Pavao Žanić

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Pavao Žanić
vescovo della Chiesa cattolica
Mons. Pavao Žanić.
In fide, spe et caritate
 
Incarichi ricoperti
 
Nato20 maggio 1918 a Castelnuovo
Ordinato presbitero1º giugno 1941
Nominato vescovo9 dicembre 1970
Consacrato vescovo2 maggio 1971 dal vescovo Petar Čule (poi arcivescovo)
Deceduto11 gennaio 2000 (81 anni) a Spalato
 

Pavao Žanić (Castelnuovo, 20 maggio 1918Spalato, 11 gennaio 2000) è stato un vescovo cattolico croato della Bosnia-Erzegovina.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Castelnuovo, nell'odierna Croazia, completò gli studi di teologia presso l'Università di Spalato e il 1º giugno 1941 ricevette l'ordinazione sacerdotale.

Ministero episcopale[modifica | modifica wikitesto]

Il 9 dicembre 1970 papa Paolo VI lo nominò vescovo coadiutore della diocesi di Mostar-Duvno e vescovo titolare della diocesi di Edistiana (in Tunisia). Il 2 maggio 1971 fu consacrato vescovo per mano di mons. Petar Čule, ordinario della diocesi di Mostar-Duvno, co-consacranti l'arcivescovo di Sarajevo Smiljan Franjo Čekada e l'arcivescovo di Spalato-Macarsca Frane Franić.

Il 14 settembre 1980, a seguito delle dimissioni di mons. Petar Čule per raggiunti limiti di età, gli succedette in qualità di vescovo titolare della diocesi di Mostar-Duvno e di amministratore apostolico di Trebigne-Marcana.

Nel 1993 si ritirò da tali incarichi, all'età di 75 anni. Mons. Ratko Perić gli succedette nella veste di vescovo di Mostar-Duvno.

Žanić si spense l'11 gennaio 2000, all'età di ottantuno anni. Due giorni dopo fu sepolto in una cappella famigliare nel cimitero del luogo nativo, secondo le sue ultime volontà.[1]

Diocesi e ordine di san Francesco[modifica | modifica wikitesto]

Le diocesi della Bosnia-Erzegovina furono amministrate per secoli dai frati francescani, in base ad un accordo fra il loro ordine e i sultani dell'impero ottomano.[2] Quando l'Erzegovina fu annessa all'impero austroungarico, papa Leone XIII iniziò a nominare i propri vescovi e a istituire nuove diocesi. Le resistenze dell'ordine fecero sì che negli anni '40 essi controllassero ancora un numero pari a 63 delle 79 parrocchie delle diocesi di Sarajevo e di Mostar.[3]

Nel giugno del 1975, papa Paolo VI promulgò il decreto Romanis Pontificibus, che stabiliva la ripartizione delle diocesi fra l'ordine e il clero secolare, indicando quali di esse dovessero tornare direttamente alle dipendenze di un vescovo nominato da Roma. Žanić fu il primo ad adempiere al provvedimento del Papa, che ebbe piena attuazione verso la fine del dicembre 1998.[4]

Apparizioni di Medjugorje[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Apparizioni di Medjugorje.

Nel 1981, i due francescani Ivica Vego e Ivan Prusina si rifiutarono di lasciare la propria sede. Žanić li sospese, ingiunse loro di lasciare le rispettive province ecclesiastiche di assegnazione e tentò di farli espellere dall'ordine per la loro disobbedienza.[5] Dal mese di giugno, sei giovani, dei quali i frati erano stati i direttori spirituali, iniziarono a far pubblicamente parola delle apparizioni. L'11 maggio 1982 fu istituita una commissione d'indagine sui fenomeni.

Tre giorni dopo, tre dei veggenti riportarono il resoconto di un'apparizione nella quale la Vergine Maria avrebbe dichiarato che il vescovo si era comportato con eccessiva durezza nei confronti dei due francescani.[2]

Nell'aprile del 1986, Žanić trasmise al cardinale prefetto Joseph Ratzinger una relazione nella quale esprimeva alla Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede il proprio parere negativo in merito all'autenticità delle apparizioni.[6][7]

Le apparizioni avevano nel frattempo raggiunto una fama mondiale: nel gennaio 1987, su suggerimento della congregazione stessa, il cardinale Franjo Kuharić e il vescovo Žanić diramarono un comunicato stampa congiunto nel quale annunciavano la costituzione di una terza commissione d'inchiesta, posta sotto la direzione dei vescovi della Conferenza Episcopale del Paese.[8] A luglio, Žanić precluse ai sacerdoti non appartenenti alla diocesi, che si fossero recati con pellegrini o attribuendo un carattere miracoloso agli eventi, la facoltà di celebrare Messa nei luoghi delle presunti apparizioni. Il divieto sarebbe rimasto in vigore fino al termine dei lavori della commissione d'inchiesta.[9]

Nel giugno 1991, la Conferenza Episcopale Jugoslava ratificò il parere Non constat de supernaturalitate, già precedentemente indirizzato da Žanić a Ratzinger: «Sulla base dei risultati delle indagini, non si può affermare di aver a che fare con apparizioni e rivelazioni di origine soprannaturale».[8]
Žanić dichiarò che si trattava di una replica scadente dei fatti di Hrasno[10], un luogo di pellegrinaggio nel quale la Vergine Maria era venerata col titolo di "Regina della Pace".[11]

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Opere selezionate[modifica | modifica wikitesto]

  • Der tatsächliche Standpunkt des Bistums von Mostar bezüglich der Geschehnisse von Medjugorje, 30 ottobre 1984, Mostar
  • Medjugorje. Die Wahrheit über Medjugorje, Mostar, 1990

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mostar: 12. obljetnica smrti biskupa Pavla Žanića, su md-tm.ba, Biskupije Mostar-Duvno i Trebinje-Mrkan. URL consultato il 27 luglio 2018.
  2. ^ a b Ramet, Sabrina P., Catholicism and Politics in Communist Societies, Duke University Press, 1990, p. 199, ISBN 9780822310105.
  3. ^ Vjekoslav Perica, Balkan Idols: Religion and Nationalism in Yugoslav States, Oxford University Press, 2004, pp. 117–18.
  4. ^ "Visit of the Minister General to the Province of the Assumption of the BVM", cafarus.ch
  5. ^ Michael Davies, Medjugorje: A Warning, su Internet Archive, Remnant Press, p. 6 (archiviato il 9 agosto 2020).
  6. ^ Michaela Schauble, Narrating Victimhood: Gender, Religion and the Making of Place in Post-War Croatia, Bergahn, 2014, p. 119.
  7. ^ Pavao Žanić, The Truth About Medjugorje, traduzione in inglese pubblicata nel 1990.
  8. ^ a b Donovan, Colin."Medjugorje", ewtn.com, 6 novembre 2013.
  9. ^ "ORDERS ON: THE NEWEST DEVELOPMENTS IN THE EVENTS IN MEDJUGORJE" Archiviato il 12 maggio 2019 in Internet Archive., ewtn.com, 18 settembre 2016.
  10. ^ (DE) Die österreichischen Bischöfe: Mitteleuropäischer Katholikentag 2003/2004, Reihe: Hirtenbriefe und Pastoralliturgische (PDF), su bischofskonferenz.at, n. 4, p. 19. URL consultato il 9 agosto 2020 (archiviato dall'url originale l'8 gennaio 2016)., disponibile anche in formato HTML nel sito stjosef.at
  11. ^ E. Michael Jones, Der Medjugorje-Betrug. Geschichte und Fakten zu seiner Aufdeckung, Mostar, Verax-Verlag, 2001, ISBN 3-909065-19-8.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Pavao Žanić, Die Wahrheit über Medjugorje. Abgedruckt als Anhang in: Kevin Orlin Johnson: Zwanzig Fragen zu Medjugorje. Was Rom wirklich gesagt hat., Mostar, Verax-Verlag, 2001, ISBN 3-909065-23-6.
  • Ivo Sivric, The Hidden Side of Medjugorje, Volume I, Saint-Francois-Du-Lac (Quebec), Ed. Psilog, 1989
  • Tomo Vukšić, Istina oslobađa. Zzbornik biskupa Pavla Žanića, Mostar, 1992, Biskupijski Ordinarijat.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo titolare di Edistiana Successore
Jean-Marie Jan 9 dicembre 1970 – 14 settembre 1980 Jorge Iván Castaño Rubio
Predecessore Vescovo di Mostar-Duvno
Amministratore apostolico di Trebigne-Marcana
Successore
Petar Čule 14 settembre 1980 – 24 luglio 1993 Ratko Perić
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