Pasquale Formisano

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Pasquale Formisano (Napoli, 1926Napoli, 28 settembre 1943) è stato un partigiano italiano. Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

È il 28 settembre 1943. Pasquale Formisano, diciassette anni, ragazzo napoletano, esce di casa malgrado le preghiere dei genitori. Per le strade di Napoli si combatte contro i tedeschi. Pasquale dice che vuole raggiungere i patrioti. Anche lui vuole agire, vuole fare qualcosa contro i nemici. In una via del centro un automezzo tedesco sta bruciando. La strada è disseminata di tegole e masserizie gettate dalle case, di corpi di caduti. Pasquale trova due bombe a mano, le prende. Poi si carica in spalla un fucile mitragliatore. Pesa, ma non importa. E subito gli si presenta l'occasione di usarlo. Da un autocarro tedesco immobilizzato da una mina i soldati sparano. Pasquale si ripara dietro un mucchio di pietre e si unisce al combattimento. Fa fuoco. Contribuisce alla resa dei soldati tedeschi bersagliati da ogni lato. Ora anch'egli è un combattente. Il suo non è solo spirito di avventura; è qualcosa di più. È una scelta da uomo. Ma dopo un'ora i tedeschi ritornano. Riappaiono nuove autoblinde minacciose. Dalle feritoie sparano all'impazzata in tutte le direzioni. Bisogna fermarle, pensa il ragazzo. Generosamente si stacca dal muro e si lancia contro il primo automezzo. Scaglia la prima bomba a mano ma tutte le armi tedesche si puntano su di lui. Getta la seconda bomba ma cade ucciso prima di sentire l'esplosione. È la fine precoce di un'esistenza. Il suo sacrificio, questa sua parte in battaglia così breve e così decisa ci riempie di sgomento per gli anni non vissuti di Pasquale, di ammirazione senza parole. Ma era uno di quei momenti storici in cui ogni scelta diventa totale e si paga con la vita. Il 9 settembre 1943 i tedeschi si erano sparsi rapidamente per le strade di Napoli, da padroni, approfittando dell'abbandono in cui si erano trovate le truppe italiane dopo l'armistizio, lasciate a se stesse dagli alti comandi dell'esercito. Esplose allora la collera popolare della città, nacque la resistenza spontanea dei vicoli, che vide in prima fila sulle barricate, giovani, vecchi e ragazzi, gli scugnizzi cresciuti troppo in fretta nella miseria secolare e negli stenti dei bassi napoletani. Pasquale era uno di loro. Il suo eroismo ci parla della purezza e della disponibilità ideale dei giovani di allora e di sempre alle battaglie di libertà.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«La sua mano non tremò nell’epico gesto e con la bomba lanciò anche il suo cuore contro il ferrigno strumento di guerra tedesco che seminava la morte tra il popolo insorto. Colpito da mitraglia nemica, immolò in suprema dedizione alla Patria la giovane esistenza ed il suo olocausto si scolpì ad eterna memoria nell’anima di Napoli che nelle giornate della leggendaria insurrezione vibrò dì entusiasmo e di dolore che sono la vera gloria dei suoi figli, soli artefici della sua vittoria.»
— Napoli, 28 settembre 1943.[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dettaglio decorato, su quirinale.it. URL consultato il 3 dicembre 2017.

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