Timoteo II di Costantinopoli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Timoteo II
Patriarca ecumenico di Costantinopoli
Elezioneottobre/novembre 1612
Fine patriarcato3 settembre 1620
PredecessoreCirillo
SuccessoreCirillo
 
NascitaBandırma
XVI secolo
MorteCostantinopoli
3 settembre 1620

Timoteo II Marmarinos (in greco Τιμόθεος Β´ Μαρμαρηνός?; Bandırma, XVI secoloCostantinopoli, 3 settembre 1620) è stato un arcivescovo ortodosso greco, patriarca ecumenico di Costantinopoli dall'ottobre 1612 fino alla sua morte nel 1620.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Timoteo II Marmarinos nacque Bandırma[1], sulla sponda meridionale del Mar di Marmara. Il 28 febbraio 1601 divenne metropolita di Patrasso, un incarico che mantenne fino alla sua elezione a patriarca di Costantinopoli. Dopo la deposizione di Neofito II nell'ottobre 1612, la Chiesa di Costantinopoli fu temporaneamente governata da Cirillo Lucaris che agì come reggente, per via della sua carica di patriarca di Alessandria. Cirillo, dopo le prime settimane, stava per essere nominato patriarca, ma quattro vescovi si opposero e riuscirono a far eleggere Timoteo, uno di loro, grazie alla promessa fatta al sultano ottomano di aumentare la quota annuale pagata dal Patriarcato a 8000 kuruş[2]. Così, dopo 21 giorni di interregno, Cirillo rinunciò e alla fine di ottobre o di novembre 1612 Timoteo divenne patriarca di Costantinopoli.

Timoteo rimase un feroce avversario di Cirillo, che costrinse a ritirarsi sul Monte Athos. Timoteo riuscì ad ottenere anche un mandato di arresto contro Lucaris, ma quest'ultimo fuggì ad Alessandria d'Egitto[3]. Timoteo denunciò anche Lucaris come luterano.

La ragione dell'opposizione di Timoteo a Lucaris non scaturì in alleanze con i principali nemici di quest'ultimo, vale a dire i cattolici, che si opponevano all'atteggiamento protestante di Lucaris. Timoteo mantenne quindi un atteggiamento anti-cattolico[2], anche se nel 1615 scrisse una rispettosa lettera a papa Paolo V[4].

Nel 1614, Timoteo fece ricostruire e ampliare la piccola chiesa di San Giorgio nel quartiere costantinopolitano di Fanar, che dal 1601 era diventata la sede del patriarcato ecumenico[5].

Timoteo morì o il 3 settembre 1620[6] o nel marzo 1621 secondo altre fonti[2]. All'epoca si sparse la voce che era stato avvelenato a una cena dell'ambasciatore olandese[4], sostenitore di Lucaris, ma questa proposta non ha prove a sostegno[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EL) Τιμόθεος Β´, su ec-patr.org, Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. URL consultato il 7 settembre 2020.
  2. ^ a b c d (EN) Moustakas Konstantinos, Timotheos II of Constantinople, su asiaminor.ehw.gr, Encyclopaedia of the Hellenic World, Asia Minor. URL consultato il 7 settembre 2011.
  3. ^ (FR) C. Emerau, Lucar Cyrille, in Dictionnaire de Theologie Catholique, vol. 9, Paris, Letouzey et Ané, 1926, p. 1005.
  4. ^ a b (EN) Steven Runciman, The Great Church in captivity, Cambridge University Press, 1985, pp. 232, 269, ISBN 978-0-521-31310-0.
  5. ^ (EL) M.C Varvounis, Το Οικουμενικό Πατριαρχείο, Athens, Chelandion, 2006, p. 23, ISBN 960-87087-5-3.
  6. ^ (EN) Demetrius Kiminas, The Ecumenical Patriarchate: A History of Its Metropolitanates with Annotated Hierarch Catalogs, Wildside Press LLC, 2009, p. 38.
Predecessore Patriarca di Costantinopoli Successore
Cirillo 1612 - 1620 Cirillo
Controllo di autoritàVIAF (EN466159474325527662756 · BAV 495/300199 · WorldCat Identities (ENviaf-466159474325527662756