Simon Fraser, XV Lord Lovat

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Simon Fraser, XV Lord Lovat
Lovat a Newhaven dopo il rientro dal raid di Dieppe nell'agosto del 1942
NascitaBeauly, 9 luglio 1911
MorteBeauly, 16 marzo 1995
Dati militari
Paese servitoBandiera del Regno Unito Regno Unito
Forza armataBritish Army
UnitàGuardie Scozzesi
Anni di servizio1930-1962
GradoBrigadiere
GuerreSeconda guerra mondiale
Battaglie
Decorazioni
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Lord Simon Christopher Joseph Fraser, XV Lord Lovat (Beauly, 9 luglio 1911Beauly, 16 marzo 1995), è stato un nobile e militare scozzese.

Quindicesimo Lord Lovat (de iure, diciassettesimo de facto[1]) e capo del clan Fraser di Lovat, si distinse durante la seconda guerra mondiale come comandante di battaglione dei British Commandos, prendendo parte al raid su Dieppe e allo sbarco in Normandia.

Winston Churchill lo definì "l'uomo più affascinante ad aver mai tagliato una gola".[2] Alcune fonti riportano che nel 1944 i tedeschi avrebbero messo una taglia di 100 000 marchi su di lui, vivo o morto[3], per iniziativa della Gestapo[4] o per ordine diretto di Adolf Hitler.[5]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato nel castello di Beaufort[6] presso Beauly, nell'Inverness-shire, era figlio di Simon Fraser, XIV Lord Lovat, e Laura Lister, discendente dei baroni Ribblesdale. Era imparentato con David Stirling, fondatore dello Special Air Service.[6]

Già durante la scuola si avviò verso la carriera militare, dapprima come membro degli Officers' Training Corps mentre frequentava l'Ampleforth College, e successivamente rientrando nello squadrone di cavalleria dell'università di Oxford.[6][7]

Lovat nel 1930 entrò ufficialmente nell'esercito con il grado di secondo tenente venendo assegnato ai Lovat Scouts,[8] un'unità della Territorial Army fondata dal padre durante la guerre boere[9] che si era distinta particolarmente durante la prima guerra mondiale in compiti di ricognizione e infiltrazione[6] (i Lovat Scouts vengono ritenuti la prima unità militare ad aver utilizzato la ghillie suit,[10] mentre alcuni suoi membri formarono la prima unità di tiratori scelti dell'esercito britannico).[10] L'anno successivo entrò invece nelle Guardie Scozzesi.[6]

Ritiratosi dal servizio di riserva nel 1937 fece domanda per rientrarvi nel 1939, quando ormai lo scontro bellico con la Germania sembrava ormai inevitabile, ottenendo il grado di capitano delle Guardie Scozzesi.[6] Nel 1940 si arruolò come volontario nei neonati British Commandos, prendendo parte l'anno successivo all'operazione Claymore presso le isole Lofoten.[6]

Nel 1942, promosso maggiore, partecipò assieme Commando n°4 ad un raid presso il villaggio di Hardelot, sulla costa francese.[6] Divenuto tenente colonnello e posto alla guida del medesimo Commando, prese parte al raid su Dieppe, dove la sua unità distrusse una batteria di cannoni da 150 millimetri, divenendo poi l'unica durante l'intera operazione a portare a termine il compito assegnato.[11]

Sbarco della 1st Special Service Brigade a Sword Beach. Lord Lovat è visibile mentre marcia a destra della colonna; in primo piano, a destra, Bill Millin con la sua cornamusa

Nel 1944 ottenne la promozione a brigadiere, e venne messo a capo nella neoformata 1st Special Service Brigade, un'unità mista formata da membri dei British Commandos e dei Royal Marines.[9] Durante lo sbarco in Normandia guidò personalmente la sua unità durante l'assalto a Sword Beach, accompagnato dal suo assistente e suonatore di cornamusa Bill Millin, a cui assegnò il compito di suonare per accompagnare gli uomini durante lo sbarco.[9][12] Quando Millin gli fece notare che le direttive del Comando dell'esercito vietavano di suonare strumenti sul campo di battaglia, Lovat rispose: "Ah, ma quello è il Comando inglese, mentre io e te siamo scozzesi!".[13] Dopo lo sbarco, le forze di Lovat (sempre anticipate dalla cornamusa di Millin) raggiunsero il ponte Pegasus, in aiuto delle forze della 6th Airborne Division che lo avevano conquistato dopo ore di combattimento notturno.[14] Il 12 giugno Lovat venne gravemente ferito dallo scoppio di una granata durante un assalto a Breville,[15] venendo quindi evacuato e portato in madrepatria.[9]

Finita la guerra si diede alla politica divenendo sottosegretario agli affari esteri, decidendo poi di dedicarsi alla gestione delle terre e delle proprietà di famiglia.[9][2]

Morì il 16 marzo 1995, poche settimane dopo aver perso due dei figli.[2]

Nei media[modifica | modifica wikitesto]

Lord Lovat comparve nel film del 1962 Il giorno più lungo, interpretato dall'attore Peter Lawford.

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Thomas Fraser, XII lord Lovat Alexander Fraser  
 
Amelia Mary Leslie  
Simon Fraser, XIII lord Lovat  
Charlotte Stafford-Jerningham George Stafford-Jerningham, VIII barone Stafford  
 
Frances Henrietta Sulyarde  
Simon Fraser, XIV lord Lovat  
Thomas Weld-Blundell Joseph Weld  
 
hon. Charlotte Mary Stourton  
Alice Mary Weld-Blundell  
Theresa Vaughan William Vaughan  
 
Teresa Weld  
Simon Fraser, XV lord Lovat  
Thomas Lister, III barone Ribblesdale Thomas Lister, II barone Ribblesdale  
 
Adelaide Lister  
Thomas Lister, IV barone Ribblesdale  
Emma Mure William Mure  
 
Laura Markham  
Laura Lister  
sir Charles Tennant, I baronetto John Tennant  
 
Robina Arrol  
Charlotte Monkton Tennant  
Emma Winsloe Richard Winsloe  
 
Charlotte Monkton  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La numerazione dei Lord Lovat risente di quanto accaduto a Simon Fraser, XI Lord Lovat, condannato a morte nel 1747 per tradimento della Corona e privato del titolo di Lord, che conseguentemente non andò ai figli Simon Fraser of Lovat (1726–1782) e Archibald Campbell Fraser of Lovat (1736–1815). Il titolo di Lord Lovat venne ripristinato nel 1854 da Thomas Alexander Fraser, discendente del secondogenito del quarto Lord, che divenne XII Lord Lovat (ma considerabile per l'appunto il quattordicesimo ''de facto'') e venne creato I Barone Lovat.
  2. ^ a b c Lord Lovat, British war hero, dies, in The Washington Post, 18 marzo 1995.
  3. ^ (EN) Tom Knowles, Lord Lovat statue to stand guard at D Day service, in The Times. URL consultato il 13 febbraio 2023.
  4. ^ Davide Bartoccini, Lord Lovat, il leggendario sabotatore gentiluomo, in Il Giornale. URL consultato il 13 febbraio 2023.
  5. ^ (EN) Lovat, 17th Lord (S), (Simon Christopher Joseph Fraser) (9 July 1911–16 March 1995), su WHO'S WHO & WHO WAS WHO. URL consultato il 13 febbraio 2023.
  6. ^ a b c d e f g h (EN) Stephen Bull, Commando Tactics: The Second World War, Casemate Publishers, 13 giugno 2011, ISBN 978-1-78337-844-9. URL consultato il 2 dicembre 2021.
  7. ^ Lovat, in Who's Who, 2007, DOI:10.1093/ww/9780199540884.013.U173909.
  8. ^ Nomine ufficiali unità militari nel febbraio 1930, in The London Gazette, 4 febbraio 1930, p. 727.
  9. ^ a b c d e (EN) David T. Zabecki, World War II in Europe: An Encyclopedia, Routledge, 1º maggio 2015, ISBN 978-1-135-81242-3. URL consultato il 2 dicembre 2021.
  10. ^ a b John L. Plaster, The ultimate sniper : an advanced training manual for military & police snipers, Paladin Press, 1993, ISBN 0-87364-704-1, OCLC 28182123. URL consultato il 2 dicembre 2021.
  11. ^ (EN) Narayan Sengupta, Disaster at Dieppe: World War II's Little D-Day, Lulu.com, 16 novembre 2017, ISBN 978-1-387-37414-4. URL consultato il 2 dicembre 2021.
  12. ^ Bill Millin, in The Economist, 26 agosto 2010. URL consultato il 2 dicembre 2021.
  13. ^ Spencer Tucker, D-Day : the essential reference guide, 2018, ISBN 978-1-4408-4975-6, OCLC 983796236. URL consultato il 2 dicembre 2021.
  14. ^ (EN) Stephen E. Ambrose, Pegasus Bridge, Simon and Schuster, 15 novembre 1988, ISBN 978-0-671-67156-3. URL consultato il 2 dicembre 2021.
  15. ^ Valmai Holt, Major & Mrs Holt's definitive battlefield guide to the D-Day Normandy landing beaches, 6th ed, Pen & Sword Military, 2012, ISBN 978-1-78346-157-8, OCLC 855219712. URL consultato il 2 dicembre 2021.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Lord Lovat Successore
Simon Joseph Fraser 1933–1995 Simon Fraser
Predecessore MacShimidh Successore
Simon Joseph Fraser 1933–1995 Simon Fraser
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