Refa'i Ahmed Taha

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Refa'i Ahmed Taha (in arabo رفاعي أحمد طه ?, Rifā‘ī Aḥmad Ṭāhā) o Refa‘i Ahmed Taha Musa, o Ahmed Refa‘i Taha, alias Abu Yaser al-Masri (in arabo أبو ياسر المصري ?) (24 giugno 1954Idlib, 5 aprile 2016[1]) è stato un terrorista egiziano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

È stato uno dei leader del movimento fondamentalista di matrice islamica noto come "al-Jama'a al-Islamiyya"[2], succeduto allo "Sceicco cieco" ʿOmar ʿAbd al-Rahman a capo dell'organizzazione terroristica egiziana dopo che questi era stato arrestato nel 1993 e condannato all'ergastolo nel 1995.

La lista[3] di persone ricercate predisposta dal Dipartimento di Stato al Tesoro statunitense indica come sua data di nascita il 24 giugno 1954, e indica altre sue identità di copertura, tra cui ʿIssām ʿAlī Muhammad ʿAbd Allāh (in arabo عصام علي محمد عبد الله?). È imputato, assieme ad altri 21 militanti di al-Qā‘ida[4] e di gruppi affiliati a tale organizzazione, di aver svolto un qualche ruolo negli attentati dinamitardi che nel 1998 colpirono alcune ambasciate statunitensi in Africa.

Ai primi del 1998, Taha fu una delle cinque persone che firmarono – o che si pensa abbiano firmato – una cosiddetta fatwā[5] in cui si minacciavano gli Stati Uniti e Israele e i loro cittadini. Fra gli altri firmatari figurerebbero Osama bin Laden e Ayman al-Zawahiri[6] Nel 2000, Taha apparve in un video insieme a bin Laden e al-Zawahiri, in cui si minacciavano violenze a seguito dell'imprigionamento di ʿOmar ʿAbd al-Rahman.[7]

Refaʿi Ahmed Taha è stato anche ricercato dalle autorità del suo Paese,[8] in cui era stato condannato a morte nel 1999 nell'ambito di un'inchiesta sul caso dei cosiddetti reduci dell'Albania[9]

Nell'ottobre del 2001 Taha è stato arrestato all'aeroporto di Damasco (dopo essere sparito dopo gli Attentati dell'11 settembre 2001) e discretamente istradato in Egitto.[10] Al-Qāʿida ha rivelato nel 2006 che egli era ancora vivo in prigione[11] ma la notizia non ha ricevuto conferme ufficiali.[12]

È stato ucciso intorno al 5 aprile 2016 nel corso di un attacco aereo statunitense condotto con drone nella cittadina di Idlib in Siria dove stava lavorando con Jabhat al-Nusra, l'ala siriana di Al-Qaeda.[1][13] Secondo il Washington Post, aveva attraversato il confine siriano dalla Turchia solo cinque giorni prima.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Prominent al-Qaida figure killed in US drone strike in Syria, Associated Press, 8 aprile 2016. URL consultato il 14 aprile 2020 (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2016).
  2. ^ Copy of indictment Archiviato il 10 novembre 2001 nella Library of Congress Web Archives. USA v. Usama bin Laden et al., Center for Nonproliferation Studies, Monterey Institute of International Studies
  3. ^ Banned entity list, Office of Foreign Assets Control, US Treasury Department
  4. ^ Background Information on Terrorist Groups, part of the US State Department's report Patterns of Global Terrorism - 2000
  5. ^ Una fatwa può essere legittimamente espressa solo da un muftī o da un'autorità religiosa (faqih, ossia "giurisperito") riconosciuta come tale dai suoi colleghi o da un vasto consenso generale.
  6. ^ Si veda Fatāwā di Osama bin Laden.
  7. ^ Background Information on Terrorist Groups Archiviato il 12 dicembre 2007 in Internet Archive., part of the US State Department's report Patterns of Global Terrorism - 2000.
  8. ^ Egypt's most wanted, al-Ahram Weekly, 18 October 2001
  9. ^ Egypt's most wanted Archiviato l'11 giugno 2013 in Internet Archive., al-Ahram Weekly, 18 October 2001.
  10. ^ Al-Qaida: Dead or captured, MSNBC; see October 2001.
  11. ^ Al-Sahab (al-Qāʿida) internet video with al-Zawahiri and al-Hukayma, 5 August 2006
  12. ^ Refai Taha Musa at Global Security, cites official sources.
  13. ^ Thomas Joscelyn, Ayman al Zawahiri eulogizes Rifai Ahmed Taha Musa (killed Apr '16 in Syria) in new video. Wrote him up a few times:, su Twitter, 18 febbraio 2017.
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