Scheepvaarthuis

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Scheepvaarthuis
Localizzazione
StatoBandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi
ProvinciaOlanda Settentrionale
LocalitàAmsterdam
IndirizzoPrins Hendrikkade, 108
Coordinate52°22′27.7″N 4°54′14.79″E / 52.374361°N 4.904108°E52.374361; 4.904108
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1913-1916
StileScuola di Amsterdam
Realizzazione
ArchitettoJo van der Mey, Piet Kramer e Michel de Klerk
La Scheepvaarthuis in un'illustrazione d'epoca
Particolare dell'edificio
Scultura all'esterno della Scheepvaarthuis

La Scheepvvaarthuis ("casa della navigazione") è uno storico edificio di Amsterdam, costruito tra il 1913 e il 1916 su progetto di Jo van der Mey in collaborazione con Piet Kramer e Michel de Klerk[1][2][3][4][5] e situato lungo la Prins Hendrikkade.[1][5] In origine utilizzato dalle compagnie di navigazione[5] e ora adibito ad hotel[1][2][6][7], è ritenuto il primo esempio della cosiddetta "Scuola di Amsterdam".[1][3][4][5][6]

L'edificio è classificato come rijksmonument nr. 4158.[4]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Jo van der Mey venne incaricato di progettare la Scheepavaarthuis nel 1912.[1] Il progetto venne caldeggiato da alcune compagnie di navigazione intenzionate da spostare la sede in cui trattare i propri affari, che in precedenza avevano luogo nel porto.[5]

Van der Mey trasse ispirazione dall'architettura Art Nouveau[1][2], aggiungendovi alcuni elementi che caratterizzerando il movimento poi noto come "scuola di Amsterdam."[1] La costruzione iniziò nel 1913 e venne completata tre anni dopo.[3]

La struttura ospitava gli uffici di sei compagnie di navigazione[1], che trattavano con l'Indonesia, la Cina, il Giappone, l'Africa, gli Stati Uniti e il Sud America.[1]

Dieci anni dopo l'inaugurazione, venne intrapresa un'opera di ampliamento della struttura, progettata dagli architetti originari.[3] Tale opera di ristrutturazione risultava ancora incompiuta nel 1929.[3]

A partire poi dal secondo dopoguerra, gli uffici della Scheepvaarthuis vennero un po' alla volta abbandonati dalle compagnie di navigazione.[1]

Nel 1974, l'edificio venne classificato come rijksmonument.[7][8] In seguito, nel 1983 gli uffici della Scheepvaarthuis vennero occupati dalle aziende di trasporti del comune.[1]

Nel 1998, il comune di Amsterdam mise in vendita l'edificio[1], che nel 2003 venne rimodellato dall'architetto Ray Kentie per essere riconvertito nel Grand Hotel Amrâth Amsterdam, inaugurato nel giugno del 2007.[2][6]

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio è situato al nr. 108 della Prins Hendrikkade[4][5] e si affaccia sul Waalseilandsgracht.[9] È situato non lontano da altri celebri monumenti quali la Schreierstoren e la Montelbaanstoren.[5]

L'edificio è a forma triangolare[5] e presenta una facciata a forma di prua.[5]

La facciata misura 25 metri in altezza[3] ed è sorretta da una torre angolare dell'altezza di circa 31 metri[3] e dell'ampiezza di 9 x 9 metri.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l (NL) Monumentaal Scheepvaarthuis, su Grand Hotel Amrâth Amsterdam. URL consultato il 31 maggio 2023.
  2. ^ a b c d (NL) Grand Hotel Amrâth Amsterdam, su Amrâth Hotels. URL consultato il 31 maggio 2023.
  3. ^ a b c d e f g h (NL) Het Scheepvaarthuis, een stedenbouwkundige vergissing?, su Amsterdams Binnenstad. URL consultato il 31 maggio 2023.
  4. ^ a b c d (NL) Handel en kantoor, Prins Hendrikkade 108, 1011 AK te Amsterdam, su Monumentenregister. URL consultato il 31 maggio 2023.
  5. ^ a b c d e f g h i Gerard M. L. Harmans p. 80.
  6. ^ a b c (NL) Grand Hotel Amrâth Amsterdam, su Geboud in Amsterdam. URL consultato il 31 maggio 2023.
  7. ^ a b (NL) Zondagsarrangement Scheepvaarthuis, su Museum Het Schip. URL consultato il 31 maggio 2023.
  8. ^ (NL) Rondleiding Scheepvaarthuis, su Maand van Geschiedenis. URL consultato il 31 maggio 2023.
  9. ^ Gerard M. L. Harmans p. 71.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gerard M. L. Harmans (a cura di), Olanda, Milano, Mondadori, 2007-2009. Ed. originale: Gerard M. L. Harmans (a cura di), The Netherlands, London, Dorling Kindersley, 2005.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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