Saeed Roustayi

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Saeed Roustayi nel 2022

Saeed Roustayi (in persiano سعید روستایی‎; Teheran, 14 agosto 1989) è un regista e sceneggiatore iraniano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato in una famiglia modesta, si è laureato in cinema all'università "Sure" di Teheran, dirigendo il suo primo lungometraggio all'età di 25 anni.

Il successivo Metri šiš o nim (2019), un poliziesco sul traffico di droga, è diventato uno dei maggiori incassi di sempre in Iran al di fuori del genere comico.[1][2] È stato anche il suo primo film a suscitare interesse a livello internazionale, venendo presentato alla Mostra del cinema di Venezia nella sezione Orizzonti e distribuito in Francia, dove è stato candidato al premio César per il miglior film straniero.[2]

Ad esso ha fatto seguire Leila e i suoi fratelli (2022), una saga familiare di stampo sociale ambientata nell'odierna Teheran, con cui ha concorso al Festival di Cannes.[2][3] Nonostante il film vi abbia ricevuto il premio della critica internazionale,[4] il Ministero della cultura e dell'orientamento islamico ne ha vietato la distribuzione in Iran, sostenendo che fosse stato presentato al festival senza l'autorizzazione del Ministero.[5] In un'intervista al New York Times del maggio 2022, Roustayi ha sostenuto che tale autorizzazione non gli era stata concessa a causa del suo rifiuto di tagliare o modificare diverse scene "importanti e drammatiche" del film come richiesto dalla censura,[6] mentre in un'altra del settembre 2022 al Tehran Times, nella quale lamentava l'esclusione del suo film dalla corsa al candidato iraniano agli Oscar, ha invece sostenuto di aver agito in accordo col Ministero.[7]

Il 16 agosto 2023 è stato condannato dal Tribunale Rivoluzionario Islamico, assieme al produttore di Leila e i suoi fratelli Javad Noruzbegi, a sei mesi di reclusione per essersi «schierati coi media dell'opposizione, influenzati della propaganda delle forze controrivoluzionarie» e aver «intensificato la battaglia mediatica contro l'autorità religiosa, spinti dalla brama di fama e denaro»: Roustayi dovrà scontare nove giorni in carcere, mentre il resto della pena sarà sospesa per cinque anni, durante i quali dovrà seguire un corso sul "fare film in linea con gli interessi e la moralità della Nazione" ed astenersi dal frequentare altri membri dell'industria cinematografica.[3][4]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Regista e sceneggiatore[modifica | modifica wikitesto]

Lungometraggi[modifica | modifica wikitesto]

Produttore[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Deborah Young, 'Just 6.5' ('Metri Shesh-o Nim'): Film Review, su The Hollywood Reporter, 29 aprile 2019. URL consultato l'8 aprile 2020.
  2. ^ a b c (EN) Dider Peron, Fresque sociale: «Leila et ses frères», mouises à l'épreuve, in Libération, 23 agosto 2022. URL consultato il 21 agosto 2023.
  3. ^ a b (EN) Elsa Keslassy, Iranian Director Saeed Roustaee Sentenced to Six Months in Prison for Showing ‘Leila’s Brothers’ at Cannes, in Variety, 16 agosto 2023. URL consultato il 21 agosto 2023.
  4. ^ a b (EN) Christopher Kuo, Iran Sentences Director to 6 Months After He Screened Film at Cannes, in The New York Times, 16 agosto 2023. URL consultato il 21 agosto 2023.
  5. ^ (EN) Iran movie feted by Cannes critics banned at home, su France 24, 22 giugno 2022. URL consultato il 27 marzo 2023.
  6. ^ (EN) Emma Bubola, In Iran, a New Wave of Repression Hits Acclaimed Filmmakers, in The New York Times, 22 maggio 2022. URL consultato il 21 agosto 2023.
  7. ^ (EN) “Leila’s Brother” director protests film’s absence from Iran Oscar submission consideration, in Tehran Times, 19 settembre 2022. URL consultato il 27 marzo 2023.

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