Pasquale Visocchi

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Pasquale Visocchi (Atina, 17 maggio 1817Atina, 26 marzo 1908) è stato un agronomo, viticoltore e industriale cartario italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Di una famiglia della borghesia imprenditoriale dell'Italia meridionale[1], fu iniziato agli studi classici dallo zio, Francescantonio Visocchi, vescovo di Gallipoli. Proseguì gli studi presso il Collegio Tulliano di Arpino, e poi, a Napoli, presso la scuola di Basilio Puoti con il fratello Giacinto e presso l'Università di Napoli dove seguì le lezioni di botanica e di agricoltura.

A causa della scomparsa del padre, nel 1841 fu costretto ad interrompere gli studi e a rientrare ad Atina per occuparsi dei fratelli e delle proprietà di famiglia. Iniziò così la carriera imprenditoriale[2] nel campo industriale, creando e dirigendo una cartiera, e nel campo agricolo, in particolare, nella viticoltura.

Visocchi fu sindaco di Atina dal 1847 al 1850, mentre dal 1861 al 1871 rappresentò il suo mandamento, in qualità di consigliere provinciale, nel relativo consesso politico-amministrativo di Terra di Lavoro, con sede a Caserta.

Fu, inoltre, vicepresidente della Società degli agricoltori italiani e corrispondente del Journal d'Agricolture pratique.

Attività industriale[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni successivi al rientro in Atina, Visocchi si dedicò alla creazione di uno stabilimento industriale per la produzione della carta. Con all'aiuto di Pierre Poche, francese, che si recò in Francia ad acquistare i macchinari necessari, realizzò l'omonima cartiera, che venne inaugurata l'8 maggio 1841.

La cartiera Visocchi di Atina[3] occupava intorno al 1870 circa 120 operai, con una produzione che si aggirava sui 3200 quintali, per un valore di carta prodotta pari a 370.000 lire[4].

Tale stabilimento, che nel corso del XX secolo registrò alterne vicende e diverse proprietà, rimase di fatto operativo fino agli anni settanta.

Attività agricola[modifica | modifica wikitesto]

Intuendo che, per migliorare la produzione agricola, occorreva utilizzare l'antica pratica del sovescio, Visocchi predispose, su alcuni terreni[5], dei campi sperimentali, dai quali ricavò, dopo un decennio, una graduatoria delle specie più fertili, fra le quali la capraggine (galega officinalis), la fava e il trifoglio. In tal modo riuscì a confermare e a migliorare gli studi già condotti in Francia da George Ville, tanto che il viticoltore ed enologo Ottavio Ottavi, nel definirlo come l'inventore del processo di siderazione, invitò gli agricoltori italiani dalle pagine del periodico "Il Coltivatore" a seguire l'esempio di Visocchi[6]. In particolare, secondo Visocchi, l'azoto necessario alla vegetazione, in quanto non artificiale, veniva assorbito dall'atmosfera delle leguminose sovesciate: tale tesi fu convalidata, nel 1888, dagli esperimenti di Hellriegel e Willfart, che osservarono come l'azoto atmosferico fosse fissato dai batteri[7] nelle minuscole nodosità presenti sulle radici delle leguminose.

Contemporaneamente ai campi sperimentali, aveva cominciato a studiare le condizioni dei terreni in relazione alla possibilità d'impiantarvi vitigni francesi. Dal 1860, in particolare, importò dalla Francia sia uve rosse, quali: Cabernet franc, Cabernet sauvignon, Merlot, Syrah e Gamay, sia uve bianche, tra le quali il Pinot bianco, il Sémillon e il Roussane. Le esperienze di Visocchi furono riprese dalla Scuola di enologia di Conegliano Veneto.

Al termine di questo tragitto, nel 1891 Visocchi pubblicò un "trattatello elementare" dal titolo I principii e le regole della concimazione de' campi[8] in cui descriveva le regole basilari della concimazione, osservando gli elementi più propizi alla fertilità dei terreni.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La famiglia Visocchi ebbe come esponenti anche i deputati e senatori del Regno Alfonso Visocchi e Achille Visocchi
  2. ^ G. Pescosolido, Agricoltura e industria nell'Italia unita, Laterza, Bari-Roma 1996, p. 53 ss. ha registrato l'aumento della produzione agraria nella seconda metà dell'Ottocento anche attraverso l'esame dell'azienda Visocchi. Vedi anche S. Casmirri, I volti del potere provinciale: affari e politica in Terra di Lavoro prima e dopo l'Unità, in Eadem (a cura di), Le élites italiane prima e dopo l'Unità: formazione e vita civile, Caramanica, Marina di Minturno 2000, pp. 65-116.
  3. ^ Considerata da Raffaele de Cesare tra le industrie più note del Regno di Napoli: R. De Cesare, La fine di un Regno, Lapi, Città di Castello 1908. Vedi anche, più di recente, A. Dell'Orefice, L'industria cartaria nel Mezzogiorno d'Italia 1800-1870, Droz, Genève 1979; A. Martini, Biografia di una classe operaia. I cartai della Valle del Liri (1824-1954), Bulzoni, Roma 1984.
  4. ^ I dati attestati in diversi periodi dell'attività cartaria sono stati pubblicati da A. Dell'Orefice, op.cit., e in parte rielaborati nei segnalati lavori di Pescosolido e di Casmirri
  5. ^ In tal senso, come per l'aumento sia della produzione che del reddito, il lavoro dello storico Guido Pescosolido, op. cit.
  6. ^ Le lettere del Ville e gli articoli sia di Visocchi sul Journal d'Agricolture pratique che quello di Ottavi sono pubblicati in appendice al volume di Marrazza citato in bibliografia.
  7. ^ Si tratta dello azotobacterio di Bejerink. Descrizione degli esperimenti di Visocchi nel volume di A. Mancini, citato in bibliografia, p. 750.
  8. ^ I principii e le regole della concimazione de' campi. Trattatello elementare ad uso degli agricoltori pratici per Pasquale Visocchi, Tip. Trani, Napoli 1891.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • S. Casmirri (a cura di), Le élites italiane prima e dopo l'Unità: formazione e vita civile, Caramanica, Marina di Minturno 2000;
  • A. Dell'Orefice, L'industria cartaria nel Mezzogiorno d'Italia 1800-1870, Droz, Genève 1979.
  • A. Lauri, Dizionario dei cittadini notevoli di Terra di Lavoro,Tip. D'amico, Sora 1915, pp. 206–209 (ad vocem).
  • A. Mancini, La storia di Atina. Raccolta di scritti vari, II ed. rivista e ampliata, Forni, Bologna 1994.
  • L. Marrazza, Pasquale Visocchi ne la vita e ne le opere, Società Tipografica Arpinate, Arpino 1922.
  • A. Martini, Biografia di una classe operaia. I cartai della Valle del Liri (1824-1954), Bulzoni, Roma 1984.
  • G. Pescosolido, Agricoltura e industria nell'Italia unita, Laterza, Bari-Roma 1996.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]