Sidney Kingsley

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Premio Pulitzer Premio Pulitzer nel 1934

Sidney Kingsley, pseudonimo di Sidney Kirschner (New York, 22 ottobre 1906Oakland, 20 marzo 1995), è stato un drammaturgo statunitense.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Poster per Darkness at Noon, 1953
Alexander Kirkland nei panni del Dr. Ferguson e Margaret Barker nei panni di Laura Hudson in Men in White, 1933

Kingsley descrisse ed analizzò le problematiche relative agli anni della grande depressione, scrivendo drammi ricercati e realistici.[1]

Studiò nelle scuole pubbliche nel Lower West Side, alla Townsend Harris High School e infine alla Cornell University, Ithaca, con una borsa di studio, laureandosi in bachelor of arts nel 1928.[2]

Kingsley diventò popolare vincendo il Premio Pulitzer per la drammaturgia, grazie ad un'efficace indagine sulla professione medica, sui conflitti tra obblighi professionali e familiari dei medici, sul proselitismo in favore della legalizzazione dell'aborto, intitolata Men in White ("Uomini in bianco", 1933),[3] rappresentata per la prima volta dal Group Theatre nel 1933 e riadattata per il cinema l'anno successivo.

Due anni dopo realizzò un'altra opera di approfondimento e di impegno sociale intitolata Dead End ("Periferia", 1935), nella quale descrisse, con passione e uno stile pungente e penetrante, la vita giovanile nelle desolate periferie.[3]

Kingsley sposò nel 1939 l'attrice Madge Evans (1909-1981), una delle prime stelle dei film muti,[2] che visse con lui nella fattoria a Oakland, in una casa di legno del XVIII secolo.[2]

Negli anni successivi intraprese una breve carriera di attore contemporaneamente alla scrittura di opere teatrali:[1] con The World We Make ("Il mondo che siamo", 1939), descrisse la follia di una giovane donna e il suo ritorno alla sanità mentale,[2] poi si dedicò al dramma storico, con The Patriots ("I patrioti", 1943), in cui approfondì le ideologie di Thomas Jefferson e di Alexander Hamilton, la loro fede nell'uomo comune e nel governo,[2] opera premiata dal Drama Critics Circle,[1] oltre a scrivere un'altra rappresentazione sociale con Detective Story ("Storia di un poliziotto", 1949),[3] incentrata sui rapporti tra lo stile di vita personale di un detective e la sua professione.[1]

Partecipò alla seconda guerra mondiale, nell'esercito degli Stati Uniti, raggiungendo il grado di tenente.

Nel 1951 mise in scena Darkness at Noon ("Buio a mezzogiorno"), tratta dal romanzo di Arthur Koestler, basata sugli orrori dei processi di epurazione di Stalin,[3] tre anni dopo Lunatics and Lovers ("Lunatici e amanti", 1954), la sua unica farsa sessuale, e nel 1962 ultimò Night Life ("Vita notturna").[1]

Tra le numerose cariche assunte da Kingsley menzioniamo la presidenza della Gilda dei drammaturghi, dal 1977, la direzione della commissione per lo sviluppo cinematografico e televisivo del New Jersey, la partecipazione nel consiglio di amministrazione di Cafe La Mama e della compagnia di danza Martha Graham.

Gli hobby preferiti di Kingsley, ai quali si dedicò con passione, furono la pittura, la scultura, la lavorazione del legno e la collezione dei primi artefatti americani.[2]

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

Poster del 1934 per il film Men in White
  • 1933: Men in White ("Uomini in bianco");
  • 1935: Dead End ("Periferia");
  • 1936: Ten Million Ghosts ("Dieci milioni di fantasmi");
  • 1939: The World We Make ("Il mondo che siamo");
  • 1943: The Patriots ("I patrioti");
  • 1949: Detective Story ("Storia di un poliziotto");
  • 1951: Darkness at Noon ("Buio a mezzogiorno");
  • 1954: Lunatics and Lovers ("Lunatici e amanti");
  • 1962: Night Life ("Vita notturna").

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e (EN) Sidney Kingsley, su Enciclopedia Britannica. URL consultato il 28 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2018).
  2. ^ a b c d e f Flint.
  3. ^ a b c d le muse, VI, Novara, De Agostini, 1964, p. 267.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Controllo di autoritàVIAF (EN109372336 · ISNI (EN0000 0000 8406 6752 · LCCN (ENn85199221 · GND (DE118777181 · BNF (FRcb14041454t (data) · J9U (ENHE987007300689605171 · CONOR.SI (SL108425315 · WorldCat Identities (ENlccn-n85199221