natalini, Umberto Buscioni, Carlo Cambi Editore, Poggibonsi 2008
  • Umberto Buscioni, Il primato della pittura, “Paletot” gennaio 2009, numero monografico
  • Stefano Veloci, Umberto Buscioni. L'età dell'oro, presentazione in catalogo, testi di AA. VV., Gli Ori, Pistoia 2011
  • Toti Carpentieri, Umberto Buscioni. Lo spazio della pittura e il tempo ritrovato, Editrice Salentina 2012
  • Umberto Buscioni, Le vetrate della chiesa di San Paolo a Pistoia, testi di Elena Testaferrata e Valerio Tesi, Gli Ori, Pistoia 2017
  • Umberto Buscioni, L'anima segreta delle cose, testo di Gabi Scardi, Gli Ori, Pistoia 2018

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN215867917 · ISNI (EN0000 0000 5711 4368 · SBN CFIV132373 · ULAN (EN500343808 · LCCN (ENn94072282 · GND (DE119217163 · WorldCat Identities (ENlccn-n94072282