Philip Meyer

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Philip Meyer nel 2010 al Festival internazionale del giornalismo di Perugia

Philip Meyer (Deshler, 27 ottobre 1930Carrboro, 4 novembre 2023[1]) è stato un giornalista e scrittore statunitense, per anni professore emerito presso la scuola di Giornalismo dell'Università della Carolina del Nord a Chapel Hill ed editorialista del quotidiano USA Today.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Lavorò per 26 anni come cronista, iniziando la carriera nel 1950 ancora studente, con collaborazioni stagionali alle testate Dispatch, Capital Topeka Daily, Kansas State Collegian e Manhattan (Kansas) Mercury. Dopo la laurea all'Università del Nord Carolina a Chapel Hill, venne assunto al Miami Herald nel 1958. Vi rimase fino al 1962, quando divenne corrispondente da Washington per l'Akron Beacon Journal; fu caporedattore degli interni, fino al 1967[2]. Nel 1968 vinse il Premio Pulitzer in giornalismo locale e Breaking News con il Detroit Free Press, insieme ad altri giornalisti del quotidiano, per il reportage sulle cause delle rivolte dei neri di Detroit del 1967[3].

Nel 1968-1969 ottenne la borsa di studio Nieman[2] e si prese un anno sabbatico per studiare sociologia, statistica e i metodi della ricerca psicosociologica all'Università di Harvard. Al termine di quell'esperienza pubblicò il libro Giornalismo di Precisione[4], con il quale guadagnò la fama nazionale. Il libro un antesignano dell'utilizzo dei computer e delle analisi dei dati alla pratica della cronaca giornalistica.

A lui si fa riferimento come padre dei giornalisti che utilizzeranno da allora gli strumenti della ricerca sociologica e della statistica per realizzare inchieste, tanto che l'IRE (Institute Reporters and Editors) assegna ogni anno i premi intitolati a lui, Philip Meyer, per i migliori reportage di Giornalismo di Precisione[5].

Dal 1978 al 1981 tornò a lavorare a Miami, dove incontrò Stephen Doig, che divenne suo allievo[6].

Nel 1981 venne chiamato dall'Università del Nord Carolina per insegnare alla nuova scuola di giornalismo a Chapel Hill, di cui dal 1993 fino al 2008 fu direttore[2].

I suoi studi e le sue pubblicazioni hanno dato le basi teoriche per il giornalismo di precisione, il giornalismo civico, l'uso dei sondaggi nel giornalismo e il computer-assisted reporting ed è stato un antesignano di Internet[7].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • 2006, Giornalismo e Metodo Scientifico: ovvero il Giornalismo di Precisione, Armando Editore, 2006 (traduzione italiana a cura di Massimo Baldini di "Precision Journalism: A Reporter's Introduction to Social Science Methods", Indiana University Press, Bloomington, 1973, 1979, 1991. Fourth edition)
  • (EN) 2007, Editor, William F. Woo, Letters from the Editor: Lessons on Journalism and Life, University of Missouri Press.
  • (EN) 2004, The Vanishing Newspaper: Saving Journalism in the Information Age, University of Missouri Press.
  • (EN) 1998, Editor, Assessing Public Journalism, with Edmund Lambeth and Esther Thorson, University of Missouri Press, University of Missouri Press.
  • (EN) 1989, Ethical Journalism: a Guide for Students, Practitioners and Consumers, Longman, Inc., 1987. Portugese translation, A Etica No Jornalismo, Rio de Janiero: Forense Universitaria.
  • (EN) 1985, The Newspaper Survival Book: An Editor's Guide to Market Research, Indiana University Press.
  • (EN) 1978, To Keep the Republic: Governing the United States in Its Third Century (with David Olson), McGraw-Hill, New York, 1975. Second edition, retitled Governing the United States.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ https://www.ire.org/ire-legend-meyer-dies-at-93/
  2. ^ a b c Tratto dal Curriculum Vitae di Philip Meyer, pubblicato sull'Università del Nord Carolina a Chapel Hill
  3. ^ 1967, The People Beyond 12th Street, Detroit Free Press, di Philip Meyer
  4. ^ (EN) Philip Meyer, Precision Journalism: a reporter's introduction to social science methods, 4ª Edizione, 1973 (versione originale)
  5. ^ Premio Philip Meyer, organizzato dall'IRE, su ire.org. URL consultato il 22 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2011).
  6. ^ Cap 1. del Giornalismo e Metodo Scientifico, ovvero il Giornalismo di Precisione, Armando Editore, 2006 - pag. 31
  7. ^ Vedi Opere

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN44340580 · ISNI (EN0000 0001 0892 8813 · SBN UBOV060903 · LCCN (ENn79066101 · GND (DE139642145 · BNF (FRcb12174365f (data) · J9U (ENHE987007437709505171 · WorldCat Identities (ENlccn-n79066101