Uberto Pozzoli

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Uberto Pozzoli

Uberto Pozzoli (Capriano, 6 maggio 1901Lecco, 13 novembre 1930) è stato un giornalista, sindacalista e poeta italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Capriano di Briosco il 6 maggio 1901, poco tempo dopo si trasferì con la famiglia a Lecco, luogo d'origine della madre. Grande esperto di storia lecchese e giornalista autodidatta, iniziò la sua carriera nel 1924 collaborando con il settimanale Il Resegone ed in seguito anche con la rivista All'ombra del Resegone, della quale fu uno dei protagonisti. Animato da una profonda fede cattolica, negli anni '20 espresse il suo impegno civile in difesa del lavoratori adoperandosi all'interno di diverse associazioni vicine alla Chiesa, come nella Cooperativa "La Popolare" di Lecco, nelle Leghe sindacali bianche, nel Partito Popolare Italiano e nell'Azione Cattolica.[1]

Negli ultimi anni di vita estese le sue collaborazioni, lavorando per il quotidiano milanese di orientamento cattolico L'Italia con una rubrica giornaliera in cui raccontava la visita pastorale dell'arcivescovo di Milano Alfredo Ildefonso Schuster nella sua Lecco,[2] rifiutando però al contempo un'offerta per diventare redattore al Corriere della Sera.

Mori a seguito di una breve malattia il 13 novembre 1930.[3]

Nel 1982 gli venne intitolata la biblioteca civica di Lecco.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Parallelamente all'attività giornalistica, Pozzoli è noto anche per la sua produzione letteraria in lingua lombarda, con numerose poesie scritte nella variante lecchese. La sua opera può essere suddivisa in due filoni principali: uno scherzoso e un altro più lirico e spirituale. Al primo appartiene la cosiddetta Ghislanzoneide, che narra delle vicissitudini del busto commemorativo di Antonio Ghislanzoni, dapprima esposto davanti alla stazione ferroviaria di Lecco e successivamente nascosto nei depositi di Villa Belgiojoso.[4]

Ghislanzoneide
 
Quatter mès j en stàa assee per fa 'l boeust
Cunt un bell pedestall delicàa;
El scùltùr, benché 'l foeuss de bon goeust,
In del famm el el ritratt l'ha sbagliàa
5Ma che s'eri 'l pueta di schers
El m'haa fàa cunt na facia d'invèrs
...

Al secondo filone appartiene invece la poesia Magg in valada, in cui l'autore immagina di trovarsi nella vallata dietro Lecco e di sentire all'improvviso tutte le campane delle chiese dei paesi vicini.[5]

Magg in valada
 
Vegnii soeu ché visén a San Giuvann
se voeuref inciuchéf de puesìa
a la matina prest, quand che i campann
i sùnen toeucc insemm l'Ave Maria.
 
5El ciel, adess de magg, el büta nett
lüster e ciâr 'me i oeucc de la mia dòna;
el lâgh, gió abass, el possa toeutt quiètt,
celest, comè 'l vestii de la Madòna.
...

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Uberto Pozzoli, su lakecomotourism.it.
  2. ^ A. Panzeri, Viaggio tra chiese e campanili, in Il Giorno, 28 novembre 2009.
  3. ^ Uberto Pozzoli, in All'ombra del Resegone, 1932, p. 202.
  4. ^ T. Rota, Scultura all'aperto a Lecco e provincia, Amici dei musei e del territorio lecchese, 2009, pp. 163-165.
  5. ^ S. Coppa, Storia della Brianza, Edizioni Cattaneo, 2011, p. 458.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Aristide Gilardi, Uberto Pozzoli. Frammenti di vita lecchese, Lecco, Edizioni Il Resegone, 1977.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN254394787 · ISNI (EN0000 0003 7725 2962 · BAV 495/223062 · WorldCat Identities (ENviaf-254394787