Sebastiano Bedendo

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Sebastiano Bedendo
Sebastiano Bedendo nel posto anteriore di un Maurice Farman 14 mentre imbraccia una pistola Mauser
NascitaRovigo, 18 luglio 1895
MorteOttiglio, 24 agosto 1935
Cause della morteincidente aereo
Luogo di sepolturaOssario Militare del cimitero di Rovigo
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Regia Aeronautica
ArmaArtiglieria
CorpoServizio Aeronautico
SpecialitàRicognizione
Caccia
Reparto42ª Squadriglia
72ª Squadriglia Caccia
71ª Squadriglia Caccia
Anni di servizio1914-1935
GradoMaggiore
GuerrePrima guerra mondiale
BattaglieBattaglia del Solstizio
Battaglia di Vittorio Veneto
Decorazionivedi qui
dati tratti da Grande Enciclopedia Aeronautica[1]
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Sebastiano Bedendo (Rovigo, 18 luglio 1895Ottiglio, 24 agosto 1935) è stato un militare e aviatore italiano. Fu un asso dell'aviazione del Regio Esercito durante la prima guerra mondiale; è accreditato dalla lista emessa dal Regio Esercito al termine del conflitto di cinque vittorie aeree.[2] Decorato con una Medaglia d’argento e una di bronza al valor militare, e con la Croce al merito di guerra è citato tre volte all’Ordine del giorno dell’esercito[2]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Un esemplare di Caudron G.4 esposto presso il Musée de l'air et de l'espace, di Le Bourget, Parigi.

Sebastiano “Nino” Bedendo nacque a Rovigo il 18 luglio 1895,[1] figlio di Mariano e di Beivey Pierina Schiappadini. Dopo l’entrata in guerra dell’Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, è chiamato a prestare servizio militare presso 8º Reggimento da artiglieria da campagna) di stanza a Verona il 1º giugno, raggiungendo il reparto il 13 dello stesso mese. Prestò giuramento di fedeltà alla Patria il 20 luglio successivo a San Nicolò di Lido al Lido di Venezia. Sottotenente della Milizia Territoriale nell’Arma di artiglieria[N 1] viene trasferito al 5º Reggimento artiglieria da fortezza[3] e costa, entrandovi in servizio il 19 luglio.

Da sempre affascinato dal volo aereo, l’8 settembre 1915 lo troviamo presso la 7ª Sezione Aerostatica[4] da Fortezza[5] in qualità di Osservatore sul fronte a mare della Piazza Marittima del Porto di Venezia. Il 6 aprile 1916 viene assegnato al Battaglione Scuole Aviatori[4] dove fece la prima lezione di volo il 20 aprile, e conseguì il brevetto di pilota in data 1º luglio 1916 su velivolo Caudron. Il 26 agosto iniziò l’addestramento al pilotaggio del bimotore da ricognizione Caudron G.4.[3]

Sul campo d’aviazione di Busto Arsizio conseguì il brevetto di pilota militare il 1º settembre su velivolo Farman, è il 7 ottobre entra in servizio alla 48ª Squadriglia di stanza presso il campo d’aviazione di San Pietro al Campo (Belluno), assegnata in forza alla 4ª Armata. Tale Squadriglia, equipaggiata con ricognitori monomotori Caudron G.3 e bimotori G. 4, era al comando dal Capitano Felice Porro[N 2] In questa squadriglia militò anche Natale Palli, asso dell’Aviazione da Ricognizione e che fu pilota di Gabriele D'Annunzio durante il Volo su Vienna il 9 agosto 1918, ed Aldo Finzi che nel 1923 divenne Vice Commissario per l’Aviazione.[N 3]

Un esemplare di Nuvoli N.5Cab.

Il 30 novembre 1916 Bedendo viene nominato tenente e nel dicembre successivo è assegnato alla 42ª Squadriglia[4] impiegata nell’osservazione per l’artiglieria e basata a Gonars, zona del fronte meridionale dell’Isonzo.[4] Nel 1917 a febbraio compì due missioni, in una delle quali il suo aereo è colpito dal fuoco nemico e gli shrapnel ne danneggiano le ali e la fusoliera. Dal 17 febbraio 1917 è trasferito alla 71ª Squadriglia Caccia, ed a partire dal 27 novembre dello stesso anno entra in servizio presso la 72ª Squadriglia Caccia.[3] L'11 marzo 1918 ritorna alla 71ª Squadriglia equipaggiata con gli Hanriot HD.1, dove il 19 marzo ottiene la sua prima vittoria. Trasferito il 20 ottobre 1918 alla 91ª Squadriglia, partecipò alla battaglia di Vittorio Veneto, senza conseguire abbattimenti.[5] Alla fine delle ostilità risultava avere abbattuto 5 velivoli nemici, e decorato con una Medaglia d’argento e una di bronza al valor militare, e con la Croce al merito di guerra.[1] Nel 1919 frequentò un corso presso il centro sperimentale di Villacoublay,[4] in Francia, lasciando poi l’aviazione. Nel 1922 conseguì la laurea in ingegneria presso l'Università di Padova.[4]

Nel 1924[N 4] entrò in servizio nella Regia Aeronautica con il grado di capitano[5] del Genio Aeronautico, ingegnere pilota assegnato all'Ufficio sorveglianza della Fiat,[4] e nel dicembre 1930 viene promosso maggiore.[3] Il 17 luglio 1933 su velivolo Fiat Nuvoli N.5[1] si aggiudicò,[N 5] il record mondiale di velocità su circuito di 100 e 500 km, volando alle rispettive medie di 196,936 e 189,573 km/h.[3] Tra il 1931 e il 1934 fu pilota collaudatore dei velivoli costruiti da Prospero Nuvoli,[4] e il 16-17 febbraio 1935, insieme a Rinaldo Stenico, alzò i record a rispettivamente 222,578 e 213,676 km/h.[1]

Il sarcofago che racchiude le sue spoglie mortali nel cimitero comunale di Rovigo.

Muore a Spinosa di Ottiglio[3] (Monferrato), il 24 agosto 1935 al decollo del Circuito Aereo d'Italia, mentre si trovava ai comandi[5] di un Nuvoli N.5Cab[N 6] matricola I-NUBE[3] che fu vittima di un cedimento strutturale alle ali.[4]

Le sue spoglie, traslate nella natia Rovigo, sono conservate nel locale cimitero comunale, in un sarcofago posto nei pressi dell'ossario militare.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota da caccia , nei numerosi voli di guerra compiuti fu sempre animato da fervido entusiasmo e da profonda coscienza del dovere. Sostenne da solo combattimenti audacissimi contro più velivoli nemici, e riuscì per il suo alto valore e la sua alta perizia, ad abbatterne cinque in breve volgere di tempo. Cielo del Trentino, 29 gennaio-10 agosto 1918.»
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Arditissimo pilota da caccia, nei numerosi voli di guerra compiuti con fermezza pari all’entusiasmo dimostrò di possedere doti singolari di sereno coraggio e di alto sentimento del dovere. Cacciatore instancabile, in combattimento con due aerei nemici da caccia, nel Cielo di Col Santo, ne abbatteva uno nei pressi di Noviglio. Capo pattuglia abile e coscienzioso, durante la vittoriosa offensiva del 24 ottobre 1918 in numerosi voli di mitragliamento eseguite a quote minime, si prodigava instancabilmente e vittoriosamente, avendo come scopo supremo il compimento del proprio dovere. Cielo di Col Santo-del Trentino e del Piave, 22 agosto-settembre-ottobre 1918.»
Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 25 ottobre 1931[6]
Medaglia d'argento di lunga navigazione aerea - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La nomina giunse il 4 luglio.
  2. ^ Brillante aviatore, che durante la seconda guerra mondiale fu Comandante delle Forze Aeree in Africa Settentrionale Italiana.
  3. ^ Finzi aderì al movimento fascista poco dopo la sua costituzione, e trovò fine gloriosa come martire alle Fosse Ardeatine nel 1944.
  4. ^ In quello stesso anno sposò Silvia Maria Marani, già moglie del suo carissimo amico Gastone Novelli, deceduto nel corso del 1919, e che era rimasta vedova con un figlio.
  5. ^ Insieme a lui a bordo vi era il passeggero Boncompagni per il record sui 100 km, e Gregorio Ludovisi sui 500 km.
  6. ^ Nell’incidente perirono anche gli altri membri dell’equipaggio, Giovanni Testore e Giovanni Nicastro.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Mancini 1936, p. 78.
  2. ^ a b http://www.theaerodrome.com/aces/italy/bedendo.php Retrieved on 31 May 2010.
  3. ^ a b c d e f g Franks, Guest, Alegy 1997, p. 134.
  4. ^ a b c d e f g h i Callegari 2012, p. 239.
  5. ^ a b c d Varriale 2009, p. 29.
  6. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.47 del 26 febbraio 1932, pag.999.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Renato Callegari, Il fronte del cielo Guida all'Aviazione nel Veneto durante la Grande Guerra 1915-1918, Istrana, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano - Comitato di Treviso, 2012, ISBN 978-88-96032-10-7.
  • (EN) Norman Franks, Russell Guest e Gregory Alegi, Above the War Fronts: The British Two-seater Bomber Pilot and Observer Aces, the British Two-seater Fighter Observer Aces, and the Belgian, Italian, Austro-Hungarian and Russian Fighter Aces, 1914–1918: Volume 4 of Fighting Airmen of WWI Series: Volume 4 of Air Aces of WWI, London, Grub Street, 1997, ISBN 978-1-898697-56-5.
  • Alessandro Fraschetti, Prima organizzazione dell'Aeronautica Militare in Italia 1884-1925, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1986.
  • Roberto Gentilli e Paolo Varriale, I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Aeronautica Militare - Ufficio Storico, 1999.
  • Luigi Mancini (a cura di), Grande Enciclopedia Aeronautica, Milano, Edizioni Aeronautica, 1936.
  • (EN) Paolo Varriale, Italian Aces of World War 1, Botley, Osprey Publishing Company, 2009, ISBN 978-1-84603-426-8.

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