Pierina Morosini

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Beata Pierina Morosini
 

Vergine e martire

 
Nascita7 gennaio 1931, Albino
Morte6 aprile 1957, Bergamo
Venerata daChiesa cattolica
Beatificazione4 ottobre 1987
Santuario principaleChiesa Parrocchiale di Fiobbio
Ricorrenza6 maggio
AttributiGiglio, palma

Pierina Morosini (Albino, 7 gennaio 1931Bergamo, 6 aprile 1957) è stata una laica proclamata beata dalla Chiesa cattolica nel 1987.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

L'infanzia[modifica | modifica wikitesto]

Pierina Morosini nacque il 7 gennaio 1931 da Rocco e Sara Noris a Fiobbio (Valle del Lujo), una piccola frazione nel Comune di Albino in provincia di Bergamo, e fu battezzata il giorno seguente nella nuova chiesa parrocchiale con il nome di Pierina Eugenia. Primogenita di nove fratelli, visse fino al 1933 nella cascina "Stalle" per poi trasferirsi con la famiglia nella casa modesta e isolata in località "Cedrina Alta" (Fiobbio).

Il 10 gennaio 1937, a soli 6 anni, ricevette la Santa Cresima dalle mani del vescovo di Bergamo, Mons. Adriano Bernareggi. La celebrazione si svolse ad Albino. Nel maggio dell'anno seguente fece la prima comunione nella chiesa parrocchiale di Fiobbio. Fin da piccola cominciò ad aiutare la mamma in tutte le faccende domestiche.

L'Azione Cattolica e il lavoro[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1942 entrò a far parte dell'Azione Cattolica aspirante a conoscere la figura di Maria Goretti, la piccola martire delle Paludi Pontine, che su indicazione di papa Pio XII venne proposta come modello di virtù cristiane per le nuove generazioni. Il 18 marzo 1946, poco più che quindicenne, fu assunta nel Cotonificio Honegger di Albino, un'azienda di circa 1300 dipendenti. Qui cominciò a lavorare prima come addetta alle pulizie del reparto e dei telai, poi come apprendista e aiutante delle altre operaie, infine divenne operatrice ai telai. Nell'aprile dello stesso anno, durante un ricovero ospedaliero dovuto a un incidente sul lavoro, conobbe padre Luciano Mologni, del Convento dei frati minori Cappuccini di Albino, che sarebbe diventato il suo padre spirituale. Nel 1947 divenne delegata dell'Azione Cattolica e catechista delle Piccolissime e Beniamine nella parrocchia di Fiobbio. In questo periodo manifestò alla mamma il desiderio di farsi suora ma venne distolta da questo proposito in quanto il suo lavoro e la sua presenza erano necessari alla famiglia. Dal 25 al 30 aprile dello stesso anno partecipò al pellegrinaggio a Roma organizzato in occasione della beatificazione di Maria Goretti. L'8 dicembre, festa dell'Immacolata, professò i voti privati di castità, povertà e obbedienza.[1] Nel 1948 approfondì il suo impegno spirituale e il suo servizio alla Chiesa. S'iscrisse all'Apostolato della Riparazione e alle Figlie di Maria. Indossò lo scapolare carmelitano e aderì al Terz'Ordine francescano. Nel 1950 provò ancora una volta a chiedere ai genitori il permesso di entrare tra le Suore delle Poverelle di Bergamo, ma anche questa volta ricevette un fermo diniego. Continuò senza soste il suo impegno in famiglia, sul lavoro e a servizio della parrocchia; diventò zelatrice dell'Opera San Gregorio Barbarigo che aiuta il seminario diocesano di Bergamo.

Luogo del martirio

La morte[modifica | modifica wikitesto]

Il 4 aprile 1957, tornando a casa dopo il lavoro, sul sentiero che attraversa il bosco venne aggredita e ferita a morte da un giovane che lei cercò dapprima di richiamare alla morale e al quale poi non riuscì a sfuggire. Il fratello la trovò esanime a terra con una ferita alla testa. Fu portata all'ospedale di Bergamo, dove morì il 6 aprile, a soli 26 anni, senza aver ripreso conoscenza. Sul luogo del ritrovamento fu trovata una pietra sporca di sangue. I medici conclusero che la ragazza era stata aggredita e colpita alla nuca con un sasso che le aveva fratturato il cranio, probabilmente nel corso di un tentativo di stupro. Sul luogo del martirio tra Albino e la casa di Pierina, divenuto ben presto una meta di pellegrinaggi, è stata costruita prima una lapide commemorativa e poi, dopo la beatificazione, una piccola cappella a ricordo dell'eroico sacrificio.

Il culto[modifica | modifica wikitesto]

L'8 dicembre 1975 il vescovo di Bergamo, Mons. Clemente Gaddi, avviò la causa di beatificazione di Pierina Morosini. Nei giorni 9 e 10 aprile 1983 venne effettuata la ricognizione della salma, prevista dal processo di beatificazione, quindi il corpo della Morosini venne trasferito dal vicino cimitero di Fiobbio alla chiesa parrocchiale e posto in un sarcofago di marmo bianco dopo aver subito un processo di conservazione.

«Pierina Morosini è stata beatificata perché martire della verginità; e così, facile è stato il confronto con Maria Goretti. Ma mentre Maria Goretti è santa perché martire, la nostra Pierina è martire perché santa. Martirizzata a ventisei anni, aveva fatto precedere una vita intrecciata di virtù eroiche che, se non hanno meritato il dono del martirio, l'hanno ad esso senza dubbio preparata»

Beatificazione[modifica | modifica wikitesto]

Beatificazione di Pierina Morosini

Il 4 ottobre 1987 Pierina Morosini venne beatificata a Roma da papa Giovanni Paolo II[3], mentre si celebrava il settimo Sinodo universale dei vescovi, dedicato al tema "Vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo", alla presenza della madre, Sara Noris, e dei fratelli e sorelle. Dopo la beatificazione il corpo di Pierina è stato posto sotto l'Altare Maggiore della chiesa parrocchiale di Fiobbio, in un reliquiario dello scultore Claudio Nani.

«Cresciuta in un ambiente di alta vita spirituale incarnata nella famiglia, la Beata Morosini ha seguito Cristo povero ed umile nella cura quotidiana dei numerosi fratelli. Avendo scoperto che «poteva farsi santa anche senza andare in convento», si è aperta con amore alla vita parrocchiale, all'Azione Cattolica ed all'apostolato vocazionale. La preghiera personale, la partecipazione quotidiana alla Santa Messa e la direzione spirituale l'hanno portata a capire la volontà di Dio e le attese dei fratelli, a maturare la decisione di consacrarsi privatamente al Signore nel mondo. Per dieci anni ha vissuto le difficoltà e le gioie di lavoratrice in un cotonificio della zona, facendo i turni e spostandosi sempre a piedi. Le colleghe testimoniano la sua fedeltà al lavoro, la sua affabilità unita al riserbo, la stima che godeva come donna e come credente. Proprio nel tragitto verso casa si è consumato il suo martirio, estrema conseguenza della sua coerenza cristiana. I suoi passi però non si sono fermati, ma continuano a segnare un sentiero luminoso per quanti avvertono il fascino delle sfide evangeliche.»

Gli anni successivi[modifica | modifica wikitesto]

L'interno del Museo MBPM

Il Museo MBPM[modifica | modifica wikitesto]

Urna della Beata Pierina Morosini sotto l'Altare Maggiore nella chiesa parrocchiale di Sant'Antonio da Padova a Fiobbio.

Tra le varie iniziative nate in occasione del 50º anniversario della morte e il 20º della beatificazione di Pierina, il 28 ottobre 2007 è stato inaugurato il nuovo museo, ideato e progettato dall'architetto bergamasco Edoardo Milesi.

Nel museo MBPM (Museo Beata Pierina Morosini) la breve vita di Pierina è raccontata lungo un percorso, un cammino di fede legato ai suoi luoghi e agli eventi, lungo nel quale il visitatore è guidato dalle frasi che la beata amava appuntare sui suoi quaderni – quasi a prepararsi a un destino annunciato – riuscendo a percepire il suo distacco per le cose terrene desiderosa solo di seguire il percorso indicatole da Gesù e riservatole da Dio. Il percorso cronologico museale parte indifferentemente dalla sua vita quotidiana – ingresso dalla chiesa parrocchiale – o dalla sua morte terrena e si conclude in un luogo di luce. Il museo si trova al pian terreno della casa parrocchiale e vi si può accedere direttamente anche dalla chiesa. Vi sono conservati gli indumenti e gli oggetti quotidiani della beata, gli scritti e i documenti del processo di beatificazione e una sezione dedicata agli eventi intercorsi negli ultimi anni a ricordo della beatificazione come le tre staffette Roma-Fiobbio del Gruppo Beata Pierina Morosini nel 1997, nel 2007 e nel 2012.[4]

Centro Beata Pierina Morosini[modifica | modifica wikitesto]

Il 2 maggio 2009 a Fiobbio è stato inaugurato dal Vescovo di Bergamo, Mons. Francesco Beschi, il nuovo Centro Beata Pierina Morosini che accoglie i pellegrini che si recano a Fiobbio sulle orme della Beata.

La nuova campana[modifica | modifica wikitesto]

Il 30 settembre 2012, nel 25º anniversario della beatificazione, alla presenza del vescovo di Bergamo Francesco Beschi, è stata inaugurata la nuova campana del concerto di Fiobbio dedicata alla beata Pierina Morosini in sostituzione della terza, datata 1946, ormai compromessa da una crepa. La campana pesa quasi cinque quintali, accordata in sol; è stata benedetta il 12 agosto 2012 durante la festa patronale di sant'Antonio di Padova da monsignor Arturo Bellini, già direttore dell'Opera Barbarigo, che si adoperò per la beatificazione e la peregrinazione dell'urna contenente le spoglie della beata in tutta la provincia bergamasca nel 1987. Oltre alla data e al riferimento al 25º anno dalla beatificazione, secondo l'usanza si è posta una preghiera: Confirma nos in fide! (Confermaci nella fede!), riferimento all'Anno della Fede 2012/2013.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Beata Pierina Moronini, su beatapierinamorosini.com. URL consultato il 2 maggio 2022.
  2. ^ Giulio Oggioni, La Santità della Beata Pierina Morosini (PDF), in La vita diocesana, LXXIX, n. 1, Bergamo, gennaio 1988.
  3. ^ Beata Pierina Morosini, su santiebeati.it. URL consultato il 26 febbraio 2022.
  4. ^ Museo MBPM, su beatapierinamorosini.com. URL consultato il 2 maggior 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • B. Verzeroli, "Morosini Pierina", Bergamo, Edizioni Opera Barbarigo, 1960.
  • Athos Carrara, Pierina Morosini, Torino, ELLEDICI, 1981
  • Vittorio De Bernardi, "Pierina Morosini - operaia e martire", Bergamo, Seminario Vescovile, 1983.
  • Ignazio Terzi, "Le due corone", Bergamo, Istituto Grafico Litostampa, 1984.
  • Ermenegilda Poli, "Pierina Morosini - Testimone di Cristo", Bergamo, Istituto Grafico Litostampa, 1985.
  • Albani Angelo - Astrua Massimo, Beata Pierina Morosini - Una ragazza bella ed eroica, Milano, Mimep-Docete Editore, 1987.
  • Opera S. Gragorio Barbarigo, "I suoi passi non si sono fermati", Bergamo, 1988.
  • Ermenegilda Poli, Beata Pierina Morosini - La Martire del Monte Misma, Bergamo, Bortolotti s.r.l., 1989.
  • Gino Carrara - Arturo Bellini, "La ragazza incredibile", Bergamo, Litostampa Istituto Grafico, 1989.
  • Echi - numero speciale, "Sui passi di Pierina", Bergamo Seminario Vescovile, 2007.
  • Michele Aramini, Beata Pierina Morosini, Torino, ELLEDICI, 2009

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN42637809 · ISNI (EN0000 0000 4651 9001 · SBN LO1V011020 · LCCN (ENnr89012011 · GND (DE118970283 · BNF (FRcb15125171f (data) · WorldCat Identities (ENlccn-nr89012011