Ugo Pozza

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Ugo Pozza
NascitaAsolo, 19 settembre 1907
MorteAlessandria d'Egitto, 4 luglio 1940
Cause della mortecaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
Specialitàbombardamento
Reparto34º Gruppo, 11º Stormo Bombardamento Terrestre,
Anni di servizio1928-1940
GradoCapitano
GuerreGuerra d'Etiopia
Seconda guerra mondiale
Comandante di67ª Squadriglia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Tre destini per un sacrificio[1]
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Ugo Pozza (Asolo, 19 settembre 1907Alessandria d'Egitto, 4 luglio 1940) è stato un aviatore e militare italiano, pilota delle specialità bombardamento, partecipò alla seconda guerra mondiale dove si distinse particolarmente come comandante della 67ª Squadriglia[2] dell'11º Stormo Bombardamento Terrestre. Decorato di Medaglia d'oro concessa alla memoria, tre Medaglie d'argento e una Croce di guerra al valor militare[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Asolo[1] il 19 settembre 1906,[2] ed entrò nella Regia Aeronautica nel 1928, venendo promosso sottotenente di complemento nel giugno 1930.[1] Dopo aver militato nel 21º Stormo Bombardamento Terrestre, fu posto in congedo. Rientrò in servizio nel 1935, combattendo in Africa Orientale Italiana in seno al 9º Stormo B.T.[1] durante la guerra d'Etiopia, e nelle successive operazioni di grande polizia coloniale. Rientrato in Patria con il grado di capitano,[2] e decorato con una Medaglia d'argento al valor militare, assunse il comando della 67ª Squadriglia[2] dell'11º Stormo B.T., equipaggiata con i nuovi bombardieri Savoia-Marchetti S.79 Sparviero.[1] L'entrata in guerra del Regno d'Italia, il 10 giugno 1940, lo vide comandante della sua squadriglia, in seno al 34º Gruppo B. T.[2] di stanza a Ragusa-Comiso, allora al comando del maggiore Vittorio Cannaviello.[N 1] Popo dopo lo scoppio del conflitto il gruppo fu trasferito ad operare nel settore dell'Egeo, ed egli fu nuovamente decorato con una Medaglia d'argento al valor militare per il coraggio dimostrato in azione.[1] Il 4 luglio[2] il suo aereo partecipò, insieme ad altri 9 bombardieri Savoia-Marchetti S.79 Sparviero, ad un'incursione su Alessandria d'Egitto. Il suo velivolo fu pesantemente colpito dalla reazione nemica, ed egli venne mortalmente ferito[N 2] mentre sparava con una mitragliatrice, da una raffica tirata da un caccia Gloster Gladiator del No. 80 Squadron[3] della Royal Air Force basato ad Amrya.[1] Alla sua memoria gli fu concessa dapprima una Croce di guerra al valor militare, successivamente tramutata in Medaglia d'oro con la stessa motivazione.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Figura superba di soldato prode e valoroso, combattente dell'aria sempre primo ed ardente là dove maggiore fosse il rischio e più aspra si combattesse la lotta; volontario in ogni impresa, già promosso per merito di guerra e più volte decorato al valor militare, conseguiva risultati brillantissimi in numerose, rischiose e vittoriose azioni belliche. Durante un bombardamento diurno su munitissima e lontana base nemica d'oltremare, mentre ultimava il tiro ed il lancio delle bombe, veniva attaccato da numerosi apparecchi da caccia avversari. Balzato dalla cabina di puntamento lanciava il primo segnale d'allarme e d'incitamento ai compagni di volo, impugnava deciso, calmo e sicuro di sé una mitragliatrice laterale, subito abbattendo in fiamme un caccia assalitore. Ma mentre, con tutta l'aggressività del suo grande animo, sparava ancora su altri velivoli che dappresso lo incalzavano, delle raffiche nemiche abbattevano, al suo fianco, l'armiere e successivamente ferivano in modo grave il marconista e il motorista. Egli rimasto ultimo e solo difensore del velivolo, continuando strenuamente a combattere, riusciva a respingere gli attacchi. Quando già l'aspra ed impari lotta, vittoriosamente sostenuta, volgeva al suo termine e il nemico cominciava a ritirarsi, l'ultima raffica lo colpiva al petto, ed egli cadeva da eroe sulla sua arma, ancora impugnata nell’attimo del trapasso, chiudendo così gloriosamente la sua mirabile vita di purissimo soldato dell'aria. Cielo del Mediterraneo, 11 giugno - 4 luglio 1940. [2]»
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ardito pilota di apparecchio S.M.81, in circa 250 ore di volo di guerra, si è sempre distinto per perizia, entusiasmo e sprezzo del pericolo; volontario nell'eseguire le missioni più rischiose, incurante della intensa reazione antiaerea avversaria, durante le azioni a volo rasente. In una azione di spezzonamento a bassa quota su armati in marcia su una carovaniera ad oltre 500 km dalla base, nonostante il fuoco nemico avesse raggiunto l'apparecchio, rinnovava l'attacco con accresciuto entusiasmo fino al completo esaurimento delle munizioni di bordo. Durante numerosi e lunghi voli di rifornimento viveri alle truppe operanti, nei trasporti di munizioni e durante ricognizioni nella zona di Dire Daua, confermava la sua grande capacità di pilota audace e sereno. Esempio magnifico di combattente. Cielo d'Etiopia, aprile-giugno 1936.»
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota di eccelse virtù, con la sua instancabile opera, portava a termine numerose e rischiose missioni. Il 26 marzo, a Faguttà, sebbene reiteratamente colpito dalla reazione contraerea, che feriva il secondo pilota, non desisteva dall'impresa e lasciava la zona di operazioni solo quando un altro aereo lo veniva a rilevare. Soldato di eccezionale coraggio, in 658 ore di voli di guerra, si prodigava con raro spirito di abnegazione per il raggiungimento dell'opera di pacificazione dell'Impero. Cielo d'Impero, Agosto 1936-Marzo 1939.»
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 9 agosto 1940[4]
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Divenuto tenente colonnello Cannaviello cadde in combattimento, venendo decorato con la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria. È uno degli aviatori italiani più decorati di tutti i tempi.
  2. ^ Anche il sergente maggiore Armando Di Tullio rimase ucciso, e fu poi decorato Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Mattioli 2013, p. 34.
  2. ^ a b c d e f g h i Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969, p. 237.
  3. ^ Håkan Gustavsson, Ludovico Slongo, Desert Prelude, Early Clashes June-November 1940, Stratus s.c. 2010 - ISBN 978-83-894-5052-4.
  4. ^ Bollettino Ufficiale 1943, dispensa 23, registrato alla Corte dei conti addì 6 maggio 1941, registro n.25 Aeronautica, foglio n.88.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Martino Aichner, Il gruppo Buscaglia. Aerosiluranti italiani nella seconda guerra mondiale, Milano, Ugo Mursia Editore, 2008.
  • Martino Aichner e Giorgio Evangelisti, Il Gruppo Buscaglia e gli aerosiluranti italiani, Milano, Longanesi & C., 1972.
  • Chris Dunning, Solo coraggio! La storia completa della Regia Aeronautica dal 1940 al 1943, Parma, Delta Editrice, 2000.
  • Håkan Gustavsson e Ludovico Slongo, Desert Prelude, Early Clashes June-November 1940, Wydawncictwo, Stratus s.c., 2010, ISBN 978-83-894-5052-4.
  • Giulio Lazzati, Stormi d'Italia - Storia dell'aviazione militare italiana, Milano, Ugo Mursia Editore, 1975, ISBN 978-88-425-4079-3.
  • Mirko Molteni, L'aviazione italiana 1940-1945 – Azioni belliche e scelte operative, Bologna, Odoya, 2012, ISBN 978-88-6288-144-9.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie dìoro la Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.
Periodici
  • Marco Mattioli, Tre destini per un sacrificio, in Aerei nella Storia, n. 93, Parma, West-Ward Edizioni, dicembre-gennaio 2013, pp. 32-36, ISSN 1591-1071 (WC · ACNP).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]