Qazi Muhammad

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Qazi Muhammad

Presidente della Repubblica di Mahabad
Durata mandato22 gennaio 1946 –
15 dicembre 1946
Predecessorecarica istituita
Successorecarica abolita

Dati generali
Partito politicoPartito Democratico del Kurdistan Iraniano

Qazi Muhammad (in curdo قازی محه‌مه‌د‎; Mahabad, 1893Mahabad, 30 marzo 1947) è stato un politico curdo, leader nazionalista e religioso e presidente della Repubblica di Mahabad[1]. Fu guida del movimento autonomista curdo in Iran negli anni 1942-1947.

Qazi Muhammad (in persiano ﻗﺎﺿﻲ ﻣﺤﻤﺪ‎, Qāżī Muḥammad) è stato il Presidente della Repubblica di Mahabad[1].

Dopo la riconquista iraniana, fu impiccato dai vincitori nel 1947.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Qazi Muhammad operò come Presidente della filo-sovietica Repubblica di Mahabad, nel Kurdistan iraniano nel 1946[2]. Fu anche il fondatore del Partito Democratico del Kurdistan Iraniano, creato per un bisogno di maggior trasparenza sentito dai suoi simpatizzanti (il Komeley Jiyanewey Kurd esisteva già prima, ma come organizzazione segreta). Mustafa Barzani, il padre del movimento nazionalistico curdo nel Kurdistan iracheno (Kurdistan meridionale), fu il comandante delle sue forze militari. Suo cugino, Mohammed Hossein Sayf Qazi, fu ministro nel suo Gabinetto.

Un anno dopo, in seguito al ritiro dei Sovietici dall'Iran, la Repubblica di Mahabad fu eliminata dall'intervento iraniano. Una corte di giustizia militare iraniana condannò alla pena capitale Qazi Muhammad e alcuni suoi sostenitori e la pena fu eseguita per impiccagione in Piazza Shwarshira, al centro della città di Mahabad, il 30 marzo 1947.

Famiglia[modifica | modifica wikitesto]

Uno dei suoi figli, Ali Qazi, è oggi un membro attivo nel movimento di liberazione curdo.

Una delle sue figlie, Efat Ghazi, fu uccisa da una lettera bomba a Västerås, Svezia, nel 1990.[3] La bomba era stata indirizzata a suo marito, l'attivista curdo Emir Ghazi.[4] Alcuni analisti hanno supposto che il Governo iraniano possa essere stato coinvolto nell'omicidio.[5][6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b William Eagleton, Jr., The Kurdish Republic of 1946, Oxford University Press, London 1963. (en)
  2. ^ (DE) Das Vermächtnis des kurdischen Märtyrers Qazi Mohammed, 20 dicembre 2008. URL consultato il 22 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 27 luglio 2011).
  3. ^ (SV) Gun Fälth, Kvinna sprängd till döds, Dagens Nyheter, 7 settembre 1990.
  4. ^ (SV) Bo Westmar, Bomben var avsedd för maken, Dagens Nyheter, 19 novembre 2002.
  5. ^ (SV) Babak Rahimi, Offer för Irans dödspatruller[collegamento interrotto], Mana, 19 novembre 2002. URL consultato il 30 dicembre 2007.
  6. ^ (SV) Mehrdad Darvishpour, Säpo skyddar Irans flyktingspioner, Svenska Dagbladet, 30 settembre 2003. URL consultato il 30 dicembre 2007.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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