Teodoro Zeccoli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Teodoro Zeccoli
Zeccoli trionfa a Zandvoort (29 agosto 1971).
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Automobilismo
Specialità Turismo
Gran Turismo
Sport Prototipo
Interserie
 

Teodoro Zeccoli (Giovecca di Lugo, 15 ottobre 1929Imola, 6 marzo 2018) è stato un pilota automobilistico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Teodoro con la Giulia TZ nella pista di Balocco (1966 circa).
L'Alfa Romeo Giulia TZ al Nürburgring (1965).

Iniziò a correre giovanissimo, mettendo in mostra grandi capacità di guida e un coraggio non comune. Dapprima pilotò vetture Fiat, OSCA e Lancia di proprietà, poi passò alle Abarth ufficiali. Firmò il suo primo contratto da professionista con Carlo Abarth, con cui collaborò per tre anni[1].
Nel 1963 passò alla ATS dell'ingegner Carlo Chiti e poi all'Alfa Romeo, dove rimase per tutto il resto della carriera. Ottimo conoscitore del mezzo meccanico, Zeccoli contribuì allo sviluppo delle Giulia TZ e Tipo 33[1].

Capocollaudatore Autodelta, dal 1963 al 1981 Zeccoli testò tutte le nuove vetture, sia stradali che da corsa, della casa del Biscione, percorrendo anche 500 km al giorno sulla pista di Balocco[2].

Nel 1967 Zeccoli portò al debutto la Alfa Romeo T33 con una vittoria in una cronoscalata a Fléron, in Belgio (12 marzo). In quell'anno Zeccoli partecipò al Campionato del Mondo Sport Prototipi (miglior risultato, il quinto posto al Nürburgring nella classica 1000 km, con Roberto Bussinello).

Partecipò a varie edizioni della 24 Ore di Le Mans: nel 1973 si classificò al 15º posto assoluto con una Alfa Romeo tipo 33TT3 insieme con Carlo Facetti e Sergio Morando. Nella sua carriera sportiva, durata ventotto anni, Zeccoli ha disputando oltre trecento corse in Italia e all'estero. Ha raccolto centoventicinque premi tra coppe e trofei ed ha vinto il Campionato europeo di Turismo[3].

Dopo l'addio alle corse continuò a collaborare con l'Alfa Romeo come collaudatore d'eccezione. Il suo contributo allo sviluppo delle vetture della casa del Biscione è stato enorme[1].

Nel 1981 si stabilì a Imola, dove risiedette fino alla morte. Fino al 2005 è stato titolare della concessionaria BMW Turbosport della città romagnola[2].

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Risultati a Le Mans[modifica | modifica wikitesto]

Anno Squadra Vettura Compagno di squadra Compagno di squadra Piazzamento Causa del ritiro
1961 Bandiera dell'Italia Abarth & C. Abarth 750S Spider Bandiera della Francia Jean Vinatier Ritiro Guasto al motore
1962 Bandiera della Francia Roger Masson Abarth 750 TwinCam Bandiera della Francia Roger Masson Ritiro Guasto al motore
1964 Bandiera della Francia Alpine-Renault Alpine M63 Bandiera della Francia Roger Masson 20º posto
1965 Bandiera dell'Italia Autodelta Alfa Romeo Giulia TZ/2 Bandiera della Francia José Rosinski Ritiro Incidente
1969 Bandiera degli Stati Uniti North American Racing Team Ferrari 250LM Bandiera degli Stati Uniti Sam Posey 8º posto
1970 Bandiera dell'Italia Autodelta Alfa Romeo T33/3 Bandiera dell'Italia Carlo Facetti Ritiro Incidente
1973 Bandiera dell'Italia Scuderia Brescia Corse Alfa Romeo TT33/3 Bandiera dell'Italia Carlo Facetti Bandiera dell'Italia Marsilio Pasotti 15º posto
1974 Bandiera degli Stati Uniti North American Racing Team Ferrari 312P Bandiera della Francia Jean-Claude Andruet 9º posto

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Addio a Teodoro Zeccoli, grande uomo Alfa Romeo, su ruoteclassiche.quattroruote.it. URL consultato il 12 aprile 2018.
  2. ^ a b Teodoro Zeccoli, su alfasport.net. URL consultato il 12 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 23 dicembre 2015).
  3. ^ Michael John Lazzari, Teodoro Zeccoli. Cuore Alfa, 2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Michael John Lazzari, Teodoro Zeccoli. Cuore Alfa, Maglio Editore, 2013.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]