Renzo Mazzoleni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Renzo Mazzoleni
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Ciclismo
Specialità Strada
Termine carriera 2004
Carriera
Squadre di club
1997Giusti-Vellutex
1998Zalf Fior
2000Ceramiche Pagnoncelli
2001-2002Colpack
2003Team Macandina
2004Tenax
Statistiche aggiornate al 4 luglio 2020

Renzo Mazzoleni (Bergamo, 31 gennaio 1977) è un ex ciclista su strada italiano.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Nato nel 1977 a Bergamo, è fratello di Eddy Mazzoleni, anche lui ciclista professionista, dal 1996 al 2007[1].

Da juniores vince il Trofeo MP Filtri nel 1994 e il Trofeo Francesco Buffoni nel 1995, mentre da Elite conquista il Giro ciclistico della provincia di Cosenza nel 2000, da Elite, con la Ceramiche Pagnoncelli. Dopo aver corso con la Ceramiche Pagnoncelli, nel 2001, a 24 anni, passa professionista con la Colpack, dove rimane per due stagioni, prendendo parte in entrambi gli anni al Giro di Lombardia, ritirandosi sia nel 2001 che nel 2002, e al Giro d'Italia, arrivando 83º nel 2001 e 96º nel 2002.

Nel 2003 si trasferisce alla squadra svizzera del Team Macandina, conquistando tre vittorie: una tappa al Circuit des Ardennes, lo Schynberg Rundfahrt e la Schattdorf. Ritornato in una squadra italiana nel 2004, alla Tenax, partecipa al Giro d'Italia di quell'anno, piazzandosi 110º. Al termine della stagione, a 27 anni, si ritira dall'attività.

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Trofeo MP Filtri
Trofeo Francesco Buffoni
Giro ciclistico della provincia di Cosenza
  • 2003 (Macandina, tre vittorie)
1ª tappa Circuit des Ardennes (Nouvion > Nouvion)
Schynberg Rundfahrt
Schattdorf

Piazzamenti[modifica | modifica wikitesto]

Grandi Giri[modifica | modifica wikitesto]

2001: 83º
2002: 96º
2004: 110º

Classiche monumento[modifica | modifica wikitesto]

2001: ritirato
2002: ritirato

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il giro di Simoni è già in rosa. La lunga fuga di Renzo Mazzoleni, su ecodibergamo.it, 9 maggio 2004. URL consultato il 4 luglio 2020.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]