Raffaele Vessichelli

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Raffaele Vessichelli (Napoli, 5 dicembre 1919Roma, 14 aprile 1990) è stato un magistrato e ufficiale dei Carabinieri italiano.

Il P.G. Vessichelli legge la Relazione all'inaugurazione dell'Anno Giudiziario

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ufficiale dell'Arma dei Carabinieri, durante la seconda guerra mondiale, con il grado di Tenente viene decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militare per la valorosa azione di resistenza opposta a Monterotondo contro l'attacco sferrato la mattina del 9 settembre 1943 da oltre 800 paracadutisti tedeschi, appartenenti al II Battaglione del VI Reggimento, al comando del Maggiore Walter Gericke[1][2][3] all'indomani dell'armistizio dell'8 settembre 1943[4][5]

Solo di recente, nel 2013, in occasione del 70º anniversario della battaglia di Monterotondo[6], la ricorrenza diventa momento di ricerca e approfondimento ed entra tra gli eventi di rilevanza della storiografia nazionale[7][8][9]

Successivamente catturato, viene deportato (uno dei 650.000 Internati Militari Italiani) nel campo di concentramento di Biala Podlaska in Polonia.

Entra per concorso in magistratura, prestando servizio per quasi tutta la lunga carriera durata oltre 46 anni, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma prima come sostituto procuratore poi come Procuratore aggiunto.

Negli ultimi anni di carriera viene nominato Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di L'Aquila.

Nel 1990 viene insignito dell'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana[10].

Dopo lunga malattia, muore a Roma il 14 aprile del 1990 , lasciando la moglie Maria Concetta Mele ed i figli Maria Vessichelli, magistrato ed Aurelio Vessichelli, avvocato dello Stato.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia di Bronzo al Valor Militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di gruppo autonomo mobilitato, sorpreso isolato da azione paracadutista nemica, veniva catturato ed in seguito rilasciato con l'ordine di far arrendere immediatamente il proprio reparto che aveva iniziato pronta reazione di fuoco. Conscio del grave rischio cui si esponeva, riunitosi ai propri dipendenti, li incitava invece al combattimento resistendo per molte ore ai ripetuti attacchi sferrati dal nemico con grande superiorità di forze e di mezzi. Esaurite le munizioni veniva catturato, unitamente ai suoi carabinieri. Ufficiale di elevatissimi sentimenti militari e di alto senso del dovere, riscuoteva nella circostanza l'ammirazione dello stesso nemico. Monterotondo (Roma)»
— 9 settembre 1943
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ walter gericke, su roma8settembre1943.it.
  2. ^ 8 settembre 1943, su roma8settembre1943.it.
  3. ^ I para' attaccano Monterotondo, su roma8settembre1943.it.
  4. ^ Le Fiamme d'argento, n. 10/2007[collegamento interrotto] Visto il 11/12/2010
  5. ^ Settembre 43, Battaglia di Monterotondo, su www1.adnkronos.com.
  6. ^ La Battaglia di Monterotondo 9 - 10 settembre 1943, su youtube.com.
  7. ^ Nel Settantesimo della Battaglia di Monterotondo (PDF), su associazionenomentana.com.
  8. ^ Gastone Breccia Nei secoli fedele, Mondadori 2014, p. 264 ss.
  9. ^ battaglia di Monterotondo sintesi, su webcache.googleusercontent.com.
  10. ^ a b Dettaglio decorazione, su quirinale.it. URL consultato il 17 agosto 2018.

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