Takoua Ben Mohamed

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Takoua Ben Mohamed, Luglio 2020. Roma.

Takoua Ben Mohamed (in arabo: تقوى بن محمد; Douz, 22 settembre 1991) è una fumettista, illustratrice e giornalista italiana di origine tunisina.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

È una fumettista, illustratrice, graphic-journalist e video-maker producer italiana di origine tunisina, specializzata in Cinema d'animazione alla Nemo Academy of Digital Arts a Firenze.

Si trasferisce a Roma nel 1999 con sua madre e i suoi fratelli per ricongiungersi con il padre, esule politico scappato dalla dittatura del regime tunisino di Ben Alì. Cresciuta in una periferia romana, fin da bambina si trova a vivere in un ambiente multietnico che influirà sulla sua espressione artistica e contribuirà all'elaborazione del suo "fumetto intercultura"[1].

Impegnata fin da giovane in associazioni giovanili, culturali e umanitarie di volontariato, nelle sue opere tratta diversi argomenti: dalle donne musulmane, ai rifugiati, al razzismo e xenofobia, e altre tematiche sempre rilevanti sul piano sociale e dei diritti umani.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

I fumetti multilingue di Ben Mohamed presentano la varietà del suo repertorio linguistico e culturale, che include inglese e francese informale, alcuni espressioni in dialetto romano e arabo tunisino, nonché riferimenti a una varietà di culture pop globali della sua generazione[2].

È tra i fondatori della produzione cinematografica M Collective Ltd, con cui produce il suo primo docufilm "Hejab Style" andato in onda su Al Jazeera a febbraio 2020[3].

Ha collaborato con webmagazine village universel, una rete antidiscriminazioni justbaked webmagazin, con la rivista origami della Stampa e Corriere della Sera.

Attualmente impegnata con una striscia mensile per la rivista Confronti e il magazine per ragazzi il Piccolo Missionario, e a progetto internazionale "Un'altra via per la Cambogia" sull'human trafficking di adulti e bambini tra Cambogia e Thailandia con l'ONG WeWorld, con l'obiettivo di produrre un libro-reportage sulla tratta degli esseri umani.

Vanta una produzione già vasta, che l'ha portata a essere conosciuta non solo nell'ambito del fumetto giornalistico, ma nelle università, nelle scuole, conquistando un pubblico sia adulto sia adolescente, per la sua capacità di usare un linguaggio visivo di impatto immediato, e celebrata come artista.

Fin dall'adolescenza si è dedicata al graphic journalism, ossia il "giornalismo a fumetti", sempre con l'obiettivo di raccontare, attraverso le sue tavole, realtà a molti sconosciute, quali vivere l'infanzia sotto la dittatura o il razzismo nei confronti degli stranieri, diritti umani, come risposta a una narrativa dei mass-media spesso viziata da semplificazioni e stereotipi.

Nel 2005 Takoua Ben Mohamed, mentre partecipa a un evento della comunità musulmana nella Moschea di Centocelle a Roma, inizia a produrre vignette in stile manga e fumetti sulle esperienze di donne musulmane con il velo (hijab) in Italia.

Nasce così il fumetto “intercultura”, anche se nei primi anni la diffusione dei primi lavori avvenne soprattutto durante iniziative promosse dalla comunità e tramite Facebook.

Nel febbraio del 2012 esordisce ufficialmente: alcune sue tavole vengono pubblicate all'interno del libro della prof.ssa Renata Pepicelli "Il velo nell'Islam. Storia politica estetica"[4].

Il libro, opera di una tra le massime esperte europee di Islam nei contesti migratori, porta all'attenzione il nome di Takoua Ben Mohamed anche all'interno del mondo accademico; da qui in poi tra le due nascerà una proficua collaborazione.

Diversi giornali e riviste cominciano a interessarsi sempre più alla figura di Ben Mohamed e nel 2013 il quotidiano la Repubblica le dedica un'intervista[1] dal titolo "La primavera araba in un fumetto. Ecco a voi la storia di Takoua".

All'edizione 2014 del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, viene presentato uno short documentary dai giornalisti Antonella Andriuolo e Lorenzo Cinque che raccontano la sua storia, "My Name is Takoua[5]", in cui emergono alcuni passaggi che saranno poi fondamentali nella sua carriera artistica: dall'adolescenza in Tunisia sotto la dittatura di Ben Ali al ricongiungimento con il padre in Italia, alla passione per il disegno, ai fumetti come mezzo di informazione e strumento di lotta sociale.

Nello stesso anno, a Matera, partecipa per la prima volta alla manifestazione TEDx, in cui racconta al pubblico la sua storia[6], tra cui il significato personale di portare il velo, le sfide che i giovani figli degli immigrati in Italia si trovano ad affrontare, il razzismo e le ragioni di utilizzare lo strumento del fumetto per narrare tutti questi aspetti.

Illustrazione di Takoua Ben Mohamed

Nel 2015 collabora come blogger sul magazine rete Near Antidiscriminazioni e con Riccio Capriccio, un salone di parrucchieri nel centro di Roma, per cui Ben Mohamed cura un blog[7] sullo stesso sito web, pubblicando di volta in volta illustrazioni ironiche, mettendo a nudo anche diversi pregiudizi relativi alle donne musulmane che decidono di indossare il velo.

Nello stesso anno pubblica una prima raccolta per la casa Editrice Taphros, a cura del disegnatore Bepi Vigna, "Womanstory", in cui l'autrice illustra la quotidianità di una giovane donna con l'hijab in Italia e dedica un capitoletto anche alla Primavera Araba, che nel dicembre 2015 viene presentato ufficialmente a Cagliari alla sesta edizione internazionale del Festival Nues dedicato a Fumetti e Cartoni nel Mediterraneo.

Nel 2016, Takoua Ben Mohamed riprende i suoi temi classici pubblicando con la casa editrice BeccoGiallo il libro Sotto il Velo[8], dove l'autrice racconta una serie di episodi di vita da lei vissuta: ogni pagina si compone di diverse vignette, con un titolo volto a introdurre l'argomento.

Il libro ottiene un grande successo da parte del pubblico e della critica di settore, e viene presentato in quasi tutte le principali città italiane.

Barbara Spadaro, ricercatrice dell’Università di Liverpool e studiosa della cultura italiana, ritiene che: "disegnando la quotidianità con grande autoironia, senza tralasciare i suoi stessi pregiudizi e desideri, i propri momenti di stanchezza, acidità, isteria - i propri scleri, come si dice a Roma - Takoua Ben Mohamed - offre un prezioso specchio ai suoi lettori, musulmani e non. Questo libro regala una grande opportunità per riflettere su incontri, (pre)giudizi e rapporti di potere in cui ci troviamo quotidianamente coinvolti in un mondo sempre più globalizzato, dove la tentazione a incasellare e incasellarci è sempre in agguato"[9].

È la stessa artista a spiegare in un'intervista a Repubblica[10] l'obiettivo delle sue vignette: "Noi donne musulmane veniamo raccontate come deboli, sottomesse, tristi. Invece io gioco sul sorriso, sulle espressioni e sulla vita quotidiana. Racconto quello che è al di là della prima apparenza. Una ragazza forte, allegra, impegnata socialmente e in grado di rispondere a chi le fa le domande più strane: porti il velo perché non ti lavi i capelli? Lo porti anche sotto la doccia? E potrei andare avanti a lungo. Immagini come quella delle donne del ponte servono allo stesso scopo: distruggere gli stereotipi che non ci fanno capire chi abbiamo di fronte".

Nel 2016 esordisce nel cinema: è infatti una delle protagoniste del documentario Porto il velo, adoro i Queen[11]", della regista Luisa Porrino e prodotto da Fargo entertainment, che racconta la storia di tre donne musulmane, figlie dell'immigrazione tra gli anni settanta e novanta, e delle loro identità in bilico tra la cultura del paese di origine e quella italiana.

Nel frattempo, si perfeziona partecipando a un programma formativo su "social media and journalism" negli Stati Uniti, e continua anche il suo impegno civile, scendendo personalmente in campo per i diritti delle seconde generazioni di ragazze e ragazzi nati e cresciuti in Italia, aderendo al Movimento Italiani senza Cittadinanza[12] per la riforma di una nuova legge sulla cittadinanza che tenga conto del nuovo mutato panorama sociale italiano, proposta che verrà poi bocciata in Parlamento.

Nell'anno seguente, la rivista Donna Moderna, in un articolo dal titolo: "12 donne di cui sentirai parlare nel 2017"[13], include anche la Ben Mohamed, con la seguente motivazione:

"È l'unica vignettista musulmana italiana che fa graphic journalism, cioè racconta con la semplicità dei disegni temi anche molto complessi. Il personaggio che l'ha resa famosa è una ragazza allegra e ironica che porta il velo e vive buffi equivoci e discriminazioni. Alla sua creatura di carta non ha voluto dare «nome, cittadinanza né luogo di origine perché ognuno, in ogni parte del mondo, si può identificare in lei». Le sue strisce sono appena state raccolte nel libro Sotto il velo e tra una presentazione e l'altra Takoua gira per i licei e le università".

Nel 2018 pubblica La Rivoluzione dei Gelsomini[14], sempre con Becco Giallo editore, in cui racconta le tragiche vicissitudini della sua famiglia durante gli anni della dittatura tunisina di Ben Alì fino alla rivoluzione dei Gelsomini, scoppiata il 17 dicembre del 2010.

Questo nuovo libro, impreziosito dalle recensioni delle docenti universitarie Renata Pepicelli e Leila El Houssi, nasce dall'esigenza della Ben Mohamed di raccontare una storia non solo familiare, ma comune a molti tunisini che in quegli anni lasciarono il Paese per trovare accoglienza in Italia.

Osserva il critico cinematografico Di Giorgio: "La rivoluzione dei gelsomini stupisce due volte: innanzitutto per la distanza dal tono divertito e satirico del precedente Sotto il velo, che metteva alla berlina i pregiudizi e le incomprensioni fra le diverse culture con gusto irriverente e grande attenzione all'effetto comico. A questo si unisce la sorpresa per come l'autrice, pur ponendosi in prospettiva critica rispetto al suo passato, vuole preservarne in un certo qual modo la purezza, cercando di mettere il lettore nella condizione di vedere il regime con gli occhi di una bambina"[15].

Nel 2019 è nuovamente presente come ospite ai TedX di Ferrara, e impegnata costantemente, sia come relatrice in contesti nazionali e internazionali, sia presentando i suoi lavori in diverse scuole e licei italiani, convinta che il dialogo con i giovani sia il primo antidoto a fenomeni quali razzismo e xenofobia.

Nel 2020, oltre a collaborare con le riviste Confronti e il Piccolo Missionario, viene coinvolta in un importante progetto internazionale per documentare la tratta degli esseri umani tra la Cambogia e il Vietnam, con l'obiettivo di produrre il libro Un'altra via per la Cambogia che possa portare a conoscenza il grande pubblico di questo drammatico fenomeno.

Il 27 maggio, a due giorni dall'uccisione di George Floyd da parte di un agente della polizia statunitense, pubblica sulla pagina Facebook del fumetto intercultura un'illustrazione della scena degli ultimi istanti dello stesso. È la prima artista italiana a illustrare con un fumetto gli ultimi istante della vita di Floyd: seguiranno migliaia di visualizzazioni e condivisioni sui social.

Nel giugno dello stesso mese, è tra le autrici del libro "Islamofobia e razzismo. Media, discorsi pubblici e immaginario nella decostruzione dell'altro" all'interno del libro di curato da Gabriele Proglio.

A dicembre 2021, la rivista D - la Repubblica delle donne la elegge "Donna dell'anno", insieme a Liliana Segre e Ambra Sabatini.[16]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Premio Speciale per l'Arte e la Cultura Moneygram come miglior fumettista 2016;
  • Premio Prato Città Aperta;
  • Muslim international Book award 2017;
  • Miglior opera a fumetti per il dialogo interreligioso ed interculturale, Muslim International Book Award 2017
  • Premio speciale per miglior fumettista di seconda generazione "tirafuorilalingua" 2018
  • Premio come miglior imprenditrice dell'anno FIDAPA (Federazione italiana arti professioni affari) award 2019.
  • Premio speciale per miglior graphic journalist a livello europeo - Evens European Journalism Prize 2019
  • "Donna dell'anno" per la rivista D - la Repubblica delle donne, dicembre 2021.

Mostre[modifica | modifica wikitesto]

  • Roma: mostra collettiva "Volto di donna" presso Camera dei Deputati, Sala della regina organizzata dall’associazione Artisticamente
  • Tunisi: Istituto italiano di cultura
  • Londra: Istituto italiano di cultura
  • Lisbona, Portogallo: mostra "Paratissima Lisboa 2016" (luglio 2016)
  • Ancona: mostra loggia dei mercanti di Anona "Adriatico Mediterraneo 2016" (agosto 2016)
  • Polignano a Mare: mostra "CONVIVIUM" al Museo d’arte contemporanea Pino Pascali con la fondazione Pino Pascali
  • Roma: esposizione Galleria Teatro dei Dioscuri al Quirinale con l'Associazione culturale Artisticamente 2014, 2015 3 2016
  • Cagliari: Mese dei diritti umani, presso l'ex municipio di Assemini, in collaborazione con il comune di Assemini, cooperativa sociale Il giardini di Clara, studio editoriale typos, Centro internazionale del fumetto "Festival di Nues", progetto Sprar “Emilio Lussu” provincia di cavliari, associazione la collina, associazione Efys Onlus
  • Roma: mostra "L’arte, un ponte per il dialogo" in collaborazione con biblioteca Quarticciolo, assessorato alle culture e sport del comune di roma, associazione culturale islamica in italia, Zétema
  • Cagliari: mostra "woman story" all’ExArt al festival Nues in collaborazione con Sprar “Emilio Lussu”, associazione Efys onlus,studio editoriale Typos, comune di cagliari, provincia di cagliari, regione autonoma della sardegna, cagliari capitale italiana della cultura 2015
  • Bassano del grappa: mostra "Il fumetto intercultura" a villa San Tommaso in collaborazione con il comune di bassano del grappa, Associazione B.I.G., 2015
  • Roma: Università La Sapienza Di Roma convegno "Primavere arabe" 2015
  • Cagliari: Giornata mondiale del rifugiato della fondazione “la collina” giugno 2015 ottobre 2015
  • Napoli: "Io sono qui" organizzata dall’associazione Il Ramo D'oro 2015
  • Udine: "Next La Repubblica delle idee" durante la mia presentazione del fumetto Intercultura per in dialogo. 2015
  • Roma: festa nazionale tunisina della rivoluzione del gelsomino presso il centro culturale tunisino di Roma "Dar Al Tunisi", 2015
  • Roma: collegio Universitario Villa Nazareth in occasione del seminario "Uno sguardo sul mondo" 2014
  • Roma: evento culturale ed interculturale organizzato dall’Associazione culturale islamica in Italia moschea di Centocelle, 2007 e 2008

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b La primavera araba in un fumetto Ecco a voi la storia di Takoua, su La Repubblica, 17 aprile 2013. URL consultato il 26 agosto 2020.
  2. ^ (EN) Barbara Spadaro, The transcultural comics of Takoua Ben Mohamed: memory and translation a fumetti, in Modern Italy, vol. 25, n. 2, 2020/05, pp. 177–197, DOI:10.1017/mit.2019.74. URL consultato il 26 agosto 2020.
  3. ^ (AR) حجاب ستايل, su الجزيرة الوثائقية, 3 febbraio 2020. URL consultato il 26 agosto 2020.
  4. ^ Alberto_c, Il velo nell'Islam. Storia, politica, estetica, su Osservatorio Iraq - Medioriente e Nordafrica, 13 giugno 2013. URL consultato il 26 agosto 2020.
  5. ^ My Name is Takoua, su youtube.com.
  6. ^ My Name is Takoua | Takoua Ben Mohamed | TEDxMatera, su youtube.com.
  7. ^ Takoua Ben Mohamed — Blog, su ricciocapriccio. URL consultato il 26 agosto 2020.
  8. ^ (EN) SOTTO IL VELO, su Becco Giallo, 6 giugno 2019. URL consultato il 26 agosto 2020.
  9. ^ Sotto il velo, su inGenere, 19 gennaio 2017. URL consultato il 26 agosto 2020.
  10. ^ Takoua Ben Mohamed: "Contro tutti i pregiudizi vogliamo dire al mondo chi siamo davvero", su la Repubblica, 28 marzo 2017. URL consultato il 26 agosto 2020.
  11. ^ Porto il Velo Adoro i Queen (2016), di Luisa Porrino - CinemaItaliano.info, su cinemaitaliano.info. URL consultato il 26 agosto 2020.
  12. ^ Gli italiani senza cittadinanza scendono in piazza a Roma, su Internazionale, 2 marzo 2017. URL consultato il 26 agosto 2020.
  13. ^ 12 donne di cui sentirai parlare nel 2017, su Donnamoderna, 9 gennaio 2017. URL consultato il 26 agosto 2020.
  14. ^ La rivoluzione dei gelsomini, su BeccoGiallo Editore. URL consultato il 26 agosto 2020.
  15. ^ Davide Di Giorgio, L’impegno e la semplicità: “La rivoluzione dei gelsomini”, su Lo Spazio Bianco, 18 aprile 2019. URL consultato il 26 agosto 2020.
  16. ^ Concita De Gregorio, La donna dell'anno di D. Takoua Ben Mohamed: "Voglio vincere il Nobel con una graphic novel", in La Repubblica, 10 dicembre 2021.

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