Pavel Bucur

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Pavel Bucur (Bistrita Nasuad, 1º novembre 1945Brașov, 26 settembre 2016) è stato uno scultore romeno.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ha frequentato il liceo artistico "Romulus Ladea" di Cluj, classe 1965[1]; nel 1971 si laurea presso l'istituto di arti plastiche "N. Grigorescu" di Bucarest. Ha terminato la sua formazione con le borse di studio "I. Andreescu", "U.A.P", "D. Paciurea". Nel 1972 si sposa con l'artista Sanda Bucur[2].

Il suo nominativo viene introdotto nel 1982 in "Men of Achievement", International Biographical Centre Cambridge, U.K. e nel 1992 sul Dizionario delle Arti Internazionali "Who's who in International Art", Svizzera. Lo scultore si è dedicato alla realizzazione, per gli ultimi venticinque anni della sua vita, di numerose opere nel suo studio a Concordia Sagittaria, in Italia.

Il suo repertorio tecnico varia dal marmo al bronzo, dal legno alla pietra, all'ottone, all'acciaio, realizzando opere di dimensioni contenute quanto opere pubbliche monumentali. Le principali componenti della sua sintesi plastica sono: l'idea del volo, dell'essere umano nella storia e nella leggenda, dell'elevazione e di una presenza protettrice nell'universo; in riferimento alle opere di Pavel Bucur si scrive: «[...] quella ninfa solare o tragica, che coagula in tutte le opere di Bucur le volumetrie in forme dinamiche, in simboli violenti o sereni, energici o cupi di una umanità protetta dall'enorme ed enigmatica "regina vittoriosa dei cieli" che sorveglia le terre del Danubio>>.

(Grigore Arbore)[3]

Durante la sua attività artistica, che è durata più di quarantacinque anni, ha partecipato a più di 95 mostre nazionali e 70 internazionali. Pavel Bucur muore vicino a Brașov, in Romania, il 26 settembre 2016.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Le sue opere si trovano in musei e collezioni private in Romania, Italia, Germania, Stati Uniti D'America, Francia, Spagna, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Grecia, Israele, Canada, Messico, Argentina, Belgio, Russia.


Fra le opere pubbliche da citare vi sono:

La sua ricerca creativa è completata dall’esplorazione espressiva dei diversi linguaggi artistici, quali arazzi, mosaici ceramici, grafica e disegni, progetti per gioielli d’autore realizzati nell’Oreficeria Il Mestiere dell’Oro.

Esposizioni principali[modifica | modifica wikitesto]

Tra le sue partecipazioni si segnalano le mostre personali presso:

L’Accademia di Romania di Roma, Italia; la Galleria Pagani di Milano, Italia; la Fondazione Dragan, Milano, Italia; l’UNESCO Gallery di Bielefeld, Germania; la Modern Art Gallery di Aachen, Germania; l’Atlante Gallery di Ginevra, Svizzera; la Salambo Gallery di Parigi, Francia; la Fondazione Fildas Art[11] di Bucarest, Romania; l’Istituto di Cultura Italiano di Bucarest, Romania; il Museo d’Arte Moderna Pagani, Castellanza, Italia; il Palazzo Correr di Venezia, Italia; il Palazzo Nazionale Cotroceni di Bucarest, Romania; Esposizione Triennale di Arti Visive Aeterna, Complesso del Vittoriano, Roma, Italia; Art Safari 2019, palazzo Oscar Maugsch, Bucarest, Romania.

Premi[modifica | modifica wikitesto]

Le sue opere sono state premiate in varie occasioni ottenendo il:

  • 1º premio di scenografia, Wroclav (Polonia, 1968), teatro "Podul" di Bucarest[12];
  • 1º premio di scultura, Magura Buzaului (Romania, 1974);
  • 1º premio di scultura, Oronsko, (Polonia, 1975);
  • Premio Speciale di scultura monumentale, Bucarest (Romania, 1986);
  • Premio Speciale di scultura, Fanano, (Italia, 1991)[13];
  • 1º premio di scultura, Madonna di Campiglio, (Italia, 2000);
  • 1º premio di scultura, Madonna di Campiglio, (Italia, 2001)[14];
  • III° premio di scultura, Madonna di Campiglio, (Italia, 2003).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ PAVEL BUCUR, su pavel-bucur1.webnode.it. URL consultato l'11 luglio 2020.
  2. ^ Artstyle Winter-Spring 2019, pag.70, su issuu.com.
  3. ^ Pavel Bucur sculture e disegni, edito Pagani Museo d'Arte Moderna, 2004, testi critici a cura di:Grigore Arbore, curatore del catalogo: Simone Pagani..
  4. ^ Tabara de sculptura Magura Editia V-a 1974, su tur.ro. URL consultato l'11 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2020).
  5. ^ Radom na fotografii - Arlekin, su radom.city. URL consultato il 10 luglio 2020.
  6. ^ (RO) Monumentul Centenarului Independenței din Calafat, su Discover Dolj. URL consultato l'11 luglio 2020.
  7. ^ (EN) Museo Pagani, su Arpa Amedeo. URL consultato il 10 luglio 2020.
  8. ^ (RO) Pavel Bucur, su Centrul de Cultură „George Apostu”, 26 gennaio 2016. URL consultato l'11 luglio 2020.
  9. ^ (DE) Spaziergang zur Kunst im öffentlichen Raum, su Backnanger Kreiszeitung. URL consultato l'11 luglio 2020.
  10. ^ Atlante dell'arte contemporanea, De Agostini Editore, 2020, pagine 891-892, righe 16-17..
  11. ^ (EN) Pavel Bucur la Fildas Art, su SensoTV.ro - Pavel Bucur la Fildas Art. URL consultato il 10 luglio 2020.
  12. ^ m.pavel-bucur1.webnode.it, http://m.pavel-bucur1.webnode.it/.
  13. ^ Pavel Bucur 1971-2001 Treizeci de ani de opera. Trent'anni di opere. Thirthy years of his works., Matteo Editore, 2001; testi in italiano, romeno, inglese..
  14. ^ modernism.ro, https://www.modernism.ro/2016/09/29/s-a-stins-din-viata-sculptorul-pavel-bucur/.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dictionarul artistilor romani contemporani, Barbosa Octavian, Editura Meridiane, Bucuresti, 1976.
  • Pavel Bucur, catalog, Bielefeld, 1981.
  • Pavel Bucur 1971-2001 Treizeci de ani de opera. Trent'anni di opere. Thirthy years of his works., Matteo Editore, 2001; testi in italiano, romeno, inglese.
  • Un secol de sculptura romaneasca, Fundatia Culturala Meta, Dictionar A-D. Colectia Sinteze, Editura Meta, 2001, pagine 89-90.
  • Atlante dell'arte contemporanea, De Agostini Editore, 2019, pagine 169-171.
  • Artstyle Winter-Spring, 2019, pagine 70-71.
  • Atlante dell'arte contemporanea, De Agostini Editore, 2020, pagine 891-892.

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