Oroxyleae

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Oroxyleae
Oroxylum indicum
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi I
OrdineLamiales
FamigliaBignoniaceae
TribùOroxyleae
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineScrophulariales
FamigliaBignoniaceae
TribùOroxyleae
A.H.Gentry ex Reveal & L.G.Lohmann, 2012
Generi
(Vedi testo)

Oroxyleae A.H.Gentry ex Reveal & L.G.Lohmann, 2012 è una tribù di piante Spermatofite Dicotiledoni appartenenti alla famiglia Bignoniaceae (ordine delle Lamiales.[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome della tribù deriva dal suo genere più importante (Oroxylum Vent., 1808) la cui etimologia deriva da due parole greche "Oros" (= montagna) e "Xylon" (= legno) e probabilmente fa riferimento ai tipici fusti pachicauli delle specie del genere Oroxylum.[2] Il nome scientifico è stato definito dal botanico Alwyn Howard Gentry (1945-1993) e perfezionato dai botanici James Lauritz Reveal e Lúcia Garcez Lohmann nella pubblicazione "Phytoneuron 2012-37: 218." del 2012.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento
(Millingtonia hortensis)
Le foglie due volte imparipennate
(Oroxylum indicum)
Il fiore
(Millingtonia hortensis)
  • Formula fiorale: per queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
* K (5), [C (2 + 3), A (2 + 2 + 1)], G (2), supero, capsula[7]
  • Il calice, gamosepalo a 5 denti più o meno liberi, ha varie forme: campanulato, cupolato o troncato.
  • La corolla, gamopetala, con forme da campanulate a tubulari diritte o ricurve, è composta da 5 petali connati in modo più o meno bilabiato con lobi arrotondati e patenti; in genere delle due labbra quello superiore è formato da due lobi, mentre quello inferiore è formato da tre lobi. Il colore può essere bianco, giallo o varietà di rosso.
  • L'androceo è formata da 4 o 5 stami didinami inclusi nella corolla. Le antere, glabre, sono formate da due teche con disposizioni da parallele a divergenti (una è fertile e l'altra è sterile e simile ad uno sperone, oppure entrambe sono fertili); i filamenti degli stami sono attaccati (adnati) al tubo corollino. Sono presenti staminoidi. I granuli pollinici sono di vario tipo, in alcuni casi sono dispersi in tetradi o poliadi.
I frutti simili ad una spada
(Oroxylum indicum)

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti come le api/farfalle/lepidotteri (impollinazione entomogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento - dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La distribuzione delle specie di questa tribù è asiatica (indo-malesiana) con habitat tropicali.[4]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa tribù (Bignoniaceae) comprende circa 850 specie con oltre un centinaio di generi[4][5] con una distribuzione soprattutto neotropicale (solo poche specie di questa famiglia: 2 - 3 sono presenti nella flora spontanea italiana). La tribù Oroxyleae è una delle 8 tribù nella quale attualmente è suddivisa la famiglia e comprende 4 generi con 6 specie.[4]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Cladogramma della tribù

Una recente ricerca di tipo filogenetico[9] ha suddiviso la famiglia in 8 cladi principali. La tribù Oroxyleae ha una posizione centrale nella famiglia: è "gruppo fratello" della tribù Catalpeae; insieme sono "gruppo fratello" del "core" delle Bignoniaceae formato dalla "Tabebuia alleanza" e dal "Clade paleotropicale". Tuttavia la posizione della tribù Oroxyleae all'interno del "core" delle Bgnoniaceae non è ancora risolta del tutto: potrebbe essere legata più strettamente al clade delle Bignonieae, in questo caso la trasformazione della deiscenza da loculicida a setticida potrebbe essere una sinapomorfia; oppure potrebbe essere più vicina alla radice delle Bignoniaceae. I caratteri più tipici di questo gruppo sono la polisimmetria dei fiori, l'androceo con 5 stami e i frutti con deiscenza setticida (ossia parallelamente al setto del frutto).[1]

Il cladogramma a lato tratto dagli studi citati e semplificato dimostra la posizione attuale della tribù nell'ambito della famiglia.

Descrizione dei generi della tribù[modifica | modifica wikitesto]

Elenco dei generi attualmente descritti all'interno della tribù.[4]

Chiave dicotoma analitica[modifica | modifica wikitesto]

Per meglio comprendere ed individuare i generi della tribù, l'elenco seguente utilizza in parte il sistema delle chiavi analitiche (vengono cioè indicate solamente quelle caratteristiche utili a distingue una entità dall'altra).[4]

  • Gruppo 2A: la forma delle foglie è 3-4-pennata; i fiori hanno una consistenza carnosa e sono molto grossolani; la corolla è ampia ed è colorata di violetto o rosso-porpora ed è lunga 7 - 10 cm; gli stami fertili sono 5; le capsule hanno delle forme piatte simili a spade lunghe 60 - 120 cm;
  • Gruppo 2B: la forma delle foglie è uno-pennata; i fiori non sono carnosi e sono molto sottili; la corolla è colorata di bianco; gli stami fertili sono 4; le capsule sono piccole con forme differenti dalle spade;
  • Gruppo 1B: il portamento delle specie è lianoso;
  • Gruppo 3A: le foglie sono 3-fogliate; la corolla ha una forma di un vassoio con uno stretto tubo cilindrico lungo 5 - 19 cm non ginocchiato;
  • Gruppo 3B: le foglie sono 5-8-fogliate; la corolla ha una forma tubolare con un tubo lungo 3 - 4,5 cm ginocchiato sopra la base del tubo;

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 14 agosto 2015.
  2. ^ David Gledhill 2008, pag. 409.
  3. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 14 agosto 2015.
  4. ^ a b c d e f Kadereit 2004, pag. 23.
  5. ^ a b Judd 2007, pag. 497.
  6. ^ Motta 1960, Vol. 2 - pag. 560.
  7. ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 18 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  8. ^ Musmarra 1996.
  9. ^ Olmstead et al.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Kadereit J.W, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VII. Lamiales., Berlin, Heidelberg, 2004, p. 23.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 2, 1960, p. 560.
  • Richard G. Olmstead, Michelle L. Zjhra, Lúcia G. Lohmann, Susan O. Grose e Andrew J. Eckert, A molecular phylogeny and classification of Bignoniaceae, in American Journal of Botany Settembre 2009 vol. 96 no. 9, p. 1731-1743.
  • 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.

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