Roberto Cantalupo

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Roberto Cantalupo

Sottosegretario di Stato al Ministero delle colonie
Durata mandato3 luglio 1924 –
6 novembre 1926

Deputato della Repubblica Italiana
LegislaturaII, III, IV, V
Gruppo
parlamentare
Partito Nazionale Monarchico, Partito Liberale Italiano
CollegioRoma
Sito istituzionale

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaXXVII, XXVIII
Gruppo
parlamentare
Partito Nazionale Fascista
Incarichi parlamentari
Sottosegretario alle Colonie
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPNM, PLI
Titolo di studiolaurea

Roberto Cantalupo (Napoli, 17 gennaio 1891Roma, 13 novembre 1975) è stato un politico, diplomatico e saggista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Laureato in giurisprudenza, durante la giovinezza a Napoli fondò Oltremare, periodico diretto da lui stesso. Nel 1922 divenne redattore capo del quotidiano dell'Associazione Nazionalista Italiana L'Idea Nazionale.

Nel fascismo[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1923 aderì al Partito Nazionale Fascista e alle elezioni del 1924 fu eletto al parlamento italiano come deputato nel Listone fascista; confermò il seggio anche nelle consultazioni plebiscitarie del 1929 nel PNF e mantenne il suo scranno alla Camera del Regno fino al 1934.

Dal luglio 1924 al novembre 1926 fu sottosegretario al ministero delle colonie e intrapresa la carriera diplomatica, nel 1930 divenne ministro plenipotenziario d'Italia in Egitto. Nel 1932 è stato nominato ambasciatore in Brasile.[1]

Dopo l'inizio della guerra civile spagnola del 1936 fu inviato in Spagna, e nei primi mesi del 1937 fu nominato ambasciatore nella Spagna franchista, anche se in un primo momento Mussolini pensò a Roberto Farinacci per il posto.[2] Cantalupo ebbe una bassa opinione di Franco, che considerava una persona di carattere "glaciale, femminile e sfuggente".[3] Cantalupo fu sollevato dal ruolo di ambasciatore poco dopo la battaglia di Guadalajara,[4] nell'aprile del 1937 e lasciò allora in luglio la carriera diplomatica.[5] Nel 1941 fu nominato commissario dell'Istituto di credito per il lavoro italiano all'estero[6].

Nel dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Nel dopoguerra pubblicò alcuni testi di memorie, e collaborò con il settimanale Candido.

Tornato quindi in politica, fu deputato della Repubblica per quattro legislature, per il Partito Nazionale Monarchico (1953-1961) e poi dal 1961 con i liberali fino al 1972.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Fatti europei e politica italiana, 1922-1924, Imperia, 1924
  • L'Italia musulmana, Casa Editrice Italia d'Oltremare, 1929
  • Racconti politici dell'altra pace, Istituto per gli Studi di Politica internazionale, 1940
  • Fuad: primo re d'Egitto, Garzanti, 1940
  • Gli americani in Africa e l'interesse degli europei, Le Monnier, 1943
  • Fu la Spagna: ambasciata presso Franco, febbraio-aprile 1937, A. Mondadori, 1948
  • Liberali, cattolici, socialisti, E. Roberto Cantalupo, 1964
  • La "belle époque" diplomatica italiana, Editrice Can, 1965
  • Liberale a destra, a destra da liberale, G. Volpe editore, 1975.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ John F. Coverdale, Italian Intervention in the Spanish Civil War, Princeton University Press, 1975, p. 188.
  2. ^ John F. Coverdale, Italian Intervention in the Spanish Civil War, Princeton University Press, 1975, p. 187-188
  3. ^ Teresa Fernández Ulloa, Ideology, Politics and Demands in Spanish Language, Literature and Film, Cambridge Scholars Publishing, p. 201.
  4. ^ Hugh Thomas, Historia de la Guerra Civil Española, Barcelona, 1976, p. 654
  5. ^ Roberto Cantalupo, Fu la Spagna. Ambasciata presso Franco. Febbraio - Aprile 1937, Mondadori, 1948.
  6. ^ www.gazzettaufficiale.it

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Ambasciatore italiano in Spagna Bandiera della Spagna Successore
Filippo De Ciutiis di Santa Patrizia febbraio 1937 - aprile 1937 Guido Viola di Campalto
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