Roberto Bandini

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Roberto Bandini
NascitaColle di Val d'Elsa, 28 gennaio 1917
MorteSeconda battaglia di El Alamein, 25 ottobre 1942
Cause della morteCaduto in combattimento
Luogo di sepolturaSacrario militare italiano di El Alamein
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale
ArmaFanteria
CorpoGranatieri
Paracadutisti
Anni di servizio1935-1942
GradoTenente di complemento
GuerreGuerra d'Etiopia
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna di Grecia
BattaglieSeconda battaglia di El Alamein
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le Medaglie d'Oro al Valor Militare volume secondo (1941-1959)[1]
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Roberto Bandini (Colle di Val d'Elsa, 28 gennaio 1917Seconda battaglia di El Alamein, 25 ottobre 1942) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Colle di Val d'Elsa il 28 gennaio 1917, figlio di Affortunato e Marianna Cecchi.[1] Frequentò la facoltà di chimica dell'università di Firenze interrompendo gli studi allo scoppio della guerra d'Etiopia arruolandosi volontario nella Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale.[2] Partì per l'Africa Orientale Italiana in forza al VII Battaglione mitraglieri CC.NN. della 6ª Divisione CC.NN. "Tevere" prendendo parte ai combattimenti.[2] Rientrò in Patria a metà del giugno 1936, venendo nominato sottotenente di complemento del corpo dei granatieri, prestando servizio di prima nomina nel 1º Reggimento "Granatieri di Sardegna" e venendo collocato in congedo nel febbraio 1937.[2] Fu richiamato in servizio nel settembre dello stesso anno, ritornò in AOI con il XCVII Battaglione CC.NN. prendendo parte alle operazioni di contrasto alla guerriglia fino al novembre 1939.[2]

Rientrato in Italia riprese gli studi interrotti, e fu promosso tenente nell'ottobre 1940.[2] Alla fine dell'anno fu richiamato in servizio attivo assegnato al 3º Reggimento "Granatieri di Sardegna" combattendo sul fronte greco.[2] Rimase in Grecia anche dopo la fine delle ostilità, rimpatriando nel mese di ottobre assegnato in servizio al 186º Reggimento fanteria paracadutisti, della Divisione "Folgore".[2] Il 15 luglio 1942 partì per l'Africa Settentrionale Italiana, perdendo la vita il 25 ottobre nel corso della seconda battaglia di El Alamein.[1]

La sua città natale gli ha dedicato una piazza dove, tutti gli anni, si svolge la commemorazione ufficiale: l'iniziativa è organizzata dal Comune di Colle di Val d'Elsa e dalla sezione provinciale dell'Associazione Nazionale Paracadutisti d'Italia.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare alla memoria - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di un centro di fuoco sulla linea di resistenza, attaccato da preponderanti forze motorizzate sostenute dall’intenso efficace tiro di artiglieria, reagiva con perizia e valore riuscendo ad arrestare l’impeto nemico e a ristabilire la situazione con audace contrassalto. Ferito, continuava a mantenere il comando del centro sottoposto alla pressione nemica. Attaccato nuovamente, resisteva imperterrito a malgrado delle gravi perdite subite e quindi contrassaltava con violenza. Gravemente ferito una seconda volta, persisteva nell’impari lotta alimentando lo spirito combattivo dei suoi valorosi paracadutisti col suo eroico esempio. Colpito per la terza volta protraeva l’azione, culminante in epica mischia all’arma bianca, finché cadeva sull’estremo lembo della posizione da lui contesa all’avversario per tre giorni con ammirabile tenacia. Purissimo esempio di leggendario eroismo, chiudeva la sua giovane esistenza al grido di «Avanti la Folgore. Viva l’italia» Quota 125 di Qaret el Him meimat (Egitto), 23-25 ottobre 1942.[3]»
— Decreto del Presidente della Repubblica 9 dicembre 1947.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 101.
  2. ^ a b c d e f g Combattenti Liberazione.
  3. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato, su quirinale.it. URL consultato il 9 gennaio 2018.
  4. ^ Registrato alla Corte dei conti il 22 dicembre 1947, Esercito registro 26, foglio 299.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alberto Bechi Luserna e Paolo Caccia Dominioni, I ragazzi della Folgore, Milano, Edizioni Libreria Militare, 2007, ISBN 88-89660-02-3.
  • Paolo Caccia Dominioni, Alamein 1933-1962, Milano, Ugo Mursia Editore, 1992, ISBN 978-88-425-3628-4.
  • Arrigo Petacco, L'armata nel deserto, Milano, A. Mondadori Editore, 2001.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le Medaglie d'Oro al Valor Militare volume secondo (1941-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965.
  • Mario Montanari, Le operazioni in Africa Settentrionale - Vol. III - El Alamein, Roma, Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito, 1989.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]