Pierantonio Costa

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Pierantonio Costa (Mestre, 7 maggio 1939Germania, 1º gennaio 2021) è stato un diplomatico e imprenditore italiano, salvatore di molte vite durante il genocidio del Ruanda.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Cippo in onore di Pierantonio Costa nel Giardino dei Giusti di tutto il mondo (Milano)

Nato a Mestre il 7 maggio 1939, quinto di sette figli, si trasferì nella Repubblica Democratica del Congo dov'era emigrato suo padre[1]. La sua prima esperienza in guerra si svolse nel 1960 a Bukavu, dove trasportò con successo gruppi di rifugiati congolesi attraverso il Lago Kivu. Dopo l'esplosione della rivolta mulelista, si trasferì nel vicino Ruanda, dove visse sino al 1994. Successivamente visse tra Kigali e Bruxelles.

Durante il genocidio del Ruanda, Pierantonio Costa era il console della Repubblica Italiana a Kigali. Dal 6 aprile al 21 luglio 1994, Costa salvò prima alcuni italiani[2] ed occidentali[3], poi si spostò in una proprietà del fratello in Burundi e di là lavorò incessantemente nel tentativo di salvare persone in pericolo in tutto il Ruanda, anche entrando nel territorio ruandese per organizzare convogli di salvataggio. A questo scopo usò il proprio ruolo diplomatico, la propria rete di conoscenze ed amicizie e anche il proprio denaro (più di 3 milioni di dollari) per ottenere permessi di espatrio per chi gli chiedeva aiuto, in alcune occasioni anche corrompendo a fin di bene delle persone.

Al termine del genocidio aveva salvato circa 2000 persone, tra cui 375 bambini[4].

Ottenne una medaglia d'oro al valor civile dal Governo italiano ed una simile decorazione dalle autorità belghe. Nel 2008 gli è stato dedicato un alberello nel Giardino dei Giusti del Mondo di Padova[5] e nel 2009 un cippo nel Giardino dei Giusti di tutto il mondo di Milano.

Così ha descritto le proprie azioni: “Tra tanta violenza e tante sofferenze ho solo fatto quello che dovevo fare. È tutto”.

La sua storia è stata raccontata dal giornalista Luciano Scalettari, che ha dichiarato: ”Secondo me è un giusto, nel senso che gli ebrei attribuiscono al termine”. Pierantonio Costa ha risposto: ”Ho solo risposto alla voce della mia coscienza. Quando bisogna fare qualcosa, semplicemente lo si fa”.

Muore il 1º gennaio 2021 a 81 anni in Germania[6]. È sepolto a Montebello Vicentino, paese d'origine del padre Pietro Giuseppe[7].

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor civile - nastrino per uniforme ordinaria
— 6 maggio 1994
Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

  • La lista del console, film documentario diretto da Alessandro Rocca, RAI Cinema - SGI Torino, 52 min., 2009.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pierantonio Costa, su giorgioperlasca.it, Fondazione Giorgio Perlasca. URL consultato il 21 giugno 2016.
  2. ^ (FR) Gian Alberto Tomini, Alberto Picotti, Béatrice Tomini e Renata Tomini, Cette aube sur le Lac Kivu, Dar Albouraq, 2010, p. 19.
  3. ^ (FR) Alison Liebhafsky Des Forges, Aucun témoin ne doit survivre: le génocide au Rwanda, Parigi, Karthala, 1999, p. 675, ISBN 2-86537-937-X.
  4. ^ Per amore e per coscienza: l’italiano che non si voltò indietro in Rwanda, su ritalevimontalcini.org, Fondazione Rita Levi-Montalcini, 5 maggio 2015. URL consultato il 21 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2017).
  5. ^ Il Giardino dei Giusti del Mondo: In ricordo di chi si è opposto ai genocidi, su padovanet.it, Comune di Padova. URL consultato il 21 giugno 2016.
  6. ^ (EN) Former Italian honorary consul in Rwanda dies at 81, su The New Times | Rwanda, 2 gennaio 2021. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  7. ^ Montebello onorerà con un’intitolazione la memoria di Pierantonio Costa, su corrierevicentino.it, 18 gennaio 2021. URL consultato il 12 ottobre 2021 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2021).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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