Türkan Hanimsultan

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Türkan Hanimsultan
Hanimsultan
Principessa ottomana
TrattamentoSua Altezza
NascitaIstanbul, 4 luglio 1919
MorteAnkara, 25 dicembre 1989
Luogo di sepolturaAnkara
DinastiaCasa di Osman
PadreIsmail Enver
MadreNaciye Sultan
ConiugeHüveyda Mayatepek
(1945-1973, ved.)
FigliOsman Mayatepek
ReligioneIslam sunnita

Türkan Hanımsultan (turco ottomano: ترکان خانم سلطان, "bellissima regina"; Istanbul, 4 luglio 1919Ankara, 25 dicembre 1989) è stata una principessa ottomana, anche nota come Türkan Mayatepek o Türkan Enver, figlia di Naciye Sultan e pronipote del sultano Abdülmecid I.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Türkan Hanımsultan nacque a Istanbul, nel Palazzo Kuruçeşme, il 4 luglio 1919.

Sua madre era Naciye Sultan, figlia di Şehzade Selim Süleyman e nipote del sultano ottomano Abdülmecid I, e suo padre suo marito Ismail Enver. Aveva una sorella maggiore, Mahpeyker Hanimsultan, un fratello minore, Sultanzade Ali Bey, e una sorellastra materna minore, Rana Hanımsultan, nata dal secondo matrimonio della madre col fratello minore del suo primo marito, Mehmed Kamil Paşah.

Nel 1920 suo padre venne trasferito a Berlino e Türkan lo seguì con la famiglia. Nel 1921, restò a Berlino mentre suo padre si recava nell'URSS, dove morì il 4 agosto 1922. Sua madre tornò a Istanbul coi figli dopo essersi risposata, nel 1923, con Kamil Paşah, fratello minore di Enver.

Nel 1924 la dinastia ottomana venne esiliata, e Türkan si stabilì con la famiglia prima a Parigi, dove nacque la sua sorellastra Rana, e poi a Nizza. In questo periodo, venne educata con la sorella e il fratello dal loro patrigno e zio, che insegnò loro a leggere e scrivere. Alle lezioni partecipavano anche le principesse Neslişah Sultan, Hanzade Sultan e Necla Sultan, figlie di Şehzade Ömer Faruk e nipoti del califfo Abdülmecid II[1][2][3][4][5].

Istruzione e matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Il 25 maggio 1939 venne approvata una legge che permise a Türkan e ai suoi fratelli di rientrare a Istanbul, dove, secondo la legge del cognome, assunse nome Türkan Enver. Rimase lì fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, quando, grazie a uno zio, Nuri Paşah, raggiunse sua madre, che non sopportava la lontananza dai figli, in Svizzera, a Berna, con le sorelle, mentre suo fratello Ali restò a Istanbul. Rientrò a Istanbul nel 1943.

Sua madre assicurò alle sue figlie la migliore istruzione. Türkan studiò chimica e si specializzò in ingegneria chimica. Insegnò chimica in varie scuole e lavorò brevemente per la TRT.

Nel 1945, a Istanbul, sposò l'ambasciatore Hüveyda Mayatepek, figlio del diplomatico Hasan Tahsin Mayatepek. Sua madre non poté partecipare al matrimonio, essendo ancora sottoposta a esilio. I due ebbero un figlio.

Subito dopo il matrimonio la coppia si trasferì a Ginevra, in Svizzera, dove Türkan poté rivedere sua madre, venuta a trovarla per due mesi, e dove nacque il loro figlio. Dopo qualche anno si trasferirono a Vienna, in Austria, dove Hüveyda morì il 1 maggio 1973[6][7][1].

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Türkan, rimasta vedova, tornò in Turchia. Si stabilì ad Ankara, dove morì il 25 dicembre 1989. Venne sepolta nel cimitero della città[1][6][8].

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Dal suo matrimonio, Türkan ebbe un figlio:

  • Osman Mayatepek (1 giugno 1950 - 1 novembre 2016). Nato a Ginevra e morto a Istanbul, si sposò due volte:[1]
    • Anne
    • Neshe Firtina. Si sposarono il 6 luglio 1991 a Kushadasi. Ebbero una figlia:
      • Mihrişah Türkan Mayatepek (n. 25 maggio 1952, Ankara)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Adra, Jamil (2005). Genealogy of the Imperial Ottoman Family 2005. p. 13.
  2. ^ Milanlıoğlu 2011, p. 7, 24, 71, 119, 126-127, 153.
  3. ^ Akademik araştırmalar dergisi. Maestro İnsan Kaynakları. 2007. p. 218.
  4. ^ Rorlich, Azade-Ayse (1972). Enver Pasha and the Bolshevik Revolution. University of Wisconsin—Madison. p. 79.
  5. ^ Bardakçı 2017, p. 132.
  6. ^ a b Sönmez 2014, p. 94.
  7. ^ Milanlıoğlu 2011, p. 132.
  8. ^ Milanlıoğlu 2011, p. 153.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bardakçı, Murat (2017). Neslishah: The Last Ottoman Princess. Oxford University Press. ISBN 978-9-774-16837-6.
  • Milanlıoğlu, Neval (2011). Emine Naciye Sultan'ın Hayatı (1896-1957) (Postgraguate Thesis) (in Turkish). Marmara University Institute of Social Sciences.
  • Sönmez, Cahi̇de (2014). "Sürgünden Vatana Osmanlı Hanedanının Geri Dönen İlk Üyeleri (1924-1951)". Tarihin Peşinde (in Turkish). 6 (12).
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