Sede titolare di Efeso

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Disambiguazione – Se stai cercando l'antica sede metropolitana della Chiesa ortodossa, vedi Metropolia di Efeso.
Efeso
Sede arcivescovile titolare
Ephesina
Chiesa latina
Sede titolare di Efeso
Mappa delle sedi metropolitane del patriarcato di Costantinopoli in Anatolia attorno al 1880
Arcivescovo titolaresede vacante
IstituitaXIV secolo
StatoTurchia
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

Efeso (in latino Ephesina) è una sede arcivescovile titolare della Chiesa cattolica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Metropolia di Efeso.

Efeso è fin dal II secolo sede di una diocesi del patriarcato di Costantinopoli, elevata al rango di sede metropolitana nel IV secolo. La sede fu soppressa dopo la prima guerra mondiale. A seguito del trattato di Losanna, per porre fine alla guerra greco-turca, nel 1923 fu attuato uno scambio di popolazioni tra Grecia e Turchia che portò alla totale estinzione della presenza cristiana ortodossa nel territorio dell'arcidiocesi efesina. L'ultimo metropolita residente fu Temistocle Chatzistavrou, trasferito alla sede di Rodi nel febbraio 1924 e poi, con il nome di Crisostomo II, eletto arcivescovo di Atene e primate della Chiesa ortodossa di Grecia dal 1962 al 1967.

La Chiesa cattolica iniziò ad assegnare il titolo arcivescovile di Efeso fin dagli inizi del XIV secolo. Il primo prelato noto è il francescano Corrado, vir doctus et in linguis orientalibus versatus, nominato il 5 luglio 1318.[1] In base alle cronotassi riportate nella Hierarchia catholica di Konrad Eubel e alle nomine degli Acta Apostolicae Sedis, sono oltre trenta i prelati cattolici che ebbero il titolo di "arcivescovi di Efeso". L'ultimo di questi è stato Giovanni Enrico Boccella, già ministro generale del Terzo ordine regolare di San Francesco, arcivescovo emerito di Smirne (1968-1978).

Cronotassi degli arcivescovi titolari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (LA) Michel Le Quien, Oriens christianus in quatuor Patriarchatus digestus, Parigi, 1740, Tomo III, coll. 957-958.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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