Ugo Niutta

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Ugo Niutta
NascitaNapoli, 20 dicembre 1880
MorteBorgo Valsugana, 3 luglio 1916
Cause della morteucciso in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
CorpoServizio Aeronautico
Specialitàpilota di aeroplani
Reparto11ª Squadriglia da ricognizione e combattimento poi 28ª Squadriglia
Anni di servizio1915 - 1916
Gradosottotenente
Guerreprima guerra mondiale
Decorazionivedi qui
Aeronautica.it
voci di militari presenti su Wikipedia

Ugo Niutta (Napoli, 20 dicembre 1880Borgo Valsugana, 3 luglio 1916) è stato un aviatore e ufficiale italiano, decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio del nobile Ilario Niutta, che fu Consigliere di Corte d'appello e della duchessa Elisa Positani, marchesa di Marescotti. Suo nonno era Vincenzo Niutta, che fu ministro nel primo Consiglio dei ministri del Regno d'Italia. Si laureò in ingegneria navale[1] e, all'inizio della prima guerra mondiale per l'Italia nel 1915, venne mobilitato come sottotenente di complemento nel Servizio Aeronautico del Regio Esercito. Venne assegnato il 25 marzo 1916 alla 11ª Squadriglia da ricognizione e combattimento su Farman MF 1914, impiegato come aereo da ricognizione. Questi velivoli, costruiti su licenza dalla Fiat, erano all'inizio del conflitto, con la loro mitragliatrice fissa, gli unici aerei italiani dotati di armamento fisso. Il reparto venne schierato sulla pista di Campo della Comina vicino a Pordenone, sede della prima scuola di aviazione civile. Il comandante della squadriglia era il capitano Mario Marco Maria Girotto, un pioniere dell'aviazione italiana[2][3]. L'8 aprile 1916 il Comando supremo militare italiano dispose che fosse riformata l'organizzazione dell'aviazione militare italiana. I numeri da 1 a 24 furono riservati alle squadriglie da bombardamento, da 25 a 40 a quelle da ricognizione, da 41 a 69 a quelle in cooperazione con l'artiglieria e da 70 in su riservate alla caccia. Nell'ambito di questa ordinanza la 11ª Squadriglia venne ridesignata 28ª Squadriglia Aeroplani, continuando le sue pericolose missioni di ricognizione sul fronte.

Un Farman MF 1914 del tipo pilotato dal sottotenente Ugo Niutta

Nel corso di una di queste missioni, il 3 luglio 1916 il sottotenente Niutta, insieme con il Tenente osservatore Cesare Franceschini che aveva a bordo, si imbatté sui cieli di Borgo Valsugana in provincia di Trento in due aerei nemici e ingaggiò un combattimento. Dapprima venne ucciso il suo membro di equipaggio, poi l'ufficiale tentò di mettersi in salvo e ritornare in territorio amico, volando a bassa quota. Entrato, però, nel raggio di tiro dei soldati a terra, venne a sua volta colpito e precipitò perdendo la vita. Alcuni mesi dopo, il 19 aprile 1917, venne insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Dediche e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1921 l'allora Aeroporto Militare del Campo di Marte, attuale aeroporto di Napoli-Capodichino, venne intitolato alla sua memoria. Gli sono state dedicate vie a Napoli ed a Roma.

Il portale web dell'Aeronautica Militare ha proposto una pagina, intitolata "I grandi aviatori", nella quale vengono citate le maggiori personalità storiche dell'aviazione italiana, ponendo Niutta tra di esse.[4]

Nella sede centrale della Facoltà di Ingegneria dell'Università Federico II di Napoli ci sono una targa commemorativa e un busto a lui dedicati.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota d'aeroplano, durante una ricognizione aerea nelle linee avversarie, incontrati due velivoli nemici, li aggrediva risolutamente, costringendone uno a precipitosa discesa. Attaccato in condizioni svantaggiose dall'altro, sosteneva con indomito ardire la lotta. Essendo stato colpito a morte l'osservatore, nell'impossibilità ormai di sostenere l'impari lotta, sorvolando a bassa quota le linee nemiche e sfidandone con indomita fierezza il fuoco delle mitragliatrici, tentò di guadagnare le nostre linee. Colpito mortalmente egli stesso e perduta ogni conoscenza, andava con l'apparecchio contro un banco roccioso e vi lasciava gloriosamente la vita. Cielo di Borgo di Val Sugana, 3 luglio 1916

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999