Pietro Vetro

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«Potessi raggiungere quella vetta
e dimorarvi e spegnere la sete
di luce, d’altitudine, d’eterno.»

Pietro Vetro

Pietro Vetro (Favara, 23 febbraio 1897Roma, 15 ottobre 1983) è stato un critico letterario italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Pietro Vetro nacque da Giosuè, facoltoso proprietario terriero, e Antonia Vita.

Dopo aver completato gli studi superiori presso il Seminario Vescovile di Agrigento e ottenuta la licenza classica nel 1916, partecipò attivamente al fronte come aspirante ufficiale nel reparto dei bombardieri durante la Prima Guerra Mondiale. Nel corso del conflitto perse il fratello maggiore Antonio, a cui era profondamente legato.[1]

Successivamente, dopo la disfatta di Caporetto, ottenne il trasferimento in aviazione con il grado di sottotenente.

La tesi su Luigi Capuana e la critica[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il congedo, riprese gli studi presso l'Università di Palermo, laureandosi in lettere con il massimo dei voti sotto la guida di Giovanni Alfredo Cesareo, sviluppando la prima tesi su Luigi Capuana, la quale fu poi pubblicata.

Questo lavoro si rivelò cruciale per gli studi successivi sull'opera dello scrittore di Mineo, da poco scomparso, e divenne un riferimento per le successive analisi letterarie.[2]

Parallelamente agli studi, Vetro si distinse come critico letterario e teatrale per il quotidiano "L'Ora” di Palermo e collaborando con la pagina letteraria del "Giornale di Sicilia".

La docenza[modifica | modifica wikitesto]

Il Liceo classico Torquato Tasso di Roma

Fu insegnante presso l'Istituto Agrario di Agrigento e il Liceo Vittorio Emanuele di Palermo, prima di essere trasferito, nel 1934, al prestigioso Liceo Tasso di Roma, dove insegnò fino alla morte.

Tra i suoi allievi più celebri ebbe Ruggero Zangrandi, Vittorio Mussolini, Vittorio Gassman e Livio Pentimalli.

In questa città collaborò con giornali come “Il messaggero” ed “Il giornale d’Italia”.

La sua attività letteraria si distinse per la pubblicazione della raccolta di novelle "A pugni con la vita" nel 1933, successivamente ristampata da Argalia nel 1963, e dei romanzi "Mio figlio" nel 1942 e "Il richiamo del male" nel 1962, mentre ancora nel 1963 vide la luce il romanzo "Un uomo".

La Divina Commedia e gli ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

Vetro dedicò gran parte della sua vita all'analisi della "Divina Commedia", lavoro che lo occupò per circa vent'anni e che fu pubblicato postumo nel 1987 con l’editore Mursia e il plauso di Marcello Turchi.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, prestò servizio per alcuni mesi presso lo Stato maggiore.

Ritiratosi negli ultimi anni nella campagna laziale, morì a Roma il 15 ottobre 1983, lasciando un'impronta indelebile nel panorama letterario italiano del XX secolo.

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1930 sposò la ricca Concettina Miccichè (Favara, 28 marzo 1902 - Roma, 30 settembre 1974): dal matrimonio nacquero tre figli[3][4]. Rimasto vedovo, sposò Carmelina Bellavia.

Riconoscimenti postumi[modifica | modifica wikitesto]

  • Il 27 ottobre 1990, la sua città natale gli ha dedicato una manifestazione al Teatro "San Francesco" recentemente inaugurato, in cui furono tratti passi dalle sue opere e rappresentato il dramma “Tu dall’alto, io dal basso”. Lo stesso giorno viene scoperta una lapide sulla facciata della casa dove nacque:

«In questa casa il 23 febbraio 1897 vide la luce Pietro Vetro,
Scrittore Poeta Dantista,
che l'operosa esistenza
dedita alla cultura
e alla scuola
concluse in Roma
il 15 ottobre 1983
Ottobre 1990»

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Federico Sanguineti, Dante in Italia (1988-1990), in Dante Studies, with the Annual Report of the Dante Society, n. 112, 1994, pp. 245–288. URL consultato il 2 marzo 2024.
  2. ^ Amministratore, Luigi Capuana e la prima tesi di laurea sulla sua Opera: lettere di Pietro Vetro, su Centro Studi Ducezio, 1º gennaio 2020. URL consultato il 3 marzo 2024.
  3. ^ Uno di questi, Gaspare Nello, è stato un illustre saggista e musicologo.
  4. ^ Acquistarono una casa a Roma in viale Parioli, 63.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Federico Sanguineti, Dante in Italia (1988-1990) in Dante Studies: n. 112, Johns Hopkins University Press, 1994
  • Lillo Vetro (a cura di), Non perire. Omaggio a Pietro Vetro nel centenario della nascita, Otium, Roma, 1997
  • Matteo Durante, Il mito garibaldino e la giovane poesia del Capuana in “L’Unità d’Italia nella rappresentazione dei versi”, Catania, 2010
  • AA. VV., Luigi Capuana e la prima tesi di laurea sulla sua opera: lettere di Pietro Vetro in “Quaderni del Centro Studi Ducezio”, Centro Studi Ducezio, Mineo, 2019
  • Domenico Calcaterra, Luigi Capuana critico della vita, Nerosubianco, Cuneo, 2015
  • Giuseppe Alvino, Pietro Vetro in "Censimemto dei commenti danteschi: i commenti di traduzione a stampa (dal 1477 al 2000)", a cura di Enrico Malato e Andrea Mazzucchi con coordinamento editoriale di Massimiliano Corrado, Salerno Editrice, Roma, 2014 (Sotto l’alto patrocinato della presidenza della Repubblica)