Susana Chávez

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Susana Chávez Castillo

Susana Chávez Castillo (Ciudad Juárez, 5 novembre 1974Ciudad Juárez, 6 gennaio 2011) è stata una poetessa e attivista messicana.

È conosciuta come autrice dello slogan «Ni una muerta más» («Non una morta in più»), divenuto il simbolo della lotta contro i femminicidi a Ciudad Juárez e, in seguito, nella forma «Ni una menos», fonte di ispirazione per i movimenti contro la violenza sulle donne in tutto il mondo.[1][2][3]

Fu trovata uccisa e mutilata il 6 gennaio 2011 a Cuauhtémoc, suo quartiere natale, all'età di 36 anni.[4]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Susana Chávez, detta Suchaca, nasce il 5 novembre 1974 a Ciudad Juárez, nel deserto del Chihuahua, una città al confine con gli Stati Uniti che, grazie alla sua posizione, fin dagli anni sessanta del Novecento vede lo sviluppo delle maquiladoras, fabbriche esentasse operanti in regime di subappalto di grandi industrie statunitensi, che impiegano per lo più manodopera femminile proveniente dalle zone rurali, sottopagata e priva di ogni tutela giuridica.[5]

All'età di undici anni Susana Chávez inizia a scrivere poesie e in seguito partecipa a numerosi dei festival letterari e forum culturali a Ciudad Juarez e in altre città del Messico.[6][7] Studia psicologia alla Universidad Autónoma de Ciudad Juárez, e cura un suo blog personale, Primera Tormenta, prendendo posizione contro l'ondata di violenza sulle donne che colpisce il suo paese: secondo Amnesty International dal 1993 al 2003 oltre 370 donne sono state assassinate a Ciudad Juárez e nella città di Chihuahua; in circa un terzo dei casi le vittime hanno subito violenza sessuale.[8][7] Nel primo decennio del Duemila diverse statistiche internazionali assegnano a Ciudad Juárez il primato di città più pericolosa del mondo e con il più alto tasso di omicidi/femminicidi; crocevia del narcotraffico, si calcola vi siano circa mille bande armate, con migliaia di aderenti.[9][10]

Chávez fa parte di Nuestras Hijas de Regreso a Casa, un'associazione di familiari e amici delle donne assassinate o scomparse in Ciudad Juárez, nata nel 2001 per pretendere giustizia e lottare contro l'inazione del governo e la violazione dei diritti umani; interviene nelle manifestazioni con letture delle sue poesie, con la realizzazione di brevi documentari e con altre attività.[11][12]

È anche regista di cortometraggi e la sua immagine compare sul poster del film16 en la lista, incentrato sui crimini contro le donne a Juárez.[7] Nel 1995 Susana conia l'espressione "Ni una muerta más", che diventa il simbolo della lotta contro i femminicidi a Ciudad Juárez.[13][14][15]

La morte[modifica | modifica wikitesto]

Una maquiladora in Messico

Il giorno in cui è morta, Chávez era uscita per andare a trovare alcune amiche, e, secondo la dichiarazione della madre, sarebbe stata uccisa durante il tragitto, a poca distanza da casa. La mattina del 6 gennaio 2011 il suo corpo, seminudo, viene ritrovato con la testa coperta da un sacco nero e la mano sinistra mozzata.

Il procuratore generale dello stato di Chihuahua, Carlos Manuel Salas, a distanza di pochi giorni, indica come autori dell'omicidio tre giovani, che la donna avrebbe incontrato casualmente e che avrebbe accettato di seguire nell'abitazione di uno di essi per bere insieme qualcosa; a seguito di una discussione insorta, i tre ragazzi avrebbero perso il controllo, e sotto l'effetto di alcol e di droghe, l'avrebbero assassinata soffocandola.[13][16] Uno dei responsabili, reo confesso, avrebbe spiegato che per confondere le autorità e far apparire l'omicidio come opera della criminalità, alla donna sarebbe stata amputata con una sega la mano sinistra e chiusa la testa con un sacco dell'immondizia.[1] Il procuratore e i funzionari dell'ufficio, precisando che ii giovani non avevano precedenti penali e che non conoscevano la vittima, sostengono che l'assassinio di Susana Chávez non va collegato "in modo assoluto" con il suo attivismo contro i femminicidi, risultando essere il caso di "uno sfortunato incontro".[1][17][18]

In seguito alla loro confessione, si sarebbe appreso che i tre giovani appartenevano alla banda de Los Aztecas[19] e che, secondo un'altra ricostruzione, avrebbero ucciso Susanna perché si sarebbe rivelata essere una poliziotta sotto copertura, pronta a denunciarli dopo aver scoperto la loro appartenenza all'organizzazione.[20]

Condannati nel 2013 a quindici anni di carcere, i tre giovani vengono posti in libertà cinque anno dopo l'omicidio, nell'agosto 2016, grazie all'entrata in vigore di una legge che prevede la riduzione della pena ai condannati minorenni.[12]

Sulla tomba di Susana Chavez i familiari hanno scritto alcuni versi della sua poesia Sangue nostro, scritta in omaggio alle donne vittime di femminicidio: "Sangue mio, alba di sangue, sangue della luna spezzata, sangue del silenzio”.[21]

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Susana Chávez, Primera Tormenta: non una di meno, non una morta di più, a cura di Chiara Cretella, Milano, Gwynplaine edizioni, 2020, ISBN 9788895574707
  • Susana Chávez, Sangre Mia, in Canto a una ciudad en el desierto: encuentro de Poetas en Ciudad Juárez, 1998 - 2002: Antologia, Ediciones la Cuadrilla de la Langosta, 2004, ISBN 978-9687887128

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Juarez killings activist Chavez murdered in Mexico, su bbc.com, 12 gennaio 2011. URL consultato il 12 marzo 2024.
  2. ^ (ES) Alberto Nájar, A Susana Chávez "la mataron por ser mujer", su bbc.com, 12 gennaio 2011. URL consultato il 12 marzo 2024.
  3. ^ (ES) Mujeres Bacanas: Susana Chávez, la creadora de "Ni una menos", su t13.cl, 16 novembre 2018. URL consultato il 16 marzo 2024 (archiviato dall'url originale il 19 novembre 2018).
  4. ^ Eleonora Negrisoli, Susana Chávez e la poesia contro il femminicidio. Parte da lei «Non una di meno», su editorialedomani.it, 10 ottobre 2022. URL consultato il 12 marzo 2024.
  5. ^ Giuliana Pisani, Nuove forme di schiavitù, su noidonne.org, 9 giugno 2009. URL consultato il 12 marzo 2024.
  6. ^ (ES) “Asesinato de Susana Chávez no fue ejecución”: Gustavo de la Rosa, su animalpolitico.com, 11 gennaio 2011. URL consultato il 12 marzo 2024.
  7. ^ a b c (ES) Susana Chavez, Primera tormenta, su primeratormenta.blogspot.com. URL consultato il 12 marzo 2024.
  8. ^ (ES) Documento. México. Muertes intolerables diez años de desapariciones y asesinatos de mujeres en Ciudad Juarez y Chihuahua, su amnesty.org, 11 agosto 2003. URL consultato il 12 marzo 2023.
  9. ^ Guersioli, p. 15
  10. ^ Chávez, p. 8
  11. ^ (ES) Nuestra Hijas de regreso a casa, su mujeresdejuarez.org. URL consultato il 12 marzo 2024 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2011).
  12. ^ a b (EN) Youths who murdered Mexican activist Chavez sentenced, su bbc.com, 3 aprile 2013. URL consultato il 12 marzo 2024.
  13. ^ a b (ES) Rubén Villalpando, Asesinan en Ciudad Juárez a la activista social Susana Chávez, su jornada.unam.mx, LaJornada - DEMOS-Desarrollo de Medios, 12 gennaio 2011. URL consultato il 12 marzo 2024.
  14. ^ Guerisoli, p. 7
  15. ^ (ES) Carmela Torres, Niunamenos. Susana Chávez, un origen de #NiUnaMenos, su laizquierdadiario.com, 3 giugno 2018. URL consultato il 12 marzo 2024.
  16. ^ (ES) Asesinos de Susana Chávez son integrantes de Los Aztecas, su vanguardia.com.mx, 22 settembre 2015. URL consultato il 12 marzo 2024.
  17. ^ (ES) Niega fiscal de Chihuahua que homicidio de Susana Chávez fuera por su activismo, su milenio.com, 12 gennaio 2011. URL consultato il 12 marzo 2024 (archiviato dall'url originale il 15 marzo 2011).
  18. ^ Boullosa, p. 23
  19. ^ (ES) http://www.razon.com.mx/spip.php?article22937, su razon.com.mx, 19 marzo 2012. URL consultato il 12 marzo 2024.
  20. ^ (EN) Youths who murdered Mexican activist Chavez sentenced, su bbc.com, 3 aprile 2013. URL consultato il 12 marzo 2024.
  21. ^ (ES) Susana Chávez, la poeta de Ciudad Juárez que gritó Ni Una Menos por primera vez, su cosecharoja.org. URL consultato il 12 marzo 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Carmen Boullosa, Cuando México se (re)apropia de Texas : ensayos, Houston, Arte Público Press, 2015, ISBN 9781558858060.
  • Susana Chávez, Primera Tormenta. Non una di meno, non una morta di più, a cura di Chiara Cretella, Camerano, Gwynplaine, 2020, p. 8, ISBN 978-88-95574-70-7.
  • Francesca Guerisoli, Ni una más Arte e attivismo contro il femminicidio, Milano, Postmedia, 2016, p. 15, ISBN 9788874901562.
  • (ES) Juan Armando Rojas Joo, Género e identidad, elementos en la poesía comprometida de tres poetas chihuahuenses: Arminé Arjona, Susana Chávez y Micaela Solís, in México Interdisciplinario. Interdisciplinary Mexico, vol. 5, n. 9, 2016, pp. 47-60.

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