Stefano Donadoni

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Stefano Donadoni (Somasca, 1º ottobre 1844Roma, 4 febbraio 1911) è stato un pittore italiano ottocentesco appartenente alla corrente del Vedutismo, molto attivo nella realizzazione di acquerelli.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Originario di una famiglia della frazione Somasca del comune di Vercurago, si trasferisce a Bergamo, dove è allievo di Andrea Marenzi[1], pittore formatosi all'Accademia Carrara di Bergamo, attratto dello studio delle opere dei conterranei Pietro Ronzoni e Costantino Rosa ed è proprietario di una libreria alle Cinque Vie[1]. Nel 1881, partecipa all'Esposizione nazionale di belle arti di Milano con tre dipinti: Bergamo antico", Il capraro e Il palazzo della Ragione[2] e al Concorso Fumagalli con Piazza Garibaldi in Bergamo, l'anno successivo alla mostra dell'Accademia di Brera presenta Sant'Erasmo in Bergamo, Cascinale in Bergamo e In colle aperto; Bergamo[3].

Per incentivare le proprie ambizioni di artista professionista, nel 1882 si trasferisce insieme alla moglie e ai due figli a Roma, dove nel 1883 partecipa all'Esposizione di belle arti con tre opere: "Chiesa di San Salvatore", "Chiesa di Santa Maria Maggiore" e "Cappella di Bartolomeo Colleoni di Bergamo".

Il soggiorno romano porta a una vasta produzione di opere, concentrata in particolare tra il 1891 e il 1911, di alcune delle quali viene tuttora apprezzato il valore storico come testimonianze di edifici e scorci romani non più esistenti come la Certosa di Termini, che oggi ospita il Museo Nazionale Romano, Villa Spithover, in seguito demolita per lasciare spazio alla Basilica di San Camillo de Lellis e Palazzo Olivieri.

Buona parte delle sue opere (circa 400 acquerelli) sono conservate a Roma presso il Gabinetto comunale delle stampe sito a Palazzo Braschi[4] e l'Istituto nazionale per la grafica (300 disegni a matita). Le opere del periodo bergamasco (come ad esempio: Bergamo antica, Santa Maria Maggiore e Cappella Colleoni) sono per lo più realizzate sotto la committenza della contessa Antonia Ponti Suardi[5]. Muore a Roma il 4 febbraio del 1911.

Nel dicembre del 1972 viene organizzata a Palazzo Braschi[6] la personale Vedute romane di Stefano Donadoni.

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

  • Processione del Venerdì Santo da Santa Maria Maggiore (1860), acquerello, collezione privata;
  • Facciata vecchia del Palazzo della Ragione. Testata del Palazzo (1880), acquerello, Civica raccolta delle Stampe "Achille Bertarelli" di Milano;
  • Veduta dell'ospedale di Gandino (1890), olio su tela, Accademia Carrara, Bergamo[7];
  • S.Eligio dei Sellari (1891), acquerello, Museo di Roma;
  • Portale della Chiesa di Santo Stefano del Cacco (1891-1911) acquerello, Gabinetto comunale delle stampe di Roma[8];
  • Cortile (1891-1911) acquerello, Gabinetto comunale delle stampe di Roma[9];
  • Villa Borghese, grotta (1891-1911) acquerello, Gabinetto comunale delle stampe di Roma[10];
  • Mura di Belisario (1891-1911) acquerello, Gabinetto comunale delle stampe di Roma[11];
  • Via di Villa Giulia, fontana (1891-1911) acquerello, Gabinetto comunale delle stampe di Roma[12];
  • Chiesa di San Cesareo (1891-1911) acquerello, Gabinetto comunale delle stampe di Roma[13];
  • Villa Madama, fontana (1891) acquerello, Gabinetto comunale delle stampe di Roma[14];
  • Villa Pamphilj (1894) acquerello, Gabinetto comunale delle stampe di Roma[15];
  • Fontana presso San Pietro (1894) acquerello, Gabinetto comunale delle stampe di Roma[16];
  • Piazza di Spagna, la Barcaccia (1895) acquerello, Gabinetto comunale delle stampe di Roma[17];
  • Chiesa di Santo Stefano Rotondo (1895), acquerello, Gabinetto comunale delle stampe di Roma[18];
  • Acquario Romano (1896) acquerello, Gabinetto comunale delle stampe di Roma[19];
  • Veduta campestre intorno a Caprera (1896) acquerello, Accademia di belle arti Tadini di Lovere[20];
  • Veduta della casa di Giuseppe Garibaldi a Caprera, (1896) acquerello, Accademia di belle arti Tadini, Lovere[21];
  • All'Arco di Tito (1896), acquerello, collezione privata;
  • Antica osteria alle Tre Madonne (1896), acquerello, Gabinetto comunale delle stampe di Roma[22];
  • Antica osteria a via dei Cerchi (1899), acquerello, Gabinetto comunale delle stampe di Roma[5];
  • Antica osteria a via dei Cerchi (1899), acquerello, Gabinetto comunale delle stampe di Roma[5];
  • Arco di Tito a Roma (1899), acquerello, collezione privata;
  • Via Flaminia (1899), acquerello, Gabinetto comunale delle stampe di Roma;
  • Via Appia, Villa dei Quintili (1896) acquerello, Gabinetto comunale delle stampe di Roma[23];
  • Il Tempio di Ercole Vincitore e la fontana dei Tritoni (1899), acquerello, Gabinetto comunale delle stampe di Roma;
  • Cancello dell'orto botanico (1909), acquerello, Museo di Roma;
  • Osteria delle Grotte a Borgo Santo Spirito (1911), acquerello, Gabinetto comunale delle stampe di Roma[5];
  • Osteria del Moretto (1911), acquerello, Gabinetto comunale delle stampe di Roma[5];
  • Casetta a Santo Stefano Rotondo (1911), acquerello, Gabinetto comunale delle stampe di Roma[5];
  • Chiesa di San Tommaso ai Cenci (1911), acquerello, Museo di Roma[24];
  • Piccola Trattoria a Monte Rotondo (1911), acquerello, Gabinetto comunale delle stampe di Roma[25].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b "Bergamo nella storia dell'arte: Ottocento-Novecento", Pietro Mosca, 1985, Grafica e arte Bergamo, pp 82,
  2. ^ "Esposizione Nazionale In Milano nel 1881.Belle Arti. Catalogo illustrato", 1881, pp 81,
  3. ^ "Reale Accademia di Belle Arti.Esposizione 1882. Catalogo illustrato", 1882, pp 30-38,
  4. ^ "Il Museo di Roma. Documenti e iconografia", Carlo Pietrangeli, 1971, pp 251
  5. ^ a b c d e f "Il Museo di Roma. Documenti e iconografia", Carlo Pietrangeli, 1971, Cappelli Editore, pp 251
  6. ^ Pubblicazioni su Palazzo Braschi, Museo di Roma e sue collezioni, su museodiroma.it. URL consultato il 6 giugno 2020.
  7. ^ Veduta dell'ospedale di Gandino, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 6 giugno 2020.
  8. ^ Portale della Chiesa di Santo Stefano del Cacco, su simart.comune.roma.it. URL consultato il 6 giugno 2020.
  9. ^ Cortile, su simart.comune.roma.it. URL consultato il 6 giugno 2020.
  10. ^ Villa Borghese, grotta, su simart.comune.roma.it. URL consultato il 6 giugno 2020.
  11. ^ Mura di Belisario, su simart.comune.roma.it. URL consultato il 6 giugno 2020.
  12. ^ Via di Villa Giulia, fontana, su simart.comune.roma.it. URL consultato il 6 giugno 2020.
  13. ^ Chiesa di San Cesareo, su simart.comune.roma.it. URL consultato il 6 giugno 2020.
  14. ^ Villa Madama, fontana, su simart.comune.roma.it. URL consultato il 6 giugno 2020.
  15. ^ Villa Pamphilj, su simart.comune.roma.it. URL consultato il 6 giugno 2020.
  16. ^ Fontana presso San Pietro, su simart.comune.roma.it. URL consultato il 6 giugno 2020.
  17. ^ Piazza di Spagna, la Barcaccia, su simart.comune.roma.it. URL consultato il 6 giugno 2020.
  18. ^ Chiesa di Santo Stefano Rotondo, su simart.comune.roma.it. URL consultato il 6 giugno 2020.
  19. ^ Acquario Romano, su simart.comune.roma.it. URL consultato il 6 giugno 2020.
  20. ^ Veduta campestre intorno a Caprera, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 6 giugno 2020.
  21. ^ Veduta della casa di Giuseppe Garibaldi a Caprera, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 6 giugno 2020.
  22. ^ "Bollettino dei Musei Comunali di Roma", Associazione Amici dei Musei di Roma, 2009, Gangemi Editore, pp 227,
  23. ^ Via Appia, Villa dei Quintili, su simart.comune.roma.it. URL consultato il 6 giugno 2020.
  24. ^ "Bollettino dei Musei Comunali di Roma", Associazione Amici dei Musei di Roma, 2009, pp 25,
  25. ^ "Bollettino d'arte", La Libreria dello Stato, 2008, Gangemi Editore, pp 227,

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Esposizione di Belle Arti in Roma 1883, Catalogo generale ufficiale, in Esposizione di Belle Arti in Roma 1883, Roma, Tipografia Bodoniana, 1883, pp. 43-76-180.
  • Angelo de Gubernatis, Stefano Donadoni, in Dizionario degli artisti italiani viventi, Firenze, Le Monnier, 1889, pp. 46-47.
  • Paolo Arrigoni e Achille Bertarelli, Piante e vedute della Lombardia conservate nella Raccolta delle stampe e dei disegni, Milano, Tipografia del popolo d'Italia, 1931.
  • Carlo Pietrangeli, Stefano Donadoni, in Il museo di Roma, Bologna, Cappelli Editore, 1972, pp. 19-251.
  • Giovanni Incisa della Rocchetta, Vedute romane di Stefano Donadoni (1844-1911), in Catalogo della Mostra, Roma, Fratelli Palombi, 1972, pp. 7-29.
  • Autori Vari, Bollettino del Centro di studi per la storia dell'architettura, Roma, Tipografia del popolo d'Italia, 1976.
  • Pietro Mosca, Stefano Donadoni, in Bergamo nella storia dell'arte: Ottocento-Novecento, Bergamo, Grafica e Arte, 1985, pp. 82-84.
  • Banca Popolare di Bergamo, Stefano Donadoni, in I pittori bergamaschi dell'Ottocento, Volume 1, Bergamo, Edizioni Bolis, 1993, p. 173.
  • Silvia Rizzo, VI, in Stefano Donadoni, Poeti, pittori e carrettieri.Storia di una famiglia italiana, Messina, Centro Interdipartimentale di Studi Umanistici, 2016.

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