Roland Dumas

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Roland Dumas
Roland Dumas nel 1989

Presidente del Consiglio costituzionale
Durata mandato8 marzo 1995 –
29 febbraio 2000
PredecessoreRobert Badinter
SuccessoreYves Guéna

Ministro di Stato
Ministro degli affari esteri
Durata mandato10 maggio 1988 –
28 marzo 1993
PresidenteFrancois Mitterrand
Capo del governoMichel Rocard
Edith Cresson
Pierre Bérégovoy
PredecessoreJean Bernard Raymond
SuccessoreAlain Juppé

Ministro delle relazioni estere
Durata mandato7 dicembre 1984 –
20 marzo 1986
PresidenteFrançois Mitterrand
Capo del governoLaurent Fabius
PredecessoreClaude Cheysson
SuccessoreJean-Bernard Raimond

Portavoce del governo
Durata mandato18 giugno 1984 –
7 dicembre 1984
PresidenteFrançois Mitterrand
Capo del governoPierre Mauroy
Laurent Fabius
PredecessoreMax Gallo
SuccessoreGeorgina Dufoix

Dati generali
Partito politicoPartito Socialista
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
Università
ProfessioneAvvocato
FirmaFirma di Roland Dumas

Roland Dumas (Limoges, 23 agosto 1922) è un avvocato e politico francese.

Biografia: le origini e la Resistenza[modifica | modifica wikitesto]

Roland Dumas è figlio di un funzionario statale, esponente della Resistenza e fucilato nel 1944 dai nazisti a Brantôme (Dordogna). Lui stesso aderisce ai Mouvements unis de Résistance (MUR), coalizione dei gruppi antinazisti estranei al partito comunista. Nel 1942 subisce una breve incarcerazione per atti di Resistenza e, una volta libero, entra in clandestinità[1]. Si laurea in giurisprudenza a Lione, e dopo alcune esperienze giornalistiche esercita la professione di avvocato a Parigi.

Carriera politica[modifica | modifica wikitesto]

Fedelissimo di Mitterrand[modifica | modifica wikitesto]

Entra in politica, ed è eletto deputato all'Assemblea nazionale nel 1956 per l'UDSR (Unione Democratica e Socialista della Resistenza), la formazione di cui fa parte anche François Mitterrand che all'epoca era un "senza partito".

Risale da allora il sodalizio con il futuro presidente della Repubblica, legame che si farà ancora più saldo dopo il 1959, quando Mitterrand, coinvolto nell'oscura vicenda del falso attentato dell'Observatoire, si ritroverà isolato. Non rieletto nel 1958, Dumas torna all'Assemblea nazionale solo nel 1967 con la FGDS (Federazione della Sinistra Democratica e Socialista), ma alle elezioni anticipate del 1968 non è rieletto. Nel 1971 aderisce al Partito Socialista rifondato da Mitterrand, e sotto l'insegna di questo partito è eletto deputato nel 1973. Non rieletto nel 1978, rientra all'Assemblea nazionale nel 1981. È rieletto anche alle elezioni successive, fino a quelle del marzo 1993, nelle quali esce sconfitto. Da allora, ha abbandonato la politica attiva.

Capo della diplomazia francese[modifica | modifica wikitesto]

L'elezione di François Mitterrand alla presidenza della Repubblica segna il grande balzo della carriera politica di Dumas. Grazie alla sua capigliatura leonina e a un completo chiaro, è facilmente riconoscibile nel corteo di personalità socialiste che scortano il nuovo capo dello Stato fino all'ingresso del Panthéon nel corso della cerimonia con cui si è aperto il primo settennato di Mitterrand. Ma deve attendere il 18 dicembre 1983 per entrare al governo, e in un ruolo defilato: è ministro degli Affari Europei nel terzo governo Mauroy, succedendo ad André Chandernagor dimissionario giacché nominato alla prima presidenza della Corte dei conti. Il 17 luglio 1984 è confermato agli Affari Europei nel governo Fabius, ottenendo anche l'incarico di portavoce del governo.

Dopo l'uscita dal governo di Claude Cheysson a causa della nomina di quest'ultimo alla Commissione europea, nel dicembre 1984 Dumas diventa ministro delle Relazioni Estere, dicastero che poco dopo riacquisterà la denominazione di Affari Esteri.

Alle elezioni legislative del marzo 1986 il Partito Socialista passa all'opposizione. Il 9 ottobre Dumas riesce a farsi eleggere presidente della commissione Esteri dell'Assemblea nazionale, incarico che tuttavia deve cedere l'8 aprile 1987 a Valéry Giscard d'Estaing.

Il 10 maggio 1988 Mitterrand è rieletto presidente della Repubblica, e nomina Primo ministro il socialista Michel Rocard. Nel corso delle trattative per la composizione della lista dei ministri, il presidente della Repubblica impone a Rocard recalcitrante la nomina di Dumas a ministro degli Esteri[2]. Gli è attribuito, inoltre, il rango di ministro di Stato. Sarà confermato nel secondo governo Rocard (23 giugno 1988 - 15 maggio 1991), nel governo Cresson (15 maggio 1991 - 31 marzo 1992) e nel governo Bérégovoy (2 aprile 1992 - 28 marzo 1993).

In quel periodo Dumas si trova a fronteggiare, tra l'altro, eventi epocali come il crollo del Muro di Berlino nel novembre 1989, il Colpo di stato sovietico del 1991, la dissoluzione dell'Urss e la Guerra del Golfo nel 1991. In qualità di capo della diplomazia francese, il 7 febbraio 1992 ha firmato il Trattato di Maastricht.

Presidente del Consiglio costituzionale[modifica | modifica wikitesto]

Il 24 febbraio 1995, a meno di quattro mesi dalla scadenza del suo mandato, François Mitterrand lo nomina presidente del Consiglio costituzionale.

Il 22 gennaio 1999, il Consiglio costituzionale presieduto da Dumas pronuncia una sentenza con la quale è data un'interpretazione estensiva all'immunità penale del presidente della Repubblica in esercizio (all'epoca Jacques Chirac). La decisione, adottata all'unanimità, è stata oggetto di vivaci discussioni sia fra i politici che fra i giuristi.

Le vicende giudiziarie[modifica | modifica wikitesto]

Il mandato al Consiglio costituzionale ha la durata di nove anni, tuttavia il 24 marzo 1999 Dumas è costretto ad autosospendersi, e il 1º marzo 2000 a dimettersi. È coinvolto, infatti, in una lunga e tormentata vicenda giudiziaria, l'”affare delle fregate di Taiwan”. È pienamente assolto dalla corte d'appello di Parigi il 29 gennaio 2003.

Roland Dumas è stato condannato a dodici mesi di reclusione con la condizionale e 150 000 euro di ammenda per complicità in abuso di fiducia nel quadro della successione di Alberto Giacometti. La condanna è diventata definitiva dopo che la Corte di Cassazione ha respinto il suo ricorso il 10 maggio 2007.

Dopo le dimissioni dal Consiglio costituzionale ha ripreso a fare l'avvocato. È autore di numerose pubblicazioni, fra cui un volume uscito nel 2007 in cui ripercorre la prima fase della sua lunga esperienza al Quai d'Orsay (indirizzo del ministero degli Esteri a Parigi).

Secondo alcuni organi di stampa, Roland Dumas sarebbe membro della Massoneria[3].

Principali decorazioni[modifica | modifica wikitesto]

Ufficiale dell'Ordine della Legion d'onore (1995)

Croce di guerra (1939-45)

Croce di soldato volontario

Gran croce di prima classe dell'Ordine al merito (Repubblica Federale Tedesca)

Gran croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica (Spagna)[4]

Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Rolans Dumas, Politiquement incorrect, Cherche Midi, 2015.
  2. ^ Michel Rocard, Si la gauche savait, Robert Laffont, 2005 e 2007, pagg. 332-333.
  3. ^ Le vrai pouvoir des francs-maçons, Ottenheimer Ghislaine, L'Express.fr, 2 avril 1998
  4. ^ Biografia di Roland Dumas sul sito dell'editore Fayard.
  5. ^ Onorificenze conferite su iniziativa del Presidente della Repubblica - Stranieri.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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