Rhinolophus clivosus

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Ferro di cavallo di Geoffroy
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
SuperordineLaurasiatheria
OrdineChiroptera
SottordineMicrochiroptera
FamigliaRhinolophidae
GenereRhinolophus
SpecieR.clivosus
Nomenclatura binomiale
Rhinolophus clivosus
Cretzschmar, 1828

Il ferro di cavallo di Geoffroy (Rhinolophus clivosus Cretzschmar, 1828) è un pipistrello della famiglia dei Rinolofidi diffuso in Africa e nel Medio oriente.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Pipistrello di medie dimensioni, con la lunghezza totale tra 68 e 112 mm, la lunghezza dell'avambraccio tra 42 e 59 mm, la lunghezza della coda tra 22 e 40 mm, la lunghezza del piede tra 11 e 13 mm, la lunghezza delle orecchie tra 16 e 24 mm, un'apertura alare fino a 35,5 cm e un peso fino a 25 g.[3]

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

La pelliccia è di media lunghezza, soffice e lanuginosa. Le parti dorsali possono essere color crema, grigie, grigio-brunastre, fulvo-grigiastre o bruno-rossastre con la base dei peli sempre più chiara, mentre le parti ventrali variano dal marrone chiaro al grigio. Le orecchie sono corte. La foglia nasale presenta una lancetta astata con la punta arrotondata, un processo connettivo arrotondato, talvolta leggermente angolato, una sella stretta, con i bordi concavi, l'estremità arrotondata e priva di peli. La porzione anteriore non copre completamente il muso, ha delle fogliette laterali poco sviluppate e un incavo centrale poco profondo alla base. Il labbro inferiore ha un solco longitudinale. Le membrane alari sono grigio scure, la prima falange del quarto dito è relativamente lunga. La coda è lunga ed inclusa completamente nell'ampio uropatagio. Il primo premolare superiore è piccolo e situato fuori la linea alveolare. Il cariotipo è 2n=58 FNa=60 o 62.

Ecolocazione[modifica | modifica wikitesto]

Emette ultrasuoni ad alto ciclo di lavoro con impulsi a frequenza costante di 79–84 kHz in Malawi, 80–100 kHz in Sudafrica e 90,9 kHz nello Swaziland.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

Si rifugia singolarmente o in gruppi fino a 50 individui all'interno di grotte, fessure rocciose, gallerie minerarie abbandonate, catacombe, capanne di pietra e anfratti in edifici abbandonati. È stata osservata una colonia fino a 10.000 esemplari. Effettua spostamenti fino a 10 km tra un sito e l'altro. In Sudafrica è stato riscontrato un periodo prolungato di ibernazione, mentre nel Malawi entra in uno stato di torpore durante il giorno a temperature esterne di 21-24 °C.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di insetti, particolarmente piccoli coleotteri, catturati sotto la volta forestale e nella vegetazione.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Danno alla luce un piccolo alla volta tra novembre e dicembre. La copulazione avviene nella stagione secca, tra aprile e luglio, seguita da un trattenimento dello sperma da parte delle femmine fino ad agosto, quando si verificano l'ovulazione e la fertilizzazione. Tuttavia in alcune popolazioni del Sudafrica soltanto i maschi trattengono il seme per un periodo prolungato e non l'altro sesso. Questa condizione fa pensare che possano esistere più di una specie distinta. I piccoli vengono allattati per due mesi e le femmine diventano mature sessualmente dopo 18 mesi di vita.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffusa nell'Africa settentrionale dall' Algeria all'Egitto, in quella orientale e meridionale dal Sudan fino al Sudafrica e in Israele, Giordania e nella Penisola Arabica.

Vive nelle savane alberate, foreste montane, praterie e habitat desertici e semi-desertici fino a 2.300 metri di altitudine.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Sono state riconosciute 7 sottospecie:

La popolazione della Cirenaica, nel nord-est della Libia, è stata recentemente assegnata ad una specie distinta, R.horaceki[4].

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato il vasto areale e la popolazione presumibilmente numerosa, classifica R.clivosus come specie a rischio minimo (Least Concern)).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Kock, D., Amr, Z., Jacobs, D., Cotterill, F.P.D., Taylor, P.J. & Monadjem, A. 2008, Rhinolophus clivosus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Rhinolophus clivosus, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Happold & Happold, 2013.
  4. ^ Benda P & Vallo P, New look on the geographical variation in Rhinolophus clivosus with description of a new horseshoe bat species from Cyrenaica, Libya (PDF), in Vespertilio, vol. 16, 2012, pp. 69-96.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Stephan Aulagnier & Al., Guide des mammiferes d'Europe, d'Afrique du Nord et du Moyen-Orient, Delachaux & Niestlé SA, Parigi, 2011, ISBN 9788889999707.
  • Meredith & David C.D.Happold, Mammals of Africa. Volume IV-Hedgehogs, Shrews and Bats, Bloomsbury, 2013. ISBN 9781408122549

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