Salvatore Toscano (militare)

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Salvatore Toscano
NascitaImola, 5 luglio 1897
MorteMar Mediterraneo, 29 marzo 1941
Cause della mortemorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Marina
GradoCapitano di corvetta in servizio permanente effettivo
GuerreSeconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia di Punta Stilo
Battaglia di Capo Teulada
Battaglia di Capo Matapan
Battaglia del convoglio Duisburg
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Navale di Livorno
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1920-1941)[1]
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Salvatore Toscano (Imola, 5 luglio 1897Mar Mediterraneo, 29 marzo 1941) è stato un militare e marinaio italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Imola (provincia di Bologna) il 5 luglio 1897.[2] Nel 1911 fu ammesso a frequentare la Regia Accademia Navale di Livorno, conseguendo la nomina a guardiamarina nel 1915.[2] Partecipò alla prima guerra mondiale imbarcato su varie unità di superficie, tra cui la nave da battaglia Caio Duilio venendo decorato con la croce al merito di guerra.[2] Promosso tenente di vascello nel 1918, partecipò al viaggio di circumnavigazione compiuto dall'esploratore Libia tra il 1921 e il 1923, e quindi ebbe il comando di torpediniere.[2]

Promosso capitano di corvetta nel 1926, ebbe il comando del cacciatorpediniere Borea per circa due anni e nel 1932, promosso capitano di fregata, passò all'Accademia Navale di Livorno nell'incarico di aiutante di bandiera del comandante, rimanendo in quell'incarico fino al 1935, quando venne destinato presso il Regio Istituto Idrografico Militare di Genova.[2] Al comando dell'esploratore Ugolino Vivaldi (1935-1936) partecipò alle operazioni militari legate alla guerra di Spagna.[2] Promosso capitano di vascello il gennaio 1937, ebbe successivamente il comando dell'incrociatore leggero Luigi Cadorna, della corazzata Caio Duilio e dell'incrociatore Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi di cui curò a la parte finale dell'allestimento.[2] Nel novembre 1938 ebbe l'incarico di Presidente di Mariperman La Spezia, venendo posto in congedo assoluto nel 1939 in base all'approvazione delle leggi razziali.[2]

Rientrò in servizio attivo il 12 aprile 1940 assumendo l'incarico di Capo di stato maggiore del Comando Militare Marittimo di Messina, incarico che ricoprì sino al 10 marzo 1941.[2] Assunto il comando di una Squadriglia cacciatorpediniere, alzando la sua insegna sul cacciatorpediniere Vittorio Alfieri. Al comando di detta squadriglia C.T. partecipò allo scontro notturno di Capo Matapan contro superiori forze navali inglesi.[2] L'unità rimase immobilizzata, con incendi a bordo, dal tiro nemico, e con il cacciatorpediniere dilaniato dalle esplosioni ed in preda alle fiamme, rifiutò ogni invito a porsi in salvo, provvedendo per quanto possibile alla salvezza dell'equipaggio.[2] Scomparve in mare nell'affondamento della sua nave, e per questo venne insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria. ed affondava con l'unità al suo comando.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di squadriglia di cacciatorpediniere, consacrava tutte le sue energie fisiche e spirituali al servizio della nobile causa del dovere e dell’ardimento. In un aspro combattimento notturno contro soverchianti forze, sebbene la sua unità fosse inizialmente colpita in modo irreparabile dall’offesa nemica, ordinava e dirigeva con le poche armi rimaste efficienti una audace e violenta reazione contro le navi attaccanti. Con indomito coraggio, deciso a far pagare caro al nemico la perdita dell’unità, continuava nell’impari lotta sino all’esaurimento di qualsiasi mezzo offensivo. Nell’impossibilità di ulteriore resistenza mentre la nave dilaniata dalle esplosioni e in preda alle fiamme, cominciava ad affondare, ordinato agli ufficiali e all’equipaggio di porsi in salvo, rifiutava stoicamente l’invito dei suoi uomini, che lo supplicavano di salvarsi e, rimasto in piedi sulla plancia in una suprema sfida al nemico, condivideva fieramente il destino della sua nave che si inabissava. Mediterraneo Orientale, 28 marzo 1941.[3]»
— Regio Decreto 20 novembre 1941.
Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine coloniale della Stella d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915–1918 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p. 621.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l Alberini, Prosperini 2016, p. 521.
  3. ^ Medaglia d'oro al valor militare Toscano Salvatore, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato il 13 febbraio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paolo Alberini e Franco Prosperini, Uomini della Marina, 1861-1946, Roma, Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Marina Militare, 2016, ISBN 978-8-89848-595-6.
  • Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare. La Marina tra vittoria e sconfitta, 1940-1943, Milano, Mondadori, 2002, ISBN 978-88-04-50150-3.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 621.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]