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Jean Piaget, primo studioso dell'apprendimento e dello sviluppo nei bambini

La psicologia dello sviluppo studia l'evoluzione e lo sviluppo del comportamento umano, dalla nascita alla morte. Si differenza della psicologia dell'età evolutiva, la quale prende in considerazione solo lo sviluppo del bambino.

Non è una disciplina applicata, ma è stata oggetto di discussione per molti secoli. Lo sviluppo dipende, nella maggior parte dei casi sia da fattori biologici che da fattori ambientali, ma è ancora da stabilire in quale misura essi abbiano peso. Per fattori biologici si intende l'insieme del patrimonio genetico che influenza lo sviluppo psico-somatico dell'individuo e le sue future competenze.

Le tre domande

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La psicologia dello sviluppo tenta di dare una risposta a tre domande fondamentali: "Quando", "Come" e "Perché".

Quando: esistono delle traiettorie comuni che, in assenza di patologie, ogni individuo, nell'infanzia, percorre fino a giungere a tappe di sviluppo ben precise. È assodato che alcune abilità o competenze (come per esempio il linguaggio) vengano sviluppate entro finestre temporali e sequenze ben precise (dalla lallazione). Scopo della psicologia evolutiva è trovare queste tappe di sviluppo comuni a tutti gli individui.

Come: seguire il progresso di ogni singola competenza degli individui e studiarne i meccanismi di sviluppo. Esistono due diversi tipi di differenze tra le abilità degli individui: le differenze di ritmo (diversi periodi di apprendimento per le stesse abilità) e di stile (per esempio, nel linguaggio, apprendere più velocemente vocaboli o più la sintassi). L'ambiente esterno ha una notevole influenza sull'ordine di apprendimento delle competenze.

Perché: cerca e spiega i processi che stanno alla base di ogni competenza, distinguendo ancora una volta tra fattori genetici e ambiente esterno.

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